CAPITOLO
48:
Un
rumore assordante mi
giunge alle orecchie,interrompendo il mio dolce sonno.
-“Ma
che cavolo è?”
biascico,con la bocca impastata.
-“Amore
è la nuova
sveglia,non ti piace?” mi risponde Tom. Mano a mano che le
mie orecchie si
abituano al rumore mi rendo conto che in realtà si tratta
della sveglia dei
Tokio Hotel,che intona Scream.
-“Oh,si
certo! Non avevo
riconosciuto la canzone! Ma che ore sono?” domando.
-“Sono
le 9.00!” annuncia
tutto sorridente.
-“Uff!
Voglio dormire
ancora!”
-“Ma,piccola,dobbiamo
andare dal dottore! Come ti senti ora?”
-“Già,me
n’ero
dimenticata! Ora sto meglio,anzi non ho più
niente!” dico felice. Poi mi alzo
dal letto. Come non detto! Mi gira la testa. Vacillo un po’ e
Tom mi accoglie
tra le sua forti braccia,impedendomi di cadere.
-“A
me non pare proprio!”
mi dice lui,rispondendo alla mia affermazione positiva.
-“Hai
ragione! Ma da
sdraiata mi sembrava di stare bene!” dico in difesa.
-“Ok,piccola!
Torna a
letto,io ti vado a preparare la colazione e te la porto qui,poi
andiamo!”
-“No,non
è necessario.
Scendo!” ribatto.
-“Non
se ne parla
proprio!” continua “Tu rimani qui,che se fai un
tonfo per terra svegli tutti!”
-“Ma
perché ? Stanno
ancora dormendo?”
-“Certo!
Mica vengono alla
visita. Ti ci porto io!”. Annuisco impercettibilmente e torno
a
sdraiarmi,mentre lui va in cucina. Dopo circa un quarto d’ora
torna con in mano
un vassoio con sopra latte e biscotti. Mi viene subito la nausea.
-“Non
credo di avere
fame!” dico.
-“Qualcosa
però dovrai
mangiare!” insiste.
-“Non
mi va di bere
liquidi,mi dà la nausea solo a pensarci!”
-“Questa
non è una cosa
normale. Comunque mangia almeno due biscotti,che sono secchi. Non ti
dovrebbero
dare noia!”
-“E
va bene!” lo
accontento,in modo che la smetta di trattarmi come una bambina di tre
anni
appena compiuti. Così mangio due biscotti,di numero e mi
preparo sotto lo
sguardo attento del mio ragazzo.
-“Sei
pronta?” mi chiede
mentre mi pettino.
-“Quasi,un
secondino eh!”
aggiusto l’ultima ciocca di capelli e lo raggiungo
nell’atrio. Arrivati dal
dottore ci tocca aspettare mezz’ora,perché il
signor. “faccio con comodo” è in
ritardo.
-“Ma
guarda te! Un dottore
che è in ritardo e dà degli appuntamenti in
anticipo! Ma ti sembra una cosa
normale?” borbotto a Tom.
-“Capita!
Sbaglio od oggi
sei abbastanza scontrosa?” domanda lui.
-“Non
è vero! Stai zitto!”
quasi gli urlo. Ok,si,sono scontrosa,non so come mia. Forse sono
agitata perché
non so cosa abbia,boh!
-“Io
dico di si!” ribatte.
-“Lo
so,hai ragione! Scusa
amore se ti ho risposto male stamani ed ora!” mi arrendo,non
serve a niente
nascondere le cose ovvie,o quasi.
-“Non
scusarti! Ma posso
sapere cosa c’hai?” mentre me lo chiede il dottore
arriva e ci invita ad
entrare nello studio. Una volta accomodati nelle sedie comincia con le
classiche domande.
-“Signorina
lei dice di
aver mangiato un cibo al quale è allergica e suppone di aver
avuto un
indigestione che dura a lungo,giusto?”
-“Giusto!”
rispondo.
-“Ha
vomitato?”
-“Si,tre
o quattro volte!”
-“Da
quant’è che sta
male?”
-“Due
giorni,più o meno!”
-“Oltre
alla nausea ha
avuto anche dei dolori allo stomaco?”
-“Non
proprio,erano più
bassi, quasi vicino alle ovaie.”
-“Mmmmm….allora
non è
stata indigestione! Ha avuto giramenti di testa?”
-“Si,uno
solo,stamani!”
sono sempre più confusa,se non è indigestione o
allergia allora cos’è? Poi il
dottore inizia con le domande che non mi sarei aspettata mai e poi mai.
-“Ha
avuto dei rapporti
con qualcuno?” nel mentre lancia un’occhiata a
Tom,seduto al mio fianco,e
improvvisamente immobile. Io lo guardo negli occhi,poi,rivolta al
dottore
rispondo:
-“Si”,rispondo
titubante,non mi piace la strada che sta prendendo la conversazione.
