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Autore: Thiliol    30/08/2010    3 recensioni
Seguire Legolas e Gimli ad Alqualonde non è servito a porre fine ai loro travagli e di questo Aeglos se ne rende conto presto: i Valar sono sempre più furiosi e non hanno intenzione di perdonare le disubbidienze della Noldo, nonostante il Silmaril sia sano e salvo, e Legolas non ha nessuna intenzione di assecondare l'egoismo della sua amica pur assicurandole la sua eterna amicizia... non rimane che partire, tornare ancora una volta nella Terra di Mezzo e rimettere insieme i pezzi di una storia che sembra impossibile. Ma cosa nasconde Alatariel? Perchè è così pallida e stanca? Nonostante tutto, Aeglos sa che lui e la sua sposa non riescono a toccarsi
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Legolas, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Narn o Alatariel ar Aeglos'
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cap12



You used to captivate me

By your resonating light
Now I'm bound by the life
you left behind
Your face it haunts
My once pleasant dreams
Your voice it chased away
All the sanity in me
                                             My Immortal - Evanescence






Alatariel: Rosso




La luna sulla mia testa era lontana e gelida, gelida come il vento che soffiava ininterrottamente da quando avevamo raggiunto i margini della Foresta di Fangorn.
Dopo aver attraversato i Guadi ci eravamo diretti speditamente verso Nord, decisi a penetrare in quell'antica foresta, decisi a vedere con i nostri occhi ciò che non avevamo mai visto e poter ammirare gli Onodrim delle vecchie leggende.
Nella mia impazienza avevo spronato Voronwë al galoppo finchè l'animale non si era rifiutato, sbuffando, di proseguire.
Aeglos aveva acceso un piccolo fuoco a una certa distanza dalle fronde degli alberi, poi mi aveva teso una mano, invitandomi a sedere accanto a lui.
Mi ero stretta nel pesante mantello di lana, l'unica cosa che ormai, dopo sei mesi, riusciva ancora a nascondere i primi segni della gravidanza, e mi ero stesa con la testa sulle sue ginocchia.
Il riflesso vermiglio del fuoco riverberava sul suo volto, creando strani ed affascinanti giochi d'ombra sulla sua pelle candida.
< Mi ricordo quando serate come queste erano la norma. > disse, giocando con una ciocca dei miei capelli. Mi sorrise, sereno come non lo era da molto tempo, forse sopprimendo quel senso di inquietudine che sempre più spesso lo ottenebrava.
Avrei voluto ricambiare, ma le labbra mi rimasero serrate, la paura, la stanchezza, la colpa, tutto contribuiva a far sì che quel sorriso morisse ancor prima di nascere.
Sospirai pesantemente e quel sospiro somigliò in modo grottesco a un rantolo.
Aeglos fece per parlare, ma si fermò di scatto. A cosa sarebbe servito ripetere per l'ennesima volta la stessa domanda? Nessuna risposta sarebbe giunta, nessuna verità, e lo sapevamo entrambi.
< Quel esta, Alatariel.[1] > disse.
Chiusi gli occhi. Non solo la luna era gelida.

