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Autore: LadyDenebola    25/08/2010    1 recensioni
La dea Imder Nysri creò due cristalli dai poteri immensi e affidò Deri, il cristallo verde, alla giovane Denebola. Tenugh, già sconfitto in passato, è tornato e vuole ritrovare Afior, il cristallo rosso, per riavere un corpo e riprendere la conquista della terra di Valdmurt. Denebola dovrà riunire dei compagni per impedirgli di trovare per primo Afior e sconfiggerlo definitivamente.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< All’entrata della città. Era ridotto piuttosto male. Non che ora stia meglio, dopotutto… >>

<< Cosa gli può essere successo? >>

<< Deve aver incontrato il mostro della palude >>

<< No. Non vedo bruciature >>

<< E questa? Non è forse una bruciatura? >>

<< Non è come quelle che lascia il mostro. Questa è più chiara >>

<< Deve essersela vista proprio brutta. Guarda che segni che ha attorno al collo >>

<< Può anche darsi che si sia ritrovato coinvolto in qualche rissa. Quegli ubriaconi non scherzano se ti vogliono pestare >>

<< Sì, ma questo non ha la faccia di uno che si fa picchiare da certi idioti! >>

<< Smettetela di parlare. Non riesco a concentrarmi! >>

<< Cosa gli devi fare? >>

<< Gli sta preparando una camomilla, non vedi? >>

<< Questa non è una camomilla, Xani! Ancora non l’hai capito? >>

<< Eh, eh! Che stupida! >>

<< Tu sta’ zitto! >>

Alexander socchiuse gli occhi. Una luce abbagliante lo accecò, costringendolo a richiuderli. Poi qualcuno gli aprì con forza la bocca e qualcosa gli scivolò giù per la gola. Qualcosa di molto amaro e caldo. Sputacchiando quella roba, Alexander si rimise seduto e riaprì gli occhi.

Si trovava in una camera da letto piuttosto piccola. Attorno a lui c’erano tre persone: una bambina con lunghi capelli biondi; un ragazzo altrettanto biondo

che non dimostrava di avere più di quattordici anni e una vecchia che reggeva un calice fumante. I due biondini lo guardavano a bocca aperta, increduli.

<< Allora quella roba non gli ha dato il colpo di grazia! >>esclamò il ragazzo, ammirato.<< Accidenti, devi avere la pelle dura, amico! >>

<< Smettila di dire sciocchezze! >>sibilò la vecchia. Poi, rivolta ad Alexander: << Come ti senti? >>

<< Bene >>rispose Alexander con la gola bruciata. Guardò la camera.<< Dove mi trovo? >>

<< Nel villaggio di Mako, nella frazione di Tsuri >>rispose la vecchia.

<< Tsuri? >>Alexander si massaggiò la testa.<< Ma come ci sono arrivato? >>

<< Be’, se non lo sai tu >>disse il ragazzo.

<< Come? >>

<< Ti ho trovato svenuto all’entrata del villaggio, prima >>spiegò il biondo.<< Sei pieno di lividi. Hai fatto a botte con qualcuno? >>

<< Sì >>rispose Alexander; si sentiva confuso,<< Ma qui vicino c’è per caso una galleria? Una galleria sotterranea? >>

<< No >>rispose stupita la vecchia.<< Di gallerie, qui, non si è mai vista l’ombra. Sicuro di non aver sbattuto la testa, ragazzo? >>

<< Ma io mi trovavo in una galleria, sottoterra >>ribatté Alexander.<< Stavo con una mia compagna di viaggio… >>si fermò con un atroce presentimento. Rapido, si guardò di nuovo intorno.

<< Cosa cerchi? >>gli chiese il ragazzo.

<< Hai trovato solo me? Non c’era anche una ragazza? >>

<< No. Solo tu >>

<< Com’era questa ragazza? >>domandò la vecchia.

<< E’ giovane >>rispose Alexander, guardando la vecchia negli occhi,<< con lunghi capelli castani. Indossa un vestito un po’ strano, tipico dei Saggi di Aldebaran >>

<< Tu vieni da Aldebaran? >>ripeté stupita la bambina.

