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Autore: LadyDenebola    25/08/2010    1 recensioni
La dea Imder Nysri creò due cristalli dai poteri immensi e affidò Deri, il cristallo verde, alla giovane Denebola. Tenugh, già sconfitto in passato, è tornato e vuole ritrovare Afior, il cristallo rosso, per riavere un corpo e riprendere la conquista della terra di Valdmurt. Denebola dovrà riunire dei compagni per impedirgli di trovare per primo Afior e sconfiggerlo definitivamente.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Sei sicura della tua scelta? >>le chiese Mira, guardandola preoccupata.

<< Sì, maestra >>

<< Non prenderla come una costrizione. Gli altri Saggi ritengono sia necessario. A dire la verità, io non volevo che partissi >>

<< Per me non c’è alcun problema >>replicò Denebola.

<< Cosa ti ha detto il cristallo? >>

<< Le solite cose. Tenugh diventa sempre più forte ed è molto vicino al secondo cristallo di Imder Nysri. Se lo troverà riacquisterà il suo aspetto umano e potrà operare incantesimi molto più potenti di quelli che ha usato fino ad ora >>

<< Il cristallo che custodisci tu potrebbe tornargli utile? >>chiese Mira.

<< Dipende dai piani che ha >>rispose piano la novizia.<< Se mostrerà interesse per Deri, questo me lo direbbe. Per il momento so solo questo >>

Mira sospirò.

<< Sai, probabilmente questa sarà l’ultima volta che ci vedremo >>mormorò.<< Domani partirò molto presto >>

<< Ma Fabius ha detto che ci accompagnerete >>esclamò Denebola, scattando in piedi.

<< Io andrò con un altro gruppo >>

<< Non è giusto! >>esclamò la giovane.<< Chi verrà con noi, allora? >>

<< Fabius, la maga di Andromeda, Altair e i loro pupilli >>disse Mira.

<< E tu non potresti prendere il posto di Altair? >>chiese Denebola.<< Non voglio che quello ci accompagni! >>

<< E’ stato Fabius a decidere >>disse Mira.<< Comunque non è di questo che devi preoccuparti. Piuttosto cerca di tornare per la Cerimonia di fine anno. E’ solo fra due mesi e… >>S’interruppe bruscamente, con un nodo alla gola, e si voltò.

<< Mira? >>disse Denebola.<< Che cosa c’è? >>

<< Niente, niente >>borbottò Mira.<< Non farci caso… >>

<< Maestra, non devi preoccuparti, saprò cavarmela >>disse Denebola.<< In fondo sei stata tu ad insegnarmi le arti magiche e tutti lo sanno che tu sei una delle maghe più potenti della Torre di Aldeberan >>

<< Ci sono molti altri maghi più forti di me, là fuori >>replicò Mira, voltandosi.<< Denebola, è stato difficile per me accettare l’idea di Fabius >>L’abbracciò di nuovo.<< Ma mi fido di te >>continuò dopo un po’,<< e so che ce la farai. Insieme a te viaggiano alcuni tra i più forti soldati di Valdmurt. Ma se Tenugh lo venisse a sapere vi metterebbe in serio pericolo: è un maestro provocatore. Creare sogni reali nei quali intrappolare e distruggere le sue vittime, è una delle sue doti maggiori >>

<< Non mi farò ingannare >>disse Denebola, ferma, << e farò sì che tu sarai orgogliosa di me, maestra >>

<< Sì… >>sussurrò Mira mentre tratteneva a stento le lacrime.

La novizia invece si era già sciolta in un pianto silenzioso che cercava di nascondere in quell’abbraccio.

<< Ora devo andare >>disse la Saggia.<< Partirò fra poche ore e devo riposarmi >>Guardò Denebola con uno strano sguardo.<< Fai attenzione, mi raccomando >>

Denebola annuì a fatica. Con un ultimo, breve abbraccio Mira salutò la sua pupilla ed uscì dalla stanza.

Mentre camminava nel corridoio illuminato dalla luna, incontrò Altair, che andava nella direzione opposta.

<< Cosa fai qui? >>le domandò il Saggio con voce sospettosa.

