titolo:
Breaths
(Respiri)
autrice: RitualeRomanumSPN
traduttrice: Kyelenia
pairing: B/J (ovviamente ;))
Damia
consigliera d'eccezione e persona meritevole della mia gratitudine eterna :D
Respiri
Il passatempo preferito di Brian era assicurarsi che
Justin respirasse ancora.
All'inizio, dopo l'aggressione, Brian sarebbe stato
svegliato dai gemiti di Justin, dal suo capo che si agitava su e giù quando gli
incubi lo tormentavano nella sua testa.
Di solito, sarebbe riuscito a svegliarlo prima che le urla fossero cominciate, e si sarebbe
limitato a stare seduto lì con la mano sulla spalla o sul collo di Justin, in
attesa che Justin si allungasse verso di lui, così da abbracciarlo e baciargli
il collo e bisbigliare frasi senza senso.
Justin sarebbe tornato a dormire e Brian sarebbe rimasto sveglio per
molto tempo, ignorando il fatto che il suo braccio era addormentato perché
Justin stava dormendo su di esso, ascoltando il lieve soffio prodotto dai
respiri di Justin mentre dormiva, il suono una rassicurazione che Justin era
ancora vivo.
Una volta finiti gli incubi, Justin aveva cominciato a
dormire della grossa. Niente, eccetto una strombazzata nelle orecchie, sarebbe
riuscito a svegliarlo nel cuore della notte. Ma Brian continuava a trovarsi
sveglio alle 2, alle 4, e solo per sentire il respiro di Justin, la mano
delicatamente poggiata sul suo collo pallido, le pulsazioni che riecheggiavano
in modo rassicurante sotto le sue dita. Lui si sedeva per un momento e guardava
le palpebre di Justin tremolare come se stesse sognando, il suo petto che si
alzava ed abbassava ritmicamente. E Brian rilasciava un sospiro di sollievo e
tornava a dormire al suono costante dei battiti.
Quando Justin era con Ethan, Brian pensava che forse, per
una volta, avrebbe dormito decentemente, senza svegliarsi più nel cuore della
notte. Non più le silenziose tre del mattino accompagnate dalla tristezza e
dalla spossatezza. Ma si era sbagliato. Perché non riusciva a prendere sonno quando
c'era silenzio dietro di lui. Non era ciò che si era aspettato, ma non riusciva
a dormire perché sapeva che si sarebbe svegliato nel silenzio, e questo era ciò
che l'aveva spaventato a morte per la maggior parte dell'anno, e ne sarebbe
stato terrorizzato. Così invece prendeva una pillola per dormire, mettendosi
fuori combattimento perché lui lo sapeva, sapeva che se si fosse svegliato nel silenzio,
avrebbe potuto fare qualcosa di drastico.
Dopo il cancro, entrambi rimanevano svegli. Si
svegliavano e si addormentavano ad intervalli. Justin si svegliava con la mano
di Brian sul suo collo, o tra i suoi capelli, e lo abbracciava, stringendolo a sé. Nella
privacy e nell'intimità del buio e di Brian e della casa, lui si permetteva di
essere preoccupato, e lasciava cadere lacrime di sollievo.
Brian si svegliava con la testa di Justin sul petto, il suo orecchio sul cuore
e il petto umido. Liberava la mano e la spostava sul torace di Justin, per
sentire il battito del cuore e l'alzarsi e l'abbassarsi al suo respiro. E non riusciva
a dormire per un po', giaceva sveglio, e ringraziava qualsiasi fottutissima
cosa ci fosse fuori di lì per aver fatto scegliere a Justin di rimanere. E dopo
si riaddormentava al sibilo del respiro di Justin, il lieve sottofondo dei suoi
sogni.
La bomba aveva preso molto da entrambi. Brian giaceva
spesso sveglio durante la notte, perso nel suono pesante che Justin produceva
respirando dietro di lui. Pensava ai respiri spezzati di quella notte, il
sussurro terrorizzato con il quale aveva detto a Justin la verità, tutta la
verità, per la prima volta. Era stato così spaventato, così terrorizzato di non
sentire mai più Justin respirare, che le sue paure potessero divenire
orribilmente, irrimediabilmente vere. Intrecciava una gamba con quella di Justin e
gli si faceva più vicino, baciandolo sulla parte superiore della testa e
sentendosi confortato dalla sensazione del respiro di Justin rilasciato contro
la sua clavicola.
La notte dopo cui Justin sarebbe partito, Brian era
inquieto, respirava con difficoltà, cercando di non lasciar cadere le lacrime.
Lui lo sapeva in cuor suo, da qualche parte, che avrebbe saputo se Justin
avrebbe mai smesso di respirare, ma si sentiva ancora atterrito. Seppellì la
testa nel collo di Justin, il respiro del biondo quasi superato dai suoi
singhiozzi. Si godette i respiri emessi accanto al suo orecchio, i soffi di
calore che tristemente sentiva rilasciare per l'ultima volta. Lui sapeva che
non sarebbe cambiato nulla, ma era così terrorizzato all'idea di vivere nel
silenzio. Il suo respiro stesso era diventato meno importante di quello di
Justin. I respiri di Justin erano ciò che gli consentiva di fermarsi e
respirare liberamente. Si aggrappava al suono e alla sensazione dell'aria
inspirata e rilasciata dai polmoni di Justin, aggrappato al fatto che quattro
anni fa, i respiri non erano cessati, e quattro anni dopo, lui era ancora lì,
respirando.
Avevo promesso un sacco di tempo fa che avrei cominciato a pubblicare le storie fantastiche di questa autrice di cui mi sono INNAMORATA ma ci sono stai alcuni incidenti di percorso, adesso però spero che tutto possa filare liscio :D Sono senza una beta, quindi se qualcuno si offre è ben accetto :) Spero possiate imparare anche voi ad apprezzare questa donna come l'ho fatto io perché ne vale la pena secondo me ^_^ per il testo originale QUI