<< Sì. Sono partito da lì con alcuni compagni… >>

<< E cosa ci facevi ad Aldebaran? >>lo interruppe la vecchia con sospetto.<< Lì possono andarci solo i Saggi e i maghi >>

<< Ecco… >>.Alexander esitò.<< Io ed alcune persone siamo stati convocati lì per intraprendere un viaggio. Siamo partiti ieri mattina, e insieme a noi c’era anche una novizia. Si chiama Denebola. Durante il viaggio però abbiamo subito un…ehm…contrattempo e ci siamo divisi. Io e Denebola siamo finiti in una galleria sotterranea. Poi certe persone ci hanno attaccati e io sono caduto da un burrone e adesso mi sono risvegliato qui >>spiegò parlando rapidamente.

<< Un racconto interessante >>mormorò la vecchia.<< E chi erano queste persone? >>

<< Ehm…non le ho viste bene in faccia. Era buio >>mentì Alexander.

<< E tu sei caduto da un burrone >>disse la vecchia,<< e ti sei risvegliato qui >>

<< Esatto >>.Con la coda dell’occhio, Alexander vide che i due biondini si scambiavano strani sguardi, come se pensassero che fosse pazzo.

Invece la vecchia non smetteva di guardarlo con un misto di curiosità e sospetto.

<< La novizia di Aldebaran si chiama Denebola >>ripeté.<< E tu chi sei? >>

<< Il mio nome è Alexander. Vengo da King’s Valley >>

<< King’s Valley >>la vecchia aggrottò la fronte.

<< Allora, non l’avete proprio vista questa ragazza? >>insisté Alexander.

<< Non pensarci, adesso >>disse la vecchia,<< È meglio se ti fai un bagno. Sei ancora sporco di sangue. Penserò io a ritrovare quella tua amica. Xani, vai a preparare qualcosa da mangiare >>

La bambina annuì e corse fuori della stanza. Anche la vecchia si alzò, ma prima di uscire a sua volta, fece un cenno al biondino.

<< Bene >>disse questo, alzandosi ed aprendo un armadio piuttosto malconcio,<< Usa questo asciugamano. Ce la fai ad alzarti? >>

Alexander si alzò in piedi, sempre più confuso e disorientato. Prese l’asciugamano che il ragazzo gli porgeva ed uscì. Subito dopo la camera, c’era una cucina spaziosa, con un grande fuoco e un tavolo quadrato in mezzo alla stanza. Su un secondo tavolino più piccolo addossato alla parete, la bambina stava tagliando alcune fette di salame.

<< Il bagno è da quella parte >>disse Xani, indicando ad Alexander una porta chiusa.

Il biondino lo fece aspettare per qualche minuto fuori dal bagno prima di farlo entrare. Alexander entrò nella piccola stanza e sentì in cucina la voce sommessa del ragazzo. La bambina rispose qualcosa anch’essa a bassa voce, poi tacque.

Alexander si spogliò lentamente, sentendosi un nodo alla bocca dello stomaco. Si sentiva a disagio a trovarsi lì mentre Denebola si trovava chissà dove. Quelle persone non avevano esitato ad accoglierlo, ma se solo lui si fosse trovato a King’s Valley o in quelle parti dove la sua fama lo aveva preceduto, gli avrebbero sbattuto la porta di casa in faccia.

La vasca era molto piccola, fatta di pietra finemente levigata; il ragazzo l’aveva riempita di acqua calda.

Il soldato cercò di rilassarsi, avvolto da quel caldo tepore mentre dall’acqua si sollevavano sottilissimi, quasi invisibili, fili di fumo trasparente. Alexander toccò delicatamente il graffio che gli aveva fatto una di quelle creature e rabbrividì: chissà che cosa erano…

 

<< Lo sapevo che non dovevo lasciarli soli! >>esclamò Rio gettando con rabbia la spada per terra.

