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Autore: DeaEris    23/08/2010    1 recensioni
Un temporale apre il cuore, ma cosa succede se quel cuore appartiene ad
un bambino di cinque anni? Leggete e capirete!
Capitolo due: Il sereno non può durare per sempre, niente
è immutabile nel tempo. A volte basta un niente per
sconvolgere un equilibrio, altrimenti destinato a rimanere in Eterno.
Capitolo Tre: Una sera, dopo il coprifuoco, un bambino cerca il suo
dolce amico in ogni angolo. Lo trova piangente e decide di sacrificarsi
per lui. Può un bambino sacrificarsi per un angelo?
Capitolo Quattro: In Spiaggia tutto può succedere. La
fiducia di un bambino dipende da poco, a volte un gesto è
sufficiente a farlo sentire a casa.
Capitolo Cinque: un bambino malato in un giardino pieno di rose,
portato fin lì dal suo amico. Cosa mai sognano i bambini in
un giardino di rose.
Capitolo Sei: Uno scherzo crudele farà piangere una bimba,
ma cosa succede se è pronto di già un eroe per
proteggerla?
Capitolo Sette: Una promessa è una promessa. I bambini sanno
bene che le promesse vanno mantenute, specie se fatte con il cuore.
Capitolo Otto: Due bambini così simili e così diversi si ritrovano dopo anni, scoprendo una parentela. Troppo chiusi per parlarsi direttamente.
Capitolo Nove: Dolce è la Neve, specie se ha il viso di dolce fanciulla fragile ed indifesa, eppure così tanto dipende dal suo volere. Solo uno ha vicino, pronto a proteggerla in una tenera storia d'amore.
Capitolo Dieci: Fidarsi è la cosa giusta da fare, ma a volte dietro ad una proposta gentile si nasconde un intento non troppo sincero. Due bambini soli, simili, ma diversi fanno le spese con il bisogno di sentire vicinanza e di fidarsi l'uno dell'altro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti, miei carissimi lettori!
In questo momento vi scrivo dal mare...bellissimo, trasparente, pulitissimo mare, anche se personalmente odio il concentrarmi sempre sulla possibilità, quasi irreale, di imbattermi in uno squalo, ma lasciamo pure perdere le mie paure cretine. Ebbene oggi ero in spiaggia e dovevo prendere un gelato..mi è venuta l'ispirazione per altri tre capitoli e pian pianino farò il possibile per pubblicarli proprio come mi sono venuti in mente. Passiamo quindi alla prossima coppia.


Asgard, una grande città innevata, era la patria di Odino, signore dei ghiacci eterni, protettore di tutte le genti del Nord da secoli e secoli.
Signore onnipotente in codesta città unica nel suo genere, che ancora aveva bisogno dell'aiuto della preghiera per sopravvivere.
Era un regno povero, abitato da gente governata da dure leggi, ma un luogo caloroso in quanto ogni persona sapeva quanto fosse complicato vivere in un loco simile e faceva il possibile per aiutarsi.
Il ghiaccio eterno dominava in ogni luogo, anche negli interni del castello del Valahalla.
Nei corridoi correva una bimbetta di cinque anni, dai lunghi riccioli biondi, color del Sole più luminoso e con due intensi occhi tra il verde dell'edera e l'azzurro del cielo in primavera.
La bambina del Sole, grazie a quei colori così caldi e così distanti da quella terra di ghiacci che svettavano alti verso il cielo, quasi a voler coprire l'Astro con i loro picchi aguzzi.
Freja era nome dolce della bimba candida come la neve e il sorriso più caldo della terra di neve e vento.
La bimba correva per il Castello per uscire e dirigersi verso l'esterno.
Il visetto era serio, quasi imbronciato, mentre scappava per i corridoi, cercando il modo più veloce per uscire dall'intricato labirinto di caldi corridoi.
La sorella, sua tutrice, regina di quelle terre e sacerdotessa di Odino in Terra, le aveva impedito di compiere infine un desiderio e questo era terribile per la bimba dallo sguardo dolce.
Freja possedeva, invero, un carattere molto dolce ed al contempo determinato, quindi non accettava che la sorella non l'avesse accontentata.
Il giorno prima Freja aveva visto in una pubblicità alla televisione uno strano oggetto, che fino a quel momento non aveva mai visto in quelle terre ed aveva preteso di averlo.
