Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Ricorda la storia  |      
Autore: itsbrie    31/08/2010    1 recensioni
"Fa un po’ freddo, non trovi? " domandò il giovane con lo sguardo rivolto al cielo. Giulia annuì, mentre cercava il più possibile di stringersi nel suo giacchetto. Joe le si avvicinò, sfregando le mani contro le braccia della ragazza "Va meglio?" domandò lui con un sussurro. Lei rabbrividì "Si, molto meglio, grazie" D’improvviso calò il silenzio, in cui era udibile solo il ritmico rumore del mare in lontananza. Joe sospirò, abbandonando le braccia delle giovane per prendere le sue mani "Non ce la faccio più" disse con tono quasi esasperato "Credimi, non so come, ma mi sono innamorato di te" Nei suoi occhi, la ragazza riuscì a vedere un mondo, pieno di colori, di immagini tutte diverse. Spalancò la bocca, iniziando a tremare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
è

Eccomi che risorgo dall’oscurità :D
La storia che vi propongo è molto particolare per me, l’ho scritta al mare in un periodo strano, ma diciamo che quello che andrete a leggere mi ha aiutato molto.
In realtà, questa fic è un regalo di compleanno per una mia amica, e anche se è stato il 27 Agosto la posto lo stesso, perché lei non l’ha letta e quindi farò una “sorpresa” :D
Ha una trama semplice e non credo ci sia molto da dire.
Ma ha un valore, e spero che anche voi possiate capirlo.
Ci ho messo tutta me stessa, e spero vi piaccia!
Fatemi sapere girls <3
Un bacione a tutte,
Leti.


We’ll find a way of chasing the sun
-
Il giorno in più

 



Image and video hosting by TinyPic

Non dimenticherò mai che caldo faceva quella mattina.
Non dimenticherò mai le persone che camminavano per Roma piene già di buste.
Non dimenticherò mai  il sole che batteva forte sulla mia testa.
Non dimenticherò l’attesa, fatta solo di pochi minuti.
Non dimenticherò mai la Barcaccia che pullulava di turisti curiosi.
Non dimenticherò mai quello sguardo spaesato.
Non dimenticherò mai quell’abbraccio che forse per troppo, avevamo aspettato.

In silenzio ho riflettuto su cosa mi piacesse di lei. A parte tutto le cose che già sapevo, fin dall'inizio ho intuito che lei mi avrebbe fatto sentire diverso. Sarei stato quello che volevo essere in quel momento della mia vita. (Fabio Volo - Il giorno in più)



