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Autore: LiliumInterSpina    30/08/2010    4 recensioni
Quanto dolce e malinconico può essere l'amore senza tempo di due creature destinate ad una eterna separazione? Si dice che non esistano amori impossibili. Forse è così... ma a volte l'amore non basta. E l'eternità diventa una condanna che solo la brevità di un istante può rendere sopportabile.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’Angelo e la Sirena
IMPOSSIBLE LOVE



["The constant longing for your touch
This bitter ocean of hatred and pain
This loneliness I need to be who I am"


"The oceans are alone as I
Somebody take away this gift of mine
No charisma for the beast!
But still I love you forevermore"

"Come to me
Deliver me from you
And from all the days of the Earth"

No last words to say
Only memories remain
A farewell then, my path goes forever on. ]
(Nightwish – Astral Romance)



Spolvera d’argento la luna, la placida superficie di quell’infinito che si estende innanzi a lui.
È un cielo capovolto
che immoto ed ammaliante accoglie la carezza di quei raggi di luce che racchiudono in se l’ingannevole promessa di un calore illusorio e menzognero.

È fredda la luna che brilla beffarda della sua luce riflessa,
come freddi sono il mare e la notte che sinuosa e possessiva lo abbraccia e lo avvolge.
E fredda è la luce che brilla negli occhi dell’Angelo silenzioso
che sulla soglia di quel mondo che meno d’ogni altro gli appartiene,
distende le candide ali e… attende.

Attende impaziente l’arrivo della sua amata.
Attende il ritorno di una parte della sua anima che credeva ormai perduta.
Attende quel frammento d’eternità che rende sopportabile la sua immortalità.

Nemmeno un’onda increspa quello specchio grigio e nero su cui si riflettono le stelle lontane
e nel quale affoga il suo sguardo dorato.
E persino il suo occhio, ben più che umano, smarrisce la linea distante di quell’orizzonte che, inghiottito dall’oscurità, fonde cielo e mare in un buio infinito…
palcoscenico perfetto per la sua personale tragedia.

Un piccolo sole appare per un istante sul suo volto d’alabastro.
Un sorriso.
Un sorriso senza gioia.
Un sorriso spento che pur nella sua pochezza, incendia le tenebre di luce divina.
È un sorriso triste quello che l’Angelo regala alla notte mentre muove le sue ali fatte di giustizia,
di purezza
di luce
e di vita
per ritagliarsi un angolo di oscurità in cui poter accogliere colei che attende.

È vicina ora…

Sente il suo profumo di sale, di mare e di sabbia riscaldata dal sole.
Vede il velo dorato dei suoi capelli infrangere il grigiore di quella superficie piatta e fredda che cela la sua esistenza agli occhi dei mortali.
Vede le sue mani accarezzare con struggente dolcezza l’oceano di gocce d’argento che le scorre intorno e che la racchiude in un abbraccio protettivo.
L’acqua si increspa appena sotto le sue dita e intorno al suo corpo e si trasforma in un’evanescente schiuma bianca che sembra volerla nascondere agli occhi di quella presenza muta e solitaria che, immobile al limitar della terra degli uomini, attende l’arrivo della sua protetta.

E nel silenzio che accompagna la sua attesa l’Angelo macchia il candore della sua anima con la lordura del peccato.
Invidia.
Oh dolorosa invidia che corrode ciò che è incorrotto ed immortale…
Invidia per quel mare che può abbracciare la sua amata,
stringerla, avvolgerla, cullarla e proteggerla come anche lui vorrebbe poter fare.
Come solo lui dovrebbe poter fare.
Come lui non potrà mai fare.

E l’Angelo cade in ginocchio su quel lembo di terra a metà strada tra il mondo degli uomini e quello di colei che ama, schiacciato dal peso del suo peccato,
del suo dolore
e del suo impossibile amore.
Si sporcano di sabbia grigia le sue ali immacolate e come fiamma viva,
brucia il sale su quella pelle diafana fatta per la luce del sole e non per l’impenetrabile ombra del mare.

Piange.

Piange in silenzio l’Angelo dagli occhi dorati
e gocce di luce illuminano l’oscurità della notte come se anche l’espressione del suo muto dolore fosse contaminata dalla divinità della sua essenza.  

Lento e silenzioso il corpo etereo della Sirena si spinge appena oltre il limite che la vita le concede.
Affonda le sue mani nella sabbia scura, accanto a quelle del suo amato e stringe tra le dita l’inconsistenza dei loro desideri.
Grandi occhi color del tramonto fissano angosciati il celeste splendore della creatura china innanzi a loro.
Lunghi capelli d’argento celano il suo volto immortale
e le maestose ali abbandonate sulla terra grigia racchiudono il suo corpo chino innanzi ad un dio che non gli appartiene.
Reclina il capo la Sirena e sfiora col suo viso il viso dell’Angelo che piange.
Fili dorati si intrecciano a quelli d’argento
e occhi di sole umidi di luce incrociano occhi di mare dai quali sgorgano cristalli di sale.

E odia la Sirena…

Odia se stessa e quel suo corpo che reclama un cielo d’acqua in cui il suo amore
non può volare.
Odia l’eternità che li attende condannati in quelle vite distanti che mai potranno fondersi in una vita insieme.
Odia la diversità che li divide e che li attira in quel vortice di desiderio impossibile in cui sono precipitati.

Così perfetti.
Così diversi.
Notte e giorno.
Luce e ombra.
Calore e gelo.

Ed è solo un istante rubato all’eternità quello in cui
la notte incontra il giorno,
l’ombra si scioglie nella luce
e il calore annulla il gelo.
Così su quel lembo di umida terra che appartiene ad un mondo di nessuno, l’Angelo e la Sirena rubano il loro istante.
Vivono il loro tramonto.
Assaporano il loro crepuscolo.
Si annullano l’un l’altra.

Sfiorano con venerazione le labbra dell’Angelo quelle della Sirena e il calore del suo respiro scioglie il gelo che pervade la sua amata
mentre la luna, le stelle e il mare in silenzio vegliano.
E misericordiose le ali dell’Angelo scendono a racchiudere l’abbraccio dei due amanti,
come un sipario che cala su quella tragedia senza tempo.

È finita.

L’istante è passato.
L’eternità ricomincia.
L’Angelo dagli occhi dorati fissa in silenzio la scia di schiuma bianca che increspa il grigio cielo d’acqua che cupo si stende innanzi a lui.
Una scia sempre più lontana…
sempre più leggera.
Il sogno di una notte che sta per finire.

Forse…
Domani…
Ci saranno un nuovo tramonto e un nuovo crepuscolo.

Diversi.
Perfetti.




A/N: Niente di particolare da dire, questo è solo un malinconico pensiero nato dal mare, dalla musica (in particolare dalla canzone citata sopra) e da qualcos’altro! ^_^!  Tranne l’ispirazione e la canzone… il resto è tutta roba mia e mia soltanto! Un bacio a tutti!
  
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