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Autore: crikke90    30/08/2010    5 recensioni
Siamo ancora a Kanto, nella Battle Frontier, in una città indefinita a festeggiare carnevale e la mente di Ash si perde tra la folla. Non fisicamente, s'intende.
Misty è immersa nello spirito della festa, ma non è da sola... e Gary... bhe, Gary riemerge dal nulla per aumentare la comicità della situazione!
Un'altra mia caratteristica fic comico demenziale senza faccine. Oddio, di demenziale tende ad avere ben poco una volta superato il primo capitolo....
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brock, Gary, Tracey | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Mondo E' bello Perché è Rosa


Questo capitolo l'ho iniziato e finito in un battito di ciglia. Ah, fossero tutti così (ma non lo sono)
Vi auguro una buona lettura.
P.S. c'è una frase di Alex Britti perché è venuto in concerto ieri sera e... ahaha mi ci sono fissata per sapere le canzoni a memoria. la canzone citata è "Festa".
Un'altra canzone citata: Let There Be Love degli Oasis.

 

Capitolo 05: Tutto si risolverà, forse.

 

C’era rimasto male. No c’era rimasto male sul serio.

Lei non lo aveva salutato, calcolato, guardato. Che aveva fatto di male?

Ash s’incupì mentre guardava il soffitto del Centro Pokémon, dal suo bel letto a castello. Non riusciva a prendere sonno. Aveva parlato con Brock ed era andata via e questo gli dava un profondo fastidio. Mi sa che si era offesa. Aveva così paura di Gary da essersi dimenticato di lei, ma come aveva potuto?

Eppure… eppure sì, lei era sempre stata quella accanto a lui, quella con cui aveva litigato, aveva fatto pare, aveva passato le più belle giornate della sua vita. Piano piano il suo eterno viaggiare era diventato una fonte di esperienza in più, ma la parte veramente fondamentale era stata all’inizio, quando si era fatto pescare da una strana ragazza dai capelli rossi che aveva fatto preoccupare dal primo istante. Lei si era sempre preoccupata per lui, gli era sempre stata accanto e lui? Lui non l’aveva salutata, non si era scusato, non aveva fatto niente di quello che avrebbe dovuto fare.

Bene, gli fu subito chiaro: il grandissimo idiota era lui. Fu consolante, ma non doveva essere una scoperta, lei quante volte glielo aveva ripetuto?

Che strano, si ritrovò a pensare a lei. Rivide la sua immagine davanti agli occhi, la vide sorridente con il suo codino assurdo. Vederla con Tracey l’aveva sconvolto, e non aveva neanche la più pallida idea del perché lo avesse fatto crollare a terra. Una parte della risposta l’aveva trovata: lui a lei ci teneva. Ci aveva sempre tenuto, lei era la persona che lo faceva rimanere con i piedi per terra. Le voleva bene, e tante volte, all’insaputa degli altri l’aveva chiamata perché gli erano venuti dei dubbi. Lei aveva sempre sorriso dicendo che doveva avere fiducia in se stesso. Ma i dubbi di lei, a lui non li aveva raccontati.

Prima di mentire, prima di tutto la colpa era anche di lei. Ad ogni modo, si sarebbe scusato, perché non poteva permettersi di passare altre notti in bianco. No, non poteva…

 

Qualcun altro rimaneva a guardare il soffitto della propria stanza quella notte. Misty.

Tornando a casa aveva chiarito le cose con Tracey, qualcosa come “guarda, mi dispiace, ma non posso stare con te”. Lui non c’era rimasto male come credeva, forse l’aveva sopravvalutato.

Ora lei era impegnata in altre cose. La palestra, tipo.

Balle, stava male. Il ragazzo che amava l’aveva ferita nell’orgoglio. Beh, avrebbe dovuto prendere un bel respiro e andare avanti. Avrebbe dovuto. Poi Gary aveva lasciato nelle sue mani la sua vendetta. Era stato gentile, ma quello che avrebbe fatto, forse, non era così tragico

Si rigirò nel letto un paio di volte poi decise di alzarsi e andare a farsi una nuotata. Quello era l’unico modo per calmarsi, lo era sempre stato. La sua pelle, a contatto con l’acqua, si distendeva e cominciava a crescere, dentro di lei, una grande tranquillità. Era nel suo elemento.

Sì, sarebbe andata a farsi una bella nuotata.

 

Il paese è in festa due sospiri più in là ©. Carnevale era finito ma Vera era decisamente più allegra del solito, più o meno in proporzione a quanto Ash fosse meno allegro del solito.