Quel vestito rosso era sempre stato il mio preferito, semplice e leggero tanto da permettermi di poter salire su un albero o andare a cavallo, ma abbastanza femminile da rendermi immune dalle proteste di mio padre. Guardai con un misto di stupore e reverenza le lunghe maniche e la gonna che toccava quasi terra.
Strano che anche lui non lo trovasse meraviglioso... no, a lui piacevo vestita da uomo... ma amava i miei capelli più di chiunque altro avessi mai incontrato.
< E tu li portavi sciolti solo per me >.
Ah! Quella voce! Profonda, chiara, di incommensurabile potenza, una voce che aveva smosso i cuori dei Noldor ed il mio.
Non appena mi voltai lui sembrò comparire dal nulla proprio avanti ai miei occhi. I capelli come ali di corvo gli incorniciavano il viso e lo nascondevano parzialmente, ma vedevo che mi sorrideva con dolcezza.
< Ora Lorien mi invia persino te! > esclamai.
< Lorien? > rise forte < Sai che Lorien non presta la minima attenzione a te... ed io sono nelle Aule di Mandos da molto tempo! >
< Sì, sì, lo so, sei un riflesso della mia mente... per questo sei esattamente come ti ricordo, ogni piccolo dettaglio, persino... > esitai, cercando di sciogliere il nodo che mi si era formato in gola < persino ciò che provo nel vederti è uguale a come era allora. >
Mi avvicinai, temendo che si allontanasse, ma non lo fece.
< Questo vestito, > dissi < lo indossavo il giorno che ti incontrai. >
Feanor continuò a sorridere, come se mi canzonasse. Era insopportabile, ma era parte di me.
< Nessuno ti ha amata più di me > sussurrò < ma non mi hai mai parlato, mai ti sei confidata con me... > mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio < probabilmente Feanor non ti amava, lui ti considerava di sua proprietò esattamente come i Silmarils. >
< No, non è vero. >
< Oh, è vero invece. Feanor ha amato una sola volta nella vita, di un amore troppo debole per durare. La tua vita, tu stessa sei stata distrutta da lui, dall'amore che provavi per lui. >
< Eri così affascinante ed io troppo giovane. > sospirai.
Feanor mi guardò con quel suo sguardo magnetico. Sentii il mio battito accellerare vertiginosamente ed il respiro mozzarsi in gola. Avrei ancora fatto qualsiasi cosa per quello sguardo.
< Volevi essere me, Alatareiel. >
< Come puoi dirlo? >
Rise, Rise di me tanto  che ne fui distrutta. "Smettila" pensai e lui tornò serio.
< Sei tu che lo dici. Non hai capito? Io sono morto, non posso lasciare le Aule di Mandos per comparire nei tuoi sogni! Sono solo un riflesso della tua mente. >
Si fermò, squadrandomi da capo a piedi.
< Questo vestito mi piace molto. > disse < Il rosso è il colore della passione ed io sono quella passione che ti consuma dall'interno. Ma tuo figlio ormai occupa troppo spazio e presto dovrò adare via. >
< Ciò che dici non ha alcun senso! >
< La tua mente è confusa... un pozzo con troppo disordine nel fondo. >
Feci per voltargli le spalle, ma mi afferrò repentinamente.
< Ti sei mai chiesta se io sapessi o meno di Aeglos? Non mi hai mai parlato di lui! Chissà se lo sapevo, se sapevo che ciò che ti teneva al mondo era un marinaio e non le pietre che entrambi volevamo. >
< Non volevo che tu rovinassi tutto, volevo tenerti fuori da quell'aspetto, unico fra tutti, della mia vita. Ero tua per intero, non volevo che ti prendessi anche questo. >
< Io so, come lo sai tu, che è stato meglio così, che Feanor non avrebbe voluto condividerti con nessun altro. >
< Aeglos è tutto ciò che mi resta. >
Feanor sembrava sovrastarmi con la sua altezza. Tutto il suo corpo era teso come il mio, poi si rilassò improvvisamente. Mi toccò il ventre, nei miei sogni piatto e vuoto.
< Stiamo perdendo tutto, Alatariel, > disse e mi accorsi che piangeva < Aeglos inizia già a odiarti e presto se ne andrà, questa volta per davvero. È solo copa tua! >
Gridò con tale potenza che ne fui sbalzata via. Caddi e quando mi rialzai volevo colpirlo con tutte le mie forze, sfogare su Feanor la mia rabbia, ma l'elfo era scomparso. Mi accorsi che stavo guardando me stessa, pantaloni, tunica e capelli tenuti stretti dal lacccio di cuoio. Lacrime rosse di sangue mi bagnavano le guance mentre mi accarezzavo il ventre sporgente.
< Se avessi parlato prima ad Aeglos! > disse l'altra me stessa < Diglielo! > gridò. < Diglielo! >

