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Autore: RobSten4ever    02/09/2010    1 recensioni
Due protagonisti, due vite che si incrociano.... lui: ventenne simpatico, dolce e amante della fotografia; lei: diciannovenne timida e introversa, dal passato difficile e doloroso, a donato la sua vita alla sua piccolina....
Se volete sapere come andrà a finire, seguitemi.....
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cap.7

Oggi sarebbe stato un giorno importante: il mio piccolo angelo avrebbe compiuto quattro anni… Era strano pensare che solo quattro anni fa, io mi trovavo in un letto di ospedale, grondante di sudore, con una mano che stringeva quella della mia migliore amica, cercando disperatamente e ardentemente di far uscire mia figlia.. Ricordavo ancora, quando la presi in braccio la prima volta, il cuore che batteva forte e gli occhi che non finivano di lacrimare per la felicità di quel momento… la felicità di avere, finalmente, tra le braccia la mia vita..
Con quei pensieri in testa, quella mattina, mi svegliai presto, per poter organizzare la festa che tanto desiderava..
Incominciai con l’ordinare la torta; poi passai alla sistemazione del salone: spostai i divani mettendoli vicino al muro, creando uno spazio al centro; il tavolo lo coprii con apposita carta da feste, con winnie the pooh disegnato sopra.
Verso le 11 e mezza, dovetti uscire per andare a comprare da mangiare, dovevo preparare tutto da sola quel giorno, visto che Maura aveva un importante servizio fotografico e Ilaria mi teneva Bea per distrarla dalla festa che le stavo preparando. Arrivai al centro commerciale in mezz‘ora, colpa dell’autobus e del traffico; mi diressi subito al supermarket, presi un carrello e iniziai il giro, comprando tutto ciò che sarebbe servito: bibite, patatine di vario tipo, salatini, ingredienti per i dolci che avrei fatto nel pomeriggio, bicchieri, tovaglioli, posate e piattini rigorosamente di winnie, Bea lo adorava.
Presi anche qualche palloncino, la candelina con il numero quattro con tigro sopra.
Pagai tutto e con il carrello stracolmo di buste uscii dal market, ed li lo vidi passare: era in compagnia di una ragazza, davvero molto carina, bruna, poco più bassa di lui e magra; lei stava sotto braccio a lui e parlavano ridendo insieme.. Un nuovo sentimento nacque dentro di me, forte e mi faceva star male, ma io non dovevo stare così per lui, invece… li vidi entrare in un negozio di bambini, una terribile conclusione mi si parò davanti, ma cercavo di non pensarci cosi il più velocemente possibile uscii fuori dal entro commerciale, presi le buste e con difficoltà andai alla fermata dell’autobus.. Mi sedetti sulla panchina libera per aspettare e solo allora mi accorsi della guancia umida, stavo piangendo e non sapevo neanche il motivo. Ero una ragazza dannatamente stupida.. << signorina, si sente bene? >> mi domandò qualcuno, alzai la testa di scatto e mi trovai di fronte un anziana signora che mi guardava preoccupata << oh, si sto bene >> dissi imbarazzata asciugandomi gli occhi, lei silenziosamente si sedette di fianco a me << l’amore a volte fa piangere.. >> disse, cosa? << io non.. >> stavo parlando, ma mi interruppe << non ci vuole un esperto per capire che lei sta soffrendo per amore.. >> ok, stava delirando.. << non so cosa abbia capito, ma sinceramente io non sto soffrendo per amore >> le risposi, ma lei parve non crederci, << molto spesso, per riuscire a scoprire che si è innamorati, bisogna che arrivi il momento della separazione.. Tieni a mente queste parole “ apri gli occhi e segui quello che ti dice il tuo cuore “ non trattenere i tuoi sentimenti per paura di soffrire… >> disse tutto molto lentamente, e parola per parola mi si stampò nella mente, non mi accorsi nemmeno quando la signora si alzò e se ne andò, per quanto rimasi scombussolata da quelle parole..