<< Che giorno è oggi..? >> domandò Giulia, con la voce ancora impastata dal sonno.
I suoi capelli biondi facevano capolino dal lenzuolo, e i suoi occhi castani, cercavano in tutti i modi di mantenersi chiusi per dormire ancora più.
<< 26 Agosto >> recitò meccanicamente Letizia.
La giovane sospirò, mentre legava i capelli castani in un coda alta.
Si specchiò un attimo, e sbuffò annoiata non appena vide gli occhi a loro volta sempre castani, circondati da due grosse occhiaie.
<< E che ore sono? >> domandò ancora la prima, rigirandosi nel letto.
<< Le otto meno dieci >> rispose la secondo roteando gli occhi.
Giulia si portò il lenzuolo fin sopra la testa, mugugnando qualcosa di incomprensibile.
<< MMmm perché dobbiamo alzarci così presto! >> protestò mettendosi il cuscino sul viso.
<< Perché siamo a Londra, e non possiamo permetterci il lusso di dormire fino a tardi. E poi, io te l’avevo detto di spegnere il computer e metterti a letto, ma tu hai preferito non ascoltarmi  >> iniziò a dire categorica Letizia << Covent Garden ci aspetta! >> esclamò poi, con finta enfasi.
Giulia sbadigliò << Sempre così attiva di prima mattina, mi raccomando >>
L’altra ridacchiò << Sempre così simpatici di prima mattina, mi raccomando >>
La bionda scoppiò a ridere, mettendosi a sedere << E va bene, va bene, mi alzo >>
<< Oh! Ottima decisione! >> ribattè Letizia, che dal canto suo, era già vestita di tutto punto.
Giulia la osservò per qualche secondo, poi scese giù dal letto, diretta in bagno.
<< Arrivate ieri alle due, mi hai fatto scappare in metro per arrivare a Camden per quel dannato mercato, e tra l’altro ci stavano quasi seguendo, ne sono sicura, arrivati a Piccadilly mi hai trascinata a Carnaby per quel dannatissimo negozio, ora vuoi andare a Covent, dimmi, e se io non volessi venirci? >> fece lei, mentre stava lavandosi i denti.
<< Ti spiego subito, io sono un anno più grande, e dovrei controllarti, sai, tua madre me lo ha chiesto per favore >> rispose Letizia sarcasticamente.
<< Idiota! Bene, - iniziò a dire presentandosi di nuovo in camera, con lo spazzolino in bocca – io oggi voglio andare ad Hyde Park, quindi ci vado, e tu vai tranquillamente a Covent Garden >> detto ciò ritornò in bagno.
Letizia incrociò le braccia, scuotendo il capo, raggiunse Giulia in bagno e si sedette sul bordo della vasca.
<< Dimmi, da quanto tempo ci conosciamo? >> chiese tranquillamente.
<< Quasi sei anni >> rispose Giulia dopo aver fatto il conto con le mani.
<< Quanti viaggi abbiamo fatto insieme? >> continuò la prima, sapendo perfettamente dove voleva arrivare.
La bionda ci riflettè su per un po’ << Circa sette o otto >>
Letizia si avvicinò all’amica, con l’aria di una che la sa lunga << Appunto – convenne decisamente – ti prego di fidarti di me >>
L’altra fece spallucce, poi abbassò lo sguardo, e la sua espressione si fece leggermente triste << E’ che.. >> provò a dire, ma le parole sembrarono morirle in gola.
Deglutì, e stette in silenzio.
La castana capì immediatamente il motivo di tale rattristamento e cinse le spalle di Giulia con un braccio << Lo so che ti manca, è normale, avete avuto troppo poco tempo per stare insieme.. >>
<< Ho capito troppo tardi quello che provavo per lui.. Ho capito troppo tardi che volevo stargli accanto.. Ma ora.. Siamo troppo lontani perché lui lo sappia >>