Aeglos mi scuoteva energicamente quando tornai alla realtà. Mi resi conto di star piangendo e che la bruciatura alla mano aveva preso a pulsare in modo insopportabile.
< Alatariel! Alatariel smettila di gridare! >
In quel momento capii cos'era quella nota acuta che sentivo nelle orecchie: era la mia stessa voce. Mi zittii respirando affannosamente. Mi sentivo male, il bambino sembrava rivoltarsi come un ossesso e afferrare a piene mani tutta la mia forza, bevendo avidamente.
Scostai Aeglos con una spinta e cercai di alzarmi, ma barcollavo.
Caddi in ginocchio e vomitai, rimanendo sconvolta e disgustata.
Sentii le mani di Aeglos afferrarmi gentilmente per aiutarmi finchè non riuscii a rimanere in piedi, seppur tremante.
Alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi spalancati per la sorpresa e la paura, esattamente come i miei.
< Valar... > mormorò < Valar... > ma avrei voluto farlo semttere. A cosa serviva invocare le Potenze? Non si curavano di me e di nessuno.
< Torna a dormire, Aeglos > dissi, cercando di assumere in tono normale, ma la voce era ancora roca e tremante.
Gli votai le spalle per dirigermi verso il giaciglio che avevo abbandonato, ma la sua voce mi fermò bruscamente.
< Per favore > disse < non provare a mentirmi ancora, sarebbe inutile! Ho tentato di credere che non era nulla, che era solo la stanchezza o tante altre sciocchezze del genere, ma non sono stupido. Stai male! >
Mi fece voltare a forza e andai quasi a sbattere contro la durezza della sua tristezza.
< Gli Eldar non si ammalano. > ribattei debolmente.
< Ma si consumano nel loro dolore fino a morirne. Ti sto perdendo, Alatariel, e non riesco a farci niente perché sei tu stessa a scappare. >
Alzai lo sguardo, sfuggendo il dolore che potevo leggere nei suoi occhi. I primi bagliori dell'alba erano alle porte e il cielo si chiariva, colorandosi di tenue rosa.
Mi sembrava di rivedere le immagini spaventose del sogno, il mio volto rigato di lacrime scarlatte, il ventre prominente lì dove vi era un gonfiore ancora appena accennato. Poi quella voce chi mi urlava diglielo!
Aeglos aveva le mani strette a pugno, ma mi guardava con occhi lucidi.
< Devo dirtelo. > la mia voce sembrava provenire da remote profondità < Devo dirtelo prima che tu inizi a  odiarmi. >
Presi un respiro profondo, preparandomi a rendere reale una volta per tutte il fatto che sarei diventata madre.

