Licht
Salve
a tutte di nuovo.
Speravo
di far più in fretta con l’aggiornamento, ma purtroppo non sono nemmeno
riuscita ad avvicinarmi ad un computer.
Tuttavia
eccomi qua, con il primo vero capitolo della mia storia.
Come ho
già accennato nell’introduzione del Prologo, non sono ancora sicura di come si
evolverà il tutto, specialmente per quanto riguarda il piano sentimentale dei
protagonisti.
Per
quanto poi riguarda Tom Riddle, io me lo voglio
immaginare come quel giovane Tom Riddle in Harry
Potter e la Camera dei Segreti, del quale mi sono follemente innamorata.
Ringrazio
infine quell’anima pia di Tsukino, che ha recensito
lo scorso capitolo. Spero ti possa piacere anche il resto della storia e che tu
abbia voglia di farmi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo.
Ringrazio
anche Vodia, zialice, akyse e nuovamente Tsukino, per
aver inserito la storia tra le seguite. Mi farebbe piacere ricevere un vostro
commento per farmi un’idea di cosa ne pensate, consigli e critiche costruttive
sono sempre ben accetti.
E un
grazie va anche a tutti i lettori silenziosi, che si spera avranno voglia di
commentare.
Lily.
CAPITOLO PRIMO.
Aprì gli occhi sul suo piccolo mondo.
Da quanto tempo non usciva da lì?
Troppo.
Richiuse gli occhi.
Sarebbe stata sempre la solita monotona giornata. Perché
affaticarsi a sollevare le palpebre?
E poi, il buio dietro quei due sipari era ben più confortante
dell'abbagliante realtà con la quale doveva confrontarsi sul palcoscenico.
Nonostante quei pensieri, riaprì gli occhi e si alzò dal letto,
dirigendosi verso il piano di sotto con passo trascinato.
“Il padron Potter desidera la colazione?” chiese una voce
gracchiante,
“Solo un caffè, grazie.” rispose lui mentre si sedeva al lungo
tavolo di legno scuro.
“Il padrone trova il giornale e la posta sul tavolo, se vuole.”
disse ancora l'elfo domestico dall'alto dei suoi novanta centimetri d'altezza,
“Sì, grazie.” ripeté come con una filastrocca.
Posò lo sguardo spento sulla pagina di giornale e lesse
distrattamente ciò che gli articolisti de “La Gazzetta del Profeta” avevano
trovato da scrivere quel giorno.
Puffole Pigmee clandestine.
Pregi e difetti dei Filtri D'amore.
Rivolte dei Folletti nella Russia del Nord.
E poi quello.
Quei volti.
Quei ricordi.
Quel dolore.
Ancora.
Al centro della prima pagina facevano bella mostra di sé tre foto
raffiguranti altrettante persone a lui sfortunatamente ben note.
Sopra le foto magicamente animate torreggiava una scritta. “Nott,
Parkynson e McNair, ancora latitanti.” Subito sotto, l'articolo proseguiva spiegando come chiunque li avesse avvistati avrebbe dovuto
subito contattare il Ministero della Magia, contribuendo così alla cattura dei
tre pericolosi Mangiamorte, che rappresentavano ancora una minaccia per la
Comunità Magica.
Richiuse subito il giornale e decise di dedicare la
sua attenzione alla posta.
C'erano degli inviti all'inaugurazione di alcuni
negozi di Diagon Alley, un pacco molto voluminoso, appoggiato subito vicino
alla sua sedia, e una lettera.
Fu quella lettera a lasciarlo senza fiato.
Perché non avrebbe mai pensato di dover rivedere quel
sigillo, nonostante non fosse passato poi così tanto tempo dall'ultima volta.
Una “H” ben fornita di ghirigori decorava il sigillo
in ceralacca che chiudeva la busta.
Capì subito che si trattava di una lettera dalla
Scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts, e rimase diviso tra la voglia di
aprirla con foga e leggerne il contenuto tutto d'un fiato e il desiderio di
darle fuoco per eliminarne ogni traccia.
Optò per la prima.
Aprì la busta e iniziò, curioso, a leggere.
Caro Signor Potter,
le scrivo per informarla di un'importante decisione
presa di comune accordo dagli insegnanti dell'istituto.