-“Quando?”
domanda ancora.
-“Due
giorni fa!”
-“Era
la prima volta?”
-“Si….”
Sempre più
titubante….
-“Mi
sembra
strano,allora…Sicura? Non ne ha avuti altri? Per esempio la
scorsa settimana?”
mentre me lo chiede la mia mente viene colpita da un flash orribile.
-“Non
proprio!” dico
tremante,con le lacrime che minacciano di traboccare.
-“Scusi
signorina,ma deve
spiegarsi meglio!” chiede gentilmente.
-“Un
ragazzo l’ha rapita
ed ha abusato di lei!”risponde Tom al posto mio,con la voce
fredda e
distaccata.
-“Ah!
Si,ne ho sentito
parlare! Capisco,questa situazione è alquanto brutta
allora…”
-“Allora…cosa
ha?” domanda
ancora Tom.
-“Suppongo
che l’abbiate
già capito! Credo che lei sia incinta,signorina. Le
consiglio di fare il test
di gravidanza. Il padre presuppongo che sia il
rapitore,perché sarebbe strano
se il concepimento sia avvenuto solo due giorni fa e susciti
già queste
reazione nel suo corpo!” le lacrime iniziano a sgorgare
silenziose.
-“Mi
dispiace!” aggiunge
con sincerità.
-“Ma
quanto dureranno
questi dolori?” chiede Tom.
-“All’incirca
due mesetti.
Poi dovrebbe diventare tutto più semplice. Ma se non vuole
il figlio è sempre
in tempo per abortire.” L’idea non mi aveva neanche
sfiorata,per quanto mi fa
schifo il fatto che forse è di James,non voglio privare
della vita nessuno.
-“No!”
dico decisa. Povero
piccolo sennò! Anche se ora non è altro che un
piccolo cuore pulsante.
-“Ma
come facciamo ad
essere sicuri che il padre è James?” chiedo,ancora
con le lacrime agli occhi.
-“Con
degli esami
specifici! Delle analisi,in poche parole! È ovvio
però che avremmo bisogno
anche del DNA di James! Se non volete che lui lo
sappia,perché avete
paura,basta che siate in possesso di un capello,per esempio.”
Continua a dire
il dottore.
-“Non
è un problema
quello! Dovrebbe essere nei miei vestiti! Ne sono sicura!”
-“Bene,non
ci resta che
stabilire l’appuntamento per l’esame! Quando vi
andrebbe bene? Ah! Il costo è
di 165 euro! È un problema”
-“No,nessun
problema! È
possibile subito domani mattina?” domanda sempre Tom.
-“Certo!
Sono libero alle
10.00. Vi va bene?”
-“Si.
Arrivederci!”
esclama alzandosi dalla sedia. Ed io lo imito. Una volta in
macchina,durante il
viaggio di ritorno Tom mi chiede.
-“Sicura
che lo vuoi
tenere?” mi sembra titubante anche lui.
-“Oh,Tom,scusa!
Non ho
chiesto li tuo parere. Tu non vuoi,vero?” chiedo tra le
lacrime.
-“No,piccola,non
fare
così,hai frainteso!” tende una mano verso la mia
guancia,asciugandomela “A me
piacerebbe molto crescere un bambino al tuo fianco e sentirmi
padre,strano che
lo dica eh! L’idea di diventare papà mi passa per
la mente solo da quando sto
con te! Prima non avrei mai voluto avere dei figli,ma con te
è diverso! Solo
che non mi piace il fatto che ti cresca dentro una parte di quel
bastardo! È
solo questo il punto!” le sue parole mi commuovono.
-“Lo
so,anche a me mi
disgusta. Ma è comunque una creaturina,non voglio ucciderla!
Non me lo
perdonerei mai,non sono quel tipo di ragazza che è disposta
ad impedire una
nuova vita! Mi dispiace,comunque ti capisco, se il figlio non
è tuo,quindi
rispetterò ogni tua decisione!”
-“La
mia decisione,se me
lo permetterai,è quella di far finta che il figlio sia
mio,ovvero che mi
comporterò come il suo vero padre e che mi
prenderò cura di te e di lui,o lei
come se fosse anche mio!” si volta un secondo verso di
me,sfavillando un
bellissimo sorriso,che si impossessa delle sue labbra.
-“Tom
Kaulitz,io ti amo da
morire!” dico con voce tremante.
-“Anche
io piccola! Anche
io! Comunque non eliminiamo la possibilità che il figlio sia
mio. Non si sa
mai! lo spero vivacemente però! Mi dispiace informarti
comunque che
sfortunatamente in questi nove mesi non potrai cercare tua
sorella!”
-“Perché
no?”