Lui, Aiska, Tinhos e Mailo, la sera prima, erano stati scaraventati da una forza spaventosa a qualche miglio da Denebola e Alexander. Tutti e quattro, indolenziti dopo il volo, erano svenuti quasi sul colpo. Rio aveva lottato con tutte le sue forze per non cedere, finché un lampo di luce non lo accecò, togliendogli le ultime forze.

Era quasi un’ora che i quattro si erano risvegliati lungo il Green River e avevano iniziato a discutere di quello che era accaduto.

<< Bisogna organizzarsi >>disse Tinhos<< Non sappiamo dove siano finiti Alexander e Denebola, ma ovunque si trovano sanno che dobbiamo andare a Royal. Perciò sono sicuro che li ritroveremo lì >>

<< Siete sicuri che intorno al luogo di ieri sera non ci sia più nessuno? >>chiese per la decima volta Rio, tormentando un sasso con il piede.

<< Ho ispezionato quel pezzo di pianura per intero con lo sguardo, e di quei due nemmeno l’ombra! >>rispose Tinhos.<<  Non è rimasto nulla o nessuno, nemmeno quella cosa >>

<< Un Kar >>disse Aiska.

<< Quello che è >>disse Mailo muovendo la mano<< Pensa piuttosto a un piano >>

<< Non abbiamo bisogno di un piano, perché faremo come ci ha detto Fabius >>replicò secco Tinhos.<< Andremo a Royal, e se non sei d’accordo dillo subito! >>

<< Calmati! >>esclamò Mailo.<< Non è il caso di arrabbiarsi. Andremo a Royal, per me va più che bene >>

Guardò stupito l’elfo mentre questo si rivolgeva ad Aiska. Da quando si erano svegliati, Tinhos si era mostrato innervosito quasi quanto Rio, anche se rispetto al loro capo riusciva a contenere di più la rabbia.

<< Sbrighiamoci, allora >>disse Rio, raccogliendo la spada.<< Non so come abbiamo fatto a finire qui, ma siamo molto più vicini a Royal rispetto a ieri sera. D’ora in poi viaggeremo di giorno ed eviteremo zone maledette o impregnate di magia >>

Il Green River scorreva allegro nel suo letto circondato da giunchi e fiori colorati. Non era ancora l’alba ma già una luce rosa pallido e venata d’arancio si scorgeva oltre le colline. Non c’era una sola nuvola in cielo e il profumo dei fiori trasportato dal vento riempì i polmoni dei quattro compagni, che si mantennero ai piedi delle colline.

Dopo una buona mezz’ora di cammino, le colline attorno a loro si erano fatte leggermente più aspre e impedivano alla luce del sole di arrivare fino a quel tratto del fiume. Lì l’aria era ancora più fresca e gli alberi più numerosi.

Passarono due ore. I quattro avevano continuato a camminare senza fermarsi mai e senza dire più nulla. Alla testa di tutti, Rio si tormentava di non poter essere stato d’aiuto ai suoi compagni. Si riteneva responsabile di quello che era successo o quello che sarebbe potuto succedere a Denebola e Alexander. Essendo trattato come un capo, Rio sapeva di avere delle responsabilità per tutto il gruppo e ciò che era accaduto la sera prima lo faceva sentire come un verme. Già il fatto di essersi trovato vicinissimo al Kar e di non averlo nemmeno affrontato era per lui un’azione di gran vigliaccheria.

Sospirò. Non si era mai sentito così neanche di ritorno da una battaglia persa. Nel più profondo del suo cuore e nei recessi più bui della sua mente sperava che i loro amici non fossero stati uccisi dal Kar in quel lampo di luce.

Anche l’elfo non riusciva a capacitarsi dell’accaduto. Il taglio che gli aveva procurato il Kar bruciava ancora sul suo petto, ma mai quanto il fatto di non essere riuscito a distrarlo abbastanza per permettere agli amici di continuare a fuggire. Terrani era andata in guerra molte volte e lui vi aveva sempre preso parte. Tinhos ricordò come quando una volta non aveva potuto fare nulla per un compagno che aveva cercato di coprirgli le spalle: si era sentito debole e impotente di fronte a quello che stava succedendo. Probabilmente era così che si era sentita Denebola, quando aveva distolto il Kar da lui: guardare senza agire era una cosa straziante. O forse la ragazza aveva agito solo perché Alexander glielo aveva ordinato: quei due non andavano molto d’accordo, eppure per alcuni versi potevano somigliarsi. Denebola sembrava il tipo di persona capace di badare solo a sé stessa, infischiandosene degli altri.

