Eccomi che
risorgo dall’oscurità :D
La storia che vi propongo è molto particolare per
me, l’ho scritta al mare in un periodo strano, ma diciamo che quello che andrete
a leggere mi ha aiutato molto.
In realtà, questa fic è un regalo di
compleanno per una mia amica, e anche se è stato il 27 Agosto la posto lo
stesso, perché lei non l’ha letta e quindi farò una “sorpresa” :D
Ha una
trama semplice e non credo ci sia molto da dire.
Ma ha un valore, e spero che
anche voi possiate capirlo.
Ci ho messo tutta me stessa, e spero vi
piaccia!
Fatemi sapere girls <3
Un bacione a
tutte,
Leti.
We’ll find a way of chasing the sun
-
Il giorno in
più
Non
dimenticherò mai che caldo faceva quella mattina.
Non dimenticherò mai le
persone che camminavano per Roma piene già di buste.
Non dimenticherò
mai il sole che batteva forte sulla mia testa.
Non
dimenticherò l’attesa, fatta solo di pochi minuti.
Non dimenticherò mai
Non dimenticherò mai quello sguardo spaesato.
Non dimenticherò
mai quell’abbraccio che forse per troppo, avevamo
aspettato.In silenzio ho riflettuto su cosa mi piacesse di lei. A parte tutto le cose che già sapevo, fin dall'inizio ho intuito che lei mi avrebbe fatto sentire diverso. Sarei stato quello che volevo essere in quel momento della mia vita. (Fabio Volo - Il giorno in più)
<< Che giorno è
oggi..? >> domandò Giulia, con la voce ancora impastata dal sonno.
I
suoi capelli biondi facevano capolino dal lenzuolo, e i suoi occhi castani,
cercavano in tutti i modi di mantenersi chiusi per dormire ancora
più.
<< 26 Agosto >> recitò meccanicamente Letizia.
La giovane
sospirò, mentre legava i capelli castani in un coda alta.
Si specchiò un
attimo, e sbuffò annoiata non appena vide gli occhi a loro volta sempre castani,
circondati da due grosse occhiaie.
<< E che ore sono? >> domandò
ancora la prima, rigirandosi nel letto.
<< Le otto meno dieci >>
rispose la secondo roteando gli occhi.
Giulia si portò il lenzuolo fin sopra
la testa, mugugnando qualcosa di incomprensibile.
<< MMmm perché
dobbiamo alzarci così presto! >> protestò mettendosi il cuscino sul
viso.
<< Perché siamo a Londra, e non possiamo permetterci il lusso di
dormire fino a tardi. E poi, io te l’avevo detto di spegnere il computer e
metterti a letto, ma tu hai preferito non ascoltarmi >>
iniziò a dire categorica Letizia << Covent Garden ci aspetta! >>
esclamò poi, con finta enfasi.
Giulia sbadigliò << Sempre così attiva
di prima mattina, mi raccomando >>
L’altra ridacchiò << Sempre
così simpatici di prima mattina, mi raccomando >>
La bionda scoppiò a
ridere, mettendosi a sedere << E va bene, va bene, mi alzo
>>
<< Oh! Ottima decisione! >> ribattè Letizia, che dal
canto suo, era già vestita di tutto punto.
Giulia la osservò per qualche
secondo, poi scese giù dal letto, diretta in bagno.
<< Arrivate ieri
alle due, mi hai fatto scappare in metro per arrivare a Camden per quel dannato
mercato, e tra l’altro ci stavano quasi seguendo, ne sono sicura, arrivati a
Piccadilly mi hai trascinata a Carnaby per quel dannatissimo negozio, ora vuoi
andare a Covent, dimmi, e se io non volessi venirci? >> fece lei, mentre
stava lavandosi i denti.
<< Ti spiego subito, io sono un anno più
grande, e dovrei controllarti, sai, tua madre me lo ha chiesto per favore
>> rispose Letizia sarcasticamente.
<< Idiota! Bene, - iniziò a
dire presentandosi di nuovo in camera, con lo spazzolino in bocca – io oggi
voglio andare ad Hyde Park, quindi ci vado, e tu vai tranquillamente a Covent
Garden >> detto ciò ritornò in bagno.
