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Autore: candidalametta    29/08/2010    5 recensioni
-Guarda quel tatuaggio, lasciando cadere la presa morbida dalla sua carne solo per alzare lo sguardo su di lei, rischiando seriamente di farla tremare, quando nei suoi occhi legge una verità scomoda che da quel momento renderà memorabile la vacanza di quel cliente.------ I due modi di vivere l'estate, dietro e fuori il bancone di un piccolo chiosco sulla spiaggia, lo strano rapporto tra una barista e un turista. Complice il troppo caldo alla scoperta di strani simboli sulla pelle abbronzata.
Genere: Avventura, Commedia, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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la sabbia prende il colore del miele a quest'ora del giorno, sfumata in ombre contagiose di granelli vicini, dune nascoste.

Prendono indubbiamente dolcezza dello zucchero di canna.

Qualcosa che dovrebbe accordarsi alla musica bassa del blues, del jez, invece di essere tramortita da pezzi veloci, un unico sciorinamento di frasi sconclusionate con ritmi ancora più incalzanti.
Il ragazzo fa fatica a trovarla oggi.
Sommersa com'è tra la folla danzante intorno al chiosco sulla spiaggia come una piccola oasi felice in un mare di sete allucinante, che rende confusi gli ultimi viaggiatori, mentre le carovane più anziane giacciono già sulla battigia, storditi, con le bottiglie di vino bianco ancora in mano.
La ragazza tra i nuovi aiutanti del bar, chiamati per l'occasione dell'happy houar si muove con una determinazione frustrante, e mentre gli altri si scontrano con poca delicatezza, con bicchieri mezzi pieni, spargendo schegge di ghiaccio e litri di vodka, lei scivola quasi, con gli occhi socchiusi e bicchieri sempre nuovi in mano.
si vede che conosce bene il banco, le mosse precise nel montaggio degli ingredienti per un bevanda fresa che uccide di caldo dopo un sorso, ma che regala l'oblio dall'estate a metà bicchiere.
Il ragazzo nota anche che sembra l'unica indifferente alla confusione sollecita che le sta intorno, risponde appena sorridente alle avances indelicate degli ubriachi, alle urla assordanti di chi ha ancora troppa sete.
Non c'è in nervosismo dell'ultima volta.
Forse perché adesso sono i figli dei magnanti a rendere ricco il bar.
Quelli che sono ancora virtualmente ricchi, e che possono prendersi il lusso di non sapere ancora chi sono, come tutti i ragazzi di vent'anni o giù di li.
 
Eppure c'è altro sulla piega indifferente delle sue guance,un motivo sconosciuto che piega le labbra in un sorriso invisibile mentre serve l'ennesimo mojto. Che scivola con nuovo rum dai bicchieri a quegli occhi che lui non vede neanche, mentre li chiude ancora di più, aggiungendo gin, bruciando zucchero.
Mentre il ragazzo rimane a guardarla chiudersi ancora di più in un mondo che non esiste mentre, di nascosto quasi, anche lei beve un sordo di un bicchiere troppo trasparente tra le dita.
ripieno di niente.
 
il sole è ancora più basso.
la ragazza sa che questo è il momento che aspettava da tutta la giornata perché improvvisamente l'aria intorno a lei aumenta vertigionosamente. Dandole in tempo di sentirsi male per il troppo spazio oltre i pali di legno di cocco che delimitano il suo piccolo mondo in estate.
Le urla, le risate, ci sono ancora, ma sono sommerse dal troppo alcol, dalle onde che si abbattono un pò più forte adesso, contro corpi agitati di una musica che ormai non sente nessuno, chiusa nei loro cervelli annebbiati.
Si lascia scivolare sul bordo della pedana e la mano va tremante alla sigaretta che una collega le ha concesso senza problemi.
"non sapevo fumassi", il ragazzo si abbassa abbastanza da sedersi agevolmente accanto, senza che per questo lei si scomponga abbastanza da smettere di cercare un accendino irrimediabilmente perso.
"non fumo infatti" ribatte tastandosi esasperata delle tasche che non sa neanche di non avere in un vestitino chiaro che sembra un pareo.
la scintilla della pietra focaia si materializza davanti ai suoi occhi, arancione come il sole che tramonta quasi, con cuore freddo di gas invisibile.
"se non fumi non dovresti accenderla" mormora semplicemente, tenendo l'accendino sospeso davanti il suo volto, la Merit in bocca morbida sul labbro.

Una scelta davanti ai suoi occhi che non aveva calcolato del tutto.
E in uno scatto la ragazza prende la sigaretta tra due dita, la guarda con odio, prima di romperla, come un segmento in più di cui non sopporta la linearità, come una vita impossibile, che invece è identica cadavere di quella Merit, distrutta e spezzata, con l'interno in esterno come una qualsiasi fregatura.
Merce difettosa.
Come lei.
Tira le ginocchia al petto guardando il sole fiammeggiante avvicinarsi alla linea dell'orizzonte con metodica lentezza.
Ed è allora che il ragazzo riesce a vederli, i segni rossi sulle sue gambe, di lividi ancora nuovi, poco accentuati oltre le abrasioni fresche.
Il volto di lei è così pieno di sfida che non riesce neanche a toccarla, restando li, on gli occhi scuri pieni di spavento.
"cosa ti è successo?" e la domanda è quasi dolce, nonostante la paura.
C'è un secondo di silenzio, e poi un sospiro, di resa alla realtà, banale come in fondo è la vita stessa.
"sono caduta dalle scale".
ma dal suo tono, nonostante la sincerità imbranata del timbro della voce il ragazzo sente la mancanza d’altro.
Così resta a guardarla, in silenzio, mentre il calore del sole forse le entra dentro, dandole coraggio.
"con il portatile in mano"
 Stavolta il vuoto resta.