La sua voce si strozzò d’improvviso, un paio di lacrime iniziarono a scenderle velocemente dal viso.
Nella mente di Giulia le immagini di quei giorni passati insieme, iniziarono a prendere forma troppo velocemente perché lei potesse fermarle.
Non era passato poi troppo tempo da allora, eppure le sembrava di essere distante da quel giovane da una vita intera.
Non avrebbe mai pensato che sarebbe andata così tra loro, non avrebbe mai immaginato che quel mese al mare potesse diventare per lei tanto importante.
All’inizio, neanche credeva che le piacesse.
Ricordava perfettamente quando vide Joseph per la prima volta.
Lei e Letizia erano sedute al bar del lido, a sorseggiare dell’acqua, quando quel giovane, dall’aspetto spaesato e perso, chiese loro come raggiungere l’albergo.
Sembrava incredibile, ma la sua dolcezza e i suoi modi, la catturarono fin da subito, ma forse lei non ci fece troppo caso, perché lei credeva che il giovane americano fosse attratto dalla sua amica.
Che strano scoprire poi, che si sbagliasse di grosso.
L’aria fresca di quella sera aveva fatto sollevare un leggero venticello.
Letizia era andata a prendere il suo cardigan in stanza, e Giulia era rimasta con Joseph ad aspettarla.
<< Fa un po’ freddo, non trovi? >> domandò il giovane con lo sguardo rivolto al cielo.
Giulia annuì, mentre cercava il più possibile di stringersi nel suo giacchetto.
Joe le si avvicinò, sfregando le mani contro le braccia della ragazza << Va meglio? >> domandò lui con un sussurro.
Lei rabbrividì << Si, molto meglio, grazie >>
D’improvviso calò il silenzio, in cui era udibile solo il ritmico rumore del mare in lontananza.
Joe sospirò, abbandonando le braccia delle giovane per prendere le sue mani << Non ce la faccio più >> disse con tono quasi esasperato << Credimi, non so come, ma mi sono innamorato di te >>
Nei suoi occhi, la ragazza riuscì a vedere un mondo, pieno di colori, di immagini tutte diverse.
Spalancò la bocca, iniziando a tremare.
Per un momento non ci credette, ma il suo tono, gli occhi, non mentivano.
<< Sei così dolce, premurosa, gentile, bella, che io mi trovo sempre un passo indietro >> continuò a dire lui senza smettere di guardarla negli occhi << E non posso assolutamente permettere che tu non lo sappia >>
Giulia alzò il viso, appena rigato da una lacrima << Ma.. Io credevo che.. Ti piacesse Letizia.. >>
Il giovane si permise una risata sarcastica << Lei è un’ottima amica, e mi trovo molto bene con lei.. Ma io voglio te >> fece risoluto.
<< Oh Joe.. >> fu l’unica cosa che riuscì a dire, prima di affondare il viso e le lacrime nel suo petto.
L’amore per loro era arrivato in maniera troppo inaspettata e travolgente perché lei potesse rendersi conto di amarlo davvero. Nonostante tutto, a pensarci sembrava assurdo.
Innamorarsi solo dopo pochi giorni?
Ma era possibile?
Sì, assolutamente.
<< Non è mai troppo tardi Giu.. Mai. E voglio che tu sappia che farò di tutto per voi.. Ma ora non dobbiamo pensarci, l’estate sta finendo e pretendo che noi ci godiamo il nostro viaggio >>  continuò a dire Letizia.
Guardò l’amica negli occhi, e capì che doveva fare qualcosa.
Non poteva vederla così.
Non poteva assolutamente sopportarlo.
Poi, un’idea le balenò in testa.
Il 27 Agosto era solo il giorno dopo.
<< Hai ragione.. Dai, andiamo >> concluse Giulia sorridendo.
Doveva muoversi.