Il bruciore al braccio fu intenso, ma non insopportabile, terribile fu, invece, l'urlo che il bambino sembrò emettere. In sincrono pronunciarono il mio nome con terrore, il piccolo e Aeglos, mentre cadevo a terra e molte frecce ci piombavano accanto.
Aeglos mi trascinò al riparo di un albero e con cautela estrasse la freccia dal braccio. Era nera e piumata, ma innocua. Mi fasciò strettamente prima di chiedermi come mi sentissi.
< Sto bene, non preoccuparti. > risposi ancora scossa.
Non riuscivo a pensare ad altro se non che avrebbero potuto colpire mio figlio. Oh Valar avrebbe smesso di esistere ancor prima di nascere!
< Sicura di stare bene? Forse la freccia... >
< Non era una freccia avvelenata, tranquillo. > Lo interruppi tornando in me. Non era il momento per lasciarsi andare, per fortuna non era accaduto nulla, ma eravamo circondati.
< Questi non sono Orchi. > realizzai, osservando la freccia dalle piume nere ma aggraziate.
< No, sono uomini, uomini che conoscono bene la foresta e che riescono a nascondersi tra le fronde meglio degli elfi. >
< Se solo provassimo a raggiungere il nostro campo per prendere le armi, ci ucciderebbero all'istante. Maledetti vigliacchi, che non hanno coraggio per scendere in battaglia! >
< Sono pochi. >
< Vorrei avere la mia spada! > esclamai stizzita, ma Aeglos rise.
< Non hai la tua spada, ma io ho il mio arco e ci sarà molto più utile! >
Sorrisi quando Aeglos incoccò una freccia nel suo piccolo arco bianco. Era riuscito a prenderlo insieme a pochi dardi mentre mi trascinava via.
Una freccia nera si conficcò proprio a pochi centimetri dal suo ginocchio. Aeglos si sporse leggermente e tirò. Immediatamente un grido soffocato annunciò che qualcuno era stato colpito e le frecce cessarono del tutto.
Respirando lentamente mi aiutò ad alzarmi e, mimetizzandoci quasi tra i cespugli, riuscimmo ad uscire allo scoperto senza essere visti.
< Dobbiamo far presto > dissi sottovoce < prendo la mia spada, tu richiama i cavalli. >
Corsi a perdifiato, ignorando il dolore al braccio, alla mano, la stanchezza e il malessere, corsi con il terrore che una freccia uccidesse me o mio figlio. Non mi ero resa conto di quanto lo desiderassi prima di aver provato la paura di perderlo. Sentii il fischio di Aeglos, subito seguito dal potente nitrito delle nostre cavalcature, dal sibilo delle frecce e dalle urla degli uomini che ci attaccavano uscendo dalla foresta.
Afferrai la mia spada, che avevo lasciato vicino al fuoco ormai morente, e mi voltai.
Aeglos cavalcava verso di me e Voronwë mi passo accanto, fermandosi il tempo per farmi salire in groppa.
< Noro lim, Voronwë, noro anlinta sùrëo! [2]> sussurrai e l'animale balzò in avanti con leggiadria.
Trafissi con la mia lama un uomo che mi si aggrappava, cercando di farmi cadere, e mi affiancai ad Aeglos.
Non eravamo ancora abbastanza lontani da poter evitare le frecce che il suono di un corno ci fece sobbalzare. Uomini dalle scintillanti armature parvero uscire dal nulla, cavalcando in lungo e in largo, abbattendo gli assalitori.
I Rohirrim li sterminarono velocemente, mentre io e Aeglos, fermi, asservavamo ansimanti la scena.
Tornammo sui nostri passi per trovare un capo di battaglia ormai vuoto, dove uomini e cavalli si predisponevano ad andare via.
Un uomo ci venne incontro. Cavalcava come se fosse un tutt'uno con l'animale e dall'elmo che gli copriva parzialmente il volto si intravedevano sottili capelli come fili  di rame.
Il sole appena sorto baluginò sulla sua cotta di maglia, accecandomi quasi.
< Sono stupefatto! > esclamò non appena ci fu innanzi < due Luminosi in questo paese è cosa assai rara. >
< Il mio nome è Aeglos, lei è Alatariel. >
L'uomo si inchinò alla mia volta e si tolse l'elmo.
Era giovane, ma già posato e a suo modo severo. Sorrise.
< Il mio nome è Elfwine, figlio di Eomer, primo Maresciallo del Riddermark e Re di Rohan. >



[1] Buon riposo, Alatariel
[2] Corri veloce, Voronwë, corri più rapido del vento!



*******


Bentornati a tutti, passato buone vacanze? Io così e così.
Pubblicare questo capitolo è stato un vero calvario, non so quante volte ho dovuto riscriverlo prima  di trovare la versione che mi convincesse! Non sapevo come proseguire la storia per arrivare al punto, meno male che Feanor è venuto in mio aiuto come il principe azzurro delle fiabe e ha risolto la situazione con la sua presenza, anche se solo in veste di proiezione della stessa Alatariel. E con lui sono arrivati anche gli Evanescence, credo che ormai vi siate accorti che le loro canzoni mi stanno veramente dando molte ispirazioni e spunti, per cui trovo doveroso citarli quando servono.


Luthien_8: beh cara mia, perchè non devi dire niente? Sono curiosa e interessata alle tue ipotesi perchè  ciò che io "cerco di far capire" in realtà non è nulla che possa essere interpretato diversamente dagli altri. Il mio scopo è sempre esplorare le diverse prospettive, siano esse dei rotagonisti o dei diversi lettori. Per cui voglio sapere tutto, di questo e dei precedenti capitoli!

 
   
 
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