Splendido
Robert si puntellò con un gomito sul cuscino e appoggiò
la tempia sulla mano. Jude lo strinse ancora di più e
affondò il viso nel suo petto, stringendogli la maglietta del
pigiama fino a stropicciarla; aveva paura che se ne andasse, aveva
paura di svegliarsi da solo, ancora una volta, e questo Robert lo
sapeva. La luce dei lampioni che filtrava da oltre le tende illuminava
il viso di Jude – le sopracciglia aggrottale, le labbra
arricciate, le ciocche di capelli biondi che si posavano leggeri sulla
fronte.
No, Robert non l’avrebbe lasciato solo, non questa volta. Perché, mentre lo guardava dormire, non riusciva a non pensare a quando fosse splendido – e ora non aveva più paura né rimorsi per averlo pensato.
“Ti amo.” Sussurrò, e le parole aleggiarono un po’ nella stanza, tra i sogni di Jude e i pensieri di Robert, prima di scivolare via nella notte.
No, Robert non l’avrebbe lasciato solo, non questa volta. Perché, mentre lo guardava dormire, non riusciva a non pensare a quando fosse splendido – e ora non aveva più paura né rimorsi per averlo pensato.
“Ti amo.” Sussurrò, e le parole aleggiarono un po’ nella stanza, tra i sogni di Jude e i pensieri di Robert, prima di scivolare via nella notte.