Questo no!, pensò Tinhos, scuotendo la testa. Denebola era pur sempre una novizia di Aldebaran e presto o tardi sarebbe diventata una Saggia in piena regola. Ignorare chi ci circonda mentre questo è in pericolo non si addiceva ad un Saggio di Aldebaran, ma solo ad una persona infima, ad un assassino.

Il gruppetto svoltò un’ansa dove il fiume si faceva più impetuoso con un salto di due metri. Il tratto di collina che impediva ai raggi di sole di passare terminò, e in lontananza cominciarono a farsi vedere le prime abitazioni di Royal.

Una luce di speranza che durante la mattina era svanita, riaffiorò nella mente di Rio, che guardava la città come se da lì dipendesse la sua vita. Senza neanche accorgersene affrettò il passo, distanziando leggermente gli altri. Se Alexander e Denebola non erano lì…

<< Fermati! >>gli ordinò Mailo dietro di lui.

<< Non perdiamo altro tempo >>esclamò Rio, voltandosi.<< Se acceleriamo il passo, con altre due ore saremo in città >>

<< Non dire pazzie!Royal è ancora lontana e il sole picchia parecchio! Torna qui >>disse Mailo.

Rio sbuffò e si voltò di nuovo per riprendere a camminare.

<< Fermati! >>ripeté Mailo.

Il giovane soldato non ascoltò e riprese a camminare a passo di marcia, ma dopo solo una decina di passi una freccia lo raggiunse bloccandogli la strada.

<< Se non vuoi che alla prossima ti prenda, faresti meglio a tornare indietro! >>lo avvertì Tinhos.

Con grande disappunto, Rio li raggiunse all’ombra di una grande quercia.

<< Vi siete già stancati? >>sbottò.

Mailo e Aiska si scambiarono uno sguardo e Aiska soffocò una risata.

<< Cosa c’è? >>sibilò Rio.

<< Royal non scappa >>disse Aiska, reprimendo la voglia di ridere,<< sarà qui anche domani. Abbiamo tutto il tempo per arrivarci con comodo >>

<< Non dobbiamo arrivarci con comodo >>protestò Rio.<< I Saggi ci hanno affidato una missione: prima arriviamo meglio è >>

<< Cosa speri di fare a Royal senza nemmeno la custode del cristallo? >>rimbeccò Tinhos.

<< E’ lì che li incontreremo >>replicò Rio,<< o almeno così ci hai detto >>

<< E continuo a dire che così sarà, ma non adesso >>disse l’elfo.<< L’aria si è fatta più calda e anche il terreno è bollente. Fa ancora molto caldo e proseguire a piedi per un’altra ora è un suicidio. Perciò rimarremo qui finché non farà più fresco >>

<< Non ho la pazienza di aspettare. Non in questo momento >>sbuffò Rio.

Mailo gli fece segno di sedersi accanto a lui. Ancora nervoso, l’uomo obbedì.

<< Guarda di fronte a te >>disse Mailo, indicando Royal.<< Osserva con attenzione il terreno… >>

Rio socchiuse gli occhi, anche se dopo aver individuato quello che Mailo gli indicava non ce ne fu più bisogno. La terra all’orizzonte era come sfuocata e si muoveva lentamente come se si trovasse immersa nell’acqua. Rio ammise che faceva veramente troppo caldo e sospirò.