Max capiva che la sorella, oramai, stava per abbandonare il suo essere pura, casta e innocente, e Drew gliel’avrebbe tolta definitivamente dai maroni. Il ragazzino poteva finalmente sperare di attuare il suo più grande desiderio:

Tentare di conquistare il Mondo! ©.

Brock, invece, riguardava la collezione di foto che aveva fatto alle varie ragazze che giravano mezze nude per la città giusto il giorno prima, sospirando ammaliato. Se qualcuno provava ad avvicinarsi a lui, riceveva un’occhiata ben poco rassicurante e sentiva provenire dall’allevatore un ringhio.

Sì, un ringhio, proprio un ringhio!

Drew stava preparando un po’ di rose rosse da offrire alla ragazza che gli aveva fatto capire di amarlo, o di andarci vicino, insomma. Tutti si chiedevano dove le nascondesse, e come potesse tirarle fuori nel modo più normale del mondo, come se gli comparissero in mano. Sì, in mano. Il ragazzo dagl’occhi verdi aveva partecipato alla colazione quella mattina, occupandosi non solo di occupare una tavolata bella grande, ma anche di far trovare al posto della persona che stava corteggiando un mazzo di rose legato da un nastro rosa.

Era bello temporeggiare!

Quando la ragazza arrivò al tavolo rischiò di avere una sincope. Iniziò a fare dei gridolini eccitati e portò le sue rose in camera. Gli altri si sedettero e, chi più chi meno, cominciarono a mangiare.

-Dove hai comprato quelle rose, Drew?- chiese Brock.

-Segreto professionale.- rise lui. -Non potrei dirvelo…-

-Regali delle rose a mia sorella.- disse Max. -Devo sapere da dove provengono, se sono sane e, soprattutto, se si possono mangiare!- tutti guardarono il bambino con aria sconvolta. -Vorrei puntualizzare che stiamo parlando di Vera.- annuirono tutti.

-Parlavate male di me?- chiese la ragazza, rientrando. I suoi amici simularono un “no” soffocato accompagnato da dei colpetti di tosse. Lei decise di farci poco caso –perché quella manica di sfaticati era talmente fuori di testa da sembrare normale– e prese a mangiare con espressione trasognata.

Ash approfittò della situazione solluccherosa per tirare un braccio a Brock e chiedere, a bassa voce:

-Secondo te dovrei chiamare Misty?-

L’ex capopalestra rimase un po’ interdetto e stupito dalla capacità mentale del suo amico ma, evidentemente, si era fatto molto più furbo. No, ci ripensò, quello era Ash!

-Credo di sì. Non mi è sembrata molto entusiasta…-

-L’avevo notato- si depresse l’allenatore. -Non mi ha neanche salutato!-

-Il problema è Tracey.- gli fece notare l’amico. -Ti devo ricordare quello che ha detto?- no, non doveva. -E’ stato piuttosto spietato.- Ash lo guardò con rimprovero.

-La pensavi come lui.-

-Sì, ma non ho mai fatto niente per farti del male intenzionalmente.-

Aveva ragione.

-Comunque…- sospirò il moretto -…credo che la chiamerò… adesso intendo.-

-Ma non hai toccato cibo.-  gli fece notare l’amico. Lui annuì.

-Non ho fame.- i presenti lo guardarono allontanarsi sconvolti.

-Ma che avete tutti?- chiese Max.

 

-Vorrei parlare con Misty.- Daisy guardò Ash con un’espressione molto dispiaciuta.

-No, non puoi.-

-Perché?- incalzò il moro, determinato.

-Perché non vuole parlare con te.- puntualizzò la bionda. -E’ molto arrabbiata.- il ragazzo perse molto del suo coraggio e si sentì sconfortato.

-Ma io voglio scusarmi con lei!-

-Senti…- lei lo guardò in un modo strano, come se le facesse pietà. -…non vuole vederti e non vuole sentirti. Dalle tempo, siete amici da tanto, cambierà idea!- sorrise per un attimo ma si rabbuiò immediatamente e gaurdò il suo interlocutore, incerta. -…forse-

-…- l’interlocutore era tutto tranne che consolato. -…forse.- ripetè. Il forse non era abbastanza per farlo stare meglio. Si salutarono educatamente e riagganciò.

Favoloso, aveva fatto un grande buco nell’acqua!

Stette un attimo a pensare. Ah, sì, aveva capito, la colpa era di Tracey. Sicuramente lui aveva rincarato la dose.

