La
fine di un'era [1° novembre 1981]
Remus si precipitò di sotto, con la bacchetta alla mano. I tonfi alla porta aumentarono di intensità, e poi sentì la voce di Alice che gridava: «Remus! Remus sono io! Alice Longbottom, sposata con Frank Longbottom, madre di Neville! Adoro le fragole e quando ero incinta facevo alzare Frank ad ogni ora per...» un singhiozzo le ruppe la voce, «Per andare a comprarmi il succo di fragole!» terminò con uno strillo, mentre batteva ancora alla porta.
Remus spalancò la porta e lei gli saltò letteralmente addosso. Dietro di lei c'era Frank, che era bianco in volto e piangeva.
«James, Lily e Peter sono morti!» gridò Alice, disperata, «Voldemort è caduto!» aggiunse come se se ne fosse ricordata solo in quel momento.
Remus si irrigidì, il suo viso perse colore e le braccia, che un attimo prima stringevano Alice, ricaddero lungo i suoi fianchi.
«Cosa?» mormorò, sicuro di aver capito male.
«Voldemort è finito, Harry l'ha sconfitto ieri notte. Nessuno sa come, è ferito sulla fronte ma sembra stia bene! James e Lily sono morti per proteggerlo...»
«No.» disse Remus, tremando e spostando Alice, che si accasciò a terra in ginocchio continuando a singhiozzare, «No, no. James... Lily...» il dolore gli mozzò il fiato.
«Sirius!» gridò Alice, tenendosi il petto come se stesse per scoppiarle il cuore, e così si sentiva del resto, «Era lui il traditore! Pet... Peter l'ha a-affrontato ed è mo-morto stamattina!»
Frank sollevò il viso verso il cielo, come se questo potesse nascondere propri singhiozzi.
«NO!» gridò Remus, arretrando e sbattendo contro il passamano delle scale, «No! No! Lui non poteva... Lui non avrebbe...» tacque, quando si rese conto che James, Lily e Peter erano spariti per sempre. Si lasciò scivolare a terra, con la bocca aperta in cerca di aria, gli occhi spalancati e il cuore che batteva terribilmente forte, mentre lui avrebbe voluto soltanto che si fermasse.
«Pensavamo lo sapessi, poi ci hanno detto che ti trovavi in missione e che saresti tornato stamattina, e noi...» cominciò Frank.
Poi arrivò Emmeline, che aveva sempre fatto da informatrice tra un membro dell'Ordine e l'altro. Li trovò così, a piangere gli uni lontani dagli altri, nessuno in grado di festeggiare la sconfitta del mago oscuro più pericoloso di tutti i tempi, non con quelle tre persone così importanti che non c'erano più, non con tutte le perdite che c'erano state negli ultimi mesi, anni. Loro erano le persone più vicine alle ultime tre vittime, e lei non se ne discostava poi tanto.
«Voldemort è stato a casa loro ieri notte, si nascondevano a Godric's Hollow. Hanno usato l'Incanto Fidelius e Black era il Custode Segreto.» disse, sicura che volessero sapere di più e usando volutamente il cognome per quel compagno a cui era impossibile non voler bene e che li aveva traditi tutti, «Il piccolo Harry sta bene. Sembra che Lily...» Emmeline soffocò le lacrime, «Dumbledore mi ha detto che James non aveva neppure la bacchetta con sé.»
Remus alzò gli occhi sino a poco prima assenti su di lei.
«E Lily era davanti alla culla, si è messa tra lui e Harry.»
«E Harry come può star bene?» domandò Frank, aiutando la moglie ad alzarsi.
«Non si sa, è stato colpito da un Avada Kedavra...»
Tutti e tre sobbalzarono.
«Il taglio sulla fronte...? » tentò Alice, col viso rigato di lacrime.
Emmeline annuì: «A parte quella ferita non ha nulla. Dumbledore dice che è con Hagrid ora, non so dove lo stia portando né perché. Noi dobbiamo andare al quartier generale e informare chi ancora non sa quello che è successo, se è rimasto qualcuno che non ha notato i gufi e sentito i maghi per strada.»
Remus non riuscì a muoversi.
Cercava soltanto di immaginare gli ultimi attimi di vita di James e Lily Potter. James che affrontava Voldemort senza neppure la bacchetta, i capelli scarmigliati e gli occhiali un po' storti come piacevano a lui, un'espressione seria o forse terrorizzata, no, James non si sarebbe mai mostrato meno che determinato a lui, e poi la luce verde, verde come gli occhi di Lily.
Nessun sorriso sfacciato, nessuna voce allegra che chiamava il suo problema “piccolo problema peloso”, nessuna risata e nessuna corsa per mostrargli quanto Harry fosse diventato più grande, più bello, o le sue nuove foto a cavallo di una miniscopa, dimenticando persino la guerra per via di quell'orgoglio che gli faceva brillare gli occhi.
