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Autore: Marselyn    21/08/2010    2 recensioni
"Erano dunque arrivati a quel punto.
Non si spiegava perché, ma il pensiero di dover rompere i rapporti con Elyn lo rattristava. C’erano poi molte altre cose che non si spiegava: il come era stato possibile creare quella sintonia, averla cercata e non aver capito che era, forse, importante per tutti loro. Non si spiegava come nessuno di loro, fino ad allora, si fosse mai chiesto quanto quei pomeriggi passati insieme, tra persone che dovevano spontaneamente odiarsi, fossero strani e illogici nel loro scorrere veloci e così vivi. Non riusciva a spiegarsi come fossero arrivati al punto di cercarsi, di trovarsi e consumare ore intere insieme, come fossero arrivati anche solo al punto di parlarsi senza urlare, senza mai rendersi conto di quanto solo tutto questo fosse già pazzesco e contro ogni loro coerenza. Tutto indicava quanto irragionevole fosse stata quella vicinanza e Sirius proprio non si spiegava come fossero arrivati a quel punto senza mai domandarsi come mai tutto stesse andando in modo così strano, così trasparente, così autonomo, vivo e senza controllo." [cap. 17]
Dall'autrice: Con ogni probabilità, potreste avere l'impressione che i primi e gli ultimi capitoli siano stati scritti da persone totalmente diverse.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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12. Quidditch

Era appena uscito dall’ufficio della professoressa McGranitt, e stava inoltrandosi per il corridoio in pietra.
Sirius si sentiva una strana stanchezza addosso, e una confusionaria folla di pensieri in testa.
Non sapeva dove fosse finito James: non era più entrato nella stanza dell’ufficio della McGranitt dopo che lei gli aveva dato quell’altro compito, e Sirius si era dimenticato di chiedere alla professoressa se James avesse finito. Dovunque fosse, comunque, non aveva intenzione di cercarlo. Per quanto gli riguardava, voleva solo un gran silenzio, e un letto comodo su cui poter dormire. Raggiunse le scale e cominciò a salirle, come un fantasma.
Non voleva neanche tirare i conti delle tante cose dette e sentite quel pomeriggio, aveva solo bisogno di dormire.
Non sapeva neanche perchè avesse tutto quel sonno. A lui capitava così, di botto. Non era un tipo dormiglione, tutt’altro: dormire era una delle attività che gli piaceva meno fare, e se avesse potuto, avrebbe eliminato quel bisogno dalla natura dell’uomo, a dispetto di tutto il resto delle necessità, che ad altri sarebbero parse forse più fastidiose. Eppure, ogni tanto, gli prendeva quella pesantezza micidiale alle palpebre, quella che ti fa ciondolare la testa lievemente, e poi te la fa cascare giù in un botto. Gli era capitato anche di assonnarsi nelle situazioni più assurde e sconvenienti. Una volta si era letteralmente addormentato dentro lo studio di Gazza, mentre lui e James, nascosti in un angolo della stanza sotto il mantello dell’Invisibilità, aspettavano che insieme a Mr Purr uscisse per il giro di perlustrazione notturno, per così poi nascondere delle caccabombe sotto il cuscinetto della gatta. Non si ricordava neanche come fossero usciti da quella situazione, l’unica cosa che gli tornava alla mentre era che, dopo essersi svegliato, comodo nel suo letto del Dormitorio, James era furioso.
Ecco, capitava così. Forse perchè per natura dormiva poco, o chissà per quale altro strambo motivo, quando meno se l’aspettava, due o tre volte all’anno massimo, gli calava un sonno incombente, e impossibile da frenare. E quella sembrava una di quelle volte.