Now that you're mine We'll find a way
Of chasing the sun
Let me be the one that shines with you
In the morning when you don't know what to do
Two of a kind
We'll find a way
To do what we've done
Oh, let me be the one
That shines with you, and we can slide away...
(Oasis – Slide Away)


<< Questo panino è troppo grande anche solo per morderlo >> commentò Giulia, mentre seduta di fronte a Letizia in un Subway nelle vicinanze di Westminster, scrutava il suo cibo con aria incerta.
Avevano trascorso l’intera mattinata a fare shopping a Covent Garden, mentre durante il pomeriggio, avevano visitato la National Gallery e l’intera zona di Trafalgar.
Invece, per la loro seconda serata londinese, avevano previsto Westminster e l’intera zona.
Dai vetri del locale, il Big Ben illuminato, faceva venire i brividi.
Sembrava quasi di stare in Peter Pan, sembrava quasi di vederli, Peter e Wendy, che raggiungevano “la seconda stella a destra, e poi dritti fino al mattino”.
L’amica rise, scuotendo il capo <>
<< Sarà >> commentò la bionda alzando le spalle.
<< E mangia su! Che è tutta salute! >> la incitò allegramente Letizia.
Giulia scoppiò a ridere << Che va sui fianchi! Bella salute! >>
<< Ohh! Quanto sei fiscale! Siamo a Londra, e ieri ci siamo ingozzate di porcherie  ogni ora, un panino in più, un panino in meno non fa la differenza. Dai, poi a Settembre ci iscriviamo in palestra >> rispose Letizia, mentre puliva il viso sporco di salsa.
<< Per forza! >> ribattè la bionda, dando un morso al suo panino.
<< Comunque pensavo, appena finisci l’università, ci andiamo a fittare una casa in America per tutta l’estate >> propose Letizia.
Giulia battè la mani ridendo << Oh si certo! Per forza, è il mio sogno da una vita >>
<< Appunto, ci dobbiamo andare! >>
<< Cavolo ci pensi, io tra due anni finisco, e tu a Settembre già lavori.. Non è giusto >> si lamentò la bionda incrociando le braccia.
<< Io ho ventidue anni e tu venti, punto primo, punto secondo, potrebbe succedere che mi manderanno fuori a calci perché non so scrivere un mezzo pezzo , oppure, sarò così brava che dirigerò il Times >> immaginò Letizia agitando le mani.
<< E in quel caso, terrai un bel posto anche per me >> commentò Giulia, sorseggiando un po’ della sua acqua.
<< Oh si! E poi finalmente, pubblichiamo il nostro libro >>
Non appena Letizia pronunciò quella frase, entrambe tacquero emozionate.
Quello non era il loro sogno, era un fondamento delle loro vite.
Da quando si conobbero, conservavano quel sogno nei loro cuori, con la viva speranza di poterlo realizzare al più presto.
Ora, che erano grandi e consapevoli delle proprie vite, ce l’avrebbero messa tutta.
Perché erano insieme, e tutto sarebbe andato bene.
In ogni caso.
Lo sguardo di Giulia si accese, illuminata dalle parole appena pronunciate dall’amica.
Si ripulì il viso, scese dalla sedia, prese l’amica dal polso e la trascinò fuori dal locale di corsa.
<< Ma cosa ti prende! >> sbraitò la castana.
<< Ti ricordi quando fantasticavamo su un nostro viaggio insieme? Su quello che avremmo fatto se ci fossimo riuscite, delle pazzie che avremmo fatto? >> il tono di Giulia, sembrava più convinto che mai.
<< Si, si, me lo ricordo, ma ora cosa c’entra? >> ribattè la castana senza capire.
<< Mi sono ricordata che domani è il mio compleanno, compio ventu’anni e voglio aspettare la mezzanotte in maniera diversa >> affermò la bionda, sempre più entusiasta.
Sembrava che la tristezza che l’aveva accompagnata fino ad allora, l’avesse abbandonata, per dare spazio ad un po’ di serenità ed euforia.
Certo, il pensiero di Joe era costante in lei, ma voleva godersi un po’ del suo tempo.
Sapeva che non avrebbe più riavuto indietro quegli anni, e che per la sua felicità, non doveva assolutamente buttarsi giù in quel modo.
E poi, aveva sempre affianco a sé la famiglia, gli amici..
Non poteva chiedere di più dalla vita.
Sentiva che però le mancava qualcosa, qualcosa di grande.
E l’aveva trovata.
Avrebbe fatto di tutto per riavere con sé quel giovane, ma aveva paura di non essere abbastanza forte, di non essere in grado.
La paura che lui potesse averla scordata la tormentava.
Avevano passato insieme solo due settimane e qualche giorno..
Ma in quei giorni entrambi si erano sentiti come non mai, come se dopo allora, come se una volta separati, non avessero più le forze per amare ancora.
Perché nonostante ogni cosa, Giulia e Joe si erano dati l’anima.
E chissà dov’erano smarriti entrambi, adesso.
Si sarebbero ritrovati, almeno per quel giorno in più.
Letizia la guardò stravolta. L’idea dell’amica sconvolgeva il suo piano!
<< In che senso? >> domandò timorosa.
<< Non lo so! Prendiamo un battello, facciamoci un giro del Tamigi, andiamo al Tower Bridge a lanciare le monetine esprimendo desideri, andiamo nello Speaker Corner a urlare quello che ci passa per la testa.. Qualunque cosa, purchè sia folle ed insensata >>
E poi, Letizia si ricordò di quelle famose parole che le avevano accompagnate fin da quando si erano conosciute.
Il loro epiteto personale, il loro motto.
We’ll find a way of chasing the sun.
Un modo per seguire il sole. E forse Giulia voleva trovarlo proprio quella sera.
Le sorrise, ed anche l’amica capì quello che aveva pensato.
<< Facciamo quello che vuoi >> rispose la castana guardandosi intorno.
<< L’idea dello Speaker Corner non è poi tanto male >> concluse la bionda ridacchiando.