<< Sono andata a salutare Denebola >>rispose Mira, gelida.

<< Ah… >>fece Altair. La luna illuminava il viso di Mira, e Altair si accorse che aveva una strana espressione.

<< Hai pianto >>mormorò l’uomo. Non era una domanda, anzi, una pura constatazione.

<< No! >>esclamò Mira.<< Che ti stai inventando? >>

<< Allora ha pianto la tua novizia >>insisté Altair.<< Me ne accorgerò, fra poco >>

<< Perché, cosa devi fare? >>gli chiese Mira.

<< Questa sera Denebola riceverà l’arma che l’accompagnerà per tutto il viaggio >>rispose Altair.<< Dato che non sa usare nemmeno una spada, dovremo richiedere il potere di più di una stella >>

<< Denebola conosce la strada per andare in cortile >>disse Mira,<< non c’è bisogno che la vai a prendere tu >>

<< Me lo ha chiesto Fabius >>ribatté Altair con una smorfia.<< Credimi, neanche io volevo venire fin quassù >>

Mira scosse il capo.

<< Salutala da parte mia >>disse prima di allontanarsi.

<< Ma lo hai già fatto >>disse l’uomo con un ghigno.<< Non ti pare di essere un po’ troppo sentimentale? >>

Mira strinse i pugni, ma preferì non dire nulla. Odiava così tanto Altair che rispondergli a tono o lanciargli un incantesimo non sarebbe servito a nulla. Lo conosceva da tanto tempo, e il carattere dell’uomo non era mai cambiato. Sempre antipatico, sarcastico, incapace di comprendere i sentimenti…era così che Mira lo descriveva. A differenza di lei, che ne aveva avuto uno, Altair aveva avuto fino a quel momento cinque pupilli, benché avessero entrambi la stessa età. E questo era uno dei motivi per cui la prendeva sempre in giro.

Mira aveva cresciuto Denebola come se fosse stata sua figlia. L’aveva presa quando la piccola aveva solo due anni, sapendo che era stata scelta dal famoso cristallo di Imder Nysri. A questa notizia Altair si era mostrato un po’ geloso e vedendo che con Denebola cresceva anche il potere del cristallo, aveva chiesto a Mira di poter tenere lui la novizia, anche se non gli andava per niente.

Non era la prima volta che Altair aveva manifestato interesse verso forme di potere, e sapere che vicino a lui c’era un oggetto così potente non lo faceva dormire la notte. Ma dopo quello che era successo quel pomeriggio, Altair si rese conto che, anche se fosse entrato in possesso del cristallo non sarebbe mai riuscito a interpretare le sue parole.

Altair alzò una mano avvolta da bende e bussò alla porta. Denebola aprì e alzò le sopracciglia quando vide chi era.

<< E’ inutile che fai quella faccia >>sibilò Altair, << neanche io volevo. Vieni, le costellazioni inizieranno a brillare fra pochi minuti >>

<< Va bene >>disse Denebola; ma prima che potesse richiudere completamente la porta, Altair la afferrò al mento e la guardò dritto negli occhi.

<< Che cosa fai? >>esclamò Denebola, divincolandosi.<< Lasciami! >>

<< Avevo ragione. Hai pianto >>sussurrò Altair con un ghigno, tenendo ben salda la presa.

Denebola ne aveva abbastanza. Alzò le braccia per allontanare Altair, ma le mani di lui scivolarono lentamente sulla catenella al collo della giovane, alla quale era attaccato il cristallo, per poi scendere verso il cristallo verde. Denebola raccolse tutte le forze e spinse Altair indietro, e l’uomo sembrò tornare in sé.

<< Cosa… >>mormorò con sguardo vacuo, come riscossosi da un sogno. Poi, vedendo come Denebola lo guardava, gli tornò tutto alla mente.

<< Non azzardarti mai più! >>ringhiò Denebola, tenendosi a distanza.

<< Perdonami >>disse Altair.<< Non è come credi! Volevo solo… >>

<< Ho capito cosa volevi! >>Denebola alzò la voce.