Lei voleva un gelato, ma la sorella le aveva detto che ad Asgard non esistevano gelati, perchè era una Terra non consona ad un gelato.
Il dolce, però, sembrava molto buono e Freja voleva mangiarlo, però aveva scoperto con rammarico che non esisteva alcun posto in Asgard intera in grado di venderglielo, perchè nessuno lo preparava.
Correva nei corridoi, quando udì una voce di bambino, che la chiamava.
La bimba si volse, facendo dolcemente danzare davanti al viso i lunghi boccoli biondi, osservando con gioia il possessore della vocetta di bambino che aveva attirato la sua attenzione.
Un viso dalla carnagione scura, due lunghi ciuffi biondi ai lati di un dolce viso, un sorriso delicato ad illuminare il dolce visetto del bambino, mentre due occhioni azzurri guardavano la dolce bambina con la gioia più intensa per averla incontrata.
*Principessa Freja! Cosa state facendo?*
Domandò curioso il bambino, mentre la bambina si rifugiava tra le sue braccia, trovando riparo e sicurezza.
Timido ed impacciato il bambino avvolse il corpo della bimba con le braccia, robuste nonostante la giovanissima età.
*Hagen, finalmente hai finito di allenarti. Ora puoi giocare con me, vero?*
Disse la bambina con un sorriso allegro, al pensiero di poter giocare con qualcuno della sua età.
Il bambino annuì, sorridendo a sua volta in risposta a quel sorriso.
A quel gesto la bambina lo prese per mano e corse verso l'uscita del Castello per giocare all'aperto e stare insieme a lui, il suo più caro, grande amico, il suo angelo custode, come le piaceva pensare.
Sapeva che Hagen voleva diventare Cavaliere per proteggere lei ed Hilda, in particolare per proteggere lei.
Hagen la seguì docile, stringendo con la mano sicura e forte la manina candida della sua principessa amatissima.
La bambina raggiunse il terrazzo, iniziando a volteggiare sotto i fiocchi di neve, volteggiando come una piccola fata delle nevi, costringendo anche Hagen a ballare con lei senza una reale musica.
Non avevano molti giochi e per questo apprezzavano la semplicità: era sufficiente stare assieme per divertirsi, volteggiare sotto i fiocchi in caduta, che sembravano di cotone delicato, lanciarsi palle di neve e ridere assieme era sufficiente per essere felici.
La bimba scivolò su di una lastra di ghiaccio, ma il bimbo era pronto a prenderla al volo per evitarle anche la più piccola contusione.
Finito di giocare, i due bambini si misero seduti sul cornicione ad osservare il tramonto e nel frattempo a parlare tra loro.
Freja raccontò dell'ingiustizia che aveva subito poche ore prima.
Hagen ascoltò con attenzione le parole della bimba, guardandola intensamente con i profondi occhioni azzurri del medesimo colore dei non ti scordar di me.
*Principessa Freja, ti prometto che domani farò il possibile per farti mangiare un gelato.*
Disse con un'espressione fiera ed orgogliosa il bambino, come per compiere una missione di vitale importanza.
La bambina sorrise lieta e lo guardò speranzosa.
*Davvero, Hagen?*
Domandò curiosa e leggermente sospettosa, come se non si fidasse completamente della promessa del ragazzino.
Hagen annuì con sicurezza, fissando la bambina con la certezza negli occhi di un piccolo adulto.
Il biondino scese dal parapetto ed allungò la manina scura verso la bimba per aiutarla a scendere cavallerescamente.
La piccola posò la manina candida e curatissima sulla mano del bambino e scese con grazia dal muretto.
Quella stessa sera, Hagen, aiutato dalla mamma, preparò un gelato per la sua giovane ed amatissima principessa.
Il giorno dopo, il bambino lo portò alla principessa con un dolce sorriso, mantenendo la promessa fatta neppure il giorno prima.
La bambina lo mangiò tutto e molto volentieri, poi guardò verso il bambino con un sorriso innocente.
*E' buonissimo, Hagen.*
Il bambino, che aveva fissato molto intensamente la principessa fino a quel preciso istante, sospirò di sollievo e poi sorrise.
*L'ho fatto con la mamma e ci ho messo tutto il mio affetto. Lei dice che quando si prepara una cosa con amore è più buona.*
Disse convinto, guardando la bambina che sorrise lieta.
*Anche io ti voglio bene, Hagen.*
Disse con la sicurezza nella voce, mentre i brillanti occhi purissimi e dolcissimi si posavano sul bambino biondo.