Dopo aver preso un taxi, le ragazze raggiunsero la zona dello Speaker Corner in Hyde Park, con l’intenzione di andare dopo alla famigerata statua di Peter Pan.
<< Magari l’anno prossimo potremo fare una capatina a Central Park >> fece Giulia, sedendosi nell’erba a gambe incrociate.
Ogni volta che le due giovani si trovavano in un parco, pensavano al loro primo incontro, alla loro prima giornata insieme, quando, dopo una lunga scarpinata in centro, avevano deciso di recarsi a Villa Borghese a godersi il fresco.
E quell’immagine di due adolescenti che parlavano liberamente, rimase sempre viva nelle loro menti.
Proprio come se fosse adesso.
<< Assolutamente sì! Sarebbe il minimo >> ribattè Letizia, stendendosi completamente.
Il cielo era illuminato di tante stelle, la luna piena illuminava i loro volti.
Si poteva chiaramente distinguere la via Lattea e le costellazioni del piccolo e grande carro.
Nonostante Londra fosse una città luminosa e piena di luci abbaglianti, lì, ad Hyde Park, il cielo regnava sovrano.
Intorno a loro, diversi ragazzi, ma anche adulti, si godevano una passeggiata silenziosa e rilassante, accompagnata dai rumori della fauna lì presente.
Con l’estate ormai agli sgoccioli, tutti cercavano di godersi il più possibile quelle ultime serate estive ancora disponibili.
L’avvento del vicino Settembre, angosciava Giulia per diversi motivi: non solo il vicino ritorno dell’università e di tutto il conseguente stress, ma anche la paura di poter dimenticare con il tempo, quell’estate.
Quell’estate che per lei aveva significato tanto.
Quell’estate che le aveva portato qualcosa in più, ma che gliel’aveva tolta troppo in fretta.
E pensare che le sarebbe servito solo un giorno in più per salutarlo, per dirgli cosa provava davvero.
Per dirgli che probabilmente non avrebbe smesso di amarlo neanche un minuto.
Solo un giorno in più.
<< Giulia, Giulia! >> urlò Letizia dall’ingresso dall’appartamento che avevano fittato << Giulia corri! >>
La bionda, ancora con i capelli bagnati e i vestiti umidi del pomeriggio, corse dall’amica.
<< Muoviti! C’è Joe qua fuori! >> continuò la prima affannandosi.
Lei non rispose, si precipitò subito fuori di casa, sorridendo non appena lo vide.
Ma dall’espressione del giovane, capì che qualcosa non andava.
C’era qualcosa di diverso nei suoi occhi.
<< Eccoti finalmente.. >> mormorò lui abbracciandola.
Le cinse dolcemente i fianchi, iniziando a cullarla impercettibilmente.
Le carezzava i capelli, mentre il suo respiro si mozzava non appena si inebriava del suo profumo.
<< C’è qualcosa che non va? >> chiese timorosa la giovane, alzando lo sguardo.
Joe non rispose, ma i suoi occhi, sembravano essere colpevoli.
<< .. E’ stato male.. Ancora il diabete.. Non posso lasciarlo solo.. Scusami.. >>
Scosse il capo, iniziando a posare delicati baci sulla fronte della giovane.
Giulia rimase pietrificata, incapace di dire o fare qualcosa.
Le sue mani iniziarono a tremare, e i suoi occhi a farsi colmi di lacrime.
Non era giusto.
No, no, no.
Già il loro tempo era poco, adesso, doveva anche essere dimezzato?
Ma perché? Perché proprio ora?
<< .. quando hai l’aereo? >> domandò con voce strozzata.
<< Tra un’ora >> rispose semplicemente lui, facendo combaciare i loro volti per baciarla.
Cercò di trasmetterle tutto l’amore, il rammarico, la tristezza che provava.
Perché loro insieme avevano toccato il cielo, visto le stelle, stati sulla luna.
Perché loro insieme erano capaci di amarsi tanto.
E ora, qualcuno, li stava punendo per questo.
Non si erano detti ti amo, anche se lo sentivano, non avevano mai dormito insieme, non si erano bisbigliati agli orecchi frasi dolci.
Ma avevano vissuto il loro amore con gentilezza e cuore, così tanto da far restare ogni attimo, ogni ora, ogni attimo, scolpito nel loro cuore.
Per sempre.
Rimasero ancora abbracciati, quando il richiamo del dovere, richiamò Joe.
<< .. devo andare.. >> disse appena.
Lei quasi non lo sentì.
<< Voglio che tu sappia che qualunque cosa accada, qualunque cosa possa succedere, nella mia vita, nel mio cuore, avrai sempre un posto speciale. Perché tu lo sai, cosa sei per me >>
