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Autore: BeGD    28/08/2010    2 recensioni
una fuga d' amore mette scompiglio nel mondo della musica e all' interno dei Green Day. Vecchi rancori emergono nella preoccupazione, mentre la compagna d' avventura di Billie Joe, Eleonora, vive esperienze straordinarie con colui che credeva essere solo un sogno. E' la mia prima ff.. gradita clemenza..
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Sharon , ti senti bene?! Ti vedo pallida.- ripeteva Gerard dal letto, ma Sharon non lo ascoltava. Pensava a quello che aveva visto, e al tumulto di emozioni che le aveva scatenato dentro. Non era possibile. Era stata sommersa da migliaia di farfalle nello stomaco, era stata schiava di un cuore che batteva troppo veloce nel petto, che pressava contro la cassa toracica, cercando di uscire. La vista tutto intorno le si era appannata: riusciva solo a vedere lui, l’ uomo che amava da secoli e che era suo padre, l’ uomo che aveva tanto desiderato avere e che, aveva scoperto, era stato a letto con sua madre. E dopo era nata lei. Lo odiava, Sharon, ma non riusciva a resistergli. Lo odiava con tutta se stessa, ma odiava il suo pensiero, il concetto che l’ avesse abbandonata; quando vedeva anche solo una sua fotografia, tutto si stravolgeva, tutto si annullava per lasciare spazio al sentimento più profondo che Sharon provava per Billie Joe: un immenso amore, un’ immensa voglia di stringerlo, di baciarlo. Non era normale: da secoli, era innamorata di suo padre.

Era il giugno dei 2004, e Sharon guardava Mtv. La solita noia, le solite canzoni pop. Lei non era così, non era come tutte le ragazzine oche pronte ad ammazzarsi per somigliare a Christina Aguilera o alla popstar di turno, le amava il punk, una musica diretta, senza tante altre cazzate. Era quello il suo mondo: il riff potente di una chitarra, l’ originalità e la durezza dei testi, la voglia di riscatto sociale e denuncia. Tante volte aveva provato a scrivere una canzone, ma usciva solo lo stesso tema dalla sua mente: suo padre. Lei non lo conosceva, ma avrebbe tanto voluto farlo. Purtroppo era morto in un incidente stradale quando lei era ancora una neonata, o, almeno, così le aveva raccontato sua madre. Lei non ne era tanto sicura: non c’ era nessuna foto che lo ritraesse, nemmeno al suo battesimo. Era strano, ma Sharon non fece mai ipotesi sulla falsità della versione della madre sull’ assenza dell’ altro genitore. Lei era senza padre, punto, e solo una persona era in grado di capirla: ed era proprio lì, racchiusa dallo schermo televisivo, che urlava contro le ingiustizie del suo governo davanti a una bandiera a stelle e strisce, tutta verde. Era lui quella persona: Billie Joe Armstrong, colui che Sharon amava più di tutti, la persona per cui era disposta a tutto. Gli altri le sembravano insignificanti, al confronto. Erano in simbiosi, lei e il cantante, ne era sicura. Dopo scoprì perché, e tutto cambiò: i poster dell’ uomo dagli occhi verdi e magnetici furono strappati dalle pareti, i CD rotti, la tv spenta non appena fosse comparso, ogni ricordo cancellato. Purtroppo per Sharon i ricordi si possono cancellare, anche se superficialmente, ma i sentimenti no; fu quello che provò quando lo rivide, in ospedale, cinque anni dopo.

La conosceva, quella ragazza, sapeva che aveva qualcosa a che fare con il suo passato: ma cosa?

Mentre si affannava nei ricordi, Mike entrò nella stanza che condividevano in casa del bassista. Billie non aveva ancora avuto il coraggio di affrontare Adrienne, e per ora gli andava bene così. Solo una cosa gli mancava: i suoi figli, anche se sapeva benissimo quanto lo odiassero in quei momenti.

-Billie, c’ è una ragazza che vuole parlarti.-

-aspetta, arrivo in salotto.-

Così Billie raggiunse il salotto di casa di Mike, e si sedette sulla poltrona preferita del compagno. Era una poltrona di morbida alcantara azzurra, in tono con il divano, solo più infossata.

Dalla porta entrò chi Billie non si sarebbe mai aspettato di vedere: la ragazza rossa dell’ ospedale.

-ciao. Sei venuta a dirmi qualcosa?-

-sì.- la ragazza arrossì leggermente quando lo sguardo verde del cantante si posò sul suo, identico, iride.

-dimmi.-

-Mr. Armstrong..-

-chiamami Billie e, ti prego, andiamo al punto.- la interruppe gelido il frontman.

-beh, tu sì che sai andare dritto al punto, vero?! Mi sa che sai anche evitarlo, se non ti fa comodo. Io sono uno dei tuoi punti, sai?! Uno di quelli che hai voluto evitare, tanto tempo fa.- sbottò all’ improvviso Sharon, in preda alla collera che cominciava a montare rapidamente.