Si trovava già sull’ultima rampa di scale, e la Signora Grassa, nella sua cornice, gli sembrò la visione più bella che potesse esserci.
«Bava di Tri...» Ma non ci fu bisogno della parola d’ordine, perchè il ritratto si spalancò, e un ragazzo dagli occhi coperti da lenti rotonde, capelli neri spettinati, volutamente spettinati, e con dei vestiti piegati sul braccio e una scopa in mano gli piombò addosso. Due scope in mano, si corresse.
Perchè diavolo aveva due scope in mano? pensò, ma era troppo insonnolito per curarsene.
«Sirius! Sirius grazie al cielo!» urlò James, senza inibizione alcuna.
«James...» biascicò, mentre le palpebre gli cadevano pesanti sugli occhi. «Fammi entrare...»
«Non dire sciocchezze, tieni» disse, gettandogli una delle scope tra le mani, mentre si sistemava il badge da Capitano sul petto. Sirius riconobbe soltanto dopo la scopa che aveva tra le mani, tanto non se ne curava, e solo per via dell’incisione nel legno che diceva: “Sirius”. Ed era proprio la sua scopa.
«E questo che significa?» domandò, senza neanche voler sapere la risposta. Aveva già preso la sua decisione. «Non ho intenzione di allenarmi, James. Se non ho davanti un letto tra meno di dieci secondi cadrò per terra dovunque mi trovo,» disse sbadigliando. «Parola di fondo di tè» aggiunse, con più convinzione.
James sgranò gli occhi, ma solo un istante, perchè poi gli venne incontro e lo strattonò con forza.
«Stai scherzando, vero? Ci sono le selezioni, le selezioni!» urlò, agitato, facendolo sobbalzare.
«Cosa?» esclamò Sirius, sbalordito, con meno veemenza di quanta in realtà avesse voluto imprimerne. «James, avevi detto che...»
«Ti vestirai negli spogliatoi, dobbiamo sbrigarci!» lo incalzò, afferrandolo per un braccio e tirandolo a forza giù per gli scalini.
«Non ci sono spogliatoi!» urlò, facendo a stento attenzione a non inciampare tra i suoi piedi. Non riuscì a fermare James, era troppo fiacco persino per reggersi in piedi.

*

«Non sapevo esistessero degli spogliatoi» esordì per tenersi sveglio, una volta giunti ai confini del campo di Quidditch.
«E secondo te dove mi cambiavo dopo le partite?»
Sirius fece spallucce. «Non mi è mai importato»
James neanche lo ascoltò, entrò spedito negli spogliatoi, trascinandoselo ancora dietro per il polso, e una volta dentro finalmente lo lasciò.
«E’ mia, vedi di non rovinarmela. Sbrigati» disse, lanciandogli la divisa in mano. Sirius la srotolò, e la tenne sospesa in aria, scrutandola con interesse, lottando contro la voglia di accasciarsi a terra e dormire. Era rossa. Dorata e rossa.
«Sirius!» ruggì James. «Devi sbrigarti!» Senza aspettare un secondo di più, Sirius cominciò a cambiarsi.

Lo spogliatoio era affollato, una viavai incontrastato di gente che fluiva dentro e fuori. Sembrava che molti si fossero presentati alle selezioni. Non avrebbe mai immaginato che si partisse da così tante persone per giungere poi a un numero di sette giocatori per ogni squadra.
Vide James uscire di fretta dallo spogliatoio, e rientrare insieme ad una ragazza del sesto anno: Mary MacDonald. Si affrettò ad infilarsi la maglia della divisa quando vide che entrambi erano diretti, spalla accanto a spalla, verso di lui. A Mary sfuggì un sorriso malizioso durante la frazione di secondo in cui il petto di Sirius rimase scoperto.
Gli altri ragazzi si accorsero della ragazza che camminava spedita per lo spogliatoio, e i pochi che ancora stavano infilandosi la maglia, rimasero volutamente a petto nudo, pavoneggiandosi come tacchini.
Sirius si accorse che anche Mary indossava la divisa.
Mary che giocava a Quidditch? E da quanto in qua?
Aveva ancora sonno, e si domandava come avrebbe mai potuto superare le selezioni. Se si fosse impegnato volutamente a cadere dalla scopa dopo tre secondi, probabilmente, ci avrebbe messo anche più di quanto non ci avrebbe impiegato a farlo se avesse cercato di evitarlo.
«Hai sonno, Sirius?» domandò, piazzandoglisi davanti, con un sorriso intenerito in volto. Sirius era troppo impegnato a frenare le palpebre che ancora protestavano, per disturbarsene. Non rispose. Vide James fremere accanto a lei: sembrava non apprezzare le domande di circostanza.
«Conosci qualche incantesimo che possa svegliarlo?» domandò, impaziente.
«Magari trovo qualcosa» rispose lei, con nonchalance.
Sirius sentiva sempre di più le palpebre appesantirsi, udiva le voci di James e Mary lontane, come se provenissero da altri pianeti. Non resistette, non resistette proprio più. Piegò la testa di lato, sentì James che lo chiamò, e Mary che gli diceva di lasciarlo dormire. E con un gran sollievo, chiuse gli occhi, inabissandosi nel sonno.
Al diavolo il Quidditch.