Letizia incrociò le braccia,
scuotendo il capo, raggiunse Giulia in bagno e si sedette sul bordo della
vasca.
<< Dimmi, da quanto tempo ci conosciamo? >> chiese
tranquillamente.
<< Quasi sei anni >> rispose Giulia dopo aver
fatto il conto con le mani.
<< Quanti viaggi abbiamo fatto insieme?
>> continuò la prima, sapendo perfettamente dove voleva arrivare.
La
bionda ci riflettè su per un po’ << Circa sette o otto >>
Letizia
si avvicinò all’amica, con l’aria di una che la sa lunga << Appunto –
convenne decisamente – ti prego di fidarti di me >>
L’altra fece
spallucce, poi abbassò lo sguardo, e la sua espressione si fece leggermente
triste << E’ che.. >> provò a dire, ma le parole sembrarono morirle
in gola.
Deglutì, e stette in silenzio.
La castana capì immediatamente il
motivo di tale rattristamento e cinse le spalle di Giulia con un braccio
<< Lo so che ti manca, è normale, avete avuto troppo poco tempo per stare
insieme.. >>
<< Ho capito troppo tardi quello che provavo per
lui.. Ho capito troppo tardi che volevo stargli accanto.. Ma ora.. Siamo troppo
lontani perché lui lo sappia >>
La sua voce si strozzò d’improvviso, un
paio di lacrime iniziarono a scenderle velocemente dal viso.
Nella mente di
Giulia le immagini di quei giorni passati insieme, iniziarono a prendere forma
troppo velocemente perché lei potesse fermarle.
Non era passato poi troppo
tempo da allora, eppure le sembrava di essere distante da quel giovane da una
vita intera.
Non avrebbe mai pensato che sarebbe andata così tra loro, non
avrebbe mai immaginato che quel mese al mare potesse diventare per lei tanto
importante.
All’inizio, neanche credeva che le piacesse.
Ricordava
perfettamente quando vide Joseph per la prima volta.
Lei e Letizia erano
sedute al bar del lido, a sorseggiare dell’acqua, quando quel giovane,
dall’aspetto spaesato e perso, chiese loro come raggiungere
l’albergo.
Sembrava incredibile, ma la sua dolcezza e i suoi modi, la
catturarono fin da subito, ma forse lei non ci fece troppo caso, perché lei
credeva che il giovane americano fosse attratto dalla sua amica.
Che strano
scoprire poi, che si sbagliasse di grosso.
L’aria fresca di quella sera
aveva fatto sollevare un leggero venticello.
Letizia era andata a prendere il
suo cardigan in stanza, e Giulia era rimasta con Joseph ad
aspettarla.
<< Fa un po’ freddo, non trovi? >> domandò il giovane
con lo sguardo rivolto al cielo.
Giulia annuì, mentre cercava il più
possibile di stringersi nel suo giacchetto.
Joe le si avvicinò, sfregando le
mani contro le braccia della ragazza << Va meglio? >> domandò lui
con un sussurro.
Lei rabbrividì << Si, molto meglio, grazie
>>
D’improvviso calò il silenzio, in cui era udibile solo il ritmico
rumore del mare in lontananza.
Joe sospirò, abbandonando le braccia delle
giovane per prendere le sue mani << Non ce la faccio più >> disse
con tono quasi esasperato << Credimi, non so come, ma mi sono innamorato
di te >>
Nei suoi occhi, la ragazza riuscì a vedere un mondo, pieno di
colori, di immagini tutte diverse.
Spalancò la bocca, iniziando a
tremare.
Per un momento non ci credette, ma il suo tono, gli occhi, non
mentivano.
<< Sei così dolce, premurosa, gentile, bella, che io mi
trovo sempre un passo indietro >> continuò a dire lui senza smettere di
guardarla negli occhi << E non posso assolutamente permettere che tu non
lo sappia >>
Giulia alzò il viso, appena rigato da una lacrima <<
Ma.. Io credevo che.. Ti piacesse Letizia.. >>
Il giovane si permise
una risata sarcastica << Lei è un’ottima amica, e mi trovo molto bene con
lei.. Ma io voglio te >> fece risoluto.
