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Autore: kikkisan    31/08/2010    17 recensioni
"E’ una calda mattina d’estate.
Salgo sulla nostra collina preferita, dove da piccoli amavamo giocare a rincorrerci..." inizia cosi, questa che per me è la prima storia a capitoli, una storia iniziata più di un lustro fa, una storia che deve fare ancora un po’ di strada per arrivare alla fine, che forse zoppicherà qua e la, ma che spero possa trasmettere a Voi che la leggerete quello che ha trasmesso a me nello scriverla.
Dopo il prologo iniziale, cosa successe il giorno dell’accusa di tradimento? E se il messaggere di sua maestà arrivasse un attimo dopo...
Leggetela e se vi va ditemi che ne pensate nel bene e nel male.
E come sempre Carpe Diem.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Generale Jarjayes, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Premessa: Innanzitutto PERDONO.
Poi, questa storia non è facile, lo capisco, ma ormai non si torna indietro e spero continuerete a seguirmi.
Per togliervi ogni dubbio, Oscar non è sveglia, Oscar è ancora nel suo limbo tra la vita e la morte e in questo capitolo si ricorderà sensazioni, sentimenti e gesti che finalmente la porteranno a capire quello che è successo.
Buona lettura a tutte.


Apro gli occhi.
Buio.
Un lampo.
Luce nella stanza.
Poi.
Di nuovo buio.
Di nuovo luce.
Ora ricordo.
Ricordo tutto.
Alzo lo sguardo.
Riesco a vedere chiaramente le due persone davanti a me.
Sento le sue parole.
Quelle di mio padre che urla il nostro tradimento.
Che urla la nostra infedeltà alla corona.
No, non ci perdonerà.
Sento da lontano gli incessanti singhiozzi di tua nonna.
Sento lo spavento scorrerle lungo il viso.
Mi dispiace, nonna, mi dispiace tanto.
E poi vedo te.
In ginocchio davanti me.
Vedo la pistola poggiarsi delicatamente a terra.
Vedo i pugni serrarsi sulle ginocchia.
Ti sento sospirare. 
Ma non c’è paura nel tuo corpo.
Né terrore nella tua voce.
Non voglio pensare a cosa succederà.
Ascolto le tue parole come provenienti da uno spazio infinito.
Ascolto impaziente quello che prevedo sarà un sacrificio vano.
Morire.
Implori mio padre di ucciderti per primo.
Supplichi di non dover assistere all’orrore della mia morte.
Morire prima della donna che ami.
Prima di me.
E io?
Non riesco a pensare.
Non riesco a ragionare.
Riesco solo a dire “Andrè io... ” 
Stupide parole inutili.
Vorrei tanto gridarti di non farlo.
Vorrei tanto chiudere gli occhi e aspettare la morte insieme a te.
Ma so che questo non avverrà.
E lo sai anche tu.
Sì, tu lo sai.
Sai che dopo non mi ucciderà.
Sai che dopo quel coraggio non ce l’avrà.
E che questa follia svanirà così velocemente com’è arrivata.
Ma vuoi morire lo stesso.
Vuoi salvarmi lo stesso.
Sei coraggioso Andrè.
Lo sei sempre stato.
Molto più di me.
E ora sei qui.
Pronto a morire.
Pronto a dare la tua vita per la mia.
Pronto ad assolvere il compito di tutta una vita.
Ma non è per dovere che lo fai.
Non è per rispetto, né per devozione.
E’ solo per amore.
Quell’amore di cui il tuo cuore si è saziato fino quasi ad esplodere.
Quell’amore ormai spettatore involontario del tuo dolore. 
Quell’amore che io ho sempre rifiutato.
Fino ad oggi.
Perché ora mi sto prendendo il tuo amore Andrè.
E la tua vita.
Sei una vigliacca Oscar, solo una vigliacca. 