-“Perché
affronterai una
gravidanza. E lo stress non è ammesso in
quell’arco di tempo! Ci penserà Georg!
Sono sicuro che se la caverà anche da solo!”
-“Uffa!
Va bene,come vuoi!
Ma te come farai se devi andare in tour?”
-“Ci
vado. Tanto dureranno
massimo due mesi,o tre,anche se la distanza da te sarà
insopportabile devo
farlo per i Tokio Hotel e per le nostre fans!”
-“Hai
ragione,amore! Ma mi
prometti una cosa?”
-“Tutto
quello che vuoi!”
dice in risposta.
-“Promettimi
che non
guarderai qualche bella ragazza eh!” dico ridendo.
-“Te
lo prometto! Ormai
l’unica che riesco a guardare sei te! Per le altre sono
cieco!”
-“Come
sei dolce!Non avrei
mai immaginato che sarei riuscita ad estrarre questa parte del tuo
carattere!”
-“Oh,beh!
Nemmeno io!”
dice lui. Poi arriviamo a casa,finalmente. Quando entriamo sono tutti
svegli e
raccontiamo ogni cosa che ci ha detto il dottore.
-“Scusa,ma
se fosse di
James potreste comunque darlo in adozione! Non lo privereste della
vita… Almeno
non dovrai più avere a che fare con quello schifoso! Il
bambino crescerà in una
buona famiglia,ci impegneremo con anima e corpo per trovare quella
giusta! Che
ne dite?” a chiedercelo è Anty.
-“Cavolo!
Non ci avevo
proprio pensato! Però non mi sembra un gesto carino,nemmeno
un gesto da buona
madre. Il piccolo,o piccola,sarà sangue del mio sangue. Non
voglio che faccia
la mia stessa fine!”
-“Ma
c’è una giusta
motivazione per farlo!” insiste lei “Un bambino non
dovrebbe venire al mondo
per un abuso!”
-“Quello
è vero,ma è
comunque un bambino come gli altri! Mi sentirei meschina se lo
facessi!”
-“Ma
non lo saresti
davvero! Hai una buona causa per farlo! Nessuno potrà
giudicare il tuo gesto
immaturo! Secondo me è la soluzione migliore!”
continua lei.
-“Piccola,ha
ragione
Antea!” mi dice Tom “Sai che anche io vorrei tenere
un bambino,ma la situazione
diventerebbe complicata in questo caso! Se non lo vuoi perdere di vista
ti
farai mandare le foto e gli aggiornamenti.”
-“Scusate,ma
devo
rifletterci! Intanto domani ho la visita per l’esame,devo
ancora accertarmi se
sono incinta e tutto il resto! Sono troppo notizie in un colpo solo!
Devo
pensarci!” dico,così vado a passo svelto in bagno
per fare,per prima cosa,il
test di gravidanza. Quando esco e vado in camera trovo Tom seduto sul
mio
letto. Mi sento in dovere di parargli e così faccio,mentre
aspetto il risultato
del test.
-“Tom,non
è che non voglio
darlo in adozione,ma sento che non mi sarà facile,
crescerà nel mio grembo.
Sarà parte di me! Ho paura di non riuscirci! Ho paura! Io
non volevo! Io voglio
darlo in adozione,ma ho paura!” scoppio a piangere e lui mi
attira
delicatamente a sé.
-“Tranquilla!
Insieme ce
la faremo! Ti starò accanto! I Tokio Hotel si possono
permettere un altro anno
di pausa, sono sicuro che gli altri saranno d’accordo con me.
Lavoreremo ad un
nuovo album,qui in casa. Tanto abbiamo bisogno di nuove canzoni. Poi
tornerà
tutto come prima. Troveremo la famiglia adatta! E ci faremo aggiornare
mensilmente! Se vorrai poi una famiglia ci proveremo,io e
te!” le sue parole mi
rassicurano. Finalmente so cosa farò con il bambino,sempre
se c’è,e se fosse di
James. Poi mi ricordo del test che ho in mano. Lo guardo,sopra vi
è un +.
-“Com’è
piccola?” domanda
Tom.
-“Positivo!”
dico “Non ci
resta che sapere se è di James” sputo quel nome
tra i denti “ O tuo!”
-“A
quanto pare si! Ora
riposa! Ti porterò il pranzo! A proposito,come
stai?”
-“Bene,sento
che non starò
più così male!”
-“Ottima
notizia,amore!”
Esclama lui,poi esce dalla stanza lasciandomi a riflettere.
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Oggi
è il giorno della
verità. Sono terrorizzata,anzi di
più,terrorizzata è un eufemismo. Ad
accompagnarmi sarà di nuovo Tom,giustamente. È
quello che mi sta più vicino in
questo momento a dir poco delicato.