E Lily, Lily davanti alla culla di Harry, forse la stessa culla che aveva montato insieme a quell'altro, nella vera casa di Lily e James, cosa aveva fatto? Sapeva che James era morto, lo aveva sentito? Aveva tentato di combattere o anche lei non aveva la bacchetta e si era ritrovata a implorare Voldemort? Non per sé, neppure lei si sarebbe mostrata debole per salvarsi, ma per Harry.
E adesso nessuna Lily con la sua espressione gentile, niente più biscotti, niente più dimostrazioni di coraggio perché sapeva avere più fegato di tutti loro messi insieme, niente pazzie inaspettate.
E poi il piccolo Peter, Peter che affrontava il traditore, pazzo di dolore, Peter che moriva cercando di vendicare i veri Malandrini. Sempre un po' in ombra rispetto a James, ma che li amava tutti e li guardava sempre come se fossero degli dei, che non lo aveva abbandonato nonostante non fosse il miglior studente di Hogwarts, impegnando tutte le sue sere per diventare un Animagus e stargli vicino.
E ora niente più dolci mangiati la notte mentre si raccontavano le ultime missioni per conto dell'Ordine, niente sue risatine ai propri commenti sarcastici, niente più sguardi timidi.
Niente più Malandrini, era tutto finito.
«No...» ripeté con voce roca, «No, io non vengo. Io no.»
La consapevolezza di aver perso tutto, sentire che vincere la guerra era inutile se poi si era soli.
«Non dobbiamo arrenderci, dobbiamo farlo per i nostri bambini, Remus. Alice.»
La voce della ragione, Frank.
«Voglio rivederli un'ultima volta, io... io...»
Incapace di parlare per il dolore, Alice.
Remus chiuse gli occhi.
Moony, quando avremo finito con questi... piccoli altri problemi, penseremo a quello peloso. Ci faremo una bella corsa per festeggiare. Intanto che ne dici di un giro in scopa con me?
Spensierato, James gli sorrise porgendogli il manico della sua scopa.
Io e James volevamo dirvi che... aspetto un bambino. Sì, lo so, ti sto copiando Alice!
Lily ridacchiò, rossa in viso e con gli occhi che le brillavano.
Ho un po' di paura ma... voglio andare sino in fondo. Voglio stare con voi.
Peter, che azzardò un sorriso, coraggioso come pochi.
Credete davvero che sarò un buon padrino?
Remus spalancò gli occhi, un lampo indefinibile vi passò attraverso, e quando si alzò Alice e Frank lo videro per la prima volta come un vero lupo mannaro.
«Remus?» tentò la donna, con voce rotta.
«Andiamo. Avete ragione, non possiamo restare qui. E... dov'è lui? Dove l'hanno portato? È già stato catturato?» ringhiò.
Emmeline comprese subito, e annuì.
«Ad Azkaban un'ora fa... Rideva quando l'hanno preso.»
Rideva.
Alice e Frank trasalirono. Erano appena diventati Auror, avevano sentito della sua cattura ma non ne sapevano i particolari.
Remus si morse le labbra, poi scosse la testa e li scansò bruscamente, uscendo all'aria fresca del mattino, guardando le decorazioni babbane ancora appese per la strada. La notte prima era stata quella di Halloween, la notte dei morti, la notte dove gli incubi camminavano per le strade.
E lui rideva.
Mentre James, James, e Lily morivano, lui rideva. Dopo aver ucciso Peter, lui rideva.
Remus urlò, colpendo il cancello con un pugno e poi prendendo a calci le zucche disposte nel suo giardino. Urlò e pianse, sgretolando una di quelle facce arancioni che piacevano tanto ad Harry, Harry che non avrebbe mai ricordato i suoi genitori. Si coprì il viso con le mani, lasciandosi cadere seduto a terra.
In cielo intanto si levavano i gufi, e qualcuno fece partire qualche fuoco d'artificio, festeggiando la fine di un'era.
Dai, potete essere felici, non ho calcato la mano con la tristezza!
Remus era in missione cercava di reclutare altri licantropi e creature della notte, stile vampiri, per conto dell'Ordine, e altre varie cose per cui manteneva la massima segretezza. Massima segretezza con tutti, arrivando a dover inventare scuse anche con James, Sirius e gli altri. Ed è rientrato un paio d'ore prima tuffandosi a letto.
Non uccidetemi per il doppio aggiornamento, sto anticipando quello di lunedì che non ci sarà!
Prossimo capitolo: “Ultima volta a Privet Drive n.4 [giugno 7° anno]”
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