<< No, invece! Lascia che ti spieghi… >>

<< Non credere di prendermi alla sprovvista, Altair! La tua mente era concentrata su una cosa sola! Guai a te se ci riprovi! >>

<< Non volevo farti nulla! >>quasi urlò Altair.

<< A me no! Ho capito cosa stavi facendo! >>disse Denebola.<< Non puoi desiderare il cristallo !>>

<< E infatti non lo desidererò più >>ribatté Altair.<< Adesso seguimi. Siamo in ritardo >>

Denebola toccò la catenella dove era attaccato il cristallo verde, che portava al collo, prima di seguire Altair in cortile. La maga di Andromeda attendeva sotto un pioppo, in silenzio.

Quella notte le stelle brillavano più del solito e le costellazioni dell’Aquila e di Andromeda erano molto più vicine. Altair e Denebola raggiunsero la Saggia.

<< Ascolta in silenzio >>ordinò Altair alla giovane.

La maga di Andromeda allargò le braccia e le alzò al cielo. La costellazione di Andromeda e quella dell’Aquila divennero più splendenti e il cortile si illuminò di una luce bianca e dorata.

<< Andromeda, stella lucente,

protettrice dei cuori e delle menti.

Tu che preservi dalle tentazioni

offri a questa ragazza i tuoi doni!

Un lungo viaggio deve affrontare

Ed ella non può esitare.

Contro Tenugh l’Ingannatore,

l’ incantatore della mente,

fornito di potere

e sprovvisto di corpo deve combattere.

Ma magia e spada non possono batterlo.

Dunque ti prego

Offri alla novizia la tua arma >>

La maga si zittì, poi rimase in attesa.

Altair le si affiancò e si portò una mano alla fronte.

<< Costellazione dell’Aquila,

stelle lucenti,

di molti uomini tracciate i sentieri.

Altair, stella guida,

degli Ashik speranza viva.

Ascolta le mie parole.

Da compiere una missione,

da sconfiggere un essere malvagio.

Egli, maestro di oscura magia,

della tentazione indica la via.

Colui che corpo non ha,

ma le debolezze del nemico sa

Aquila, guida nei luoghi più scuri,

fa che questa giovane non manchi di giorni sicuri >>

 

La luna sparì dietro un gruppo di nuvole, ma la luce che emanavano le due costellazioni illuminava la scena di una luce pallida e innaturale. Altair e la maga di Andromeda alzarono gli occhi al cielo. Denebola fece lo stesso. Una scia bianca squarciava il nero della notte, e Denebola dedusse che si trattava della Via Lattea, ma si accorse che era più piccola.

Voleva chiederlo alla maga di Andromeda, ma il suo sguardo fu catturato da qualcosa che si muoveva sopra di loro e che scendeva dolcemente.

Un gruppo di stelle, staccatesi dalla costellazione di Andromeda e dell’Aquila scesero verso i due Saggi, che le accolsero tra le loro mani, dove si plasmarono in un unico oggetto.

Le stelle della costellazione di Andromeda, molto più numerose, si erano unite a formare un lungo bastone di legno con in cima un incavo di legno bianco.

Altair invece aveva tra le mani una croce di colore blu scuro con sopra dei puntini bianchi. Era più grande delle altre croci, ma quando l’uomo le si avvicinò, Denebola vide che sull’oggetto era raffigurata l’intera volta celeste.

<< Questa >>disse Altair, << è la croce della mia stella guida. Ti indicherà la strada quando sarai indecisa e ti donerà energia quando ti troverai in seria difficoltà >>

Denebola prese la croce tra le sue mani: era calda e morbida al tatto, come se fosse riempita d’acqua.

<< Il bastone di Andromeda potenzierà i tuoi incantesimi >>disse la maga.<< Usalo per difenderti dagli avversari >>

 

Aiska era seduta sulla finestra della sua stanza, separata da quella dei suoi compagni da una tenda di velluto scuro. Osservava il paesaggio perdersi nel buio della notte mentre la luna illuminava la stanza. Una strana sensazione cresceva dentro di lei.

<< Sei ancora sveglia >>

<< Tinhos… >>Aiska si voltò.

