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Autore: Sorrymusicjunkie    30/08/2010    1 recensioni
Ma anche se è nel posto che più le piace al mondo, con il suo skate, pronta a rompersi un braccio se necessario, si sente quasi fuori posto. Cosa ci fa lei in quel posto pieno di gente felice? Perchè ora porta il suo dolore anche lì? Forse era meglio lasciarlo a casa, quel maledetto dolore.
Ed ecco, su quella rampa, forse troppo alta per lei, forse troppo difficile in questo momento così fragile, lo skate si rifiuta di accompagnarla ancora. Il corpo cade a terra e quasi rotola giù, mentre lo skate prende a scivolare su e giù.
Stupida, cosa credi di fare eh? Non ha la forza di alzarsi,  non ha voglia di prendere la tavola e continuare, non vuole fare finta di niente.
Sente i passi intorno a lei, c'è chi la guarda stupito e chi ride per la sua figura non proprio bella. A lei non importa niente, quasi le piace sentire il freddo dle terreno.
Il gomito brucia, una sostanza rossa cola sul braccio e le sporca i vestiti, non ci fa caso, non fa caso più a niente.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il primo capitolo. (:

PAIN.

Pain, without love,
Pain, i can’t get enough.

                    

A capo chino cammina tra la folla, una ragazza qualunque, i capelli le coprono il viso rigato dalle lacrime. Ci ha rinunciato, sa che lui non la vuole, sa che lui preferisce quella barbie senza cervello. Cerca di convincersi che è lui che ci perde, soltanto lui, ma sa benissimo che l’unica che soffre è lei.
Questo destino è così crudele con lei, questo dannato destino l’ha privata dell’unica persona che ha amato veramente. Ma che ne sa lui, che stronzo com’è si diverte a rovinare le vite altrui, e mai pensa alla sua.
Il sottile filo rosso che univa i loro mignoli ci ha messo poco a spezzarsi, e con lui anche il cuore della ragazza è andato in frantumi.
Poco importa, ora lei cammina a capo chino, tra la gente che neanche la nota, troppo occupata con i suoi problemi. Lei spera che sia rimasto a casa, che proprio oggi, che lei è finalmente uscita di casa, lui sia rimasto in camera sua con quella biondina a fare chissachè. Non vuole vederlo, sa che non sarebbe capace di resistere, ne è consapevole.
Va a sbattere contro le persone e non si preoccupa neanche di chiedere scusa,  immersa nel suo dolore.
Quando finalmente alza il capo, è soltanto per salutare i suoi amici che la guardano straniti. Tra smorfie e finti sorrisi riesce a cavarsela con tutti, o quasi.
Lo sa che lei capirà tutto, sa benissimo che lei capisce sempre.
Si avvicina a lei, con il cappuccio accuratamente sistemato per coprire gli occhi rossi.
Non l’abbraccia, non la bacia sulla guancia, come ha fatto con tutti, aspetta semplicemente quella domanda.
La ragazza la scruta, cercando di scorgere gli occhi, senza buoni risultati, si avvicina e le mette una mano sulla spalla.
“Come stai?” La domanda, eccola. Non vuole fingere, sa che con lei non funzione, sente un grande bisogno di dire la verità.
“Male.” Toglie il cappuccio velocemente, gli occhi finalmente escono allo scoperto, arrossati e bagnati dalle lacrime che non è riuscita a trattenere.
La sua migliore amica si fionda su di lei, l’abbraccia e le bacia la fronte, con fare protettivo. In questo momento potrebbe benissimo dire “Te l’avevo detto.” Ma non lo fa, la sua amica sta male e non vuole farla stare peggio.
Dopo pochi minuti si separano, Jole, la sua amica, le accarezza una guancia, mentre lei cerca di sorridere, anche se viene fuori soltanto una specie di smorfia.
“Basta, Caileen, non ne vale la pena.” Le sussurra mentre sorride e la trascina verso i loro amici, che le aspettano impazienti. “E poi, oggi c’è quel ragazzo di cui ti avevo parlato.” Le fa l’occhiolino, mentre lei ride debolmente per l’atteggiamento dell’amica.
Ne ha sentito parlare di quello nuovo, è subito entrato nella loro compagnia. Dicono tutti che è bello e simpatico, non avendolo mai visto non può dire niente, ma sa già che non serivirà dire qualcosa, perchè nessuno può competere con il suo Lui, anche le ha spezzato il cuore.
L’amica la prende per mano e la porta verso le altalene, dove i loro amici sono intenti a parlare allegramente.
Proprio sulla prima altalena, quella rossa, quella che di solito occupa lei, c’è un ragazzo, che si dondola piano e qualche volta sorride agli altri che cercano di coinvolgerlo nella conversazione.
Proprio quando Caileen si trova davanti a lui, alza la testa e la osserva attentamente, mentre il sorriso che prima occupava il suo volto lascia spazio a un’espressione neutra, tutte le emozioni che quel sorriso comprendeva muoiono insieme ad esso, lasciando il posto a quell’espressione priva di sentimenti.
Lei gli porge la mano titubante, mentre sussurra un appena udibile “Caileen.”
L’espressione di lui non cambia, il gelo invade il cuore di lei, già muto di suo.
“Kyle.”  Caileen cerca di non fare caso all’occhiata di disprezzo regalatagli da lui e si volta verso la sua amica, che le sorride rassicurante.
Dopo qualche minuto decidono di andare al Cube, il soliti locale in cui si recano la sera. Tra le chiacchere e gli scherzi dei suoi amici, la ragazza si sente quasi meglio, anche se qualche volta è costretta afermarsi e riprendere fiato, perchè sente la testa pesante e tutto gira.
Il ragazzo di prima, Kyle, non la degna di uno sguardo. Eppure con gli altri parla tranquillamente, mentre a lei sembra odiarla profondamente. 
Decide di non farci caso, già troppi pensieri occupano la sua mente.
Riesce a scorgere da lontano l’insegna luminosa del Cube, gli altri aumentano il passo, mentre lei preferisce camminare lentamente.
Poi, comu un fulmine a ciel sereno, intravede la chioma bionda di lui, Joe, proprio all’entrata del locale. Sente la voragine all’altezza del petto ingrandirsi, sempre più. La testa si fa pesante, quasi come un macigno, le gambe tremano e minacciano di cedere da un momento all’altr, poi il buio.
Riesce a sentire due braccia che la sorreggono, e la voce del nuovo arrivato che grida “Stupida.”
Prima di svenire, prima di farsi accogliere dal buio, capisce che non c’è alcuna speranza di fare amicizia con quel ragazzo, che ce l’ha con lei senza un motivo ben preciso.