Billie aggrottò le sopracciglia. –che vuoi dire?- . la sua voce lasciava trapelare qualcosa, come se un ricordo lo investisse come un freddo vento autunnale.

-te lo stai ricordando solo adesso, vedi?! Non ci hai pensato più, a te importava solo essere una rockstar e apparire sulle copertine patinate dei giornali, io ti avrei rovinato la faccia, non è così?! Una figlia da un’ altra donna avrebbe fatto finire la tua carriera, giusto? Ottimo ragionamento, Armstrong, sei un tipo sveglio. Peccato che tu non abbia previsto gli effetti a lungo termine della tua decisione. Tutto ti si è rivoltato contro, come un boomerang. Tutto è andato storto: è uscita una conversazione, nessuno ha osato dissentire, e tu sei rovinato. Hai fallito, sei contento? Hai fallito quando avevi faticosamente costruito un’ immagine di pulizia intorno a te, l’immagine della bella famigliola unita che tutti  avrebbero dovuto invidiare. Ora è distrutta, Armstrong, come te. Sei stato felice con i tuoi figli, pensando che la povera Gracy fosse capitolo chiuso, che avrebbe raccontato balle su balle per pararti il culo? Perché era così, era tutto preparato, Gracy non avrebbe mai parlato perché era cotta di te, e lo è ancora. Ma il coraggio l’ ha avuto, di fartela pagare; so tutto, io so tutto di te e mia madre. Credi che me ne sarei stata con le mani in mano, vero?! Era nei tuoi piani, sbagliato anche questo. Il tuo piano è tutto una grinza, ora. È stato bello conoscere mio padre, davvero emozionante, sai? E pensare che sono qui, tutta rossa e tremante, che cerco di essere arrabbiata, di prendermela, di farti soffrire, e sai che non ci riesco?! E perché?! Perché è da quando ti ho visto la prima volta che ti ho fisso in mente, sei il mio primo pensiero, ti ho sognato tante volte accanto a me, ho sognato decine di volte di stringerti e ascoltarti respirare, di sentirti dentro di me ne averti per sempre mio. Vedi che sono malata? Sono innamorata di mio padre, come mia madre lo era di quel ragazzo che l’ ha messa incinta e abbandonata. È una malattia di famiglia, vero?- e scoppiò a piangere, con il viso tra le mani. Piangeva di rabbia e vergogna, perché aveva messo fuori i suoi sentimenti più intimi, quelli che non avrebbe mai dovuto rivelare.

Billie si sedette accanto a lei, sul divano. Si sentiva incredibilmente in colpa. Avrebbe voluto tornare indietro nel tempo e aggiustare tutto. Solo ora si rendeva conto di quanto avesse sbagliato. Strinse Sharon tra le braccia, e questa si sciolse dentro quel rifugio caldo.

Ma quello non era l’ abbraccio di un padre, per Sharon, e non riuscì a controllarsi. Fissò Billie per un secondo, chiedendosi se fosse la cosa giusta. Poi posò le labbra sulle sue, e quella sensazione di morbidezza la inebriò. Quel contatto leggero, casto, durò a lungo, fin quando Sharon non si spinse più in là: schiuse la bocca trascinando anche le labbra di Billie e cercò la sua lingua. Giocarono a rincorrersi per tanto tempo, minuti, ore, secoli; le lingue si rincorrevano dolci, calde, si accarezzavano l’ un l’ altra, si stuzzicavano. Il sapore intenso dell’ uomo devastò Sharon, che perse ogni controllo: quello era il momento più bello della sua vita, e se lo doveva godere. Le mani della giovane vagarono sotto la camicia di lui, ne esploravano le forme, ci giocavano. Era la prima volta che Sharon faceva una cosa del genere, ma tutto venne naturale, mentre Billie non dissolveva l’ abbraccio, ma restava fermo, a farsi accarezzare.

Solo dopo un po’ le sue mani tatuate si mossero, sbottonando la camicetta della ragazza, e sfiorandone il seno piccolo e sodo. Ma non poteva, Billie non poteva lasciarsi prendere. Sarebbe stato il regalo più grande che avesse potuto fare a Sharon, ma non sarebbe stato giusto. Chiuse la bocca e sciolse l’ abbraccio.

-non posso Sharon, non posso.-

Sharon non disse una parola, si rivestì e uscì dalla casa, mentre Mike si affacciava al salotto, attonito.

Bene, su questo capitolo mi sono voluta impegnare più che mai.. è uno dei più complicati e toccanti della storia. Ebbene sì, come farà Sharon a odiare suo padre?! e cosa farà Billie?

Ringrazio sempre infinitamente tutti coloro che leggono la storia e recensiscono e spero che il capitolo piaccia, in particolare all’ insostituibile Drunky Bunny e a Franklyn

   
 
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