-“Piccola
andiamo,è
tardi!”
-“Aspetta,sto
cercando il
capello!” una volta trovato,attaccato alla mia maglia,lo
prendo tra le dita,disgustata
e lo infilo in una piccola bustina. Poi raggiungo l’amor mio.
-“Eccomi,amore!”
annuncio
teatralmente,cercando di non pensare alla serietà della
situazione.
-“Finalmente!
Andiamo su!”
così detto ci avviamo. Stavolta non dobbiamo aspettare,il
dottore è già nello
studio che ci aspetta.
-“Buongiorno!”
dice appena
entriamo.
-“Buongiorno!”
rispondiamo
io e Tom all’unisono.
-“Si
accomodi pure
signorina!” mi dice indicandomi il lettino “Ora
chiamo la ginecologa a nostra
disposizione. Prima si accerterà che tu sia davvero
incinta,poi farà l’esame. Già,ce
l’ha il capello?”
-“Si.”
Nel mentre lo dico
lo estraggo dalla tasca e glielo porgo.
-“Perfetto!
Lei si prepari
nel mentre!” dicendo così esce dalla
stanza,lasciandomi sola con Tom.
-“Agitata?”
mi domanda
mentre mi sdraio e mi preparo.
-“Un
pochino. Anzi tantissimo.
Te?” rispondo.
-“Tantissimo
anche io! Speriamo
che sia mio! Anche se ne dubito!” dice.
-“Come
mai?” chiedo ,non
capendo.
-“Perché
lo sentirei se
fosse mio. Sono sicuro che me ne accorgerei,l’istinto paterno
esiste. Ma io
sento che non è mio! Purtroppo!”
-“Spero
vivacemente che ti
sbagli!” dico speranzosa. Poi il dottore rientra seguito da
una dottoressa. E l’esame
comincia. Una volta finito mi lascia il tempo di risistemarmi.
-“Allora,qual
è il
risultato?” domando.
-“Signorina,si
vede che
non è esperta in campo!” dice sorridendo
dolcemente “Ci vuole tempo,lo sapremo
domani! Comunque incinta è incinta!” annuncia.
-“Oh,capisco!
Vuol dire
che dobbiamo tornare domani?”
-“Si…è
preferibile di
mattina presto. Almeno se avete qualche domanda da farmi
sarò disponibile.”
-“Ok.”
Poi paghiamo e
andiamo via. Non appena oltrepassiamo la soglia della casa Georg ci
viene
incontro preoccupato.
-“Allora?
Qual è il
verdetto? Sei incinta? Chi è il padre? Hanno chiamato mamma
è papà e ho
spiegato loro la situazione. Hanno detto che vengono appena
possono.”
-“Il
verdetto è che sono
incinta,il padre lo scopriremo domani!”
-“Capito!”
dice. Poi mi
cinge in un dolce abbraccio fraterno,mentre una lacrima gli bagna il
viso.
-“Ehi,fratellone!
Perché piangi?”domando.
-“Perché
mi dispiace per
te! Non voglio vederti soffrire per quel bastardo! Sei la mia sorellina
e non
sono stato in grado di proteggerti!”
-“Georg,guardami
negli
occhi!” gli ordino. E così lui fa.
-“Non
dire mai più una
cosa del genere! Tu non potevi saperlo,non potevi proteggermi da
qualcosa che
non potevi immaginare! Non è colpa tua,non è
colpa di nessuno. È successo e
basta! Dobbiamo dimenticarcelo,so che non è
facile,però dobbiamo provarci!” lo
stringo forte a me,tranquillizzandolo.
-“Hai
ragione,Alice! Ti voglio
bene!” mi sussurra.
-“Anche
io,fratellone mio!”
dico in risposta.
-“Via,ora
ti lascio al tuo
ragazzo!” poi rivolto a lui,aggiunge “Tu trattala
bene d’ora in poi!”
-“Puoi
stare tranquillo! Non
la farei soffrire per nulla la mondo! Non me lo perdonerei
mai!” dice Tom
deciso.
-“Bene,mi
fido di te,amico
mio!” gli dà una pacca sulla spalla e se ne va.
*********************
Sapremo
una volta per
tutte di chi è il bambino che porto in grembo. Sono
nervosa,voglio
saperlo,almeno mi tolgo questo assillante pensiero dalla mente. Siamo
già nello
studio,mentre aspettiamo che ci portino i risultati. La mia testa
è poggiata
sulla spalla di Tom e lui mi bacia dolcemente la fronte,per calmarmi.
La dottoressa
entra velocemente nella stanza con dei fogli in mano. Il suo sguardo
sembra
piuttosto tranquillo e paziente. Ci porge i fogli,poi annuncia:
-“Il
bambino è di….”
(Continua
nel prossimo
capitolo….)