<< Scusatemi >>

<< Sei più simpatico quando ti fermi a riflettere, piuttosto che quando cominci a correre >>disse Mailo, sdraiandosi con le spalle al tronco dell’albero.<< Mi pare di avertelo detto già altre volte >>

 

Nel villaggio di Mako Alexander girovagava per le vie guardando a destra e sinistra. Dopo aver mangiato, si era fatto accompagnare da Xani e suo fratello Jury per visitare i dintorni. Mako sorgeva su una collinetta poco distante da Tsuri dalla quale era separato dal Green River. Era uno dei tanti villaggi con un profondo senso religioso; a molte divinità erano stati dedicati piccoli templi attorno ai quali ad una certa ora del pomeriggio si radunavano gli anziani e altri giovani. Viveva soprattutto di pesca e agricoltura. Dietro ogni casa, infatti, c’era un orticello sorvegliato da due o tre cani. Inoltre c’era una taverna, in fondo alla strada ma i due biondini preferirono girarci al largo.

<< Frequenti taverne, per caso? >>chiese Jury a Alexander.

<< Preferisco evitarli certi posti >>rispose l’uomo, leggermente sorpreso.<< Perché? >>

Jury sollevò le spalle.

<< E’ pericoloso passare qua davanti >>spiegò,<< soprattutto quando il sole comincia a calare. I pescatori tornano dal fiume bagnati ed escono dalla taverna ancora più fradici >>

<< Non solo loro >>continuò Xani,<< ci sono molti altri che alla taverna bevono molti bicchieri. Come il vecchio Hans >>aggiunse a bassa voce.

<< O Clodus >>annuì Jury.

<< Chi sono? >>chiese Alexander.

Xani si guardò intorno con aria circospetta, poi indicò un uomo poco lontano da loro. Era molto anziano e aveva una profonda calvizie. Ad Alexander sembrava un normale vecchietto che intrecciava pagliuzze per fare i cestini, ma la bambina scosse la testa.

<< Ora è così, ma aspetta solo che si faccia notte >>disse, reprimendo un brivido.<< Quando beve è spaventoso >>

<< Come fai a saperlo? >>le domandò Alexander con voce sospetta.<< Non andrai in giro di notte >>

<< Si sentono benissimo da dentro casa >>rispose Xani.<< Ti svegliano nel bel mezzo della notte. Il fatto è che Hans prima era considerato uno degli anziani più importanti del villaggio. Fino a quando non ha conosciuto persone poco raccomandabili che… >>

<< Taci! >>sbottò brusco Jury con un’occhiata ad Hans.

<< Hai paura che ti senta! >>ribatté Xani.<< Una volta Hans gli ha tirato addosso una pietra e da allora Jury ha paura di lui >>spiegò all’uomo.

<< Non ho paura di quel vecchio rimbambito! >>sibilò il fratello.<< Dovresti averne tu, piuttosto. Hans non è che un pazzo furioso, come i suoi amici! >>

<<  E Clodus chi è, invece? >>chiese Alexander mentre riprendevano a camminare.

Questa volta Xani non rispose ma abbassò lo sguardo. Leggermente sorpreso, Alexander guardò Jury.

<< Parlare di Clodus nel bel mezzo del villaggio non è prudente >>disse il ragazzo,<< se dovessimo incontrare qualcuno della sua combriccola… >>

<< Ma la strada è sgombra. Non c’è anima viva! >>disse Alexander. Jury scosse ancora più forte la testa.

<< Dimmi almeno se è pericoloso come o meno di Hans! >>insisté Alexander.

<< Dopo >>ripeterono Xani e Jury in coro.

Alexander sbuffò e si infilò le mani in tasca. Era evidente che i due fratelli avevano paura di quel Clodus, ma il soldato non riusciva a spiegarsene il motivo. Poi gli venne in mente una cosa: se li avesse maltrattati, costringendoli poi a non dirlo a nessuno? Forse. Di gente così ce ne era da tutte le parti, perfino nel più piccolo e isolato villaggio.

<< Se non mi direte nulla, chiederò tutto a vostra nonna >>disse Alexander con voce melliflua.

A quelle parole, Jury e Xani scoppiarono a ridere.

<< Maja nostra nonna! >>mormorò Jury, fermandosi di colpo e tenendosi la pancia.<< Questa non me l’aveva mai detta nessuno! >>Prese a ridere ancora più forte, tanto che qualcuno si affacciò a vedere cosa stava succedendo.

