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Autore: Yuki_83    15/10/2005    0 recensioni
La voglia di ricostruire una nuova vita spinge Kira a cambiare tutto: città, casa, amici...ma ancora non sa che durante il suo viaggio farà un incontro che le cambiarà la vita...
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15.

Nessuno avrebbe potuto scioglierla da quell’abbraccio, niente e nessuno, ma era giunto il momento di parlare, di riprendere i loro contatti interrotti da così tanto tempo. Dopo tutti quei pianti Kira era stata raggiunta da un lieve mal di testa, non era comunque intenzionata a rinunciare a causa di un malessere. Mollò la presa dalle spalle di Reiko e la fissò per qualche istante, sul suo volto si dipinse un leggero sorriso che confortò ancora di più la sorella ancora impaurita per il loro incontro.

“Come ti senti?” furono le sue prime parole e Kira rispose senza esitazione… “confusa…credo”.

“Ti capisco, non è facile nemmeno per me…” osservava le sue mani tremolanti e tirò un profondo respiro.

Si sedette accanto a lei restando per qualche secondo in silenzio ad assaporare l’odore di sale che proveniva dall’acqua e volse per un istante lo sguardo sul gruppetto che ancora le stava osservando, incuriositi per lo svolgersi della scena. Poi guardò Philip che le sorrise…un sorriso così bello e pacifico.

“Perché proprio ora?” il loro discorso era appena iniziato…

“Aveva fatto una promessa alla nonna…”

“Che promessa?”

“Che dopo la loro morte, solo allora ti avrei dovuto informare. L’ho fatto, l’ho mantenuta accettando i pro e i contro delle tue sicure scenate.”

“Io…non so a cosa pensare, ora che so tutto, avrei così tante cose da chiederti. Non so da cosa cominciare…”

“Tieni…”

Reiko prese dalla sua borsa una piccola foto, la metà di una piccola foto.

“Questo è papà. Tu dovresti avere l’altra metà, con la mamma.”

Kira la prese tra le mani e constatò che si trattava proprio della metà mancante alla foto di Yukino. Lei in braccio alla madre e dall’altro lato Reiko, col padre. Un uomo alto, dai lineamenti forti e marcati, lo sguardo fiero e felice posato sul viso della figlia tra le sue braccia. Fino a quel giorno lo aveva solo sognato, immaginato nei suoi pensieri e ed era proprio come se lo aspettava, ne più, ne meno…

“Mi ero sempre chiesta perché fosse strappata…tu ti ricordi di lei?” la ripose di nuovo tra le mani di Reiko, “Della mamma?...vagamente. Momenti passati insieme prima della fuga, il resto è nebbia, del resto anche io non ero molto grande, seppur abbastanza per ricordare” prese una pausa dopo che il suo cuore mancò di un battito nel momento in cui la sua mente ritornò a quella sera…Yukino cercava di difenderle, la nonna le prese in braccio, una luce fioca, una lama, la sua morte…poi continuò… “come hai capito che non ti stavo mentendo?”

“Il diario della nonna…l’ho trovato nascosto in casa, tra i suoi oggetti che il nonno aveva conservato.”

“Capisco…”

Reiko era a conoscenza di quel diario, ma non l’aveva mai letto e dopo la morte della nonna era sparito, si era sempre chiesta che fine avesse fatto. Fu felice che la sua ricomparsa aiutò la sorella a comprendere cosa accadde realmente nella loro infanzia e mentalmente ringraziò Volpe Argentata di averlo scritto.

“Ancora non mi rendo conto di tutto quello che sta succedendo…tutte le bugie, i segreti…perché?”

“Non credo che capire adesso ti possa essere d’aiuto, è stato fatto per il tuo bene, per il mio. Adesso non sei più sola…”

“Già…sola, è dalla morte del nonno che lo sono.”

“Mi dispiace di non esserci stata, davvero. Posso immaginare cosa tu possa aver passato.”

“A proposito, come hai fatto a trovarmi?”.

“Ammetto che non è stato facile, io sapevo che abitavate ad Urawa…”

“Infatti”

“Dato che l’unica persona che poteva cercarti era Mark, perché abita qui, gli ho chiesto di farlo e a quanto pare ce l’ha fatta…”.

Sopra le chiome degli alberi, soffici nuvole serali solcavano il cielo tiepido e oltre le nuvole fuggevoli stava sospeso, tranquillo e incredibilmente rosso, il sole che stava tramontando. Molte parole e respiri furono consumanti in quei momenti, i ragazzi erano già andati via, solo Mark e Philip rimasero ad aspettarle con pazienza sapendo benissimo che certe cose non possono essere risolte con leggerezza.