Si svegliò dopo quelli che gli sembravano secoli. Era convinto di aver dormito, se non giorni, almeno ore, e ore piene.
Invece, schiudendo gli occhi, ritrovò James e Mary in piedi, esattamente dove li aveva lasciati, soltanto che Mary adesso gli teneva la bacchetta puntata, e James sembrava raggiante.
«Oh, Mary, grazie, grazie!» gridò James, esultate.
«Reinnerva, una sciocchezza» spiegò lei, con finta modestia. «Serve a far rinvenire una persona, che ha perso i sensi: tecnicamente Sirius stava solo dormendo, ma era comunque in stato incosciente, dunque...»
Ma James non l’ascoltava neanche, afferrò Sirius di nuovo per il braccio e se lo trascinò fuori dagli spogliatoi.
«Tutti fuori!» urlò, e il tono risultò tanto sorprendentemente autorevole, che tutti scattarono dietro di lui dopo meno di un secondo. Sembrava calzare a pennello quel ruolo, e probabilmente da guida della squadra di Quidditch avrebbe rivelato molta più serietà di quanta in realtà non ne avesse in corpo. L’aria stessa sembrava satura di rispetto per il nuovo Capitano.
Sirius, però, fu l’unico a vedere il sorriso compiaciuto che si disegnò sul suo volto, non appena tutti scattarono al suo comando. Non aveva dubbi sul fatto che, nonostante non l’avesse vista, anche una scintilla di potere doveva aver lampeggiato nei suoi occhi furbi, dietro le lenti rotonde. Dopotutto era James, chi lo conosceva meglio di lui?
Sirius si allineò insieme agli altri pretendenti di una qualunque collocazione nella squadra, in mezzo al campo. Per un attimo ebbe il naturale istinto di seguire James di fronte a tutti loro, ma rammentò, appena in tempo per arrestarsi insieme agli altri, che in quella situazione il suo ruolo e quello di James non erano esattamente alla pari.
Gettò un’occhiata alla fila sulla sua destra, e vide alcune delle facce che aveva visto poco prima, dentro gli spogliatoi. Non si sarebbe mai aspettato che alcuni di loro potessero trovarsi lì, in occasione di una selezione di Quidditch. Certi piccoletti del secondo anno, per esempio. Poi pensò che, probabilmente, anche molti di loro erano stupiti della sua presenza, lì.
Facendo un veloce calcolo mentale, alla sua sinistra dovevano esserci i restanti volti di poco prima: una decina al massimo. Si voltò dall’altra parte, in cerca di conferme, ma rimase letteralmente a bocca aperta. Lo spettacolo che gli si parò davanti fu uno dei più improbabili: una decina di ragazzi, come aveva previsto, e a seguire una fila di ragazze in trepidazione si allungava da lì a quattro metri circa, urlacchiavano e stridevano come cornacchie. Rimase ancora più stupito nel constatare che anche Mary era lì, tra loro.
Mary che giocava a Quidditch? Se lo domandò nuovamente, e adesso più di prima gli parve una cosa fuori mondo.
Vide tra loro anche qualche Corvonero, e un paio di Tassorosso, e si chiese che diavolo ci facevano ad una selezione per la squadra di Grifondoro.
Come se non bastasse, una folta schiera di ragazze urlanti, di tutti i colori: rosso-oro, azzurro-bronzo, giallo-nero e anche un paio verde-argento; si distribuivano omogeneamente, occupando una buona parte della tribuna di fronte. In un angolo in basso, leggermente isolati, Remus e Peter gli fecero okay con le mani. Sirius alzò il pollice, con sicurezza e lanciò loro un sorriso tranquillo. La sicurezza di essere fuori dalla squadra già in partenza, in effetti, l’aveva.
Ritornò con lo sguardo verso James, che parlava freneticamente con un Grifondoro del settimo anno. Subito dopo, alla sua sinistra, sentì un coro di sussurri concitati, e gli parve di udire anche il suo nome. Si voltò, allungando la testa oltre la schiera di quelle dei suoi compagni, e si ritrovò decine di occhi di ragazza puntati addosso: qualcuna teneva la mano davanti la bocca, stupita, altre aggrappavano agitate quelle delle loro amiche, qualche ragazzina del primo anno gli puntava addirittura un dito contro, mostrandolo alle coetanee curiose come fosse un’attrazione turistica. Sirius si ritrasse bruscamente. Quei pochi secondi gli erano bastati anche per notare che molte delle ragazze guardavano con aria sognante il nuovo Capitano, e addirittura qualcun’altra osservava desiderosa un’inconsapevole Remus, dall’altra parte del campo, seduto tranquillamente sulla tribuna, insieme a Peter.
«Bene!» urlò ad un tratto James. Si sentirono dei gridolini, e un fiotto bisbigliare. «Dividetevi in quattro gruppi, e il primo gruppo, a partire dalla mia sinistra, faccia un giro completo del campo in volo al mio fischio!»
Sirius fu bene attento a non infilarsi in mezzo alla marea femminile, e finì per rientrare nel secondo gruppo.
«Buona fortuna» gli bisbigliò Mary – che, non sapeva come, era misteriosamente finita nel suo stesso gruppo - prima di salire sulle scope.
Malgrado lui non avesse avuto problemi, almeno nel volo, metà dei ragazzi e delle ragazze presenti vennero immediatamente esclusi alla prima prova, e con essi tutte le Tassorosso e le Corvonero fuori luogo.

