Ecco l’aggiornamento dopo quasi due mesi… No dico… Due mesi… Santo
cielo. Anyway… Grazie alla Mia Preziosissima Evelyn che vi ha avvisati. Spero
di ritrovarvi tutti. Con affetto, Lyo
INTERLUDE
When you feel in your skin in your bones and the hollow
Of your heart, there's no way you can wait
till tomorrow.
When there isn't any doubt about it once you come this close
Cos you know and you know that you know.
You can feel love's around you like the sky 'round blue
This is how love has found you, now you know what to do.
When you know – Shawn Colvin
Ho scoperto che la felicità ha occhi di cielo e
una voce che incrina l’anima. Ha il profumo di magliette bianche appena lavate,
un profumo pulito e semplice che ti si attacca ai vestiti e di cui vorresti
esistesse un’essenza in bottiglia per potertene spruzzare addosso in quantità
industriale. E ancora non sarebbe abbastanza.
Ho scoperto che la felicità punge un pochino ma
è tanto calda. Calda come la tua guancia quando l’accarezzo o quando la poggi
sulla mia tormentandomi con quella barbetta appena accennata che mi fa morire
dal desiderio.
Ho scoperto che la felicità ha un vago
retrogusto di fumo abilmente coperto da dentifricio e gomme alla menta, perché
non vuoi che la tua abitudine di fumare mi dia noia.
Che vaneggiamenti, tesoro mio, come potrebbe
mai darmi noia qualcosa che ti riguarda?
“Ester, mi chiami, cosa fai così lontana?” e mi
viene da sorridere. Tu sei sdraiato sul divano mentre io mi sono seduta sulla
poltrona di fianco solo per poterti osservare tranquillamente. Un gomito è
piegato e con l’avambraccio ti copri gli occhi e parte del viso.
“Pensavo dormissi e mi sembrava un vero peccato
svegliarti” lo dico continuando a sorridere. Non ricordo di avere fatto altro
nell’ultimo mese e mezzo. Non ricordo com’era prima di avere te a fianco. E’
prodigiosa la mente umana che ci protegge dal dolore a volte rimuovendolo.
Tutti gli anni in cui mi sono sentita incompleta, rotta a tratti, sembrano
talmente lontani da sfumare i loro contorni nella bruma di un brutto sogno che
si desidera solo cancellare.
“ A me l’unico peccato sembra solo averti
lontana”. Togli il braccio dal viso e il tuo sguardo mi trafigge. Non mi ci
abituo. Non è possibile abituarsi a questa piccola e lasciva tortura. Perché è
insieme lussuria e innocenza e io non voglio farne a meno. Mai. Mi porgi la
mano che prendo e mi tiri su di te. I capelli sfuggono dalla coda e cadono in
una cascata a nascondere in parte il nostro bacio al mondo circostante. E io mi
scompongo in mille piccoli frammenti di un colorato caleidoscopio quando il tuo
respiro tiepido si fonde con il mio, quando le tue labbra dolcissime si posano
sulle mie in un misto di riverenza e irruenza. Mi chiedi il permesso con il
primo sfioramento di labbra e poi quando m’abbandono a te fai divampare quella
passione che ti scorre dal cuore insieme al sangue pompato in circolo. E sono
le nostre stesse essenze a incontrarsi. Uomo e donna. Compagni in questo
cammino appena iniziato. Ma io già so che t’amerò per sempre. E vorrei dirtelo
che ti amo. Ce l’ho lì in ogni sospiro in ogni carezza in ogni bacio in ogni
pensiero e te lo dico senza voce in ognuno di questi modi. Che io un amore così
grande così totale così chiaro e pulito non l’ho mai provato non ho nemmeno mai
osato immaginarlo. E allora mentre siamo incastrati sul divano lo traccio con
la punta del dito sul tuo avambraccio, in italiano. Perché dirtelo in Italiano
sembra più serio in questo momento. Perché in Italiano ti amo non si dice ad un
amico. Ti amo è qualcosa di piccino eppur immenso e di questo immenso io mi
illumino come in quella poesia di Ungaretti di cui solo ora riesco ad
intravedere un frammento di significato e a condividerlo. Perché tu sei il mio
immenso.
La tua mano scivola sotto la camicia e si
appoggia sul mio ventre scaldandolo. Mi sdraio sulla schiena e tu ti porti
sopra. Ridacchio.