<< Oh Joe.. >> fu
l’unica cosa che riuscì a dire, prima di affondare il viso e le lacrime nel suo
petto.
L’amore per loro era arrivato in maniera troppo inaspettata e
travolgente perché lei potesse rendersi conto di amarlo davvero. Nonostante
tutto, a pensarci sembrava assurdo.
Innamorarsi solo dopo pochi giorni?
Ma
era possibile?
Sì, assolutamente.
<< Non è mai troppo tardi
Giu.. Mai. E voglio che tu sappia che farò di tutto per voi.. Ma ora non
dobbiamo pensarci, l’estate sta finendo e pretendo che noi ci godiamo il nostro
viaggio >> continuò a dire Letizia.
Guardò l’amica
negli occhi, e capì che doveva fare qualcosa.
Non poteva vederla così.
Non
poteva assolutamente sopportarlo.
Poi, un’idea le balenò in testa.
Il
27 Agosto era solo il giorno dopo.
<< Hai ragione.. Dai, andiamo
>> concluse Giulia sorridendo.
Doveva
muoversi.
Now that you're mine We'll find a way
Of chasing the sun
Let me be the one that shines with you
In the
morning when you don't know what to do
Two of a kind
We'll find a way
To do what we've done
Oh, let me be the one
That shines with you,
and we can slide away...
(Oasis – Slide Away)
<<
Questo panino è troppo grande anche solo per morderlo >> commentò Giulia,
mentre seduta di fronte a Letizia in un Subway nelle vicinanze di
Avevano trascorso l’intera mattinata a fare shopping a Covent
Garden, mentre durante il pomeriggio, avevano visitato
Invece, per la loro seconda serata londinese, avevano
previsto Westminster e l’intera zona.
Dai vetri del locale, il Big Ben
illuminato, faceva venire i brividi.
Sembrava quasi di stare in Peter Pan,
sembrava quasi di vederli, Peter e Wendy, che raggiungevano “la seconda stella a
destra, e poi dritti fino al mattino”.
L’amica rise, scuotendo il capo
<
<< Sarà >> commentò
la bionda alzando le spalle.
<< E mangia su! Che è tutta salute!
>> la incitò allegramente Letizia.
Giulia scoppiò a ridere << Che
va sui fianchi! Bella salute! >>
<< Ohh! Quanto sei fiscale!
Siamo a Londra, e ieri ci siamo ingozzate di porcherie ogni
ora, un panino in più, un panino in meno non fa la differenza. Dai, poi a
Settembre ci iscriviamo in palestra >> rispose Letizia, mentre puliva il
viso sporco di salsa.
<< Per forza! >> ribattè la bionda, dando
un morso al suo panino.
<< Comunque pensavo, appena finisci
l’università, ci andiamo a fittare una casa in America per tutta l’estate
>> propose Letizia.
Giulia battè la mani ridendo << Oh si certo!
Per forza, è il mio sogno da una vita >>
<< Appunto, ci dobbiamo
andare! >>
<< Cavolo ci pensi, io tra due anni finisco, e tu a
Settembre già lavori.. Non è giusto >> si lamentò la bionda incrociando le
braccia.
<< Io ho ventidue anni e tu venti, punto primo, punto secondo,
potrebbe succedere che mi manderanno fuori a calci perché non so scrivere un
mezzo pezzo , oppure, sarò così brava che dirigerò il Times >> immaginò
Letizia agitando le mani.
<< E in quel caso, terrai un bel posto anche
per me >> commentò Giulia, sorseggiando un po’ della sua
acqua.
<< Oh si! E poi finalmente, pubblichiamo il nostro libro
>>
Non appena Letizia pronunciò quella frase, entrambe tacquero
emozionate.
Quello non era il loro sogno, era un fondamento delle loro
vite.
Da quando si conobbero, conservavano quel sogno nei loro cuori, con la
viva speranza di poterlo realizzare al più presto.
Ora, che erano grandi e
consapevoli delle proprie vite, ce l’avrebbero messa tutta.
Perché erano
insieme, e tutto sarebbe andato bene.
In ogni caso.
Lo sguardo di Giulia
si accese, illuminata dalle parole appena pronunciate dall’amica.
