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Autore: Frafra9    23/08/2010    2 recensioni
In questa storia i personaggi di Twiligh sono tutti umani.
Reneesme, č una ragazza adolescente e come tutti i ragazzi della sua etā vuole divertirsi e non pensare a niente..secondo lei, i suoi genitori non la capiscono. In tutto questo, perō c'č Jacob, il suo lupacchiotto e con lui fa la prima esperienza della sua vita, quella che le cambierā la vita..
Questa č la mia prima storia OS su personaggi di Twilight giā grandi
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Ecco il terzo e ultimo capitolo di questa mini-storia, che ammetto, mi sono divertita a scrivere.
Vedere Edward e Bella, umani e soprattutto genitori di una figlia adolescente č stato curioso e divertente! Ma č stato anche abbastanza difficile scrivere perchč io a differenza della protagonista, ho solo una sorella pių grande.
Volevo ringraziare tutte le persone che hanno seguito questa storia, che hanno o non hanno recensito.
Buona lettura



La famiglia si allarga!


Aprile, aula di biologia < L'acido desossiribonucleico o deossiribonucleico, conosciuto come DNA, č un acido nucleico che contiene.... > - sta spiegando il professor Stone, mentre io e Nene, dall'ultimo banco sfogliamo la nostra rivista preferita "Magazine" - < Signorina Cullen, cosa contiene il DNA? >
< Non lo so, prof. Non dovrebbe spiegarlo lei? > chiedo mentre nascondo veloce la rivista sotto il banco
< Ma come, suo padre č medico come suo nonno e dovreste saperlo... > ma questo crede che le informazioni di un mestiere si passano da padre in figlio attraverso lo spermatozoo che fa centro nell'ovulo?!
< Prof, quando sono nata, mio padre frequentava l'universitā ma io non andavo certo a lezione con lui, restavo a casa con mia madre, ero appena nata. > questo ce l'ha con me, ogni volta trova qualcosa...
< Non intendevo questo, volevo dire che poteva chiedere a suo padre qualcosa visto che sapeva che avrei spiegato questo. >
< Prof, veramente lei ha detto che oggi interrogava... > si intromette Tiffany
< Signorina Newton, nessuno le ha chiesto niente...ma stavo parlando con Cullen.. >
< Ha ragione, mi scusi.. > meglio dargli ragione se no, va a finire che vado per la terza volta dal preside in una settimana e sempre per colpa di questo prof del cavolo. E poi, come si dice la ragione č dei cornuti!

Toc! Toc!

La signora Oscar, la segretaria migliore che ci sia a detta non solo mia ma di tutta la scuola, consegna un foglio al professore < Renesmee Cullen, a quanto pare devi andare via.. > dice il prof con tono un pō sull'acido.
Preparo il mio zaino in silenzio e con il sorriso sulle labbra mi affretto ad uscire, se dovevo uscire prima c'era solo un motivo... < Arriverderci! > saluto ed esco fuori, dove ad aspettarmi c'č zia Rosalie.
< Mi ha chiamato qualche minuto fa tuo padre e ha detto che stava portando Bella in ospedale...č il momento.. >
< Ma le si sono rotte le acque? Che ti ha detto.. > chiedo in preda all'emozione pensando che fra qualche ora nascerā una Cullen..
< Non lo so, Edward quando č agitato parla a tozzi e bocconi! > e giā mio padre č fatto cosė.
In ospedale, davanti alla stanza di mia madre ci sono nonna Esme e nonna Renče e zia Alice, le saluto e mi dirigo verso la porta dove sta mia madre. Apro la porta e davanti a me trovo una scena un pō imbarazzante ma solo per me, mia madre stesa sul letto e mio padre seduto accanto a lei che si baciavano teneramente.
La scena, vista da un estraneo puō sembrare tenera, due innamorati che si baciano non c'č nulla di male, ma vista da una figlia... abituata a vederli scambiarsi davanti a noi figli un bacio frettoloso, a fior di labbra fa strano..