“Non li ho salutati…nessuno dei due…”

Kira tornò a pensare ai nonni, al vuoto che entrambi avevano lasciato nella vita delle ragazze, al ruolo che avevano avuto in tutti quegli anni e il suo respiro divenne sottile e alternato, come nuovi singhiozzi pronti ad uscire…a nessuno dei due aveva mai detto un vero Grazie, a nessuno dei due aveva stretto la mano nel momento della morte, non vi aveva mai pensato prima, ma ora quella mancanza le sembrava gigantesca.

“Che stupida che sono…solo adesso ci penso e mi viene da piangere.”

“Non è colpa tua Kira, non potevi sapere che al tuo ritorno non l’avresti più trovato. È successo.”

Mise un braccio intorno alla spalla della sorella per confortarla e sopportare con lei quel grande dolore, comprese che la solitudine era stata, fino a quel giorno, veramente la sua migliore amica e di quanto Kira avesse sofferto per la morte di una persona così cara.

L’essersi sfogata l’aiutò molto, soprattutto a capire meglio se stessa. Finalmente qualcuno l’aveva ascoltata a cuore aperto e soprattutto capita, il suo cuore batteva regolarmente, tranquillo, non più tormentato dalle scoperte e dai pensieri del passato. Quello a cui pensava ora era come recuperare il tempo perso con Reiko, molte cose erano state dette ma ancora tante altre da dire. La sera stava lentamente giungendo su tutta la piccola città e entrambe furono d’accordo sul fatto che era giunto il momento di andarsene. Si scrollarono di dosso la miriade di piccoli granelli dorati che erano rimasti appiccicati ai loro vestiti e finalmente appagate dal loro parlare si diressero verso i due ragazzi che ormai le aspettavano da parecchio tempo, pazientemente.

“Scusateci…”

Sia Mark che Philip fecero un sorriso scrollando la testa in segno di comprensione ma fu il secondo a parlare per primo.

“Ok, adesso che tutto sembra a posto posso tornare da Julian, è un bel po’ che mi aspetta” prese Kira per una mano portandola per qualche secondo in privato dove le diede un caldo bacio per salutarla, Reiko e Mark nel frattempo stavano parlando di ciò che le ragazze si erano dette…quello che a lui interessava di più era che Reiko stesse bene. Constatato ciò salutò anche lui Kira e se ne andò.

Rimaste di nuovo sole si incamminarono verso casa di Kira, dove tranquillamente avrebbero continuato a chiacchierare, ma non più del loro passato, decisamente erano curiose di scoprire il loro presente, tutto ciò che avevano fatto quando erano state divise. Un sacco di tempo.

“Siamo arrivate, questa è casa mia”.

“Però! Ti tratti bene!”

“Sembra grande ma sono solo 6 stanze poste su due piani, vieni accomodati”.

Entrarono e Reiko rimase meravigliata per come la sorella fosse stata in grado di creare un ambiente tutto suo, dove poter vivere senza nessuno. Tra se e se sorrise, fiera per ciò che vedeva. Fecero un rapido giro del piano terra, poi salirono le scale e si fermarono davanti allo studio di Kan ma Kira esitò qualche istante prima di girare la manopola della maniglia ricordandosi dello stato in cui aveva lasciato la stanza quel pomeriggio prima di uscire, ma non poteva comunque tenere nascosta una cosa così plausibile che le era successa…

“E qui cos’è successo?”

“Ehm…ho avuto un leggero attaccato d’ira dopo che ci siamo viste. Domani metterò a posto”.

“Ti verrò a trovare e ti darò una mano, certo che hai combinato un bel macello…”

“Non è necessario che ritorni domani mattina…”

“Ah, ok…se non ti fa piacere…” Un ombra calò sul viso della ragazza.

“No, no aspetta, cos’hai capito! Io…ecco, volevo invitarti a restare qui stanotte, o per quanto tu vorrai…adesso è anche casa tua…”

Reiko rimase senza parole e felice per la richiesta di Kira, così inaspettata ma lieta. Sorrise.

“Ma dove dormo?”

“Beh, siamo sorelle no?! Il mio letto è matrimoniale e possiamo dormire insieme! Se non ti crea problemi…”

“Certo che no!”

Terminata la frase, entrambi gli stomaci delle ragazze, in sintonia, gorgogliarono per l’appetito e scesero in cucina pronte per cenare.

La serata passò in fretta e terminato di mangiare si occuparono di riassettare la stanza, Reiko cercò di attaccare discorso con la sorella…

“Allora, con Philip come va?”