Tornai a casa pensando a tutto quello che in un ora era accaduto, l’avevo rivisto dopo quasi un mese, con la sua probabile ragazza, avevo sentito in me nascere un nuovo sentimento, e per finire una strana signora mi aveva parlato di amore e sentimenti.. Stavo completamente uscendo pazza! Menomale che dovevo finire di organizzare la festa, cosi potevo distarmi.. Misi un po’ di musica e finii di sistemare il tavolo..
Dopo aver mangiato qualcosa velocemente, incominciai a fare i diversi dolci, tre in tutto e soprattutto quelle preferite di Bea, era veramente una golosona.
Quando finii tutto erano ormai le sei, e ritornò a casa Maura.. << wow.. Hai fatto tutto da sola? >> domandò entrando in cucina << no, sono venuti in mio soccorso i folletti di babbo natale.. Certo che ho fatto tutto da sola! >> le risposi ironicamente << sempre molto simpatica.. >> rispose lei, intanato sbirciava nel forno << non provare a toccare niente, o ti taglio le mani.. >> le dissi, come Bea la mia migliore amica era golosa di dolci; << tanto non lo faresti mai.. >> disse lei non curante delle mie parole, così presi un bel coltello da cucina e mi girai verso di lei << ne sei proprio sicura? >> domandai rigirandomi il coltello in mano e assumendo una faccia sadica, << uff.. ok me ne vado.. Contenta? >> disse lei cacciandomi la lingua e allontanandosi dal forno << su su.. Via via >> la spinsi per le spalle fuori dalla cucina, ridendo della nostra pazzia..
Quando finii di pulire la cucina, decisi di dedicare il tempo restante a me, cosi mi feci un bel bagno rilassante, che venne interrotto dal campanello della porta e dall’arrivo di un piccolo tornado.. << mamminaaaa >> disse Bea entrando in bagno, io nel frattempo ero uscita dalla vasca.. << il mio angioletto che oggi compie gli anni.. >> dissi prendendola al volo e riempiendola di baci. Quando la feci scendere la guardai << ma quando sei bella!! >> e lei rise felice e fece un giro su se stessa facendo gonfiare il vestito << ti piace… me lo ha complato zia ilaia >> era veramente un bel vestito: a maniche corte bianco a fiori rossi, con la cintina e il colletto bordeaux.. << si è molto bello >> le dissi..
<< dai su, vieni con me a scegliere cosa devo mettermi per stasera..? >> le chiesi e lei urlò di gioia, adorava scegliere i vestiti per me, infatti scappò subito in camera mia e quando la raggiunsi la trovai intenta a guardare nel mio armadio.. Ogni volta che faceva cosi, mi ricordava tanto il padre, quando pensava corrugava la fronte e prendeva tra l’indice e il pollice il labbro inferiore, lo stesso faceva lei, una delle poche cose che aveva ripreso da lui.
<< allora, cosa dice la mia piccola stilista? >> domandai avvicinandomi a lei, ma non rispose, troppo presa nella scelta.. Poi di scatto disse << ho tovato!! >> disse e prese tra le mani un vestito turchese, che non mettevo da tempo, ero un po’ scettica ad indossare vestiti che mi scoprivano più del dovuto << sei sicura, Bea? >> domandai << sci.. Metti quello >> disse e lo presi per falla felice, dopo tutto era il suo compleanno.. Mi aiutò anche a trovare le scarpe adatte: nere con il tacco alto e tutte intrecciate sul davanti. Poi mi aggiustai i capelli, lasciandoli mossi, con qualche boccolo alla fine. Finii di prepararmi e poi mi guardai allo specchio: bhè, non stavo poi così male!
In quel momento suonarono alla porta, non mi ero accorta che erano ormai le otto; quando arrivai all’ingresso, rimasi sbigottita da ciò che vidi.. << Oh mio Dio! Zia che ci fai qui? >> dissi e la persona chiamata in causa si girò verso di me, non le diedi neanche il tempo di rispondere che ero già tra le sue braccia.. Mi era mancata tantissimo. << Giulia, piccola mia..quanto mi sei mancata!  Abbiamo voluto fare una sorpresa, ed eccoci qui.. >> disse lei << anche tu, zia..tanto >> le risposi.
Mia zia: si chiamava Elena, era giovanissima, aveva 35 anni; era bellissima: lunghi capelli mossi castano scuro, che incorniciavano un viso ovale, occhi di un strano colore, un mix tra il marrone e il verde, molto intensi.