Il bambino arrossì a quelle parole leggermente e poi corse via: doveva allenarsi.
Freja lo chiamò indietro e lui tornò verso di lei.
La bimba si alzò in piedi e posò un bacio delicato sulla guancia del bambino con dolcezza.
*E' il ringraziamento per aver mantenuto la promessa.*
Disse con un sorriso allegro.
Hagen annuì e poi disse.
*Ti prometto che manterrò ogni singola promessa che farò.*
Disse con sicurezza, per poi girarsi e scappare via svelto per andare ad allenarsi.

Hagen aveva mantenuto ogni promessa a Freja, fatta eccezione per quella di proteggerla per sempre.
Erano cresciuti entrambi: Hagen era uno splendido ragazzo, alto, imponente e cavaliere degno di fiducia, nonchè armariolo di Asgard; Freja era divenuta una splendida principessa, amata da tutti, di grazia e di bellezza, pari ad un fiocco di neve che cadeva dolce al suolo, danzando nel vento impetuoso di Asgard.
Nella battaglia che stava affrontando erano nemici e la dolce Freja era schierata dalla parte opposta rispetto a lui.
Combatteva unita a Hyoga, vigliacco assassino, che l'aveva portata via da Asgard e fatta schierare contro Hilda con l'inganno.
Eppure, quando Freja era entrata nella grotta, chiedendo ancora una volta, lui non aveva potuto non accontentarla.
Aveva depositato a terra il corpo dell'odiato rivale e poi aveva visto Freja, la sua principessa correre ad assasisterlo.
Soffrì in quel momento Hagen, come soffrì quando comprese che Freja aveva tradito e lui doveva agire.
Non aveva compreso che Freja era giunta ivi per salvarlo, sicura della sua fine: aveva fiducia nei guerrieri che avevano sconfitto dodici uomini potentissimi, aveva fiducia nelle capacità di Hagen, ma aveva temuto per lui.
Non comprendeva che Freja non voleva vedere quegli occhi azzurri solitamente dolcissimi, delicati, affettuosi fissarla gelidi ed impietosi.
Hagen combattè infine per Hilda, non per sè stesso, anche se quella decisione le fece male, veramente male.
Scagliò il colpo contro la donna che amava, non la principessa che era costretto a servire per dedizione.
Freja era prima di tutto la donna da lui amata, il solo cagionarle dolore era per lui fonte di cruccio, per questo chiese perdono, quando la colpì.
Hyoga la salvò e si riprese purtroppo ben presto, per poi rimprovvevarlo con asprezza.
*Ti rendi conto di ciò che hai calpestato?*
Domandò retorico.
Certo che Hagen se ne rendeva conto.
Non aveva calpestato Freja, aveva calpestato sè stesso, i suoi sentimenti, l'amore, la dolcezza, i suoi ricordi, la sua amata, la sua famiglia, i suoi intimi presupposti, la sua più dolce amica, la luce del suo Sole, il fiore più puro di Asgard, la neve più calda, il raggio di Sole della sua esistenza.
Certo che si rendeva conto, non aveva bisogno di quel vigliacco, di un invasore crudele, di qualcuno che era giunto ivi per seminare discordia.
Nuovamente fu battaglia.
Tuttavia, stavolta, Hagen ebbe la peggio: un colpo di straordinaria potenza lo sollevò dal suolo, uccidendolo.
Ricadde al suolo in fin di vita, mentre sentiva la voce di Freja lontana.
L'ultima immagine che vide fu la principessa avvicinarsi in lacrime per cingere la sua mano, inciampando e camminando a fatica.
*Freja...*
Sussurrò impercettibile, mentre la vita sfuggiva e la sua anima volava verso lidi migliori.
La mano candida di Freja si posò sulla sua, come quel giorno in cui l'aveva aiutata a scendere.
Lei pianse e svenne per l'intenso dolore.
Freja portava il copricapo tipico delle donne impegnate, perchè sentiva che il suo destino era ormai compiuto e la cosa non le spiaceva: Hagen era suo e lei apparteneva ad Hagen.
Mai aveva pensato a Hyoga come a qualcuno in più che un guerriero che l'avrebbe accompagnata da Athena per salvare la sua Terra e la sorella.