“Beh, è cominciata da poco, comunque bene.” Al sentir pronunciare quel nome la sua bocca si stropicciò in un leggero sorriso, appena visibile.

“Che c’è?”

“Sai stavo pensando, a volte il destino è strano, sono capitata qui per caso e ho ritrovato sia te che Lyra.”

“Già…lei stà con Becker, giusto?”

“No, affatto. Esce con Eddy. Ma come ti è venuto in mente?”.

“Strano mi era parso di averli visti insieme l’ultima volta che sono stata qui…”

“No, non è possibile, avrai sicuramente visto male. So che Eddy e Lyra stanno insieme da parecchio tempo, da molto prima che arrivassi qui.” Fu leggermente sorpresa per la domanda della sorella.

“Eppure ero convinta fosse lui, non si può di certo dire che Eddy e Tom siano due gocce d’acqua però…bah, sarà come dici tu. Avrò visto male.”

“Ne sono sicura, Lyra non mi nasconderebbe un simile dettaglio, anche se loro fossero…come dire, “amanti”. Fidati.”

“Sarà come dici tu…”

Finito di riassettare salirono in camera da letto e Kira prese l’altra metà della foto di Yukino dal cassetto mostrandola alla sorella. Aveva scordato di comprare una cornice nuova dopo che era stata rotta la sera dell’irruzione in casa sua.

“Era davvero bella, tu le somigli molto, più di quanto io immaginassi. Il nonno aveva ragione.”

“Credo che tutte due abbiamo qualcosa di lei dentro.”

“No, io ho preso più il carattere di papà. Te lo garantisco.”

Nel frattempo si stavano preparando per andare a dormire, l’indomani mattina Kira si sarebbe dovuta recare a scuola e preferì non andare a letto tardi, ma chiacchierare ancora un po’ con Reiko la trovò come un idea interessante per ascoltare qualcosa in più sul padre. Si infilarono sotto il caldo piumone, anche quella sera il freddo era notevole…

“Raccontami qualcosa di papà…”

“Era un fiero guerriero, tutti lo stimavano al villaggio. Era il figlio del capo, Nube Danzante.”

“Uno dei saggi che fece uccidere la mamma?”

“Beh all’inizio fu proprio lui ad ordinare alla nonna di andarsene e lasciarci li, ma con il tempo il suo cuore cambiò, cominciò ad affievolirsi la sua fiera visione di quel mondo che stava cadendo in rovina…” sistemò meglio il cuscino e poi continuò a parlare “ricordo che stravedeva per te, dopo la tua nascita cambiò completamente idea. Papà ti voleva bene, peccato che…”.

Reiko si accorse che l’adorata sorellina si era addormentata sotto il suono della sua voce, spense la luce e dopo qualche istante, tra mille ricordi, anche lei raggiunse il mondo dei sogni.

Il mattino seguente Kira si risvegliò un po’ frastornata, decisamente aveva avuto il sonno un po’ turbato, molti pensieri le avevano carezzato la mente quella notte, probabilmente non era nulla, ma l’affermazione fatta da Reiko il giorno precedente la mise soprappensiero…Tom e Lyra? No! Non lo poteva ritenere possibile. Lyra era sempre stata una ragazza di ottimi principi e troppo sincera per nascondere una cosa così…così importante! In fin dei conti Eddy e Tom visti di schiena potevano essere simili a causa del colore dei capelli, sebbene fosse un ipotesi decisamente remota. Kira riuscì solo a pensare ad una svista della sorella.

Quel mattino decise di non andare a scuola. Aveva qualcosa di più importante da fare, un favore da chiedere. Come le era venuto in mente, durante la notte, nemmeno se lo ricordava, di certo a qualcuno sarebbe parsa una follia, ma Kira aveva un gran bisogno di staccare la spina dopo tutti gli avvenimenti che le avevano scombussolato la vita. Si vestì e lasciò la sorella ancora addormentata sul letto, appuntò un bigliettino adesivo alla porta del bagno “Torno oggi pomeriggio, le chiavi di riserva sono accanto alla porta, in ingresso!”.

Senza nemmeno far sapere dove era diretta prese le chiavi della macchina e mise in moto. Restava solo un problema, trovare, a Tokio, dove viveva Julian. Non sapeva a chi rivolgersi senza destare sospetti, ma all’improvviso le venne in mente una cosa, qualcuno che solitamente arrivava in ritardo alle lezioni. Sperando di trovare Bruce ancora per strada si recò verso il semaforo all’incrocio vicino casa sua. Bingo! Conosceva ormai a memoria gli orari del ragazzo. In fretta attraversò e lo raggiunse.

