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Autore: su_dama    25/08/2010    1 recensioni
Le tre volte in cui Lavi ha provato (senza successo) a sedurre Kanda, anche conosciute come “Infausti Eventi” e “L’Inizio di Tutto”.
[Lavi/Kanda; AU ambientata in Gran Bretagna; Prima one-shot della serie: “Keep Calm & Carry On”]
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Keep Calm & Carry On'
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Kanda stava andando a lezione di world history la prima volta che fece L’Infausto Incontro. Mica stava tramando nulla. Anzi, si stava facendo i fatti suoi come al solito, mentre tentava di farsi coraggio per stare in classe senza spaccare la faccia a un tizio che stava cercando di scatenare il panico su larga scala per via dell’attuale menù della mensa. Ad essere sinceri, quel giorno in particolare non si sentiva un religioso praticante della Pazienza. Ad essere sinceri, ne aveva piantato in asso il culto alla nascita.

Perché quando quello svitato del cazzo oltrepassò saltellante la soglia, portandosi in braccio dei libri accatastati in una pila assurda (fino alle narici), gli venne una voglia improvvisa di picchiare qualcuno. Solo che stavolta sarebbe stato talmente gratuito e per una cosa così insignificante che davvero, non vedeva perché abbassarsi a tanto. (Allo stesso tempo, voleva un contatto umano di qualche tipo e ci stava già morendo.) Che scomodità essere seduto tutto solo nel mare di banchi.

L’idiota compiaciuto ostentava un’espressione compiaciuta che fu la goccia che fece traboccare il vaso dentro la testa di Kanda senza fare praticamente rumore.

“Bambolina, ti spiace se mi siedo qui? Questi sono gli unici posti vuoti.” (Sì, e per una buona ragione, lurido-)

Come diavolo mi hai chiamato?

L’idiota sbatté le palpebre, si strofinò gli occhi*, e si avvicinò prontamente con il banco. Aveva annullato la corsia che c’era tra loro e Kanda si stava lentamente ritraendo.

“Ma sei un maschio!”

Nei secondi immediatamente successivi, i molti compagni di classe a portata di orecchio scoppiarono a ridere come psicopatici indecorosi. Il professore richiamò la classe all’ordine – dopo essersi scompisciato a morte anche lui. Kanda redarguì tutti, professore compreso, con una rapida occhiataccia prima di risistemarsi: tentò senza successo di assestare un bel calcio al banco (che rimase attaccato al suo). Sprofondò nella sua sedia e si concentrò su un piano per far saltare in aria la scuola.

Quell’idiota continuò a parlare e ciarlare e sostanzialmente a dare aria alla bocca. Voleva sapere qualche boiata sui capelli di Kanda e quand’era stata l’ultima volta che se li era tagliati, se era completamente asiatico, se aveva mai sentito parlare di manga, e se aveva letto Death Note.**

“Ce l’hai una sorellina carina? Ha il tuo stesso numero?” aggiunse, e purtroppo Kanda lo stava ascoltando.

“Carino a chi?” E fu così che il vaso tracimò e Kanda non poté far altro che cercare qualcosa da lanciare. E, beh, lanciargliela. Ti pareva che non facesse ricorso alla violenza estrema.

L’idiota cadde dalla sedia nel tentativo di trarsi in salvo; la pila di libri (ma erano tutti per una lezione sola?!) li sommerse mentre Il Più Grande Idiota del Regno Idiota trascinava Kanda con sé a terra. Auto-salvataggio impeccabile, non c’è che dire.

Non fu un inizio felice, decisamente no. (“Signor Kanda – perché è un signore, Lavi Bookman, chiaro? Potreste gentilmente delucidare la classe sul perché siete indaffarati in azioni poco consone al centro dell’aula? Sì, signor Kanda, non bisognerebbe mai ricorrere alle mani, non trova? Ora la prego, stringa la mano al signor Bookman e riprendiamo la lezione.”)***

*Verdi. Occhi Verdissimi che fecero tentennare la goccia. E gliel’avrebbero fatta tentennare per sempre.
**Dai, perché Kanda dovrebbe mai mettersi mai a leggere una cosa piena zeppa di morte e distruzione con dei cattivi fighissimi e sì, lo sa che l’autore dev’essere un genio benché fuori di testa, niente spoiler, grazie.
***Evidentemente il professore non aveva letto il manuale, Come istruire (e punire) adeguatamente il vostro Kanda Yu personale.