Se non c'era il pancione di mezzo, credo che non si sarebbero fermati al bacio ma sarebbero andati oltre. Va beh... neanche sarebbero stati qui ma a casa ed io sarei a scuola sotto le grinfie del prof "dovresti saperlo".. no. no ringrazio mia sorella che deve nascere allora

Non si sono accorti del mio arrivo, ma č meglio che faccia qualcosa prima che entri qualcuno..
Apro di poco la porta e la chiudo facendo rumore < Dov'č la mia sorellina? > dico a voce abbastanza alta da farli girare.
< Ma non devi essere a scuola, tesoro? > mi chiede mamma, rossa in viso
< Giā cosa ci fai qui.. non dirmi che hai dinuovo... > papā un pō indispettito
< Tranquilli non ho fatto sega a scuola. Mi č venuta a prendere zia Rose, non appena papā l'hai chiamata > - stava per dire qualcosa - < Avevo un accordo con le zie.. sapevo, pā che tu non mi avresti detto nulla se sarebbe successo mentre ero a scuola.. > mamma annuiva, sa che avevo ragione
< Non č vero! Ti avrei fatto chiamare per dirti che Bella... > cercō di giustificarsi papā
< A me risulta che quando č nato Jason io, ero presente quindi... > dico con aria risoluta e incrocio le braccia
< Si, č vero ma č perchč non sapevamo a chi lasciarti > disse mamma
< Infatti, mi avete lasciato con quell'infermiera.. mi avete traumatizzato! >

Tarda notte, svegliata malamente e frettolosamente da un papā super agitato < Nessie, Principessina svegliati dobbiamo andare > disse urlando e strattonandomi e infilato il cappottino quello mio preferito, sciarpa e cappello e di corsa in ospedale in auto con mamma che diceva < Non correre cosė veloce! > ma papā niente correva come un pazzo, ma non la stava ascoltando. Io, dietro che vedevo mamma nascondere le fitte di dolore e papā correre in quel modo, ero impaurita- < Va tutto bene, piccola > mi ripeteva mamma.
In ospedale, saliamo nel repartō maternitā, papā e mamma entrano in una stanza e a me lasciano fuori con un'infermiera che teneva gli occhi fissi su di me e non potevo fare e dire niente che mi sgridava < Non ti muovere! > - < Tra poco viene papā > I primi, parenti ad arrivare furono nonno Charlie e nonna Renče, seguiti da nonna Esme e nonno Carlisle. Qualche ora dopo, nacque quella peste di Jason ed io andai a casa di nonno Charlie.


Rimasi li, nella stanza con loro finchč Kristen non decise che era il momento di venire alla luce. Vedere un parto dal vivo non era tra i miei programmi, mi era bastato due anni fa il filmato visto a scuola su un parto in diretta...brrrr!
Sono seduta, in sala d'attesa con tutta la mia famiglia ad aspettare che qualcuno da quella stanza esce e dice qualcosa, ma le uniche persone che si vedono sono solo due infermiere che entrano ed escono da quella stanza.
Finalmente la porta si apre e esce papā con un piccolo fagottino fra le braccia, inutile dire che le prime ad accorre fummo io, le zie e le nonne < Ciao piccolina.. > dico sorridendo e lei allunga il suo piccolo braccio come a darmi la sua piccola mano.
Papā, con la piccola tra le braccia si avvicina a Jason, seduto su una poltroncina con gambe e braccia incrociate e l'espressione arrabbiata < Ciao Jay, sono Kristen la tua sorellina > dice papā chiandosi per fargliela vedere
< Chissene importa! > da una spinta a papā e corre via. Ovviamente, toccō a me rincorrerlo e lo trovai seduto su un muretto fuori dall'ospedale
< Jay, perchč sei andato via cosė? Lo sai, papā c'č rimasto male... > dico sedendomi accanto a lui sul muretto
< Non mi interessa.. io quel marmocchio non lo voglio a casa mia! Gordon, mi ha detto che da quando č nata la sorellina, i suoi genitori non gli vogliono pių bene...e io non voglio che succede anche a me! > Gordon, uno dei compagni di classe di Jason, antipatico e un terremoto peggio di mio fratello e mio cugino Nicolas messi insieme e con la "puzza sotto il naso" che non mi meraviglio da chi abbia ripreso..
< Ma lui, mica ha una sorella pių grande! Tu si, invece.. Se ti dico che mamma e papā ti vogliono sempre bene devi credermi... > mi guardava sospettoso
< Non ti credo.. >
< E fai male, lo sai? Se mamma e papā quando sei nato tu, non mi volevano pių bene stai tranquillo che io me ne ero giā andata via da un pezzo. Dove sarei andata perō non lo so... ma se sono qui.. > guarda cosa mi tocca dire a mio fratello...Quando č nato Jay, non ho mai pensato che i miei non mi volessero bene, anche perchč il loro affetto me lo hanno e me lo dimostrano tutt'ora.
< Va bene ti credo > mi dice dopo averci pensato attentamente.
Saliamo su, nella stanza di mamma, dove riunita c'č tutta la famiglia < Ciao mamma > saluta Jay andandole a dare il bacietto e lo stesso faccio anche io.
< Ciao papā e scusa per prima > gli dice e anche a lui gli da il bacietto, poi guarda me - < Fatto! Ora possiamo andare?! >
< Dove dovete andare? > ci chiede mamma
< Nessie, mi ha promesso un gelato adesso > e sottolineō bene la parola adesso
< Julia, Nicolas venite con noi? > i nostri cugini.
< Mi raccomando...a cena stiamo da nonna Esme > disse papā e insieme a mio fratello e ai miei cugini andammo al bar.


