"avanzai di
qualche passo verso la porta del
castello e guardai all'interno delle mura, tutti guardavano dalla
stessa parte:
in alto, sulle mura c'era un ragazzo che voleva buttarsi... Non si
sapeva nulla
di quello che gli era accaduto, oh... Povero ragazzo...
Ma quando lo
vidi in faccia per un secondo urlai, non ci
potevo credere... Era lui, il mio Reita... Che gli era passato in testa?
k: Akiraaa...
No, non farlo Akira! Noooo!
Corsi su per
le scale e lo raggiunsi.
K: Akira,
perché vuoi buttarti? Io morirei senza di te...
R: scusami
Carsten, ma io devo stare con la persona che
amo... Addio.
Rimasi senza
parole, non ero di certo io allora chi lui
amava... Fece un salto e io cercai di afferrarlo per tenerlo con me, ma
ormai
lui non era più mio... Forse non lo era mai stato.
Avevo le
lacrime agli occhi.
K: Rei..."
Mi svegliai di
colpo tutto sudato. Dovevo aver
urlato perché subito accorsero Yu e Strify a vedere cosa mi
fosse successo,
erano parecchio allarmati. Arrivò anche Shin di corsa.
S: oddio kiro,
che ti succede? Stai bene?
Shin si
sedette sul letto accanto a me.
K: non lo so
shin, mi fa male la testa...
Shin mi mise
una mano sulla fronte e la ritrasse
subito, dovevo scottare parecchio.
Non riuscivo
nemmeno a stare seduto, mi veniva da
vomitare. Mi stesi sul letto.
S: kiro, sei
bollente... Avrai di sicuro la
febbre. Ti porto un panno bagnato da mettere sulla fronte, tu riposati.
Tornò
poco dopo con una bacinella d'acqua e un
panno che inumidì nell'acqua fresca e mi mise in testa.
Sentii subito sollievo,
ma il panno si scaldò subito da quanto scottavo...
S: vuoi una
maglietta pulta? Questa è tutta
bagnata...
Anuii, avevo
davvero poche forze.
Mi
aiutò a cambiarmi e lo ringraziai. Lui sorrise.
S: gli amici
servono a questo...
Mi diede un
bacio in testa e mi lasciò riposare...
Non volevo riaddormentarmi, non volevo rifare quell'incubo... Non mi
sono mai
sentito così male, al solo pensiero di perdere Reita... Ci
conosciamo da così
poco, eppure siamo già così legati...
Mi addormentai
con questi pensieri, ero troppo
privo di forze anche solo per pensare, me ne sarei occupato
più tardi al mio
risveglio.
Mi svegliai
nuovamente sudato la mattina dopo, ma
la nausea era passata. Avevo dormito più di quindici ore
senza accorgermi di
niente, dovevo essere proprio senza forze.
Decisi di
andare a farmi una doccia e così feci.
Ora riuscivo a stare in piedi perché il mal di pancia era
passato, per il momento.
Quando uscii
dalla doccia suonò il campanello ma
lasciai a qualcun altro il compito di aprire, non mi sentivo per niente
in
forma.
Mi stavo
vestendo quando la porta si aprì
lentamente, qualcuno chiese pernesso.
La riconoscevo
quella voce, sorrisi. Reita sbucò
dalla porta della mia camera, aveva in mano una scatola della
pasticceria
Tawashimo Iiwotaki.
Sorrisi
nuovamente e pensai quanto fosse tenero.
Lui entrò e si accorse che ero ancora mezzo nudo, avevo il
torso completamente
scoperto e si scusò per il disturbo. Fece per andarsene
quando io lo fermai
pregandolo di aiutarmi a vestire, ero troppo debole.
Lui
acconsentì un po' imbarazzato, io dovevo
sembrare un ubriaco... Avevo la faccia da ebete e le guance rosse, non
so se
fossero così per l'effetto della febbre o quello delle mani
di Reita che,
fredde, mi attraversavano tutta la schiena bollente provocandomi
qualche
brivido.
Una volta
finito di aiutarmi a vestire mi stese
sul letto, mi girava un po' la testa. Lui si sedette accanto a me.
R: ti ho
portato i cioccolatini che mi hai fatto
assaggiare ieri... E che io ti ho quasi finito, scusa. Volevo farni
perdonare.
K: grazie
mille... Ma non serviva.
Calò
un silenzio inquietante e nessuno sapeva cosa
dire. Eravamo semplicemente io e lui.