La seconda volta che incontrò quel Lavi Bookman fu un episodio di poco inferiore a uno shock culturale; una gran bella deviazione da Infausto Incontro. Se proprio dovete saperlo, Kanda si trovava tra le doccevuote-slash-murovuoto e si stava cambiando la tuta. Doveva essere Palesemente Prudente. Mentre tracannava l’acqua vitaminica, si accorse dei passi felpati di qualcuno dalle parti degli armadietti, dall’altro lato. Okay. Beh. Una squadra non era una squadra senza altri membri. Non c’era nulla di cui aver paura (quasi sempre)*.

Uscendo allo scoperto, e prendendo poi la poco saggia decisione di chinarsi ad allacciarsi la scarpa**, vide quegli stivali militareschi familiari fermarsi accanto a lui, e poi sentì il proprietario idiota di quegli stivali militareschi toccargli (toccargli) la spalla. Kanda si ordinò di non tremare-rabbrividire-fremere – ma successe lo stesso. Accidenti a lui. Scattò in posizione eretta e si atteggiò a stramaledetta forza della natura impossibile da ignorare, per fargli capire: non osare-

Vedere Lavi con un labbro gonfio lo fece precipitare in acque sconosciute. -toccarmi. E così arrivò la paura.

Non riusciva a non fissarlo. Sul serio, pensò anche di cavarsi gli occhi da solo pur di smetterla. Pensò tante cose. Cose come, come te lo sei procurato?, probabilmente già lo so come hai fatto, spero ti sia fatto male, ti va di prendere un tè con me?, adesso mi prude la spalla. Evidentemente doveva solo tornare in sé per tempo.

“Cosa vuoi, teppista di merda.”

Bookman sorrise, fece una smorfia di dolore, e rise. “Ti andrebbe di andare a mangiare qualcosa? L’allenamento mi ha fatto venire una voglia assurda di carne rossa.”

“Ovvio.” Ma in realtà ovvio non era. Bookman aveva quell’espressione da ho-bisogno-di-una-scusa-ma-tanto. Era così trasparente, persino a quello stadio della loro relaz- del loro odio. Le stava provando tutte. Ma a Kanda andava bene. Era quello che voleva.

Fermi tutti. No che non lo voleva.***

“Beh, sì. Allora vieni a… prenderti un boccone con me.” continuò lui, roteando le braccia sopra la testa e posandosele poi sul collo. Appoggiò il peso ad una gamba sola. Kanda non era nuovo all’incertezza, per insidiosa che fosse.

Sperimentò la sofferenza della proiezione astrale e gli venne voglia di potersi dare uno schiaffo abbastanza forte da entrare in coma. Ma non poteva. Non voleva. Quindi, era profondamente coinvolto. Profondo com’è lontano il cielo. [I dettagli di quello che, in mancanza di una parola migliore, definiremo “l’appuntamento” rimangono a tutt’oggi sconosciuti al pubblico.]

*Non avete idea di quanta terapia fai-da-te si sia dovuto spippare Kanda per riuscirci.
**C’è riuscito comprandosi un nuovo paio di Converse. Non aveva mai amato tanto un prodotto fabbricato in serie.
***Ormai dovreste aver capito che Kanda Yu attraversa degli intervalli di periodico rifiuto della realtà. È tutto un processo, capite.




La terza volta? Certo che siete (stupidamente) curiosi. Beh, Kanda non era curioso. Ma ormai le circostanze aspre gli erano familiari, e le Infauste Esperienze occupavano un posto decisamente alto della graduatoria. Talmente alto, che Kanda aveva cominciato a chiedersi, semplicemente, se era destinato a morire di inquinamento acustico. Se fosse anche solo possibile. Se la risposta era sì, non poteva succedere presto? (Forse avrebbe dovuto chiedere a suo fratello.)

“E io le ho fatto, ho fatto, zignora Lotto, nonostante abbia votato la sua vita alla deprecazione e alla ligia mutilazione di se stessa, lei è la mia dea-”

“Credi sia possibile morire di inquinamento acustico?” lo interruppe Kanda mentre tornavano a casa a piedi da scuola, le guance che si colorivano.*

Bookman si tamburellò il mento, poi se lo grattò. “Mai escludere la possibilità.”