Sono trascosi tre mesi, da quando Kris č nata. Siamo tutti alla villa in campagna di nonno e nonna Cullen.
E' una bella giornata di sole e mentre i grandi sono seduti a tavolino a parlare chi di sport e motori e chi di spesa e faccende domestiche io e mia cugina Julia ce ne stiamo sdraiate sull'erba sotto ad albero a parlare di cose nostre: i ragazzi, i nostri per l'esattezza: Jacob e Max; di musica, cinema, vestiti < July, ti va di fare una passeggiata in bici? > chiedo ero stufa di stare seduta li, in giardino
< Ok, andiamo a dirlo a loro >
Mentre ci avvicinavamo al tavolo, sentii Kris piangere e papā sgridare Jay, ne aveva combinata un'altra delle sue..< Jason, č piccola se lo fai a noi > - imitando il gesto un pizzicotto sul braccio - < va bene, ma a lei no. >
< Uffa! ma io allora non la posso mai toccare! Appena mi avvicino piange! > Jason, braccia conserte e sguardo offeso e arrabbiato.
< Pā, possiamo andare a farci un giro in bici io e Nessie? > July a zio Emmett, lo zio acconsentė
< Nessie, portatevi anche tuo fratello.. > dice papā mentre si accende una sigaretta dal nervoso, se lo becca mamma gli sgrida. Ora che c'č Kristen ed č piccola non vuole che si fumi dove c'č lei.
Con mio fratello e miei cugini, prendiamo le nostre bici e un pallone e corriamo fino al Belvedere, dove posiamo le bici e iniziamo a rincorrerci < Tanto non mi prendi! > - mi canticchia Jason
< Lo dici tu, nanerottolo! > dico iniziano a correre.
Dopo un pō che ci rincorriamo, riesco a prenderlo gli dico mentre strofino in modo affettuoso il pugno sui suoi capelli corti
< Ti ho fatto vincere, se no piangi perchč ti ho battuto > io e July ci guardiamo in faccia e ridiamo, ovviamente Nico, appoggia il cugino
< Chi vi ha detto sta cosa? > chiede July
< Ce lo hanno detto Lex e Gordon > dice tutto serio Nico.
< Va beh campioni a chi va un gelato?! > domando sapendo giā la risposta positiva di tutti e tre.
Riprendiamo le biciclette e corriamo fino al bar della piazza < Io voglio un mega gelato! > Jay, il suo mega gelato č composto da cioccolato, crema, nutella, fragola, limone, pistacchio e panna e tutto q uesto su un cono la coppetta no, č da bambini piccoli lui ha sette anni ed č grande!
< Niente mega gelato oggi.. > - gli dico e lui mette il broncio offeso - < Tra poco dobbiamo tornare a casa e poi ti fa male la pancia o non hai fame... e mamma viene a sapere che hai mangiato il mega gelato si arrabbia! >gli dico con fare apprensivo
< Uff! Allora cioccolato, pistacchio e panna? > mi chiede alzando un sopracciglio. E stavolta lo accontento.
Al barista, ordino i miei due coni, quello tre gusti per Jay mentre il mio solo due gusti fragola e pistacchio. Nel frattempo che July e Nico, ordinano i loro una signora < Che bel bambino, č suo figlio? > questa non ci vede bene, mi sta dando della vecchia, sto per dire no, ma Jay mi precede
< No, č mia sorella! Mica č vecchia come lei.. > risponde in tono acido, che la signora ci rimane male
< Jay! Che sono queste parole... Mi scusi, signora.. > - dico mortificata - < Chiedi scusa, avanti.. >
< Mi scusi... >
< Non fa niente, piccolo > sorride la signora e mentre va via la sento borbottare < I ragazzini di oggi tutti maleducati! > volevo andarle a rispondere, perchč quello che avevo sentito non mi era piaciuto, i miei l'educazione ce l'hanno insegnata, ma lascio stare perchč dove siamo č un paesino peggio di Forks dove tutti sanno tutto di tutti anche le cose pių insignificanti quindi tra meno di un'ora tutto il paesa dirā "Uno dei nipoti Cullen č un maleducato" se no addirittura "I nipoti Cullen sono maleducati"
Mangiamo i gelati, seduti su una panchina al parco vicino alla piazza quando un gruppo di ragazzetti di etā su per gių la mia, se non uno o due anni pių grandi, tirano dei sassi verso due cuccioli di cane senza padrone, July che il suo cono lo ha divorato si scaglia come una furia verso di loro < Lasciateli stare bastardi!!! > e si mette davanti ai cuccioli