Si ripulì
il viso, scese dalla sedia, prese l’amica dal polso e la trascinò fuori dal
locale di corsa.
<< Ma cosa ti prende! >> sbraitò la
castana.
<< Ti ricordi quando fantasticavamo su un nostro viaggio
insieme? Su quello che avremmo fatto se ci fossimo riuscite, delle pazzie che
avremmo fatto? >> il tono di Giulia, sembrava più convinto che
mai.
<< Si, si, me lo ricordo, ma ora cosa c’entra? >> ribattè la
castana senza capire.
<< Mi sono ricordata che domani è il mio
compleanno, compio ventu’anni e voglio aspettare la mezzanotte in maniera
diversa >> affermò la bionda, sempre più entusiasta.
Sembrava che la
tristezza che l’aveva accompagnata fino ad allora, l’avesse abbandonata, per
dare spazio ad un po’ di serenità ed euforia.
Certo, il pensiero di Joe era
costante in lei, ma voleva godersi un po’ del suo tempo.
Sapeva che non
avrebbe più riavuto indietro quegli anni, e che per la sua felicità, non doveva
assolutamente buttarsi giù in quel modo.
E poi, aveva sempre affianco a sé la
famiglia, gli amici..
Non poteva chiedere di più dalla vita.
Sentiva che
però le mancava qualcosa, qualcosa di grande.
E l’aveva trovata.
Avrebbe
fatto di tutto per riavere con sé quel giovane, ma aveva paura di non essere
abbastanza forte, di non essere in grado.
La paura che lui potesse averla
scordata la tormentava.
Avevano passato insieme solo due settimane e qualche
giorno..
Ma in quei giorni entrambi si erano sentiti come non mai, come se
dopo allora, come se una volta separati, non avessero più le forze per amare
ancora.
Perché nonostante ogni cosa, Giulia e Joe si erano dati l’anima.
E
chissà dov’erano smarriti entrambi, adesso.
Si sarebbero ritrovati, almeno
per quel giorno in più.
Letizia la guardò stravolta. L’idea dell’amica
sconvolgeva il suo piano!
<< In che senso? >> domandò
timorosa.
<< Non lo so! Prendiamo un battello, facciamoci un giro del
Tamigi, andiamo al Tower Bridge a lanciare le monetine esprimendo desideri,
andiamo nello Speaker Corner a urlare quello che ci passa per la testa..
Qualunque cosa, purchè sia folle ed insensata >>
E poi, Letizia si
ricordò di quelle famose parole che le avevano accompagnate fin da quando si
erano conosciute.
Il loro epiteto personale, il loro motto.
We’ll find
a way of chasing the sun.
Un modo per seguire il sole. E forse Giulia
voleva trovarlo proprio quella sera.
Le sorrise, ed anche l’amica capì quello
che aveva pensato.
<< Facciamo quello che vuoi >> rispose la
castana guardandosi intorno.
<< L’idea dello Speaker Corner non è poi
tanto male >> concluse la bionda ridacchiando.
Dopo aver preso un
taxi, le ragazze raggiunsero la zona dello Speaker Corner in Hyde Park, con
l’intenzione di andare dopo alla famigerata statua di Peter Pan.
<<
Magari l’anno prossimo potremo fare una capatina a Central Park >> fece
Giulia, sedendosi nell’erba a gambe incrociate.
Ogni volta che le due giovani
si trovavano in un parco, pensavano al loro primo incontro, alla loro prima
giornata insieme, quando, dopo una lunga scarpinata in centro, avevano deciso di
recarsi a Villa Borghese a godersi il fresco.
E quell’immagine di due
adolescenti che parlavano liberamente, rimase sempre viva nelle loro
menti.
Proprio come se fosse adesso.
<< Assolutamente sì! Sarebbe il
minimo >> ribattè Letizia, stendendosi completamente.
Il cielo era
illuminato di tante stelle, la luna piena illuminava i loro volti.
Si poteva
chiaramente distinguere la via Lattea e le costellazioni del piccolo e grande
carro.
Nonostante Londra fosse una città luminosa e piena di luci
abbaglianti, lì, ad Hyde Park, il cielo regnava sovrano.