James diresse magistralmente l’intera selezione: mai Sirius l’aveva visto così azzeccato nel suo ruolo e preso da una qualunque altra attività scolastica, che non fosse infrangere le regole o correre dietro Evans.
Le prove durarono un’ora e mezza, e alle 8:30 era già vicino il crepuscolo.
Senza alcuna esitazione, James rivelò i nomi dei componenti della squadra.
Con sua sorpresa, Sirius fu in qualche modo ‘infilato’ nella squadra nel ruolo di sostituto Battitore. Mary, che si era rivelata inaspettatamente una discreta Cacciatrice, era stata scelta come sostituta in quella collocazione.

Quando James entrò negli spogliatoi maschili, si diresse dritto verso Sirius. Sembrava a disagio, incerto.
«Felpato, se non ci fosse stato quel Leto saresti entrato a tutti gli effetti come Battitore» disse, agitato. «Lo so, ti avevo garantito che saresti entrato, ma, vedi...»
«James» fece Sirius, serio. «Me l’avevi garantito... è finita.» disse, con una inesorabilità agghiacciante.
James parve allibito e inabissato allo stesso momento. Lo fissò incredulo e rimase ammutolito qualche secondo.
«Come vuoi» balbettò poi, ancora scosso, dopodiché si girò e fece per incamminarsi verso l’uscita.
Sirius scoppiò in una risata fragorosa, e James si voltò, fissandolo con la fronte corrugata.
«Tieni» disse, Sirius, lanciandogli la divisa tra le mani. «Questa non mi serve più»
Colto dalla consapevolezza, il volto di James si incupì.
«Hai idea di quello che ho passato?» fece, melodrammatico.
Sirius lo raggiunse sorridendo, e gli cinse il collo con un braccio e con la mano gli diede un buffetto sulla guancia, mentre con l’altra teneva con naturale eleganza il mantello scuro sulla spalla, lasciandolo penzolare lungo la schiena.
«Non avrei potuto desiderare ruolo migliore, amico» disse, sinceramente, mentre uscivano dallo spogliatoio. «Ci sono, ma non ci sono» E, in effetti, era davvero felice per come si erano concluse le cose. Ufficialmente era dentro, soltanto molto più libero di quanto non avesse sperato di essere se fosse entrato pienamente di ruolo. Non poteva desiderare di meglio.
James lo guardò perplesso. Probabilmente per lui era inconcepibile gioire di un ruolo di riserva.
«Pensavo volessi entrare nella squadra»
«Bè, tecnicamente ci sono, no?»
James fece spallucce, e diresse lo sguardo altrove. «Pensala come vuoi, ma non azzardarti più a farmi prendere uno spavento del genere. Tu mi servi, Felpato, non provarci mai più.»
E raggiunsero gai Remus e Peter.