Ti alzi lentamente.
Vedo il tuo corpo proteggere il mio.
Non ricordavo una sensazione di protezione cosi intensa prima d’ora.
Non ricordavo quanto fossi alto Andrè.
E quanto fossero larghe e forti le tue spalle.
Non ricordavo nulla di te.
Ma dove sono stata fino ad ora?
In quali profondità di questo mondo erano sepolti i miei occhi, così ciechi da non accorgersi chi faceva scudo alla mia anima?
In quale di queste uniformi era celato il mio cuore, così incapace di comprendere chi lo salvava dal tormento della sua solitudine?
Dove eri Oscar, dove ti sei nascosta tutto questo tempo?
Dove?
Un altro lampo.
Mi acceca.
Poggio le mie mani sulla tua schiena.
Ti sento sospirare.
Ti posso vedere Andrè.
Posso vedere il tuo sorriso illuminato dall’assenso di mio padre. 
Posso vedere i tuoi occhi ormai sereni per la mia salvezza.
Come posso farti questo amore mio. 
Come posso impedire questa pazzia.
Sento le lacrime scorrere lungo il mio viso.
Sento la mia esistenza scivolare nell’abisso della viltà.
E davanti a me passano le immagini della nostra vita insieme.
I bagni nel mare della Normandia con mio fratello.
Le infinite sfide, l’incrociarsi delle spade nel grande giardino con il mio compagno di duelli.
Le interminabili cavalcate nelle sconfinate vallate di Arras con il mio amico.
La lunga battaglia contro il mio cuore per comprendere che tu, mio fratello, mio compagno, mio amico, sei ora anche il mio uomo.
E lo sei sempre stato.
Ma una nuova immagine spazza via tutte queste fragili emozioni.
La mia vita senza di te.
Io senza te.
Luce senza ombra.
Ombra senza luce.
Ma chi è l’ombra?
Chi la luce?
Io non lo so.
So solo che l’una non vive senza l’altra.
So solo che l’ombra si nutre della sua luce 
E la luce muore nella sua ombra.
Sono così, indissolubili, indivisibili.
E niente potrà mai separarli.
Neanche la morte.
Perché se muore l’ombra, muore anche la luce.
E se tu muori Andrè morirò anche io.
Per mano di mio padre o per mano mia, non mi interessa, ma io non lascerò la luce senza la sua ombra.
Io non ti lascerò morire da solo Andrè.
Ma.
E’ ora.
Vedo lo scintillio di follia negli occhi di mio padre (1)
E’ pronto.
Lo vedo sistemarsi la spada nella mano.
E’ deciso.
La spada luccica al bagliore di un altro lampo.
Andrè io…
E.
Non penso.
Non respiro.
Il mio corpo si muove senza che io possa fermarlo.
Un passo avanti.
Il mio corpo è davanti al tuo.
Una mano sul tuo petto.
Ti spingo indietro per proteggerti da questa follia.
Per un attimo i nostri occhi s’incontrano sfuggendosi.
Disperati i tuoi.
Finalmente liberi i miei.
Un altro lampo.
E poi succede.
Inesorabilmente succede.
Un rumore sordo. 
E’ dentro di me.
Un dolore lancinante percorre tutto il mio corpo.
Fa male Andrè.
La sento penetrare nel mio petto.
Fa male padre.
La sento entrare nella mia carne.
Fa male.
La sento come una folgore vibrare sopra il mio cuore.
La sento.
Sento. 
Ti sento.
Le tue grida di disperazione entrarmi prepotentemente nella testa.
Le tue grida di dolore stordirmi le membra.
Li vedo.
Gli occhi di mio padre passare dalla follia alla disperazione.
Gli occhi di mio padre, straziati, attendono solo che la pazzia li spenga per sempre.
Mi aggrappo alla sua lama, come fosse l’ultimo barlume di speranza.
Come se fosse l’ultimo baluardo prima della resa.
Le mie dita l’avvolgono, la stringono in una morsa letale.
La tiro via violentemente, mentre è ancora tra le sue mani.
Avverto il mio sangue colare dentro l’uniforme, scivolare viscido come un serpente in attesa della sua preda.
Sento il suo odore asprigno pervadere la mia gola, seccandola.
Assaporo l’amaro gusto della fine, implorando la salvezza. 
Mi porto le mani sul petto mentre incrocio di nuovo i suoi occhi.
Padre.
Siete infuriato?
Perdonatemi, ma non potevo lasciarvelo fare. 
Siete amareggiato?
Perdonatemi, ma ora finalmente sono libera.
Siete deluso?
Perdonatemi, ma io lo amo.
E ora?
Ora.
Non sento più la terra sotto i piedi.
Non sento più la tua voce, Andrè.
Non sento più nulla.
Respiro.
Un attimo Andrè.
Solo un attimo e sarò di nuovo con te.
Solo un attimo, vedrai.
Chiudo gli occhi.