“Bruce, Fermati per favore!”

“Kira, dai che facciamo tardi! Muoviti!”

“No, no. Io non vengo!”

“Come?! Allora cosa ci fai qui?!”

“Devo chiederti un favore, sai dove abita Julian Ross?”

“Eppure mi era sembrato di dirti che Amy è una ragazza molto gelosa, se ne accorgerebbe se…”

“Ma cosa hai capito! Devo andare da Philip! Certo che sei assurdo delle volte…allora lo sai, si o no?”

“Si, si ecco. Tieni”.

Tirò fuori dallo zaino un piccolo foglietto di carta sul quale scrisse l’indirizzo, e corse via per evitare di essere punito un'altra volta. Kira tornò indietro e salì in macchina alla volta della sua meta.

Era una giornata fredda e quella mattina si potevano ancora intravedere, nell’aria, miriadi di minuscole gocce di rugiada. Durante tutto il viaggio ascoltò della musica, cercando di concentrarsi solo sulla guida.

Quando passò davanti alla piazzola di sosta, dove aveva incontrato Philip la prima volta, si lasciò scappare un piccolo sorriso ringraziando la cara gomma che si era magicamente bucata. Improvvisamente il cielo si fece grigio e una fitta pioggia cominciò a cadere sulla strada rallentando la sua marcia.

Giunta a destinazione trovò subito un parcheggio, proprio davanti all’abitazione del ragazzo. Indossò la giacca cercando di coprirsi il più possibile dalla pioggia e quando scese fece una rapida corsa fino alla villetta.

Suonò il campanello e, senza nemmeno che le venisse chiesto chi fosse, le aprirono.

“Kira! Che Sorpresa!”

“Ciao Julian, Philip è in casa?”

“Si, accomodati, io vado a chiamarlo”.

Protezione, fu la prima parola che balenò nella mente di Kira nel osservare l’interno di quella casa. Tutto era perfettamente in ordine, si sentiva nell’aria un forte senso di “famiglia” e l’ambiente era ampiamente riscaldato da uno scoppiettante caminetto nella sala. Julian salì le scale per andare a chiamare l’amico ma quando entrò, lo vide placidamente addormentato sul letto. Prese dall’armadio una coperta che gli pose delicatamente sopra per non svegliarlo. Sorrise. Tornò indietro e trovò Kira seduta sul grande divano accanto al fuoco.

“Sta dormendo. Come un angioletto!”

“Scherzi?!”

“Affatto, vai pure a controllare se vuoi!”

Improvvisamente, sentendo quelle parole, le sue guance divennero leggermente rosse. Portò lo sguardo sulle sue mani tentando di nascondere l’imbarazzo, ma Julian se ne accorse. Era un sentimento che conosceva bene, ogni volta che aveva cercato di dichiararsi ad Amy quell’incontrollabile rossore aveva preso il sopravvento su di lui.

“Se è urgente posso svegliarlo!”.

“No Julian, tranquillo. Passo un'altra volta.”

Ma come fece gesto di alzarsi il ragazzo la fermò chiedendole di restare tranquillamente seduta ad aspettare il risveglio di Philip.

“A che pensi?” tentava di farle compagnia.

“Al tuo coinquilino. Mi prenderai per un inguaribile romantica, ma lo sono”.

“Che strano! Pensavo avessi imparato a conoscermi!”

“Con questo vorresti dire che sei peggio di me?”

“Ah ah, ovvio!”

Verissimo, essere romantico era la sua prima qualità e non gli era mai importato se persone come Lenders o Everett l’avessero sempre usata come scusa per attaccarlo. Ad interrompere la loro chiacchierata ci fu uno squillo del telefono e Julian andò a rispondere.

“Pronto? Casa Ross. Ah Amy, tesoro…certo che puoi venire! Ti aspetto”.

Quando riattaccò volse di nuovo lo sguardo verso Kira e continuò a parlare…

“Che sciocca…”

“Amy?”

“Già, abitiamo da anni uno di fronte all’altra e ogni volta mi chiede il permesso di venire a trovarmi.”

“Beh io la vedo come una forma di rispetto.”

“Può darsi, ma eccola che arriva.”

Amy arrivo qualche istante dopo la telefonata. Quando entrò in casa Kira si sentì “leggermente” estranea alla situazione e chiese a Julian di poter andare in camera di Philip per svegliarlo. Permesso accordato salì le scale, arrivò davanti alla porta ed entrò…

  
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