Ed eccomi qui, a postare il 5 capitolo. Frammentario. Scritto in un periodo lungo, durante questa vacanza che ancora non finisce. Ho sentito il bisogno di inserirlo.
Spero vi piaccia.
Conosceva
il gioco della ragazza dagli occhi ghiaccio.
Draco
voleva scendere in campo.
Un
nuovo giocatore era sul punto di partecipare alla sua partita.
Lui
era ossessionato da quei ricordi, da quel bacio. Li trovava inspiegabili,
misteriosi, affascinanti al tempo stesso. Li trovava indispensabili.
Lei
li reputava appaganti, necessari. Erano un mezzo di tortura. Un efficace mezzo
di tortura. Il piano del Signore Oscuro stava funzionando.
Il
leggero colpetto di tosse di Hermione lo portò ad alzare gli occhi dal libro.
La ragazza lo fissava con aria di dissenso. Scese gli ultimi gradini che
portavano dal dormitorio alla Sala Comune dei Grifondoro e si abbandonò nella solita
poltrona accanto al camino.
-
Harry dovresti consegnare quel libro a Silente.
-
Ho delle preoccupazioni maggiori in questo momento - il volto perplesso dell’amica lo invitò a
proseguire.
-
Jude – quel nome gli uscì dalle labbra come un conato di vomito, un gesto
liberatorio. Il solo pronunciarlo scatenò in lui un misto di emozioni che
vorticosamente danzarono nel suo cuore.
Il
bagliore del fuoco illuminava il viso della Grifondoro leggermente innervosita.
-
Ancora?
-
Sì. Se non credi alla sua esistenza puoi chiedere a Ginny – butto lì il nome
della piccola Weasley senza pensarci due volte, ma, improvvisamente, sentì le
parole della rossa rimbombargli in testa e nel petto.
“Non
farmi ancora più male”. Una preghiera, una supplica.
Il
Prescelto avvertì una stretta al cuore, un nodo alla gola. Il senso di colpa
attanagliava le sue viscere. Un sentimento ben più grande era alla base di
quell’improvvisa voragine che si era creata sotto i suoi piedi.
Vomitò
il resto del racconto. Si liberò di quei ricordi che lo torturavano. Si confidò
con quell’amica che c’era sempre stata, che era perfetta in quelle occasioni
che richiedevano una certa sensibilità e per copiare i compiti.
Hermione
sapeva ascoltare. In silenzio, come una spugna, assorbì le parole di Harry.
Scosse
solo la testa quando la narrazione si spostò a Ginny.
-
Ron non deve sapere – conclusero così quello sfogo notturno. Aggiunsero un
abbraccio che valeva più di mille discorsi. Un abbraccio che concretamente
mostrava al ragazzo con i capelli corvini la vicinanza dell’amica.
Una
fottuta frase che mi trafigge. Uno spiraglio di quella conversazione che, se
ascoltata per intero, mi avrebbe demolito. Distrutto. Annientato.
Loro
due, i miei migliori amici, mi fanno questo. Sapevo che lei non avrebbe mai
ricambiato i miei sentimenti. Sapevo che lui sarebbe stato sempre migliore di
me. Ma era al corrente di ciò che provavo per quella secchiona saccente con cui
litigavo dal primo anno. Lei è mia. Era mia.
Il
brutto è che fanno i sensibili, che non mi vogliono far sapere come stanno le
cose. A questo punto potrebbero nascondersi anche solo perché amano il mistero,
il pericolo, il segreto. Harry Potter mi ha rubato tutto. Mi sono lasciato
oscurare dalla sua ombra. Sono sparito dietro al famoso ragazzo che è
sopravvissuto. Ora mi ha preso anche il cuore. Vuole fingere che non sia
successo nulla. Crede che io non mi accorga se mi privano dell’organo che mi
permette di vivere?
Torno
nel mio letto. Fingo di dormire. Voglio nascondere queste lacrime. Voglio
fingere di non essere al corrente della rapina che è avvenuta questa notte nel
mio petto.
Fuori
dalla finestra la luna piena riflette sul Lago. Mi sento solo. Terribilmente
solo.
Una
lettera indirizzata a questa ragazza. Una lettera scritta con una calligrafia
sbilenca e inchiostro verde. Una lettera bagnata da lacrime. Una lettera che
prepotentemente invade i miei sogni. Una lettera che inspiegabilmente colma
l’oscurità della mia memoria.
Bonnie.
Con
lunghe falcate raggiunse la ragazza. Le posò una mano sulla spalla. La
costrinse a girarsi.
-
Cosa vuoi verme?
-
Ehi, piano con le parole lurida Weasley.
-
Poi dici a me – Ginny sbuffò scocciata – lasciami andare Malfoy.
-
No - gli occhi di lei lo trafissero. Si assottigliarono ed emanarono un’ondata
carica d’odio. Il ragazzo proseguì.
-
Tu mi servi e io posso tornarti utile vero? – lei si rilassò, parve capire cosa
si celava dietro quell’improvviso interesse nei suoi confronti della serpe.
Apprezzava
il suo approccio diretto, schietto. Non subdolo o falso, no. Lui aveva palesato
le sue reali intenzioni. In effetti non avrebbe potuto fare altrimenti.
-
Mi fai schifo lo sai? – lei tornò fredda e indifferente.
-
Anche tu. Ci si vede in giro Weasley.
Jude
deve averlo imbambolato per bene.
Lui
mi aspetta domani mattina alla Gufaia.
Il
piano ormai appariva ben chiaro a tutti e due. Lui era determinato. Lei aveva
lasciato i suoi dubbi sotto le coperte.
A
quel punto non furono né il cuore né il cervello a decidere per Draco. I suoi
genitali presero il comando. Con un istinto quasi animalesco, ma allo stesso
tempo delicato e nobile cinse la vita della Grifondoro. La strinse forte contro
di sé e la baciò.
Alle
cinque e mezza di quella fredda mattina di fine Gennaio, l’impossibile si
realizzò. Gli opposti si incontrarono e si fusero.
Il
vento gelido pungeva sulle loro guance.
Lui
appariva ancora più pallido. Lei iniziò a socchiudere gli occhi inizialmente
sbarrati dalla sorpresa e si lasciò trasportare da quella nuova emozione.
Secondi
interminabili. Attimi di vita incosciente. Poi la consapevolezza.
Lei
lo spinse via.
-
Che hai fatto?
-
Mi immedesimo nella parte.
Meschino!
Desidera Draco Malfoy, quell’altezzoso Serpeverde che crede di poter ottenere
tutto. Non avrà me.
Eppure
sarebbe così facile abbandonarsi a lui, così semplice gettarsi tra le sue
fredde braccia. Io potrei sciogliere il suo cuore di ghiaccio.
Io
non voglio essere sua, ma voglio che lui mi appartenga.
Spero di non averti deluso. Con la tua recensione mi hai caricato d'ansia e orgoglio xD
Ecco la strana alleanza che prenderà una brutta piega.
Per il cuore di Jude... Bè, lo scoprirai, oh se lo scoprirai...