Era la mia seconda mamma, colei che, da quando ero piccola, sapeva i miei segreti più nascosti, che mi aiutava quando ne avevo bisogno, mi sgridava quando ci voleva, mi consolava, mi faceva ridere, in pratica era tutto per me.. Quando quattro anni fa le raccontai cosa mi era accaduto, l’unica cosa che fece, fu abbracciarmi stretta e dirmi che ci sarebbe stata in qualunque momento.. Infatti andai a vivere con lei e ci rimasi tre anni, mi aiutò nei primi anni di Bea, e mi dispiacque molto lascarla per trasferirmi qui, ma lo dovetti fare per trovarmi una nuova vita..
 << allora, come stai..ti trovo bellissima >> disse quando ci staccammo << sto bene.. Ce la stiamo cavando alla grande.. Bea si è subito ambientata, io ho trovato lavoro come cameriera in un bel ristorante e niente… la vita va avanti >> dissi e poi mi avvicinai al resto della famiglia: mio zio Enrico, il marito di mia zia e la mia cuginetta, Anna, che assomigliava sempre di più alla mamma.
Mentre le bambine giocavano, io e Maura facemmo fare il giro della casa ai miei zii, chiacchierando del più e del meno: scoprii che mia zia era in dolce attesa, e che ero la prima a saperlo, neanche lo zio lo sapeva, ma quando sarebbe stato tutto certo, glielo avrebbe detto.. Ero felicissima per lei, era da tanto che lo voleva, ed ora c’era riuscita.
Ad interromperci fu la porta e un urlo di Bea.. Oh mio Dio, cos’era successo?
Scappai all’ingresso, seguita dagli altri e rimasi di sasso. Non poteva essere qui, come faceva, io non.. Poi la risposta arrivò da bea << Andea, sei venuto? >> disse e allora capii tutto… presi per mano Maura e la portai in cucina chiudendo la porta alle mie spalle, volevo delle spiegazioni.. << ehi che succede? >> mi domandò lei, leggermente spaesata << mi domandi cosa succede.. Cosa ci fai lui qui, chi l’ha invitato? >> chiesi leggermente furiosa, non sapevo perché ma appena l’avevo visto mi era salito un nervoso che non avevo mai avuto.. << scusa, lui chi? >> domandò << Andrea >> risposi, pronunciando velocemente il suo nome << aaaahh… sai com’è fatta tua figlia.. L’ha invitato lei, non ho mai visto Bea attaccarsi tanto ad una persona, come con lui.. >> bene, di male in peggio: l’Andrea del matrimonio era anche l’Andrea, l’amico di Bea… ero veramente nei guai, cosa dovrei fare ora? << scusa ma perché ti sei arrabbiata? >> mi domandò lei << io, bhé, ecco.. Vedi lui è >> ma non finii di parlare che mi interruppe << oh mio Dio! Non mi dire che lui è quell’Andrea? >> annuii con la testa, mordendomi il labbro inferiore, lei si mise a ridere << cosa c’è da ridere? >> domandai << è la situazione che mi fa ridere, oltre la tua faccia.. >> ok, l’avrei ammazzata sicuramente, se non fosse venuto ad interrompere la nostra conversazione Giovanni.. << ah, siete qui.. >> disse e io lo fulminai con lo sguardo << è successo qualcosa? >> domandò intervallando lo sguardo tra me e la sua dolce fidanzata, che avrei voluto tanto strozzare.. << niente di cui ti debba preoccupare… stavamo solo prendendo i dolci >> gli rispose Maura facendo finta di niente << ok…vi serve una mano? >> disse lui << nono… è tutto sotto controllo, incomincia ad andare di la, noi arriviamo subito >> disse lei fulminandomi con gli occhi, e poi lui con un alzata di spalle e un bacio sulla guancia a Maura uscì dalla cucina.. << senti, ora lui è qui e non puoi farci niente… quindi, comportati bene, almeno fallo per tua figlia, che gli vuole bene.. Ok? >> disse lei guardandomi seria << hai ragione… ma una cosa importante: Bea non è mia figlia.. >> dissi e lei mi guardò shockata << come? >> chiese << non voglio far sapere che è mia figlia, o almeno non ancora.. >> << e come farai con Bea? >> domandò, << le dirò che per stasera non deve chiamarmi mamma.. È intelligente e capirà >> << ok, come vuoi tu.. >> disse e quella conversazione finì li.
Prese due delle tre torte e uscì dalla cucina e io rimasi da sola; dopo poco presi l’ultima torta rimasta e dopo un respiro profondo seguii Maura..
Il salotto era pieno di gente che parlava tra di loro: vidi Marco e Ilaria parlare con i miei zii, Maura e Giovanni seduti sul divano, insieme ad una ragazza, che poi guardandola bene, assomigliava molto a quella che avevo visto in compagnia di Andrea.. L’aveva portata anche qui!?!