“Il problema è Tracey. Ti devo ricordare quello che ha detto?”

No.

Compose il numero senza pensarci e si trovò faccia a faccia con il disegnatore senza neanche sapere cosa dire. Maledisse il suo impulso, si morse le labbra e attaccò a parlare.

-Mi devi spiegare un paio di cose.- l’interlocutore lo guardò preoccupato.

-Buongiorno anche a te, Ash.-

 

…let there be love

Drew camminava mano nella mano con Vera quando dal bar vicino sentirono una splendida canzone. Era un po’ data e ricordarono di averla ascoltata tante volte qualche anno prima. Non avevano parlato ancora dei loro sentimenti, si erano lasciati andare ad una lunga passeggiata da soli, immersi in una piccola città piena di posti carini. Il Bar aveva dei graziosi tavolini all’aperto, sotto un gazebo su cui si era intrecciata un’edera. L’aspetto era dannatamente bello, soprattutto se illuminato dal sole.

I due si sedettero e la cameriera fu veloce a portar loro i menù.

-Sai…- fece la coordinatrice al suo interlocutore. -Non sapevo che si potesse stare così bene con una persona solo camminando al suo fianco.- sorrise.

-Hai ragione.- lui ricambiò il sorriso.

…just remember I'll be by your side…

-Non so come spiegare quello che provo.- fece lei. -Sei un tipo galante, un tipo che piace alle ragazze- fece una smorfia –si stava arrabbiando– -a tutte le ragazze.- Drew rise. -Piaci anche a me, per il tuo aspetto, per i tuoi modi raffinati…- si imbarazzò molto, distolse lo sguardo da lui, si mangiò e labbra e arrossì, tutto in pochi attimi. -Ma tu mi piaci anche e soprattutto perché sei tu…- lui arrossì lusingato ma la sua espressione faceva trapelare il fatto che non comprendeva appieno. Lei se ne accorse. -Nel senso che… un altro ragazzo, ugualmente carino, ugualmente dolce, galante e simpatico non mi piacerebbe nello stesso modo in cui mi piaci tu.-

…let there be love

-Capisco.- il volto si Drew si colorò un poco di rosso. -Ci hai pensato tanto, vero?- lei ridacchiò.

-Già! E ancora non sono sicura di averti fatto comprendere bene.-

-Mi hai fatto comprendere benissimo.- il suo sorriso la sciolse e tutto il coraggio che le ci era voluto per comporre e fare quel discorso scomparse. -E tu sei stata così onesta che ora mi sento in difetto.-

-Perché?-

-Perché io non so spiegare come hai fatto tu perché mi sento così bene quando sto con te.-

Erano belli da vedere. Un gruppo di ragazze si fermarono e li guardarono, un po’ gelose, ma commentando tutte cose positive come “Certo che sono proprio carini quei due insieme!”. Il mondo per loro era momentaneamente scomparso e anche la cameriera, che pur voleva prendere le ordinazioni, indugiava all’entrata del bar a contemplarli con dolcezza.

I due si immergevano completamente negl’occhi dell’altro, sempre molto timidi e innocenti, sempre con la paura che una qualsiasi mossa, una qualsiasi parola, potesse spezzare quel dolce incantesimo che li legava.

-Perché non ce lo siamo detti prima?- chiese Vera.

-Perché io ti ho mandato dei messaggi subliminari, ma tu non li hai mai colti,- rispose Drew. -quindi ero convinto di non interessarti a quel modo.-

-Ha un senso.- fece lei.

-E poi,- lui le prese le mani. -a quanto pare entrambi abbiamo maturato il nostro sentimento, rendendoci sempre più sicuri di noi stessi.-

-Già.- lei sorrise. -Altrimenti sarei potuta uscire con un ragazzo altrettanto carino, altrettanto dolce, galante e simpatico.- risero insieme.

Let there be love.

Fai che ci sia amore.

Il tempo aveva fatto crescere entrambi.

La cameriera sorrise e si avvicinò al tavolo per prendere le ordinazioni.

 

Il tempo aveva fatto crescere e cambiare tanti sentimenti. Misty nutriva sempre più affetto nei confronti di Ash, e tutto ciò la faceva stare sempre peggio. Era inutile negare che le possibilità che lui sbattesse la testa e si accorgesse di amarla erano ben poche. Inoltre, anche se si fosse realizzato tutto ciò, non sarebbero potuti stare insieme.