L’elfo si sedette accanto a lei. Si era tolto il mantello e i suoi capelli castani si muovevano al venticello che aveva iniziato a tirare.

<< Come mai non sei già a letto? >>chiese ad Aiska.

<< Potrei farti la stessa domanda >>ribatté Aiska con gentilezza.

<< Non riesco a dormire >>rispose Tinhos.<< Sapere quello che dovrò affrontare mi spaventa e affascina allo stesso tempo >>

Aiska lo guardò.

<< Penso che valga anche per me >>disse a bassa voce.<< Gli altri sono riusciti ad addormentarsi?Non si sentono più >>

<< Il silenzio non vuol dire per forza che qualcuno stia dormendo >>disse l’elfo.<< C’è chi ha paura e sta zitto. Ma anche chi non ha paura e non riesce a dormire tace e lascia trascorrere la notte nel suo blu intenso >>

Aiska sorrise sentendolo parlare così, dato che erano poche le persone che conosceva che si esprimevano con una tale profondità nella voce.

Per un po’, nessuno dei due disse più nulla. Tinhos osservava il cielo e le stelle si riflettevano nei suoi occhi scuri.

<< Da dove vieni? >>gli chiese infine Aiska.

<< Da Terrani >>rispose Tinhos.<< Sono un soldato della città >>

<< Sei nato lì? >>

L’elfo la guardò e si morse il labbro.

<< Non so cosa risponderti >>mormorò.<< Sono cresciuto in una famiglia di uomini, ma non ho mai saputo nulla delle mie vere origini. Quando sono partito, sei anni fa, speravo di incontrare nei miei viaggi la mia vera famiglia, ma fino ad ora non ci sono riuscito >>

<< La tua famiglia adottiva non ti ha potuto spiegare nulla? >>domandò la donna.

Tinhos scosse il capo.

<< Cambiavano sempre argomento >>disse. << Dopo un po’ rinunciai a chiedergli notizie su quando e dove mi avevano trovato >>Sospirò, e Aiska si accorse che era diventato all’improvviso triste.

<< Scusa >>disse in fretta,<< non pensavo che fossi all’oscuro delle tue origini >>

<< Figurati >>replicò Tinhos.<< Tu invece, di dove sei? >>

<< Blue Garden >>rispose lei.<< Sono la figlia del capitano >>

<< Hai mai combattuto? >>

<< Un sacco di volte! Mio padre mi ha sempre portato con lui in guerra, da quando ho compiuto venti anni >>

<< Strano. Non riesco a pensare a te che uccidi qualcuno >>disse Tinhos, serio.<< Di solito le donne che combattono sono più loquaci di te, o almeno le poche che conosco io >>

<< E’ perché io non ho nulla da dire >>spiegò Aiska.<< E poi ci conosciamo solo da quattro giorni. Non saprei di cosa parlare con voi >>

<< Col tempo impareremo a conoscerci meglio tutti quanti >>disse Tinhos con voce rassicurante.

<< Se ci sarà il tempo per farlo >>Aiska abbassò il capo.<< Se non cedo prima >>

<< Questa è una vera sciocchezza! >>esclamò Tinhos fissandola sorpreso.<< Non puoi sapere cosa accadrà. Nessuno può saperlo >>

<< C’è chi legge il proprio futuro nelle stelle >>disse Aiska.<< Se anch’io sapessi farlo, saprei già come comportarmi >>

<< Io so farlo >>disse piano Tinhos, esitando un attimo.<< Ma, fatto una volta, preferisco lasciar fare al tempo. Non è bello sapere cosa ci accadrà in anticipo >>

<< E se si trattasse di una cosa terribile? >>

<< Vale lo stesso. Quando arriverà il momento in cui dovremo lasciare questa terra, allora lo faremo senza rimpianti e senza cercare di prevenirlo >>L’elfo tornò a guardare le stelle.

<< Stanotte c’è più luce >>mormorò Aiska, guardando affascinata il cielo.