R: beh, ti
lascio riposare...
K: aspetta...
Lo dissi
troppo debolmente che lui nemmeno mi
sentì.
Si
alzò per andarsene ma io lo seguii. Mi alzai
forse un po' troppo in fretta e sentii come se la terra sotto i miei
piedi si
stesse muovendo.
Mi aggrappai a
lui per non cadere. Solo dopo mi
accorsi che lo stavo praticamente abbracciando. Sentivo le guance in
fiamme.
K: aspetta...
Cercai di fare
un passo ma finii con lo
sbilanciarmi ancora di più. Ero a pochi centimetri di
distanza dal suo viso.
K: aishite iru
vuol dire ti amo... Perché me lo
hai detto?
Sussurrai
questo, non sapevo nemmeno cosa stessi
facendo. Il mio subconscio mi stava facendo fare delle cose senza
nemmeno
farmele passare per il cervello, e io ero troppo debole per
resistergli... Non
so se a questo fantomatico subconscio oppure direttamente a Reita.
Lui rimase
sorpreso di questa domanda e non seppe
cosa rispondermi.
Sorrisi e lo
fissai negli occhi.
K: Reita, lo
so che ci conosciamo da così poco...
Ma io credo veramente di essermi follemente innamorato di te, l'ho
pensato fin
dalla prima volta che ti ho visto in quel supermercato.
Rimase a bocca
aperta per un tempo che mi parve
infinito e poi si staccò dal mio abbraccio. Mi
aiutò a stendermi nuovamente sul
letto, i suoi occhi avevano cominciato a lacrimare e la sua mano aveva
raggiunto la sua bocca, tremava... Mi sentii malissimo a quella
visione, non
volevo vederlo piangere.
Si mise a
gattoni sopra di me ancora con quelle
lacrime agli occhi, veniva da piangere anche a me a vedere lui
così... Che poi
non capivo il motivo di quelle lacrime. Non capivo che reazione aveva
avuto
dopo che gli avevo detto che lo amavo. Lui voltò la testa
cercando di
nascondere le scie salate lungo il suo viso, ma io asciugai le sue
guance
riportando i suoi occhi verso i miei.
K:
perché piangi Reita?
La mia voce
sembrava quella di un bambino,
flebile, debole...
Lui in
risposta mi guardò negli occhi cercando di
calmarsi, si abbassò su di me e congiunse le nostre labbra...
Mi sentivo
frastornato, la testa mi pulsava come
non mai e sentivo il battito accelerato del mio e del suo cuore... Le
sue mani,
ora calde, vagavano per il mio collo e i miei capelli mentre le mie
erano
semplicemente abbandonate al letto. Lo abbracciai forte, non volevo
perderlo
per niente al mondo...
Le sue labbra
umide lasciavano scie di baci su
tutto il mio viso e io continuavo ad arrossire sempre di
più, ma non mi
interessava realmente il fatto di essere rosso come un pomodoro. Tutto
il mio
mondo girava ora intorno a lui, unicamente lui...
I suoi capelli
mi facevano il solletico e la sua
fascia mi grattava un po', ma non ci feci molto caso.
Ogni bacio che
lasciava sulla mia pelle mi dava
una sensazione di calore sempre maggiore che andava ad aggiungersi al
calore
che mi provocava la febbre.
Sentivo una
sensazione di bagnato, ma non era
sgradevole come le altre volte, anzi... La sua lingua sfiorò
le mie labbra e io
aprii la mia bocca mugugnando di piacere... Non sapevo cosa fare, ero
senza
forze ormai e stava facendo tutto lui. Avevamo bisogno di aria e ci
staccammo
per prendere fiato. La sua mano mi sfiorò il viso e
andò ad accarezzare i miei
capelli per poi infilarsi sotto la mia schiena ad abbracciarmi.
R: sei la
migliore cosa che mi potesse capitare...
Grazie. Ich liebe dich.
Sorrise e mi
schioccò un altro bacio per poi stendersi
accanto a me, mi abbracciò da dietro.
K: aishite iru
Akira
Sussultò
quando lo chiamai con il suo vero nome.
Questa volta non avrei fatto incubi con lui al mio fianco...
Scusate ma ho pochissimo tempo, giusto quello necessario a postare... Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a seguirmi. Grazie a chi mi segue e recensisce, senza di voi non so come farei! *-* arigatou!!! *sparisce* Scusate la fretta >.<