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Autore: Esther Sparks    29/08/2010    2 recensioni
Questa nostra (quasi) normale storia d'amore. Titolo variato. Lui Robert. Lei Ester. Due vite agli antipodi in tutti i sensi. L'attore famoso e una moderna Mary Poppins. Si scontrano, si incontrano e si conoscono inseguendosi quasi tra Londra Italia e America
[...]Erano trascorsi solo due giorni dall’incontro con Robert e ne mancavano 3 per arrivare a venerdì.
Passavo da momenti di euforia ad altri di tristezza assoluta.
Temevo che da un momento all’altro lui disdicesse il nostro incontro o peggio che si limitasse a non presentarsi.
Ero tesa, nervosa e il secondo dopo scoppiettavo di felicità.
[...] Hope you enjoy it!
Genere: Poesia, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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INTERLUDE

Ecco l’aggiornamento dopo quasi due mesi… No dico… Due mesi… Santo cielo. Anyway… Grazie alla Mia Preziosissima Evelyn che vi ha avvisati. Spero di ritrovarvi tutti. Con affetto, Lyo

 
INTERLUDE

 

When you feel in your skin in your bones and the hollow
Of your heart, there's no way you can wait till tomorrow.
When there isn't any doubt about it once you come this close
Cos you know and you know that you know.

You can feel love's around you like the sky 'round blue
This is how love has found you, now you know what to do. 

When you know – Shawn Colvin

 

 

Ho scoperto che la felicità ha occhi di cielo e una voce che incrina l’anima. Ha il profumo di magliette bianche appena lavate, un profumo pulito e semplice che ti si attacca ai vestiti e di cui vorresti esistesse un’essenza in bottiglia per potertene spruzzare addosso in quantità industriale. E ancora non sarebbe abbastanza.

Ho scoperto che la felicità punge un pochino ma è tanto calda. Calda come la tua guancia quando l’accarezzo o quando la poggi sulla mia tormentandomi con quella barbetta appena accennata che mi fa morire dal desiderio.

Ho scoperto che la felicità ha un vago retrogusto di fumo abilmente coperto da dentifricio e gomme alla menta, perché non vuoi che la tua abitudine di fumare mi dia noia.

Che vaneggiamenti, tesoro mio, come potrebbe mai darmi noia qualcosa che ti riguarda?

“Ester, mi chiami, cosa fai così lontana?” e mi viene da sorridere. Tu sei sdraiato sul divano mentre io mi sono seduta sulla poltrona di fianco solo per poterti osservare tranquillamente. Un gomito è piegato e con l’avambraccio ti copri gli occhi e parte del viso.

“Pensavo dormissi e mi sembrava un vero peccato svegliarti” lo dico continuando a sorridere. Non ricordo di avere fatto altro nell’ultimo mese e mezzo. Non ricordo com’era prima di avere te a fianco. E’ prodigiosa la mente umana che ci protegge dal dolore a volte rimuovendolo. Tutti gli anni in cui mi sono sentita incompleta, rotta a tratti, sembrano talmente lontani da sfumare i loro contorni nella bruma di un brutto sogno che si desidera solo cancellare.

“ A me l’unico peccato sembra solo averti lontana”. Togli il braccio dal viso e il tuo sguardo mi trafigge. Non mi ci abituo. Non è possibile abituarsi a questa piccola e lasciva tortura. Perché è insieme lussuria e innocenza e io non voglio farne a meno. Mai. Mi porgi la mano che prendo e mi tiri su di te. I capelli sfuggono dalla coda e cadono in una cascata a nascondere in parte il nostro bacio al mondo circostante. E io mi scompongo in mille piccoli frammenti di un colorato caleidoscopio quando il tuo respiro tiepido si fonde con il mio, quando le tue labbra dolcissime si posano sulle mie in un misto di riverenza e irruenza. Mi chiedi il permesso con il primo sfioramento di labbra e poi quando m’abbandono a te fai divampare quella passione che ti scorre dal cuore insieme al sangue pompato in circolo. E sono le nostre stesse essenze a incontrarsi. Uomo e donna. Compagni in questo cammino appena iniziato. Ma io già so che t’amerò per sempre. E vorrei dirtelo che ti amo. Ce l’ho lì in ogni sospiro in ogni carezza in ogni bacio in ogni pensiero e te lo dico senza voce in ognuno di questi modi. Che io un amore così grande così totale così chiaro e pulito non l’ho mai provato non ho nemmeno mai osato immaginarlo. E allora mentre siamo incastrati sul divano lo traccio con la punta del dito sul tuo avambraccio, in italiano. Perché dirtelo in Italiano sembra più serio in questo momento. Perché in Italiano ti amo non si dice ad un amico. Ti amo è qualcosa di piccino eppur immenso e di questo immenso io mi illumino come in quella poesia di Ungaretti di cui solo ora riesco ad intravedere un frammento di significato e a condividerlo. Perché tu sei il mio immenso.