“Che hai?”
“Niente… pensavo solo che siamo meglio degli
acrobati del circo” Mi baci la fronte poi la punta del naso poi il collo e il
calore comincia a bruciarmi ovunque dentro e chiede di essere liberato.
Non ricordo di essere mai
stato tanto felice… Mai tanto me. Ed è assurdo che io sia più me stesso con lei
di quando sono solo. Che poi “solo”… Ho rimosso il significato della parola
solitudine. Da quando Ester è nella mia vita non c’è stato un singolo secondo in
cui io mi sia sentito solo o infelice o triste…. Lei ha spazzato via anche la
più piccola ombra che mi affliggeva. Lei è la risata sincera che mi da il
buongiorno più bello del mondo. Lei è il bacio dolce che non ho mai conosciuto
prima. Lei è una parola di conforto sempre pronta, una mano sempre tesa, uno
sguardo sempre tenero anche quando rimprovera Sebastian se ha combinato una
marachella. Lei è la calma che mi permette di non urlare contro tutti quei
giornalisti che mi assalgono ingordi della mia vita. Lei è il sonno ristoratore
che mi prende la notte sognando di addormentarmi tenendola tra le braccia.
Perché il cielo solo sa, quel cielo da cui è arrivata, Lui solo sa quanto la
voglio. Quanto la voglio Mia. In tutti i sensi in cui è possibile e
immaginabile e oltre. Amore è forse l’unica parola che riesce ad esprimere quel
che sento eppure mi par troppo leggero se associato a Ester. Perché lei è tutto,
lei è quel PIU’ che non avevo e non sapevo mi mancasse. Perché Ester dovrebbe
essere un sinonimo d’Amore anzi, il contrario. Amore è solo un sinonimo del tuo
nome Ester. Mia Stella dagli occhi d’oro e d’infinito. Che se l’infinito avesse
occhi sarebbero certo i tuoi e se potesse cantare lo farebbe al ritmo del tuo
cuore che batte come un uccellino sotto il tiepido e serico candore della tua
pelle. Ah, Amor mio, mi fai diventare di un romantico che nemmeno credevo
possibile. E allo stesso tempo il desiderio che nutro di te mi spiazza perché mi
fa sentire come Fred Flinstone… Mi manca la clava e poi potrei essere un
perfetto cavernicolo. Ti bacio il collo il più delicatamente possibile ma in
realtà l’unica cosa che vorrei fare è toglierti tutti i vestiti e prenderti qui
ora, farti gemere dal piacere… Jesus! Quanto ci si può fare male anche solo col
pensiero?!?!?!? Sebastian arriverà a momenti… Dio, non ti disturbo mai. Non è
che puoi darci una mano per una volta. I sospiri di Ester mi mettono
definitivamente k.o. Altro che acrobati! A saperlo come mi escono certe cose
con lei. Mi sento quasi invincibile. Con un movimento decisamente agile per un
imbranato come il sottoscritto mi porto sopra di lei che spalanca gli occhi e
poi si morde il labbro e mi tende le braccia invitandomi ed accogliendomi. Come
possono purezza e passione così assolute venir contenute in questo piccolo
corpo morbido che stringo? Come può essere che io mi senta morire e rinascere
nel medesimo istante? C’è una tale fiducia nei suoi occhi in questo atto di
totale abbandono che io non me ne sento degno. Nulla è altrettanto pulito e
prezioso nella mia vita. Nulla se non lei, se non la mia Stella dall’animo di
bimba.
Vorrei inventare una nuova
favola per te Ester, una di quelle che finisce con “and they lived happily ever
after” togliendo quel velo di tristezza che a volte offusca la tua luce e di
cui ancora non mi hai reso partecipe. E vorrei esserci stato prima per evitarti
quel dolore o anche solo per aver partecipato alla tua vita anche solo da
spettatore lontano. Aver fatto insieme le torte di fango i primi giorni d’asilo,
esserci stretti vicini vicini il primo giorno di scuola, aver riso del tuo
primo reggiseno e essermi indispettito alla tua ilarità di fronte ai miei primi
peli sul viso. Essere stato geloso ed essermi roso il fegato di fronte ai tuoi
primi corteggiatori… Dannazione mi rode anche ora il fegato solo ad
ipotizzarlo!
Credo proprio di amarti Ester…