Si tratta di una possibilità vantaggiosa che si è
deciso di mettere a disposizione di tutti gli studenti che lo scorso anno hanno
o avrebbero frequentato il Settimo Anno.
Date le spiacevoli circostanze che hanno accompagnato
il passato anno scolastico e che hanno reso impossibile il corretto svolgimento
di quest'ultimo, per gli studenti sopracitati è stato messo a disposizione un
“Ottavo Anno” facoltativo, indirizzato a coloro che avrebbero il desiderio di conseguire
un diploma più “giusto”.
Come ho già detto la frequentazione non è obbligatoria
e saremmo lieti di ricevere una sua risposta al più presto, in quanto tra una
settimana, come lei sa, l'anno scolastico avrà inizio.
Colgo
l'occasione per salutarla,
La
preside Minerva McGranitt.
Rimase a fissare il vuoto per secondi, minuti o forse
secoli interi. Poi si riscosse e tornò alla vita reale, ancora incredulo.
Cosa aveva appena letto? Forse non aveva letto niente.
O forse gli era sembrato di leggere una lettera da parte di Hogwarts solo
perchè una minuscola, piccolissima parte di lui avrebbe davvero voluto
ritornare tra quei corridoi.
Decise che ci avrebbe pensato. Perché, alla fine
dell'anno scorso avrebbe detto, senza rifletterci un istante, di no; ma in quel
momento, dopo aver passato un'estate intera sommerso dai suoi ricordi, invece
forse poteva considerare l'ipotesi di fuggire da quella nicchia in cui si era
rifugiato come un'ipotesi degna di attenzione.
Posò gli occhi sullo scatolone affianco alla sedia e
se lo portò sulle gambe, apprestandosi ad aprirlo.
Sulla superficie del contenuto, vi era poggiata
un'altra lettera, ma questa volta senza alcun sigillo né busta.
La lesse.
Caro Harry,
spero di conoscerti ancora così bene come fino a un
po' di tempo fa e penso di aver indovinato nel credere che tu abbia, dentro di
te, ancora voglia di tornare in quella che è stata la tua prima vera casa.
Credo però anche che tu non abbia così tanta voglia di
tornare a Diagon Alley proprio ora, quando è più affollata, ed è per questo che
mi sono presa la libertà di spedirti a casa le copie dei libri che, nel caso
decidessi davvero di tornare, potrebbero servirti per seguire i corsi.
Nel caso mi fossi sbagliata e queste aule non fossero
destinate a rivederti tanto presto, rimanda pure i libri alla scuola.
Un
saluto,
Minerva
McGranitt
Sorrise al pensiero di quella donna che, nella sua
durezza, gli aveva dato tanto più affetto di molte altre ben più espansive
persone e posò la seconda lettera sul tavolo, vicina alla prima.
Le sue mani corsero poi a sfiorare le copertine di
quelli che avrebbero potuto diventare i suoi libri di scuola e provò una
nostalgia incredibile per quel castello.
Ma pensò anche che sarebbe stato troppo, davvero
troppo doloroso rinchiudersi di nuovo in quelle mura, che, seppur
silenziosamente, avevano assistito a tutti i suoi più gravi dispiaceri e
cedimenti.
Ripensò a Sirius.
A Fred.
A Lupin.
A Tonks.
A Silente.
A Piton.
E, dopo tutte quelle settimane in cui aveva spento il
cervello, improvvisamente sentì un'enorme fitta al cuore.
Ma poi un provvidenziale raggio di sole penetrò tra le
tendine di cotone bianco e gli illuminò il viso.
E ripensò a Hermione.
A Ron.
A Ginny.
A Luna.
A Neville.
Alle serate davanti al camino nella Sala Comune, al
calore di quei sorrisi e al suono di quelle risate.
E fu lì che gli arrivò la soluzione ad un dilemma mai
iniziato. Lui sarebbe tornato ad Hogwarts, perchè DOVEVA tornare, nonostante
sapesse che Ron ed Hermione ormai avevano un lavoro in Australia, dove si erano
trasferiti insieme, e quindi non avrebbero fatto ritorno per l'ottavo anno.
Si immaginò di nuovo a passeggiare verso la capanna di
Hagrid e sorrise per la seconda volta in tutta l'estate, dimentico della
colazione.