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Autore: lames76    30/08/2010    1 recensioni
Altro racconto sul settimo cavaliere, più maturo e completo del precedente e leggibile singolarmente (leggibile anche senza aver letto il precedente). Menion si ritrova in una situazione critica e per una volta non sarà da solo a combattere il male ma sarà affiancato da valorosi compagni.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Settimo Cavaliere'
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Mentre seguivano Due Lune e Tintinnio in un labirinto di strade e viuzze, Olimpia aveva ascoltato la spiegazione di Menion ed aveva sempre annuito. Tutto era molto strano, ma aveva creduto ad ogni singola parola del ragazzo.
"Che cosa è successo dalla mia partenza?", le chiese infine il cavaliere guardandola negli occhi.
"Siamo tornate a casa", rispose lei, "Aura non ha mai sospettato che Teseo fosse sopravvissuto. Niobe sta..."
"A dire il vero mi interessava sapere di te...", le sorrise con calore tenendole le mani.
"Beh non ho fatto molto, ho continuato a narrare le storie, ma non mi sono mai decisa a frequentare l’accademia per diventare un vero Aedo...", sospirò.
"Beh io intendevo... ti sei fatta una famiglia?", Menion arrossì, non poteva farne a meno con lei.
Anche la ragazza arrossì, "La mia famiglia sono le amazzoni..."
Rimasero un attimo in silenzio.
"Non ti ho mai dimenticato", disse tutto d’un fiato la giovane.
"Neppure io Olimpia", le rispose lui tornando ad abbracciarla, "Nonostante la distanza che ci separava, non ho mai smesso di pensarti"
A rompere l’idillio ci pensò la voce della fatina, "Siamo arrivati!"
Il ragazzo fu certo che Tintinnio l’avesse fatto apposta, a volte poteva essere davvero gelosa.
Due Lune si presentò di fronte al cavaliere sondandogli l’anima con il suo sguardo profondo.
"Cavaliere, devi essere forte", la sua voce era calma, "Stiamo per ritornare alle Celesti Praterie, che tu conosci col nome di Faerie, ma non è più la terra che conoscevi", fece un’altra pausa, "Vedrai cose che scuoteranno il tuo animo fino alle fondamenta, ma dovrai restare saldo altrimenti non servirai a nulla", non gli diede il tempo di parlare, "Per questo la ragazza è stata portata qui, per fornirti un’ancora di salvezza a tutto il male che vedrai"
Lui lo guardò con durezza: chi era quell’uomo per parlargli così? Lui era un Cavaliere, non si sarebbe fatto intimorire da niente!
Tintinnio gli fu vicino appoggiandosi sulla sua spalla ed abbracciando il suo collo con le sue braccine, "Menion non sarà facile, devi credere alle sue parole"
Lui sorrise prendendo delicatamente la mano di Olimpia, "Con voi starò bene", disse con sicurezza.
Il nativo americano annuì parendo soddisfatto, "Bene non ci resta che attendere l’altro Cavaliere sopravvissuto..."
"C’è un altro cavaliere sopravvissuto?", chiese il ragazzo sgranando gli occhi.
"Me ne ha parlato lo spirito", spiegò con la sua solita voce decisa, ma pacata, il nativo americano, "Il vostro Primo ha fatto in modo di salvare tre di voi. Lui perché è il più forte dei guerrieri, tu perché..."
Menion non stava più nella pelle, "Chi è questo cavaliere?"
"Io, giovane compagno", la voce alle sue spalle era forte e sicura.
Lui si voltò e si ritrovò di fronte un uomo apparentemente poco più grande di lui. Ma l’apparenza era quella di un uomo molto maturo che dava sicurezza solo a guardarlo.
Il Settimo cavaliere gli si fece vicino e gli porse la mano che l’altro gli strinse con una presa salda e forte.
"Menion DeVille, settimo cavaliere di Faerie", si presentò.
"Alessandro III, terzo cavaliere di Faerie", rispose l’altro.
La mente storica di Menion si accese, mentre osservava i dettagli degli abiti dell’uomo e solo con un enorme sforzo di volontà riuscì a non restare a bocca aperta. Quell’uomo era Alessandro III di Persia, conosciuto come Alessandro Magno, il più grande condottiero della storia umana. Quell’uomo era stato in grado di conquistare, quasi tutto il mondo conosciuto, in soli trentatre anni.
Menion fece scorrere lo sguardo da lui a Due Lune, guardandoli si rese conto che con loro a fianco niente era impossibile.
Alessandro emanava forza e risolutezza, il sol guardarlo ti faceva pensare che avessero già vinto.
Con calma si presentò a tutti, il re conquistatore sorrise a sentire il nome di Olimpia, dicendo che era omonima di sua madre. Dal canto suo, la giovane, non aveva mai sentito parlare di lui, ma rimase comunque impressionata dalla sua presenza.
"Ed ora qual è il piano?", chiese il settimo cavaliere ora pronto a tutto.
"Semplice, andiamo a Faerie e la riconquistiamo", il re lo fece sembrare qualcosa di semplicissimo.
"Non vorrei sembrare una guastafeste, ma siamo solo in cinque contro un esercito che è stato in grado di spazzare via ogni resistenza", intervenne Tintinnio con fare realistico.
Alessandro la guardò con occhi gentili, "Nulla è impossibile per colui che osa"
Incredibilmente, nessuno trovò niente da obiettare.




Nota: mi sono divertito a far dire ad Alessandro III una delle frasi per cui è famoso, ovvero il suo: "Nulla è impossibile per colui che osa", cercando di farlo collimare con il contesto :-)
   
 
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