< Levati da li, cretina > dice uno e le tira un sasso anche bello grosso.
Do il mio gelato a Jason, che il suo lo ha finito e come una furia < Tu > - puntando il dico contro questo deficente - < Cretina a mia cugina non lo dai razza di essere senza cervello! > - poi vado da July, seduta in terra che tiene vicino i due cuccioli - < Tutto bene? > lei mi fa si con la testa
Il ragazzo a cui ho dato dell'essere senza cervello, viene verso di me e mi tira i capelli da li iniziamo a menarci e si finisce a creare una rissa dove fortunatamente io e July riusciamo a tener fuori Jay e Nico anche se con un pō di difficoltā, essendo maschietti e vedendo cartoni in cui c'č lotta č normale per loro "menare".
Vedendo e/o sentendo la rissa, alcuni adulti si mettono in mezzo e riescono a fermarla < Teppisti! Siete sempre voi a far macello! Fatelo nel vostro paese, no qui! > un signore con un bastone in mano che grida contro quei ragazzi
< Voi, tutto bene? > ci chiede un ragazza aiutando July a rialzarsi
< Si, si tutto bene. > - dice lei - < Nessie, tu stai bene? E voi, campioni? >
< Stiamo tutti bene > dico, anche se a me inizia a far male una caviglia, ma non dico niente e pedalo fino a casa.
< Ragazzi, ma cosa vi č successo? > chiede nonno Charlie, appena ci vede
< Niente nonno, abbiamo solo fatto a botte con dei teppisti. > - Nicolas e poi continua - < E io e Jason, vogliamo sporgere denuncia > ovviamente Jason annuisce e continua < Quei ragazzacci, hanno prima tirato sassoni grossi a quei due cuccioli > - mio fratello č megaloname, ha ripreso da papā - < E poi, hanno iniziato a picchiare Nessie e July perchč stavano difendendo quei due cuccioli >
Nonna Renče, uscendo dalla cucina < Nessie, hai una caviglia gonfia. Ma cosa, hai fatto e perchč siete tutti cosi sporchi? >
< Niente, nonna > dico stringendo i denti dal dolore.
Alla fine, io e July ci ritroviamo in ospedale per una lastra insieme a zia Rosalie, mio padre e nonno Carlisle. Fortunatamente July non ha niente solo un livido dietro la schiena per via del sasso e per aver sbattuto la schiena contro un tronco. Io invece, solo una caviglia slogata < Vedi, č tutto apposto, sto bene > dico a mio padre
< Ma poteva andare peggio... mi spieghi come cavolo ti č venuto in mente di... > non lo faccio finir di parlare
< Allora, lasciavamo quei due cuccioli morire! >
Tornati a casa, dopo vari occhi dolci e promesse mie e di Jay riusciamo a spuntarla con mamma e papā e adottiamo uno dei cuccioli, la femmina. July e Nico riescono a convincere anche loro zia Rosalie e zio Emmett e adottano l'altro cucciolo, un maschio. I nomi, li scelgono Jay e Nico: Lalla e Lollo.
Durante la cena zia Alice e zio Jasper hanno un annuncio da fare < Io e Jazz aspettiamo un bambino! > dice zia Alice e tutti insieme a brindare e a festeggiare.
La mia famiglia anzi la mia numerosa famiglia č stupenda! Ho due genitori che amo, che mi amano e che si amano come se fosse il primo giorno, mi hanno regalato un fratellino, anche se dispettoso, a cui voglio molto bene ed ora una sorellina, seppur ancora piccola č dolcissima. Ma ora si č aggiunta Lalla, la nostra cagnolina salvata oggi da dei balordi che la volevano uccidere, c'ho rimesso una caviglia ma va bene cosė..
Ho quattro nonni meravigliosi e quattro zii stupendi e due cugini troppo simpatici, dico due perchč il terzo nascerā fra qualche mese e giā so che sarā bellissimo/a come i suoi genitori.
E per finire, lo metto per ultimo ma nel mio cuore č al primo posto Jacob, il mio lupacchiotto. Lo amo da impazzire. Non so, se sarā l'uomo della mia vita, quello che sposerō ma io spero di si.
   
 
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