Intorno a loro,
diversi ragazzi, ma anche adulti, si godevano una passeggiata silenziosa e
rilassante, accompagnata dai rumori della fauna lì presente.
Con l’estate
ormai agli sgoccioli, tutti cercavano di godersi il più possibile quelle ultime
serate estive ancora disponibili.
L’avvento del vicino Settembre, angosciava
Giulia per diversi motivi: non solo il vicino ritorno dell’università e di tutto
il conseguente stress, ma anche la paura di poter dimenticare con il tempo,
quell’estate.
Quell’estate che per lei aveva significato
tanto.
Quell’estate che le aveva portato qualcosa in più, ma che gliel’aveva
tolta troppo in fretta.
E pensare che le sarebbe servito solo un giorno in
più per salutarlo, per dirgli cosa provava davvero.
Per dirgli che
probabilmente non avrebbe smesso di amarlo neanche un minuto.
Solo un giorno
in più.
<< Giulia, Giulia! >> urlò Letizia dall’ingresso
dall’appartamento che avevano fittato << Giulia corri! >>
La
bionda, ancora con i capelli bagnati e i vestiti umidi del pomeriggio, corse
dall’amica.
<< Muoviti! C’è Joe qua fuori! >> continuò la prima
affannandosi.
Lei non rispose, si precipitò subito fuori di casa, sorridendo
non appena lo vide.
Ma dall’espressione del giovane, capì che qualcosa non
andava.
C’era qualcosa di diverso nei suoi occhi.
<< Eccoti
finalmente.. >> mormorò lui abbracciandola.
Le cinse dolcemente i
fianchi, iniziando a cullarla impercettibilmente.
Le carezzava i capelli,
mentre il suo respiro si mozzava non appena si inebriava del suo
profumo.
<< C’è qualcosa che non va? >> chiese timorosa la
giovane, alzando lo sguardo.
Joe non rispose, ma i suoi occhi, sembravano
essere colpevoli.
<< .. E’ stato male.. Ancora il diabete.. Non posso
lasciarlo solo.. Scusami.. >>
Scosse il capo, iniziando a posare
delicati baci sulla fronte della giovane.
Giulia rimase pietrificata,
incapace di dire o fare qualcosa.
Le sue mani iniziarono a tremare, e i suoi
occhi a farsi colmi di lacrime.
Non era giusto.
No, no, no.
Già il loro
tempo era poco, adesso, doveva anche essere dimezzato?
Ma perché? Perché
proprio ora?
<< .. quando hai l’aereo? >> domandò con voce
strozzata.
<< Tra un’ora >> rispose semplicemente lui, facendo
combaciare i loro volti per baciarla.
Cercò di trasmetterle tutto l’amore, il
rammarico, la tristezza che provava.
Perché loro insieme avevano toccato il
cielo, visto le stelle, stati sulla luna.
Perché loro insieme erano capaci di
amarsi tanto.
E ora, qualcuno, li stava punendo per questo.
Non si erano
detti ti amo, anche se lo sentivano, non avevano mai dormito insieme, non si
erano bisbigliati agli orecchi frasi dolci.
Ma avevano vissuto il loro amore
con gentilezza e cuore, così tanto da far restare ogni attimo, ogni ora, ogni
attimo, scolpito nel loro cuore.
Per sempre.
Rimasero ancora abbracciati,
quando il richiamo del dovere, richiamò Joe.
<< .. devo andare..
>> disse appena.
Lei quasi non lo sentì.
<< Voglio che tu
sappia che qualunque cosa accada, qualunque cosa possa succedere, nella mia
vita, nel mio cuore, avrai sempre un posto speciale. Perché tu lo sai, cosa sei
per me >>
E quelle parole, furono così forti, che fecero girare la
testa di Giulia tanto da non farla ragionare più.
Lasciò che l’ultima lacrima
le rigasse il viso, poi tremante disse << No, Joe, no.. >>
Lui le
sorrise amaramente, poi, prese le sue mani, le strinse forte.
La baciò sulle
labbra, poi sul viso, poi in fronte.
<< Sarai sempre con me >>
disse, prima di lasciarla lì.
Era successo tutto troppo in fretta perché lei
potesse capire, realizzare.
