Salve,
ben ritrovati! Ultimamente mi sono accorta che il titolo della storia
è piuttosto inopportuno e avevo deciso di cambiarlo. Mi
erano venute altre idee ma la più adatta mi
sembra “la porta dell’inferno”. Non mi convince
molto quindi ho deciso di interpellare voi, miei amatissimi
lettori. Come vorreste che si chiamasse la storia????Rispondete in
tanti, anche voi che non avete mai recensito. Soprattutto dopo
questo… non vi dico nulla.Intanto mi dongolo nella disperazione
assoluta, capirete fra poco il perchè. Grazie comunque di
tutto. ...
Buona
lettura!!!!! ^^
Il
richiamo del lupo.
Il sangue scorre dal mio corpo, il sangue continua a
gocciolare.
Plinc, plinc, plinc.
Sembra lo scorrere del tempo.
Come la sabbia che scorre nella clessidra.
Come il battito di un cuore.
E ancora…
Plinc, plinc, plinc.
Piccole gocce di sangue che scorrono dal mio
braccio.
Non è mio, ma vorrei tanto che lo fosse.
Mi manca l’aria, il respiro non torna.
Sto soffocando…
La mia gola è ostruita.
Esce fuori un urlo.
Potrebbe distruggermi ma non importa.
Il mio urlo silenzioso echeggia nella notte scura.
Il mio urlo alla luna.
Ho il volto
bagnato, non me lo spiego, non piove.
Fissi nella mente i suoi occhi.
L’avevo già visto quello sguardo.
La paura profonda.
L’avevo guardato a lungo già tempo addietro.
L’avevo visto nei miei occhi.
Tutto si ferma, non ho più voce.
Sono un mostro, è questo ciò che sono.
Ciò che merito è la fine.
Un lampo di
luce mi attraversa.
Che dolce e bella sensazione…
La Morte.
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Dentro si sentiva, questo cambiamento improvviso.
Questo qualcosa di insensato o forse improvvisato .
C’era qualcosa che non andava. Come se il ciclo
degli eventi fosse stato mutato, o distrutto. Non so.
Ero lì, in infermeria, accanto ad Harry non ancora
ripresosi del tutto e si confondevano l’un con l’altro le immagini, le
sensazioni, i baci, le risate.
I momenti di vita vissuti con l’uno e con l’altro.
Erano mixati, uniti, confusi.
Erano due persone diverse eppure…
Sembravano unite nella mia mente.
Sento un tocco, una sensazione si sprigiona.
La sua mano lentamente si avvicina alla mia.
Si uniscono.
- mi piaci.-
“
Mezzosangue, ho sempre ciò che voglio. E ora voglio solo te…”
- è da tanto che volevo dirtelo… non è la situazione
giusta lo so, ma… non riuscivo più a mascherarlo-
“Granger…
io sono il migliore, io sono un vincente.”
- non so che cosa provi tu per me, forse solo
amicizia e se non ti piaccio non fa niente, mi basta essere tuo amico-
“
non mi importa ciò che pensi, non c’è bisogno che tu mi dica nulla. Lo so cosa
provi… lo leggo nei tuoi occhi.”
- allora… vuoi essere la mia ragazza?-
“cazzo
granger!! Chiudi quella benedettissima bocca
e baciami”
Che strambe situazioni.
Il presente e il passato.
Che mix assurdo!
Nulla
fuoriuscì dalle mie labbra in entrambi casi.
Qualcosa stava cambiando…
Qualcosa dentro me stava decisamente cambiando.
Una morsa di ghiaccio catturò il mio cuore. Una mano
potente, oscura. Stringeva forte, troppo forte. Sembrava stesse sul punto di
scoppiare.
Il buio si impadronì dei miei occhi.
“Salvami….”
La
morte è questo. Un’ombra pronta ad assalirti.
“
Corpi che sfiorano la vita. E poi? E poi si muore. Si muore, si muore, si
muore. Muori ogni giorno un pochino, anche se non te ne accorgi. Muori ogni volta che apri gli occhi. Muori
negli attimi di piacere del sesso, muori su una panchina, nello schianto contro
l’olmo, nella poltrona del salotto. “ Francesca WoodMan