Anche Ash, con il tempo, aveva maturato qualcosa nei confronti di Misty. Il suo affetto per lei era cresciuto e lei era rimasta sempre una delle persone più importanti della sua vita. Quando pensava a lei c’era sempre della profonda nostalgia, ma mai le aveva detto “mi manchi”, non avrebbe potuto per quel patto che c’era segretamente tra loro, cioè quella bambinata per cui loro, in realtà, si odiavano.

Lui glielo aveva anche chiesto, “torna a viaggiare con noi!” usando il noi di proposito ma lei aveva sorriso tristemente e aveva cambiato argomento.

Misty non era una brutta ragazza, anzi, era molto carina e sapeva essere veramente femminile quando voleva. Ma il suo animo era quello di un maschiaccio e, in fondo, lui le voleva bene soprattutto perché lei era così. Non voleva una Misty più femminile, più pacata, voleva la sua amica manesca, intraprendente, indipendente, forte, single.

Sì, la voleva single, perché una Misty fidanzata non era più una Misty libera, e una Misty libera poteva svegliarsi un giorno, fare dei progetti impossibili e realizzarli tutti.

La voleva single perché non poteva sopportare che un altro uomo l’avesse incatenata.

Ash lo pensò per la prima volta e la cosa lo spaventò molto. Ce l’aveva con Tracey perché si era impossessato di una Misty che non conosceva, e che avrebbe voluto conoscere prima di chiunque altro. Gli passò per la mente durante la notte, ma decise di spazzare via questo pensiero perché era troppo pericoloso.

 

-Perché Misty ce l’ha con me? Perché non mi vuole parlare?- ci eravamo interrotti a quando Ash aveva telefonato, senza pensare, a Tracey.

-Questo è ovvio e lo sai.- rispose lui. C’era anche un’altra parte ma era prematuro rivelargliela. -Perché sei arrabbiato con me?- il moro rimase allibito.

-Sei tu quello che ce l’ha con me!-

-Rispondi alla mia domanda.- l’allenatore ci pensò.

-Perché hai istigato Misty contro di me!-

-Questo, primo, non è vero.- il disegnatore lo guardò storto. -E, secondo, non è la vera ragione.- il più giovane dei due stette a pensare ad una plausibile replica.

-Perché hai voluto ferirmi.- rispose, serio.

-E ti ho ferito?- Tracey lo chiese ma la risposta a questa domanda l’aveva già avuta.

-Sì.-

-Cosa ti ha ferito?- Ash rimase di stucco.

-Che domanda è questa?-

-Rispondi.- il disegnatore era intransigente. Regnò il silenzio tra i due per un minuto buono.

-Mi ha ferito vederti con Misty.- era strano ammetterlo.

-Perché?-

-Ma sei ripetitivo!- commentò l’allenatore, che fu velocemente incenerito. -Perché non me lo avevate detto!-

-No Ash, non è questa la verità.- colpito in pieno. Ci furono altri secondi di silenzio in cui fu ancora più difficile ammettere a se stesso prima di ammettere a lui quello che stava per dire.

-Perché la amo.-

Fine Capitolo 5

 

 

Commento da un'autrice fissata: L'ha capito! Grande Tracey, un applauso. Questa volta lui è quello che ha la funzione rivelatrice, l'epiphany di Joyce ahahah! Va beh, smetto di dire cavolate (o Joyce mi scaglia Ulisse contro, e chi lo regge! ahaha)
Le cose si fanno interessanti.
La fic scorre, <3
In realtà oramai sono fissata con il fatto che Ash sia cresciuto e che sia più facile fargli capire le cose. Non sono sicura di aver ragione...

 

Angolo dei Commenti:

camilla_rain_ mi piace molto di più XD. Sì, il gruppo di pettegole. Torneranno. In parte. Sì, Drew è qui sono per Vera, spero di usralo da qualche parte... uhm...
Tracey è antipatico, ma alla fine si è rivelato fondamentale, grazie a Dio ù_ù... meglio? XD
e... il mitico gruppetto... sì, mi manca tanto e immagino manchi anche a lui. Era il suo inizio.

 

 MaryVera96_ la vendetta di Misty è ciò che pensi. Beh, ora sono ancora più pucciosi quei due vero? XD ma che carini che sono in questo chap! E... a quei due dedicherò ancora molto tempo...

 

Sappiate che il prossima capitolo FARA' IL DELIRIO. ahahah mi rotolo dalle risate. C'è un modo per far tornare Ash da Misty, ideato da Brock, e non poteva essere più spassoso!

XD ma se ci provate potreste indovinarlo =P

   
 
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