***

Apro gli occhi.
Sono a terra.
Un lampo.
Il grande lampadario ormai spento si staglia sopra di me.
Cerco il tuo viso nei pochi sprazzi di luce che illuminano la stanza.
Dove sei Andrè?
Ti prego Dio, fa che mio padre non lo abbia ucciso.
Ti prego Dio, fa che sia ancora vivo.
Ti prego Dio, se è morto uccidimi e portami da lui.
Ma sento la tua voce gridare qualcosa che non riesco a comprendere.
Sento le tue mani sul mio cuore.
Ti vedo Andrè, ti vedo.
E sei vivo.
Piango e sorrido.
Ora finalmente sorrido.
Allaccio le mie dita tra le tue.
Le stringo forte.
Ho paura Andrè.
Ti prego non mi lasciare.
Non lasciarmi andare via.
Tienimi con te, ora e per sempre.
Ti prego.
Respiro.
Lentamente.
Ti sento urlare.
Mi chiedi perché l’ho fatto.
Mi domandi perché mi sono messa in mezzo.
Domande.
Quante.
Troppe.
Troppi perché Andrè.
Io, tutte le risposte non le conosco, non ora.
Solo una parola urla nel silenzio della mia mente.
Amore.
E’ l’unica ragione Andrè.
E’ l’unica risposta a tutte le tue domande.
Io ti amo.
E questo amore è riuscito finalmente a strappare le catene della mia fedeltà.
Questo amore è stato più potente di un legame di sangue.
Questo amore è la mia vita ormai.
Respiro.
Sempre più lentamente.
Non sento più l’aria entrare nei miei polmoni.
Non sento più il cuore battere regolarmente.
Sento solo dolore.
Tanto dolore.
Tremo.
Fa freddo Andrè.
Tanto freddo.
Le tue mani sono totalmente impregnate del mio sangue.
Le tue lacrime bagnano il mio viso confondendosi con le mie.
Mi supplichi di non morire.
Mi scongiuri di non lasciarti.
Mi implori di non arrendermi.
Lo vorrei tanto Andrè.
Vorrei tanto costringere la morte a deviare il suo corso.
Vorrei tanto continuare a combattere per te, con te.
Vorrei ancora cavalcare lungo le coste del nostro mare, il mare della Normandia.
E voglio amare, amarti.
Voglio viverti Andrè.
Voglio vivere.
Vivere.
Ma sento solo i freddi brividi provenienti da un’imminente oscurità.
Percorrono la mia schiena, 
Attraversano la mia testa.
Scuotono le mie mani.
E ti sento sempre più lontano Andrè.
Non capisco quello che dici.
Le mie dita cercano il tuo viso.
Voglio accarezzarti.
Toccarti.
Voglio ricordare il tuo volto. 
Ricordare i tuoi occhi, per portarli con me quando i miei si spegneranno per sempre. 
Ricordare la tua bocca, per imprimerla sulla mia quando esalerà l’ultimo respiro.
Ricordare il tuo cuore, unico rifugio della mia follia quando l’ultimo battito tuonerà violento in questa disperata notte.
Ma ora.
Ho bisogno di parlarti Andrè.
Per dirti cosa provo per te.
Per dirti che ti amo.
Prima che sia troppo tardi.
Prima che il mio cuore venga strappato violentemente dal mio corpo.
Prima che il freddo mi trascini via da questa vita lasciando solo i segni del mio rimpianto.
Prima.
Perché forse Andrè, un dopo non ci sarà.
Ti avvicini al mio viso.
Ma non riesco a parlare.
Non riesco a dire nulla.
Non riesco a dire ciò che provo.
Sussurro solo poche parole che non spiegano ciò che al mio cuore è cosi chiaro.
E poi.
Arriva.
Il silenzio.
Il buio.
Più profondo.
Le tenebre allungano velatamente i loro artigli attorno al mio cuore.
No.
L’oscurità si riprende furiosamente la rivincita sulla mia anima.
Non ora.
Le ombre riemergono dal buio a riscuotere la mia condanna.
Vi prego no.
Andrè.
Non vedo più nulla.
Ti prego.
Non sento più nulla.
Ti prego.
Le tue grida sono lontane.
Vi prego.
Non sento più le tue mani su di me.
Andrè.
Sto scivolando via dalle tue dita.
Sto scivolando via dalla tua vita.
Andrè.
Io ti amo.
Ti amo.
E tu, non lo saprai mai.
Perdonami se non sono riuscita a dirtelo.
Perdonami se mi sono lasciata strascinare nel silenzio dell’oblio.
Perdonami se mi sono arresa.
Perdonami se sto per morire Andrè.
Perdonami.
No.
No.
NO.
IO NON VOGLIO MORIRE.
Ti prego Dio non portarmi via ora.
Ti prego Dio non sottrarmi ad una felicità che devo ancora conquistare.
Ti prego Dio dammi un’altra possibilità.
Lasciami vivere.
Ancora per un attimo.
Per danzare tra le sue braccia.
Per brillare nei suoi occhi.
E per rivivere nel suo cuore.
Ti prego, dammi solo un attimo.
Un attimo ancora.

 
Appunti di viaggio 
2° impasse : (1) So che Oscar ha davanti Andrè e non potrebbe vedere il padre, ma diciamo che lui non oscura completamente la sua vista.
Ringrazio di cuore Lady in blue, Pry, Tetide, Leila345, Beatrix, Ninfea Blu, Kira91, Fighterdory, Mina72, Crissi, Safelia22 e Sarangel11 che hanno recensito quella “legnata” che è stato il capitolo precedente ,nel bene e nel male, sperando che non lo sia stato anche questo e grazie anche a tutte coloro che sono solo passate a dare una lettura veloce.
Grazie.
Carpe Diem ragazze.
   
 
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