*

«Dunque, nel 1863, con l’irruzione in Gran Bretagna delle Banshee, la ribellione dei maghi crebbe a dismisura, allargando i propri confini per gran parte del territorio scozzese. La gente non voleva conoscere l’imminenza della propria morte, senza contare il fatto che spesso le previsioni si rivelavano infondate, per questo motivo...»
Sirius alla parola ‘Banshee’ aveva già perso il filo, ma Remus sembrava così preso dalla spiegazione che non osò interromperlo. Ancora una volta, gentilmente, il loro caro Lunastorta si era prestato a ripetere la lezione di Storia della Magia che avrebbero dovuto sapere già da quattro giorni. Come ogni anno, già alla terza settimana, erano indietro con la materia, nonostante i buoni propositi che si erano impegnati a ripromettersi all’inizio dell’anno.
Peter sbadigliava, James era distratto, probabilmente la sua testa poteva essere dedicata soltanto al Quidditch quella sera – aveva passato tutta la sera a ripetersi i nomi dei componenti della nuova squadra, cercando di dissipare i dubbi su un Cacciatore in particolare, Michel Blauders, che, a quanto pareva, non lo convinceva pienamente, malgrado Sirius ricordasse perfettamente la prestazione impeccabile del ragazzo -, e Sirius osservava quieto il focolare scoppiettante, rilassato dalle voci confuse nella Sala Comune.
«... il Ministero, allora parecchio incostante e spratico di rivoluzioni, emanò una bolla, nella quale...»
Un pensiero attraversò la mente di Sirius, giusto il tempo di un crepitio del fuoco, e balzò sulla poltrona.
«Devo dirvi una cosa» sussurrò, concitato. James e Peter lo guardarono attenti e grati di quella interruzione. Remus lo fulminò con lo sguardo, ma Sirius non gli badò.
«Oggi...» Si frenò di scatto. Rivelare loro la parentela tra Elyn e Severus gli sembrava così ovvio, visto che condividevano tutto, assolutamente tutto... eppure una morsa allo stomaco lo arrestò, come una forte strattonata.
«Vogliamo che non lo sappia nessuno»
Le parole di Elyn risuonarono nella testa, come un inquietante monito.
James, Remus e Peter pendevano dalle sue labbra.
«Vogliamo che non lo sappia nessuno»
Qualcosa gli diceva che in realtà era Mocciosus a non volerlo, eppure, cosa sarebbe successo se avesse rivelato qualcosa che neanche Elyn voleva venisse divulgato? D’altro canto, però, perchè lei stessa glielo avrebbe detto, se non ne avesse prima previsto il rischio? Non erano amici, a malapena si conoscevano per nome, dunque perchè affidare a lui un segreto che pochi, o, forse, nessuno conosceva? A rigor di logica, non doveva essere così importante mantenerlo oscuro. O forse era stato un errore, e nella ‘confidenza’ del momento gli aveva rivelato qualcosa che invece doveva rimanere nascosto nell’ignoranza?
«Allora?»
«Felpato, sei ancora con noi?»
E se dicendolo, avesse inesorabilmente tradito quello stralcio di fiducia che ancora neanche possedeva?
«Mary» improvvisò. Non avrebbe rischiato. «Credo che...» Tre paia di occhi lo fissavano avidi.
«Le chiederai di uscire?»
«Ehm, sì... esatto»
«Magnifico!» fece Remus, raggiante. «Magnifico, in questo caso ti consiglio di farle pervenire un bollettino medico ogni sera»
«Sì, questo la terrà a bada» asserì Peter.
James lo fissò con sguardo assorto, uno sguardo che Sirius non riuscì a interpretare. Poi fece spallucce, e accennò un sorriso bieco.
«Vi vedo bene» proferì semplicemente, poco dopo. E Remus proseguì con la spiegazione.
Benissimo, pensò Sirius, complimenti Felpato, ammira in che guaio ti cacciato.



***


NdA: Eccoci! Ci ho messo un po', lo so, temo che d'ora in poi posterò i capitoli sempre più lentamente, perchè devo scriverli -.- Non so neanche se mi fermerò fino a quanto non li avrò scritti tutti, o almeno un buon numero che mi garantisca una certa regolarità. Devo ancora meditare su questo xD
E comunque, veniamo a questo capitolo.
Lo so, sembra un po' campato in aria, però, volevo fare una cosa leggera, senza cose troppo rilevanti xD Anche se ci sono un paio di cose che poi si svilupperanno in futuro. E poi manca Elyn... bè. Vi garantisco la sua presenza nel prossimo capitolo fin da ora, promesso! XD
Per le selezioni, l'avrete notato, mi sono ispirata a quelle de Il Principe Mezzosangue, in cui è Harry a comporre la nuova squadra :DD
Ah, non so se avete notato, ma in questo capitolo c'è un nome particolare: *rullo di tamburi* Leto!
Yuppiiiiiiiiiiiii. Il mio adoratissimo Leto. u.u *anima echelon ritorna dentro* ... ehm.
Passiamo avanti XD
Ho notato che molti passano a leggere, ma a recensire ci sono solo quelle due anime che ormai ho imparato ad amare XD
Le aspetto come la volpe aspetta il Piccolo Principe alle 4 del pomeriggio xDD :)
Sall e gianno11, vado di frettissima, perdonatemi se non riesco a rispondervi in maniera decentemente articolata ç_ç, spero di rifarmi al prossimo capitolo.
Vi ringrazio come sempre per le recensioni, mi fa davvero piacere leggerle, tutte le volte :)
E ringrazio tutti quelli che passano a leggere, come sempre.
A presto!
E recensite se leggete! :P
   
 
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