Un solo giorno, una sola ora.
In
più.
<< Tornerò, te lo prometto >>
.. solo
un giorno in più.
Avevano ormai raggiunto la statua di Peter Pan, e lì,
regnava la quiete più assoluta.
D’un tratto però, il cellulare di Letizia
prese a vibrare insistentemente.
<< Un messaggio? >> fece la
bionda.
<< Ehm, si, si >> si affrettò a rispondere
l’altra.
Statua di Peter Pan. CI sono!
<< Quanto manca alla
mezzanotte? >> chiese Giulia guardando il cielo.
<< Solo due
minuti >>
La bionda annuì, chiudendo gli occhi.
Non appena Letizia
si accertò che non potesse né vedere, né sentire niente, si alzò dalla panchina
dove erano sedute e lasciò il suo posto a quel giovane dai capelli corti e ricci
che correva tutto trapelato verso di loro.
Non si dissero neanche una
parola.
Letizia si allontanò, e lasciò che entrambi, si godessero il loro
momento.
<< Ehi Leti, allora ci siam.. >>
La voce di Giulia
di bloccò, rimanendo impigliata in gola.
Gli occhi, si inumidirono in
fretta.
<< Ma, ma.. >> provò a dire.
<< Shhh, mancano 5
secondi >> la zittì Joe dolcemente << 4,3,2,1..
Tanti auguri >>
Non ci sarebbe stato
più bisogno di parlare, di piangere, di dirsi addio.
Il tempo alla fine,
gioca anche a nostro vantaggio.
Prima o poi, qualcosa di buono nella vita
succede, basti solo accorgersene, basti solo accettarlo per come viene, senza
farsi tanti problemi, senza pensare che tutto intorno a noi è ingiusto.
E’
inutile aspettare che qualcosa accada.
E’ inutile che le persona
aspettano.
Le cose vengono da sé.
Non aspettando di certo, saremmo più
felici.
Come nell’amicizia, anche nell’amore, bisogna attendere, cercare,
prima di dover trovare la persona giusta.
E, un modo per trovare il sole già
lo avevano Letizia e Giulia, solo che non lo sapevano.
E quel sole, erano
proprio loro, che si volevano bene, e che s sarebbero seguite sempre e
comunque.
In qualche modo.
E non importava come, bastava fidarsi
dell’altro.
<< Sono tornato per restare >>
Con queste parole, Joe sigillò quello che sarebbe stato
l’inizio di qualcosa di grande, eterno.
Qualcosa che era loro ignoto, ma che
non faceva paura, perché erano insieme.
E così avevano avuto il loro giorno
in più, il loro giorno per amarsi ancora un po’.
Un giorno che ne avrebbe
portati altri centro, duecento, tremila.
Forse dovevano solo avere un po’ di
fiducia, attendere giusto un po’ l’aiuto di qualcuno che teneva alla loro
felicità.
Perché con la complicità di un amico sincero, ogni cosa, può
tornare a splendere.
E forse, nella vita, sarebbe meglio cercare di vivere al
meglio il proprio tempo, perché non si sa mai quando qualcosa potrebbe
capitarci.
Prima o poi, qualcosa in più l’avremo.
E questo ora Giulia lo
aveva imparato.
Nascosta dietro un cespuglio di Hyde Park, Letizia
guardava quella scena soddisfatta.
Sapeva di non avere poi tutto quel merito,
ma le piaceva auto gloriarsi.
Sorrise.
Guardò la luna, splendente sulle
loro teste.
Soffiò sulle sue dita, rivolte verso Giulia.
<< Tanti
Auguri >> sussurrò con un sorriso.
Tanti auguri Giulia, e non
solo per il tuo compleanno, per tutto.
Perché te le meriti, perché vorrei che
potessi essere sempre felice, perché mi hai aiutata, perché mi ascolti sempre, a
distanza e non, perché tu possa sapere che ci sono sempre.
Perché certe cose
rimangono sempre nel nostro cuore, nonostante tutto.
Perché tu tenga sempre
duro, nonostante tutto.
Perché dobbiamo trovare un modo per seguire il
sole.
Tanti auguri!
Maria Letizia.