“Credi sia possibile che tu ti ascolti mentre parli?” Stava cominciando a perdere il senso del tatto.

“Nah, le probabilità sono pressoché nulle.”

“Ed è la signorina Lotto. Per quel che ne so, è zitella.” (E probabilmente sarebbe rimasta tale, di questo passo.)

“Me l’ha detto anche lei.” Gli fece l’occhiolino** prima di stringersi la borsa a tracolla al petto e saltellare via. “Prendimi se ci riesci!”

Ora, voi starete pensando, stupido fuorviato Kanda, perché diamine ti è rimasto così impresso questo momento? Che differenza c’è tra il primo caso in esame e quest’ultimo? E soprattutto, ma sarai scemo?

Beh, opinioni personali a parte, Kanda rincorse Bookman perché Bookman l’aveva praticamente supplicato di rincorrerlo. Perché di conseguenza Kanda aveva seguito Bookman al suo vecchio appartamento rinnovato, dove poi era entrato (e aveva intrapreso atti precedentemente ignoti al genere Kanda).***

Dove i loro ego (di quelli di natura altamente versatile) si erano sfiorati. Dove avevano limitato l’uso delle loro lingue sagaci, generando un’assai discussa tensione sessuale irrisolta. Le tre settimane seguenti si distinsero per la mancanza di contatti solidi di qualunque tipo fino a quel giorno profetico alla pista, con Lenalee e le sue droghe illegali, con Bookman e i suoi eddai illusori… Hm.

La domanda è: ma Kanda è scemo? La risposta è: no, è solo un poveraccio a cui è capitato di essere manipolato e incantato e scosso fino al midollo da questo mangiatore di uomini (e donne, parrebbe). È stato uno sciocco per aver cambiato il suo colore preferito da blu a verde.

In caso non l’aveste notato, fu l’inizio di una bellissima seduzione storia di stalking.****

*Qualcuno una volta gli aveva detto che l’amore insensato è comunque amore, e che la sua parte insensata è fugace. Uh, sì, solo Froi Tiedoll potrebbe inventarsi assurdità di questo livello.
**Quell’occhiolino. In più di un’occasione, Kanda pensò di picchiarlo mentre lo faceva. Come poi avrebbe fatto.
***Tsk, come se ci si potesse aspettare che proprio Kanda dicesse, “Sì, abbiamo scopato e poi abbiamo vissuto per sempre felici e contenti.” Kanda non è così semplice, gente. Abbiate un po’ di rispetto per il ragazzo.

****Sapete, a pensarci bene, Kanda era abbastanza fottuto.




NdT: Questa è la prima fic di una lunga, interminabile, pucciosa, lollosa, crackissima e a tratti incomprensibile serie AU su DGM ambientata in Gran Bretagna e chiamata Keep Calm & Carry On, di quelle che scritte e pensate non troppo sul serio che riescono comunque e decisamente a farsi apprezzare. Il rating varierà da Verde a Rosso (il semaforo ;o; lulz ai rating di EFP), le coppie saranno fondamentalmente Lavi/Kanda e Allen/Lenalee, e le lunghezze, gli stili e i generi saranno i più disparati. Gli aggiornamenti arriveranno a casaccio <3
Lo stile dell’autrice è abbastanza criptico, ma la tartasso di domande e le traduzioni dovrebbero essere quanto più fedeli possibile alle storie e al loro spirito.
Un’ultima cosa: uno dei motivi per cui ho deciso di tradurre questa serie è la caratterizzazione dei personaggi, visto che l’autrice ha interpretato e fatto suoi i personaggi senza snaturarli, ma anzi completandoli e inserendoli coerentemente in un contesto normale, aggiungendo sfumature nuove sulla base del materiale canonico.
Dalle poche fic italiane che ho letto ho come la sensazione che la percezione dei personaggi potrebbe essere diversa, per certi versi. Metterò l’etichetta ‘OOC’ solo e soltanto se dovesse dare fastidio a molti, e non perché sarei d’accordo, ma perché non ho più il tempo né l’età né la voglia di stare dietro alle bagarre internettiane a base di fuffa alla fine delle quali ognuno resta del proprio parere e nel frattempo volano insulti più o meno velati e ingiustificati da tutte le direzioni. Prendetelo come un avviso anticipato. :D
Ciao, e alla prossima! <3

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