Neve.
Ricoperto,
come da uno spesso strato di neve, ovattato, freddo ecco il mio
sguardo, ecco come ti ho visto stasera. Eri lontano, eri intoccabile.
Ho
capito per l'ennesima volta, ma anche per l'ultima che tu non mi
appartieni e non mi apparterai. Sei suo, è così
straziante dirlo,
anche solo pensarlo, ma è la realtà. Tu sei suo.
Non mi fa sentire
meglio che lei è una delle persone a me più care,
forse mi fa solo
stare peggio. Forse. Lei vivrà il sogno che avrei voluto
vivere io.
Chissà se ti apprezzerà come avrei fatto io,
chissà se coglierà
tutte le sfumature dei tuoi occhi e le espressioni di ogni centimetro
del tuo viso, chissà se apprezzerà ogni tocco
delle tue mani,
chissà se si emozionerà a ogni contatto con la
tua pelle ambrata.
Dovrà farlo, perché è impossibile
starti accanto, senza accorgersi
di queste cose.
La
neve ricopre tutto, ricoprirà anche questo mio sentimento,
che come
un germoglio è nato durante una primavera anticipata, ma non
sboccerà mai perché non era il suo momento.
Perché
non era la sua primavera.