Xani fu la prima a riprendersi.

<< Quella che tu hai scambiato per nostra nonna >>(Jury cadde per terra in ginocchio, in preda alle risate). Xani gli lanciò un’occhiataccia,<< in realtà è la nostra tutrice. Si chiama Maja >>

Alexander annuì, ma non osò approfondire l’argomento perché la bambina s’era fatta all’improvviso cupa. Anche Jury aveva smesso di ridere e si asciugava le lacrime che gli erano venute per il tanto sbellicarsi.

Per un po’ nessuno dei tre parlò, poi Jury propose di andare al fiume.

<< Voglio provare anch’io a pescare >>disse mentre scendevano la collina.<< Magari ci guadagniamo qualcosa per cena >>

Il fiume era coperto da una fitta barriera di cespugli spinosi e erba alta quasi tre metri. Xani guardò dubbiosa il fratello sparire dentro la fitta giungla d’erba. Due secondi dopo, Jury balzò accanto alla sorella e Alexander, rosso e ricoperto di graffi.

<< Ho sbagliato entrata >>disse togliendosi di dosso alcune foglie appiccicose.<< Qui è pieno di rovi >>Fece qualche altro passo avanti, raccolse un bastone da terra e lo infilò nell’alta erba.<< Si passa da qui >>annunciò con un respiro di sollievo.

<< Sicuro? >>chiese Xani.

<< Sì. Venite! >>

Alexander seguì Xani attraverso gli alti fili appiccicosi; sentiva il rumore del fiume poco distante da loro e dopo qualche altro passo sbucarono sulla riva: un pezzo di terra a tratti fangoso in ombra che si trovava a poco più di un metro dall’acqua. In quel punto il Green River era molto profondo e Xani rabbrividì specchiandosi nella sua acqua.

<< Smettila di fare la sciocca! >>la rimproverò Jury togliendosi le scarpe e studiando i fili d’erba.<< Non è la prima volta che ti porto qui >>

<< Non mi ci sono ancora abituata! >>ribatté Xani, allontanandosi dall’acqua.

<< Quanto è profondo qui il fiume? >>chiese Alexander, sporgendosi pericolosamente.

<< Più di dieci metri >>.Jury staccò alla radice tre fili di erba,<< ma laggiù raggiunge anche i trenta >>

Xani rabbrividì di nuovo.

<< Smettila! Sai che ho paura! >>gemette.

Jury sbuffò.

<< Visto che hai tanto paura del fiume vammi a prendere un pezzo di rovo >>le ordinò.

<< Vacci tu! >>

<< Io sono impegnato a intrecciare i fili. Sbrigati >>

<< Non voglio graffiarmi! >>

<< Allora tornatene a casa e non rompere più >>

Irritata, Xani si sedette per terra e incrociò braccia e gambe.

<< Vado io >>disse Alexander con un mezzo sorriso.

<< Grazie >>rispose Jury con un’occhiata di traverso alla sorella. Per tutta risposta Xani gli fece la linguaccia.

Alexander ci mise poco per staccare con un sasso un pezzo di ramo di rovo ancora con le spine, e a tornare dai due bambini. Jury era riuscito a improvvisare con l’erba una canna da pesca che tenne dritta con un lungo e sottile bastone; vi attaccò poi il ramo di rovi.

<< Non usi l’esca? >>borbottò Alexander, sdraiato per terra.

<< Non so dove trovarla: qui non è rimasto nemmeno un misero verme >>disse Jury, lanciando la canna da pesca.<< Ma sono sicuro che i pesci abboccheranno lo stesso >>

 

Era il tramonto quando Alexander si risvegliò. Xani stava giocando con una manciata di sassi di varie dimensioni e colori, e Jury era intento a tirare fuori dall’acqua il settimo pesce. Sentendosi leggermente disorientato, Alexander si rialzò: aveva sognato il Kar e la creatura della galleria sotterranea.

 

 

 

 

 

   
 
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