<< Le stelle brillano con più vigore >>annuì Tinhos, << è un buon segno >>

<< A proposito >>disse Aiska, tornando a guardare l’amico,<< anche Rio e Mailo sono di Terrani, giusto? >>

<< Penso di sì >>rispose Tinhos,<< ma non ci siamo mai incontrati. Io mi trovavo in un plotone diverso dal loro >>Scese dalla finestra.<< Forse è meglio che vada. Non voglio partire mezzo addormentato, fra poche ore >>

<< Se riesci a dormire >>bofonchiò Aiska con le palpebre improvvisamente pesanti.

Tinhos la salutò con un gesto del capo e scomparve oltre la tenda.

 

Il sole non era ancora sorto, ma già una pallida luce s’insinuava tra le mura della Torre.

Fabius era insieme ad altre quindici persone, tra cui Altair e la maga di Andromeda. Il sentiero che portava fuori dal territorio della torre di Aldebaran era ancora immerso nell’oscurità. Denebola, Rio, Aiska, Tinhos, Mailo e Alexander s’incrociarono all’uscita in cortile. Non si dissero nulla, ma quando Denebola gli passò accanto Rio si accorse che la novizia indossava un lungo vestito viola ed un mantello verde chiaro. Si stupì di quelle vesti, dato che solitamente le indossavano solo i Saggi.

Fabius li osservò uno ad uno quando si fermarono davanti a lui.

I novizi, notò Aiska, osservavano Denebola con un velo d’invidia negli occhi.

Portavano tutti una piccola lanterna.

Il gruppo iniziò a muoversi. Fabius, in testa, lanciava sguardi preoccupati davanti a sé; era seguito da Altair e la maga di Andromeda. La luce aranciata del mattino di Valdmurt non riusciva a passare attraverso gli alberi del sentiero.

Aiska camminava accanto a Mailo: quella mattina nessuno aveva proferito parola; anche i loro sguardi erano inespressivi. Rio e Alexander erano dietro di loro. Non sembravano preoccupati per quello che dovevano affrontare, piuttosto erano curiosi di saperne di più sul nemico che avrebbero dovuto sconfiggere. Tinhos si era coperto di nuovo il viso, ma i suoi occhi percorrevano il sentiero. Denebola era l’ultima. Camminava a testa china, appoggiata al bastone che aveva ricevuto quella notte. Aveva riposto la croce di Altair accanto al cristallo, sotto la veste.

Camminarono per quasi mezz’ora, nel più assoluto silenzio. I soldati erano completamente assorbiti da quella atmosfera da non accorgersi che i novizi avevano spento le lanterne da più di dieci minuti.

La chiara luce rosea dell’alba iniziava ad illuminare i Saggi e i compagni, mentre un’aria fresca si diffondeva tutt’attorno. Il sentiero terminò con un bivio su un laghetto. I Saggi si voltarono verso i soldati.

<< Da questo punto in poi viaggerete da soli >>disse Fabius a Rio e Denebola.<< Noi non possiamo proseguire. Prendete la strada che porta a Royal. Buona fortuna >>

I sei compagni guardarono i Saggi allontanarsi, in silenzio. Quando sparirono alla loro vista, Rio si voltò.

<< Andiamo >>disse.

Iniziò il viaggio.

La strada per Royal era quasi tutta in collina, tranne il tratto che usciva dal territorio della torre di Aldebaran, quello attraversato dal Green River, che era pianeggiante. I sei compagni marciarono per sei ore, in silenzio, fermandosi ogni tanto per controllare se stavano andando nella giusta direzione.

<< Quanto dista per la precisione Royal? >>chiese Mailo.

<< Tre o quattro giorni a piedi >>rispose Rio, mentre sostavano all’ombra di un bosco.<< Spero solo di non incontrare le guardie di Tenugh >>

<< E’ probabile che ce ne siano >>disse Tinhos<< Più avanti. Tenugh si accorgerà che siamo partiti >>

<< A proposito >>disse Alexander<< Nessuno mi ha ancora spiegato quali sono i poteri di questo Tenugh >>Così dicendo si voltò a guardare Denebola, che ricambiò lo sguardo.

<< I suoi poteri mi sono sconosciuti >>rispose la ragazza con freddezza.<< So che ha il dono di vedere al di là dei suoi occhi, cioè di leggere nel pensiero >>

<< Questo ce lo hai già detto >>replicò Alexander.