La tua mano scivola sotto la camicia e si appoggia sul mio ventre scaldandolo. Mi sdraio sulla schiena e tu ti porti sopra. Ridacchio.

“Che hai?”

“Niente… pensavo solo che siamo meglio degli acrobati del circo” Mi baci la fronte poi la punta del naso poi il collo e il calore comincia a bruciarmi ovunque dentro e chiede di essere liberato.

 

Non ricordo di essere mai stato tanto felice… Mai tanto me. Ed è assurdo che io sia più me stesso con lei di quando sono solo. Che poi “solo”… Ho rimosso il significato della parola solitudine. Da quando Ester è nella mia vita non c’è stato un singolo secondo in cui io mi sia sentito solo o infelice o triste…. Lei ha spazzato via anche la più piccola ombra che mi affliggeva. Lei è la risata sincera che mi da il buongiorno più bello del mondo. Lei è il bacio dolce che non ho mai conosciuto prima. Lei è una parola di conforto sempre pronta, una mano sempre tesa, uno sguardo sempre tenero anche quando rimprovera Sebastian se ha combinato una marachella. Lei è la calma che mi permette di non urlare contro tutti quei giornalisti che mi assalgono ingordi della mia vita. Lei è il sonno ristoratore che mi prende la notte sognando di addormentarmi tenendola tra le braccia. Perché il cielo solo sa, quel cielo da cui è arrivata, Lui solo sa quanto la voglio. Quanto la voglio Mia. In tutti i sensi in cui è possibile e immaginabile e oltre. Amore è forse l’unica parola che riesce ad esprimere quel che sento eppure mi par troppo leggero se associato a Ester. Perché lei è tutto, lei è quel PIU’ che non avevo e non sapevo mi mancasse. Perché Ester dovrebbe essere un sinonimo d’Amore anzi, il contrario. Amore è solo un sinonimo del tuo nome Ester. Mia Stella dagli occhi d’oro e d’infinito. Che se l’infinito avesse occhi sarebbero certo i tuoi e se potesse cantare lo farebbe al ritmo del tuo cuore che batte come un uccellino sotto il tiepido e serico candore della tua pelle. Ah, Amor mio, mi fai diventare di un romantico che nemmeno credevo possibile. E allo stesso tempo il desiderio che nutro di te mi spiazza perché mi fa sentire come Fred Flinstone… Mi manca la clava e poi potrei essere un perfetto cavernicolo. Ti bacio il collo il più delicatamente possibile ma in realtà l’unica cosa che vorrei fare è toglierti tutti i vestiti e prenderti qui ora, farti gemere dal piacere… Jesus! Quanto ci si può fare male anche solo col pensiero?!?!?!? Sebastian arriverà a momenti… Dio, non ti disturbo mai. Non è che puoi darci una mano per una volta. I sospiri di Ester mi mettono definitivamente k.o. Altro che acrobati! A saperlo come mi escono certe cose con lei. Mi sento quasi invincibile. Con un movimento decisamente agile per un imbranato come il sottoscritto mi porto sopra di lei che spalanca gli occhi e poi si morde il labbro e mi tende le braccia invitandomi ed accogliendomi. Come possono purezza e passione così assolute venir contenute in questo piccolo corpo morbido che stringo? Come può essere che io mi senta morire e rinascere nel medesimo istante? C’è una tale fiducia nei suoi occhi in questo atto di totale abbandono che io non me ne sento degno. Nulla è altrettanto pulito e prezioso nella mia vita. Nulla se non lei, se non la mia Stella dall’animo di bimba.

Vorrei inventare una nuova favola per te Ester, una di quelle che finisce con “and they lived happily ever after” togliendo quel velo di tristezza che a volte offusca la tua luce e di cui ancora non mi hai reso partecipe. E vorrei esserci stato prima per evitarti quel dolore o anche solo per aver partecipato alla tua vita anche solo da spettatore lontano. Aver fatto insieme le torte di fango i primi giorni d’asilo, esserci stretti vicini vicini il primo giorno di scuola, aver riso del tuo primo reggiseno e essermi indispettito alla tua ilarità di fronte ai miei primi peli sul viso. Essere stato geloso ed essermi roso il fegato di fronte ai tuoi primi corteggiatori… Dannazione mi rode anche ora il fegato solo ad ipotizzarlo!

Credo proprio di amarti Ester…

  
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