Posai la torta sul tavolo prima che facesse una brutta fine e nel momento in cui cercai di prendere un bicchiere per bere, scontrai la mia mano con un’altra più grande e calda, sapevo di chi era..
Ritirai in fretta la mano come scottata e alzai la testa incontrando i suoi bellissimi occhi cioccolato << ciao >> disse educato << c-ciao >> risposi titubante e balbettando.. Perché mi faceva sempre quell’effetto? Perché mi batteva così forte il cuore solo con un semplice ciao? Un silenzio carico d’imbarazzo e tensione scese tra di noi, ma come sempre fu lui a romperlo << allora, come stai? >> domandò << bene, grazie e tu? >> ma che bella conversazione, botta e risposta, due bambini ecco cos’eravamo in quel momento.. << anch’io bene… vedo che Bea ha invitato anche te? >> disse << io non sono stata invitata… io, bhè sono la sorella di Bea >> dissi e se eravamo in un cartone animato, già mi sarebbe cresciuto il naso come quello di pinocchio.. << ah, sei la sorella! Bea non mi ha mai parlato che avesse una sorella.. >> disse lui pensieroso, ok ero nei guai << oh, si, vedi lei mi chiama mamma, l’ho cresciuta io visto che i nostri genitori sono morti, quando lei aveva appena un mese… così mi considerava la mamma che non ha mai conosciuto >> una balla più grande di questa non l’avevo mai detta <> c’aveva creduto per fortuna.. << ehi giù, dove ti eri cacciata, ti stavo cercando.. >> disse una voce dietro di me, che riconobbi subito << si, scusami ma ero in cucina >> le dissi poi quando l’abbracciai le sussurrai << Bea è mia sorella >> dissi e lei in primo momento non capì, poi gli feci segno verso Andrea e capì, << vedo che hai già conosciuto mio fratello.. >> disse lei guardandoci, era lui il fratello che mi aveva tenuto nascosto! << io, si.. Noi già ci conoscevamo.. >> disse lui, << ah, e perché io non lo sapevo? >> rispose guardando soprattutto me << io non sapevo che fosse tuo fratello, tu mi avevi detto solo il nome.. >>
Infatti dopo che Maura mi raccontò del fatto che Ilaria avesse una sorella gemella e un fratello, il giorno dopo le chiesi una spiegazione e lei mi disse che quando era con me non ci pensava e quindi non me l’aveva detto..
<< ok.. Comunque vieni un secondo con me, voglio presentarti una persona.. >> disse lei e mi prese per mano, Andrea dietro di noi ci seguiva; ci stavamo avvicinando alla ragazza del centro commerciale e mano a mano che la vedevo più da vicino notavo una somiglianza sia con Ilaria che con Andrea, non era mica.. << Giulia, ti presento mia sorella Elisa.. >> disse Ilaria sorridente, la sorella si alzò e mi porse la mano << piacere.. Ho sentito molto parlare di te.. >> disse e io le strinsi la mano << piacere mio… >> risposi con un sorriso sincero, ora ero molto più rilassata.
Non era male come ragazza, e assomigliava molto a Ilaria, a parte per i capelli leggermente più chiari e gli occhi tali e quali a quelli del fratello..
Durante la serata parlammo molto, era simpatica e molto socievole, scoprii che cercava di diventare un attrice e studiava al Maryland school of arts; aveva un ragazzo di nome Luca che studiava anche lui per diventare attore.. Sentendo quel nome, mi venne in mente mio fratello: non lo vedevo e non lo sentivo da ben 5 anni, e mi mancava anche se ce l’avevo un po’ con lui per come mi aveva trattata.
Se non ricordavo male, anche lui amava recitare, da piccoli qualche volta ci imparavamo i cartoni animati a memoria per poi recitarli insieme..
Comunque la serata passò nel migliore dei modi.. Bea si divertì tantissimo, ricevette tantissimi regali, ma alla fine sfinita si addormentò, tra le mie braccia. In fin dei conti ero stata bene anche io, tralasciando il fatto che cercavo di evitare di restare da sola con Andrea.
Quando la festa finì, portai la piccola nel mio lettone, era ormai di routine che ad ogni compleanno dormisse insieme a me, e anch’io dopo essermi cambiata, la raggiunsi, stringendola forte al mio petto.

 

 

 

 

il vestitino per la festa vestito Giulia

 

   zia Elena e Famiglia 

 

Elisa 

la torta


  
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