<< Allora non chiedermi nulla se sai già tutto! >>esclamò Denebola, voltandosi.

<< Io non ho detto che so tutto >>disse Alexander iniziando ad irritarsi.<< Se fosse così allora non avrei bisogno di spiegazioni. Ma visto che qua sei tu che ci hai chiamati tutti per uccidere Tenugh, pensavo che sapessi qualcosa di più di quello che ci hai detto! >>

<< Non so nient’altro >>disse Denebola.<< Vi ho detto tutto. Tenugh possiede molti poteri. E’ in grado di stregare le persone, di controllare le menti della gente come fossero burattini >>.Si voltò e si accorse che tutti la ascoltavano con attenzione.<< Ancora non sa che siamo partiti, ma quando se ne accorgerà farà di tutto per fermarci. E’ una persona assetata di potere. Non risparmierà nessuno per avere il cristallo rosso >>

<< Hai idea di dove si trovi ora? >>domandò Rio.<< Il cristallo, intendo >>

<< Purtroppo no, altrimenti saprei dove cercare >>rispose Denebola.<< Quando ci troveremo abbastanza vicini al cristallo rosso, il mio ci avvertirà >>

<< Il cristallo di Imder Nysri potrebbe trovarsi ovunque >>ribatté Aiska.<< Può darsi che si trovi a sud, a centinaia di chilometri da qui >>

<< No >>disse Rio,<< Fabius è convinto che si trova nella Regione dei Monti >>

<< Questa regione non è piccola >>disse Alexander.<< Ci vorranno mesi per esplorarla tutta >>

<< Non è un problema >>disse Denebola guardandolo.<< Se qualcuno trovasse il cristallo lo sapremmo subito. Si tratta di tempo, ormai >>

<< Ma sei il cristallo verde non ti ha mai avvertita >>disse lentamente Mailo,<< ciò significa che il suo gemello si trova ancora nascosto da qualche parte nella regione >>

<< Esatto >>disse Denebola.

<< Sei sicura che a Tenugh serva solo il cristallo rosso? >>chiese dubbioso Tinhos.<< Entrambi i cristalli potrebbero sprigionare un’energia superiore e dotarlo di immensi poteri >>

<< Questo non lo so >>mormorò Denebola.

<< Va bene >>Rio si alzò.<< Ci siamo riposati abbastanza, e bene o male abbiamo qualche notizia in più di prima. Rimettiamoci in cammino >>

<< Dove dobbiamo andare adesso? >>chiese Alexander gettando uno sguardo dubbioso al bosco.

<< A ovest >>disse Aiska, << Royal è dalla parte… >>

Un rumore improvviso la interruppe e tutti si voltarono verso il bosco dietro di loro. Qualcosa si muoveva a pochi metri da loro, nascosta in mezzo ai cespugli.

<< Non può essere una spia! >>sibilò Denebola.<< Non così presto! >>

Rio, Tinhos e Alexander sguainarono le spade e si avvicinarono agli alberi. Il rumore si ripeté di nuovo, questa volta più debole, come se chi lo stesse facendo si fosse accorto di essere stato scoperto. Tinhos si chinò sui cespugli e scansò le foglie con la spada. Per terra, in mezzo alle foglie secche c’erano delle strane impronte, molto piccole.

Rio tirò un respiro di sollievo.

<< Deve essere stato un animale >>disse riponendo la spada.

<< Quale animale ha delle simili zampe? >>mormorò Alexander, sfiorando le impronte.

<< Non toccarle! >>lo avvertì Tinhos.

<< Perché? >>

<< Non sappiamo a chi appartengono >>rispose l’elfo.

<< Che ce ne importa? Probabilmente era solo un coniglio! >>disse Mailo.

<< Nessun coniglio lascia impronte del genere >>replicò Aiska avvicinandosi.<< Non ho mai visto un animale con zampe così piccole >>

<< Lasciate perdere >>disse Rio,<< non dobbiamo avventurarci nel bosco, perciò queste tracce non sono affar nostro. Muovetevi, ci siamo fermati anche troppo >>

 

 

 

   
 
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