POV
EDWARD
Far
Away
This
ship is taken me far away.
Far
Away from the memories
of
the people who care if I live or die.
[Starlight-
Muse]
Alla
radio una vecchia canzone dei Muse.
Guidavo
un po’ troppo veloce ma tanto ero già
morto… Era successo un casino da quando
dissi di sì ai giudici di America’s Got Talent.
Stavo dimagrendo lo stesso,
molto lentamente, ma stavo dimagrendo.
Poi
Alice mi aveva portato a New York e là si è
compiuta la mia sorte. Stavo
uscendo da un pub nel quale mi aveva portato la mia
“tutor”, lei sarebbe
rimasta là ancora un po’ ma io volevo tornare in
albergo.
Mi
tolsi gli occhiali da sole. Occhi rossi. Tendevano un po’
all’arancio, ma erano
ancora inquietanti.
Quando
uscii da quel locale mi sorprese un ladro, armato di pistola. Io non
avevo
niente con me, e lui mi sparò una pallottola dritta nel
cuore. Non avevo più
speranze. Poi dal locale uscì Alice e da lì fu
solo dolore.
Mi
svegliai tre giorni dopo, a casa, con questo aspetto di una bellezza
inquietante. Alice si è scusata, ha detto che era
l’unico modo per salvarmi. E
poi mi ha spiegato tutto… Dallo specchietto retrovisore
osservai di nuovo quel
volto che non sentivo ancora mio.
Quel
giorno ero euforico.
Avevo
avuto una grande soddisfazione! Isabella aveva lasciato davanti a tutti
Mike
Newton. E si era messa a seguirmi… Sapevo che se fossi stato
ancora me stesso,
lei mi avrebbe ignorato, come sempre.
Ero
quasi arrivato a casa, ma davanti al garage, mi aspettava Alice a
braccia
conserte, con un sorriso stampato in faccia.
“Ma
ciao fratellone! Posso chiamarti fratellone?” rimasi
interdetto. Alice non ce l’aveva
una casa? Tutte le volte che tornava a casa trovava la sua tutor
lì. “Perché
dovresti?” dissi abbassando il finestrino.
“Hmmm… forse perché i tuoi genitori
mi hanno adottata?” io strabuzzai gli occhi. “Hai
capito bene… Starò tuuuuutto
il giorno con te. Sarò la tua ombra! Ma ricordati che sono
ancora il giudice
del talent…” “Alice sei
terribile!” dissi tra le risate. Poi la abbracciai. Io
la sentivo veramente come una sorella. E anche lei sentiva me come un
fratello,
lo percepivo dai suoi pensieri… Sì,
perché adesso avevo un dono. Ed era leggere
nel pensiero delle persone che mi circondano. Isabella non mi aveva
riconosciuto… Ma prima o poi sarei tornato a scuola e
l’avrei salutata… Prima
dovevo aspettare che i miei occhi si schiarissero! “E ora che
siamo fratello e
sorella a tutti gli effetti… ti va di fare
shopping?” io sbuffai.
“Eh
no! Sono ancora la tua tutor quindi niente proteste…
Andiamo!” mi fece
parcheggiare la volvo in garage e prese la sua porsche gialla.
Alice
era molto eccentrica, questo lo avevo imparato a mie spese…
Ero un vampiro da
sì e no cinque giorni e avevamo fatto il giro di tutti i
negozi di Washington e
dintorni.
Non
che il cambio d’abiti fosse in peggio, certo. Ma portare un
ragazzo a fare
compere è come dirgli Ehi, ci
andiamo a
suicidare?
“Vuoi
che guidi io?” domandai. “No… Mia
macchina, mio volante” spiegò lei risoluta. Quel
folletto dai capelli neri mi stava veramente molto
simpatico…
“E
ora… verso l’infinito e al Centro
Commerciale!” esclamò lei mettendo in moto la
macchina.
Una
nuova sorella, una nuova razza e il compito di conquistare Isabella=
troppe
cose da fare…