Non aveva riflettuto Freja che codesto gesto avrebbe portato nuove morti, compagni che sarebbero caduti per difendere la loro città, affrontando i nemici con tutto il loro coraggio, la loro determinazione e la durezza di gente abituata a vivere in condizioni di vita ben complicate.
Freja era svenuta e così rimase a lungo, non avendo la forza, la volontà di riprendersi se non dopo alcune ore di intensi incubi.
Sognò Hagen che provava ad ucciderla, ma nel cuore sapeva che Hagen l'aveva amata profondamente e che mai l'avrebbe lasciata.
Sempre sarebbe stata protetta da lui: era una promessa ed Hagen aveva sempre mantenuto le sue promesse.
Un bacio sfuggì alle morbide labbra della fanciulla, mentre era svenuta.
Era il premio ad Hagen per aver mantenuto sempre le sue promesse.

Note dell'Autrice.
Salve a tutti^_^! Perdonate l'attesa, ma finalmente ecco qua il nuovo capitolo. Spero che questo sia di vostro gradimento. Non so perchè, ma questa coppia in particolare mi fa sempre sentire triste...forse per la fine che hanno avuto. Che dire? Alla fine credo che nessuno, neanche Hyoga possa distrarre Freja dai suoi vincoli e dai legami. Per quanto riguarda all'appunto sulla cuffia di Freja: nei popoli del nord di qualche secolo fa, la cuffia in testa simboleggiava che la donna era impegnata sentimentalmente o sposata.
KanondiGemini96:
Carissima...è sempre un piacere leggere le tue recensioni, davvero*_*! Shunrei mi fa sempre molta tenerezza e poi mi piace..è una figura femminile molto positiva, anche se invita le donne a non fare nulla, al suo posto non so se sarei così altruista per permettere al mio uomo di continuare a correre da una parte all'altra del globo per salvare le divine chiappe di una cretina....ebbene sì...io detesto Saori Kido, chi se ne frega se è Athena. XD Qui Shiryu era ancora piccolo e non aveva ancora come hobby personale il cercare di perdere la vista un secondo sì e l'altro pure. Secondo me, loro due sono molto dolci, molto pucci...mi danno proprio l'idea di coppia dolce, anche perchè Shunrei è dolcissima e Shiryu con lei si scioglie.
Death è molto probabile che da piccolo decapitava le Barbie e poi le appendeva al soffitto della sua camera: ecco come ha imparato XDXD! Motivo per cui non gioca a battaglia navale da solo? Visto il suo grande intelletto, cercherebbe di suicidarsi se dovesse perdere...e non dire che visto che gioca da solo è impossibile, perchè lui ne sarebbe capace! XDXD! Spero che ti sia piaciuto, anche se è un pochino triste, ma loro mi danno una sensazione di tristezza, forse per quello che è successo ad Hagen.
Aoede: Cara...beh pian pianino rispondo anche alla tua recensione anche se la suddivido in capitoli, visto che tu hai scritto a tutti e tre i precedenti capitoli lo stesso giorno. Con la speranza che anche questo ti sia piaciuto*_*!
Fidarsi o Non Fidarsi: Sì. So benissimo quanto ami questa coppia ed è sempre un piacere scrivere qualcosina che ti piace. Lo so...personalmente sai che adoro Shaka...Milo...Milo...Death..Milo...Aphrodite...Milo...l'ho già detto Milo? XD! Vabbe pensiamo a rispondere che è meglio-.-! Sono contenta che il capitolo sui due puccetti ti sia piaciuto molto...verissimo Shaka non è per niente un personaggio semplice da trattare, come se non fosse sufficiente i vari riferimenti al Buddismo, ci si mette anche il suo modo d'essere che è complicatissimo...ma lo adoriamo anche per questo*_*! Certo che lo so...ma tu sai benissimo che anche io vedo Mu come parte attiva, in fin dei conti uno come Shaka non può essere attivo, visto quanto è incapace di rapportarsi agli altri. Bene o male lui è l'unico Gold che si vede da bambino ed è solo, parla con Buddha, ma non fa comparire nessun altro...è come se fosse chiuso nella sua piccola torre d'avorio, senza che mai nessuno riesca a farlo uscire, per questo non lo vedo bene come parte attiva...quale seme è così? E' troppo insicuro nel rapportarsi agli altri, quasi come è sicuro di sè durante la battaglia. Però, anche dal modo di combattere, si evince che è poco avezzo al contatto fisico: ogni suo attacco è atto a non farsi toccare dal nemico. Comprendo le difficoltà di arrivare a Shaka, in fin dei conti immagino che Milo avesse provato a "fare amicizia alla sua maniera" alias rimbambire il soggetto in questione, fallendo miseramente nel tentativo, quindi rassegnandosi. Shaka è così...è molto potente, sicuro di essere un faro nella notte, certo di tenere tutti lontani per timore di essere ferito da chiunque, questa è la sua grande fragilità, alla fine credo sia proprio che si è autoaccecato con la luce della sua perfezione, non riuscendo più a comprendere dove finisca l'uomo ed inizi il divino, per questo è necessario Mu...è l'unico che lo lega al mondo materiale, è l'unico davvero interessato a comprendere Shaka ed è l'unico che Shaka tocca volentieri e di sua iniziativa.