E quelle parole, furono così forti, che fecero girare la testa di Giulia tanto da non farla ragionare più.
Lasciò che l’ultima lacrima le rigasse il viso, poi tremante disse << No, Joe, no.. >>
Lui le sorrise amaramente, poi, prese le sue mani, le strinse forte.
La baciò sulle labbra, poi sul viso, poi in fronte.
<< Sarai sempre con me >> disse, prima di lasciarla lì.
Era successo tutto troppo in fretta perché lei potesse capire, realizzare.
Un solo giorno, una sola ora.
In più.
<< Tornerò, te lo prometto >>
..  solo un giorno in più.
Avevano ormai raggiunto la statua di Peter Pan, e lì, regnava la quiete più assoluta.
D’un tratto però, il cellulare di Letizia prese a vibrare insistentemente.
<< Un messaggio? >> fece la bionda.
<< Ehm, si, si >> si affrettò a rispondere l’altra.
Statua di Peter Pan. CI sono!
<< Quanto manca alla mezzanotte? >> chiese Giulia guardando il cielo.
<< Solo due minuti >>
La bionda annuì, chiudendo gli occhi.
Non appena Letizia si accertò che non potesse né vedere, né sentire niente, si alzò dalla panchina dove erano sedute e lasciò il suo posto a quel giovane dai capelli corti e ricci che correva tutto trapelato verso di loro.
Non si dissero neanche una parola.
Letizia si allontanò, e lasciò che entrambi, si godessero il loro momento.
<< Ehi Leti, allora ci siam.. >>
La voce di Giulia di bloccò, rimanendo impigliata in gola.
Gli occhi, si inumidirono in fretta.
<< Ma, ma.. >> provò a dire.
<< Shhh, mancano 5 secondi >> la zittì Joe dolcemente << 4,3,2,1..  Tanti auguri  >>
Non ci sarebbe stato più bisogno di parlare, di piangere, di dirsi addio.
Il tempo alla fine, gioca anche a nostro vantaggio.
Prima o poi, qualcosa di buono nella vita succede, basti solo accorgersene, basti solo accettarlo per come viene, senza farsi tanti problemi, senza pensare che tutto intorno a noi è ingiusto.
E’ inutile aspettare che qualcosa accada.
E’ inutile che le persona aspettano.
Le cose vengono da sé.
Non aspettando di certo, saremmo più felici.
Come nell’amicizia, anche nell’amore, bisogna attendere, cercare, prima di dover trovare la persona giusta.
E, un modo per trovare il sole già lo avevano Letizia e Giulia, solo che non lo sapevano.
E quel sole, erano proprio loro, che si volevano bene, e che s sarebbero seguite sempre e comunque.
In qualche modo.
E non importava come, bastava fidarsi dell’altro.
<< Sono tornato per restare >>
 Con queste parole, Joe sigillò quello che sarebbe stato l’inizio di qualcosa di grande, eterno.
Qualcosa che era loro ignoto, ma che non faceva paura, perché erano insieme.
E così avevano avuto il loro giorno in più, il loro giorno per amarsi ancora un po’.
Un giorno che ne avrebbe portati altri centro, duecento, tremila.
Forse dovevano solo avere un po’ di fiducia, attendere giusto un po’ l’aiuto di qualcuno che teneva alla loro felicità.
Perché con la complicità di un amico sincero, ogni cosa, può tornare a splendere.
E forse, nella vita, sarebbe meglio cercare di vivere al meglio il proprio tempo, perché non si sa mai quando qualcosa potrebbe capitarci.
Prima o poi, qualcosa in più l’avremo.
E questo ora Giulia lo aveva imparato.
Nascosta dietro un cespuglio di Hyde Park, Letizia guardava quella scena soddisfatta.
Sapeva di non avere poi tutto quel merito, ma le piaceva auto gloriarsi.
Sorrise.
Guardò la luna, splendente sulle loro teste.
Soffiò sulle sue dita, rivolte verso Giulia.
<< Tanti Auguri >> sussurrò con un sorriso.


Tanti auguri Giulia, e non solo per il tuo compleanno, per tutto.
Perché te le meriti, perché vorrei che potessi essere sempre felice, perché mi hai aiutata, perché mi ascolti sempre, a distanza e non, perché tu possa sapere che ci sono sempre.
Perché certe cose rimangono sempre nel nostro cuore, nonostante tutto.
Perché tu tenga sempre duro, nonostante tutto.
Perché dobbiamo trovare un modo per seguire il sole.
Tanti auguri!
Maria Letizia.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: itsbrie