Perché c'è un nodo in stretto in fondo alla gola, che la ragazza non prova neanche a sciogliere.
Perchè in quell'oggetto c’è in fondo tutta la sua vita.
E vederlo rotto, insieme a lei, le ha fatto rabbia.
L'ha fatta urlare e gemere su quelle scale, con l'oggetto di plastica a chip incora in mano, incapace di autorepararsi come il sangue sul suo ginocchio che invece già coagulava.
Si è sentita stupida nel provare un simile dolore per un oggetto che in fondo ha il semplice potere di farla connettere al mondo e trovare uno spazio tutto suo, in cui ha nome  identità, amici, fratelli...
una rete che annulla le distanze e stringe legami nel vasto mare del mondo.
ma sopratutto un oggetto che ha una tastiera, che ha delle lettere, che formano parole, frasi, paragrafi storie.
Che sono le sue e quelle degli altri.
Sono emozioni, amori, dolori, gioie.
Sono sogni.
I suoi e quelli delle persone che ama.
E una piccola parte di realtà anche, che le da forza di resistere in certi momenti.
Essere, anche solo per la pagina di un blog, una scrittrice.
Di creare un mondo che le dà sicurezza su una colonna sonora che conosce a memoria ma che le da speranza per un'altra pagina in cui nulla è certo, e c'è possibilità di riscatto.
"gli oggetti si riparano" riesce a mormorare il ragazzo, e non lo fa per confonderla, e neanche confortarla, perchè sa che non basterebbe.
Solo per dirle una verità.

Che non la trattenga ancora sul bordo di quella pedana che sa essere l'ultimo gradino prima della tristezza inconsolabile.

"lo so" riesce a mormorare appena, dalle lacrime che le premono in fondo agli occhi chiari, nonostante il sole ormai basso non ferisca troppo davanti il mare di cristallo.
"è per questo che sto peggio, perchè è solo un misero oggetto e non una persona ad essersi distrutta. Non c'è una vita spezzata in tutto questo, qualcosa per cui valga veramente la pena piangere. Come un'amico andato via per sempre".

Respira una boccata di aria salmastra, nella speranza di sentire ancora aria dentro, e buttare fuori il dolore sordo per un ricordo troppo vicino.
Di chi non c'è più.
Caldo, troppo caldo.
Del braciere di un sole morente.
Una giornata lunga da sopportare.

E poi fresco.


Della mano di lui che imprvvisamente le si poggia delicatamente sul collo.
E la ragazza nota che ha le mani gelate di un bicchiere che tiene in mano delicatamente, un cocktail che potrebbe benissimo aver fatto lei per quanto ricorda della confusione spasmodica delle ultime ore.
La sua mano è fresca e piacevole sul collo accaldato, mentre scosta i capelli lisci e rivela il collo chiaro, lotano dalla sfumatura di ambra delle spalle.
Su quel piccolo lembo di pelle sotto l'orecchio in cui sono impressi tre piccoli segni verticali.

Come graffio antico di Tigre estinta, che il ragazzo per una volta non commenta, ma copre dolcemente con il palmo fresco di ghaccio e brina, nella speranza solo di dare sollievo alla pelle incandescente, e il flusso costante di pensieri stanchi che la attraversano.
C'è solo bisogno di pace in quel momento, con gli ultimi attimi di giorno riflessi slle onde.
Un momento perfetto per fare pace con Dio se esistesse davvero, come nelle migliori favole.
E chiedergli di non fare soffrire così anime buone, solo per essere così irrimediabilmente fragili.

"esci con me più tardi?" si trova a chiederle il ragazzo con la mano ancora a contatto con la sua pelle, una carezza ora tiepida sulle sfumature d'inchiostro.

e la ragazza si volta a guardarlo lungamente, con le prime ombre di notte tra i capelli scuri sul viso stranamente ansioso.

"sono già tua stasera"

 
Angel_Lily: ma che fai mi sommergi di domande? prima che abbia il tempo di scrivere??? ;P ma no tesoro ecco qui, tutto spiegato a puntino (spero) ... anche se per il capitolo a cui aspiri dovrai darmi qualche altro giorno credo ;P
spero che il cap ti sia piaciuto ;)

Princes Monica: santo Shannon da Bossier City si è capito tanto che è uno spaccato di vita??? beh, più una rottura di vita in effetti, o di scatole, dipende da come la si intende ;P
Però mi sembra di capire che gradisci, e anche parecchio per essere finita tra le tue preferite (cosa che mi onora, non sai quanto).
che dire, io lo so che tu prendi ogni giorno come un passo di più verso Marte ... ti stimo per questo, per questa integrità d'animo che ti fa mettere sempre in gioco.
per questo amore incondizionato.
spero di non averti deluso con questo cap che parla un pò di tutti noi, e di una cosa che forse tu capirai più di chiunque altro.

Alibi: ho una cosa da confessarti. neanche io ho capito bene dove va a parare questa storia! cioè ad un capitolo di distanza non solo i protagonisti non hanno nome (appena cerco di dargliene uno mi mordono) ma non sanno nemmeno che fine franno finite le pagine.
è decisamente frustrante...
ma io spero comunque di riuscire a cavarne qualcosa da lui (che in fodno è antipatico solo perchè è maschio non credere) e lei (che è un amore lo so *.*)
al prossimo aggiornamento!
un abbracio!

F: (ormai ti chiamo così tipo Death note ;P) il luogo la situazione i personaggi... cosa 'è di vero? cos'è la nostra vita? favole inventate o crudele realtà? a volte è ironia, più spesso è illusione.
bisogna saper scavare per trovare quell'angolo di verità che costruisce un mondo inventato :)

  
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