Ogni Rosa ha la Febbre: *_*! Sì........cuccioli loro...teneri bastardelli amorosi..con il loro piccolo caratterino difficile. Concordo con te sul rapporto che hanno. Sentono in modo assoluto il bisogno l'uno dell'altro. E' anche il loro modo di pensarla, in fondo nel fumetto questa cosa è resa ancora più chiara, date le parole di Aphrodite. Loro due si credono superiori per motivi differenti, ma anche simili: forza, convinzioni, ideali, poi bellezza e bisogno di sentirsi il migliore dal punto di vista fisico. Verissimo...per Death, Aphro è bellissimo e lo sarà per sempre, ma come per l'ammettere di volersi bene...non è una cosa che farà mai il granchietto...e forse è anche per quello che Aphrodite sta con lui, perchè è l'unico non disposto a concedergli questa vittoria. Poi, secondo me, Death passa la metà del tempo a fissarlo, ma senza farsi vedere. E' tutto un nascondersi per evitare di avere compromesso l'orgoglio, anche Aphrodite è così: non ammetterà mai di volere bene a Death Mask, non ammetterà mai di considerarlo bello quanto lui, non vorrà neppure mai ammettere l'importanza di Death Mask.
Panta Rei: Guarda...sinceramente...è il motivo per cui non sopporto Shiryu...ma si può essere più deficienti? Ogni cinque secondi compie qualcosa per cui poi perde la vista e qui mi si deve spiegare come mai sulla scogliera e da Nettuno alla fine vedeva, poi in Hades ha delle bende logore sugli occhi e non vede più? Cos'è? Si è allenato e per essere più credibile si è ficcato altre due dita negli occhi? Ma...il solito pirla...il fatto che sta dietro a quel deficiente è un altro motivo di odio...che cavoli sembrano quasi una coppia smielata...e tra loro due lo yaoi mi fa proprio schifo! Alla fine credo che l'unica in grado di sopportare "Lucertola Orba" sia proprio Shunrei, povera. Devo dire che hai riassunto benissimo il motivo che mi spinge ad adorare Shunrei: prega, fa quello che può per aiutare Shiryu, aspetta ed è normale che a volte sia molto preoccupata e pianga...poi alla fine quando piange? Quando si vede Shiryu che sta diventando una graziosa stella cometa...e basta...poi non piange mai. Sopporta con forza ciò l'ignoto. Poi, cosa pretende chi non la sopporta? Una volta uno mi disse: "non la sopporto perchè piange e basta, prega e basta." Ma dico...cosa può fare lei? Mica ha un Cosmo...non ha mai combattuto in vita sua, cos'altro può fare? Fa quello che può per aiutare il suo amato, che senza il suo intervento sarebbe finito nella bocca di Hades. Lei è l'unica figura femminile realmente positiva in tutto il manga di Saint Seiya. Grazie mille!
Come hai potuto leggere, questo capitolo è dedicato ad un'altra figura femminile che mi piace abbastanza: Freja, che anche lei povera ha fatto quello che poteva per la sua gente, senza pensare alle conseguenze. Freja mi piace, però, solo con Hagen. Io con Hyoga non la vedo, anche perchè basta che muoia Hagen e Hyoga diventa un signor nessuno.
Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite e le seguite: aoede, jeje_12, fenicex8, KanondiGemini96.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto a voi che leggete e basta.
Le coppie rimaste sono
Yaoi: Syd/Bud, Alberich/Fenrir
Etero: Siegfried/Hilda, Ikki/Esmeralda
Sciegliete voi quale coppia e quale ramo tra Etero o Yaoi.
Un bacio.
  
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