Il buio fa da sovrano nella testa di Caileen, mentre gli occhi cercano inutilmente di aprirsi. Dopo vari tentativi finalmente risce ad aprirne uno, poi l’altro, la prima cosa che vede è un soffitto bianco, poi gli occhi si posano sulla figura che le tiene stretta lamano, Jole. Uno strano ‘beep’ le invade i pensieri, mentre gira la testa verso l’apparecchio da cui proviene.
“Tesoro, finalmente. Ci hai fatto venire un colpo.” La voce dell’amica è rotta dai singhiozzi che le invadono mentre e corpo, la presa sulla mano si fa più forte e decisa.
“Jole, sto bene.” Risponde lei con la voce impastata dal sonno, gli occhi minacciano di richiudersi ma decide di fare uno sforzo per i suoi amici, che si sono preoccupati per lei.
Jole si alza dalla sedia e si avvicina alla porta, la apre e dopo pochi secondi proprio da essa entrano i suoi amici.
“Oh scema, ci hai fatto prendere male.” Dice Rob con la solita voce troppo alta, mentre si avventa su di lei e la stritola in un’abbraccio.
“Scusatemi, non era mia intenzione, mi farò perdonare.” Cerca di sorridere agli amici che la guardano e a loro volta sorridono.
“Questo vuol dire che offri da bere?” Ste la guarda con gli occhi che brillano, poi fa una smorfia stupida e scoppia a ridere.
Anche Caileen scoppia a ridere per la faccia dell’amico e risponde “A te no, Ste.”
Lui la guarda e fa una faccia da cane bastonato, tentando inutilmente di farla intenerire.
“Non funziona, caro mio.” Prima che il ragazzo riesca a risponderle a tono entra un signore con una lunga vestaglia bianca e con in mano dei fogli stropicciati.
“Allora, signorina, come stai?” Chiede mentre comincia a trafficare con i macchinari e a staccarle i fari tubi attaccati al corpo magro.
“Meglio, dottore.” Risponde mentre fa una piccola smorfia, non è per niente brava a dire le bugie e lo sa, ma questa volta sembra funzionare.
“Bene, allora puoi andare a casa, il peggio è passato.” Fa una piccola pausa e le toglie la flebo “ Però se puoi domani, alle tre, devi passare dal mio ufficio, con uno dei genitori, così posso restituirti i risultati delle analisi.”
“Certo, la ringrazio Dottore.” Si alza dal letto bianco, lotta contro la stanchezza e la voglia di risedersi e si avvicina all’uscita della stanza, i suoi amici la seguono e insieme escono dall’ospedale.
Tutto torna come prima, gli amici ridono e scherzano, Jole le fa compagnia verso la strada di casa, il ricordo di Joe 
sembra svanito, anche se per poco.

This life is filled with hurt,
When happiness doesn't work.

  
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