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Autore: Lifei92    02/09/2010    3 recensioni
Dal capitolo4:
Il ragazzo rigirò la figurina e lesse. -Dunque, vediamo un po', c'è scritto... Harry Potter.-
-Ah di quella ce ne sono tante, io ce l'avrò quintupla.- gli disse Paul.
-Mi sai dire chi è questo qui?- chiese guardando la cornice, ora vuota, di traverso -Mi sembra di averlo già visto da qualche parte...-
Tre maghi lo guardarono strabuzzando gli occhi.
-Non sai chi è Harry Potter?!- esclamarono all'unisono.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Dursley, Famiglia Weasley, Mangiamorte, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Caleb Potter'
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24.Le Carte Ribaltate


-Caleb, no!- L'urlo di Jane rimbombò nella sala, mentre a ragazza compariva dalle spalle di uno degli Auror e si lanciava contro l'uomo incappucciato.

Basiliskus deviò la bacchetta nella sua direzione e la schiantò senza neanche parlare, ma quell'attimo fu sufficiente a Caleb per riprendersi dallo shock.

O adesso o mai più!” il ragazzino afferrò il braccio che lo costringeva e lo morse forte.

Basiliskus emise un ruggito di dolore mentre i denti del ragazzo lo costringevano a mollare la presa. Veloce come un fulmine, Caleb si buttò a terra e giratosi puntò la bacchetta verso il mago e disse il primo incantesimo che gli venne in mente.

-Stupeficium!- “o almeno credo che si pronunciasse così...”

I dubbi furono fugati quando un Mangiamorte alle spalle di Basiliskus fu sbalzato all'indietro. Peccato, aveva mancato il bersaglio. Nella sala, il resto degli adulti si riprese in fretta. Maledizioni iniziarono a volare da entrambe le fazioni, e il Serpente fu costretto a ripararsi dietro i suoi uomini, il braccio ancora sanguinante. Prese la spada e se la svignò. Caleb lo vide con la coda dell'occhio e gli corse dietro, ignorando le grida dei suoi amici che gli dicevano di non farlo.

Un raggio verde lo mancò per un soffio e colpì l'Auror lì vicino che si accasciò a terra senza emettere un suono. Terrorizzato, Caleb scartò di lato evitando un corpo e continuò a correre, consapevole che se fosse stato colpito anche solo una volta, sarebbe stata la fine.

La sala era ormai diventata un vero campo di battaglia, e le due fazioni si affrontavano senza pietà. Caleb perse di vista più di una volta l'uomo ma riuscì sempre a riprenderlo, in fondo era più giovane e più veloce. Quando si nascose dietro un gruppo di Mangiamorte, che si richiusero dietro di lui a ventaglio, però, pensò di essere arrivato al capolinea. Ma aveva dimenticato qualcuno.

-Prendete questo!- disse una voce imprecisa dietro di lui, e Caleb riconobbe il cugino che lanciava un qualcosa di indefinito... no aspetta... cos'era quella palla di pelo che....

KABOOOOOOM!!!

I Mangiamorte, anneriti rimasero un attimo sconcertati e Caleb passò in mezzo mentre Kevin gridava parole senza senso come: “L'aveva detto Jane che i Puffoli Bombaroli esplodono facilmente” o ancora “Devo assolutamente provare anche questi Tiroenza Polari e vedere che succede!”

Schiantò un Mangiamorte che gli si gettò addosso e si tuffò di lato per scansare un ennesimo incantesimo, fino a che non si ritrovò di nuovo in uno dei tubi. Una voce dalla sua coscienza (che aveva il timore fosse di Logan) gli ricordò che non ci si può Smaterializzare “ma cosa significa sta parola, poi?” entro i confini di Hogwarts.

-Sta uscendo dai confini per Smaterializzarsi!- esclamò il ragazzo, riprendendo a correre.

Ea la prima volta che entrava nelle tubature, e la sensazione di oppressione continuava ad ogni passo. Il cunicolo aveva tante diramazioni, ma Caleb riusciva sempre in qualche modo a prendere quella giusta senza perdere di vista l'uomo che correva davanti a lui. Decisamente la parte peggiore era scansare gli incantesimi che gli venivano tirati a intervalli irregolari, tanto che una volta ne mancò uno talmente di striscio che sulla sua guancia comparve un taglio rosso.

-E ora cosa fai, ragazzino?- La voce proveniva da davanti a lui, ma anche da dietro. Caleb si fermò mentre la confusione gli entrava in testa. Il corridoio era arrivato in una stanza simile alla Camera dei Segreti ma più piccola, una specie di incrocio di tubi, e in quel momento Basiliskus era sparito dal suo sguardo. Si girò intorno mentre la voce arrivava da tutti i corridoi e da nessuno, ascoltando solo di striscio le sue parole di scherno.

-E ora cosa farai? Hai fatto il mio gioco, finalmente...-

Caleb si bloccò, mentre una sensazione poco piacevole di una bacchetta puntata nella sua schiena gli mozzò il fiato.

-...posso finire ciò che avevo iniziato... Come sei stato gentile a seguirmi, mi hai risparmiato tempo... ora siamo solo tu e io, e adesso cammina, da bravo...-

-Non stavolta.- Caleb ruotò su sé stesso e si gettò a terra scansando una maledizione, dopodiché si rialzò, per poi rigettarsi a terra mentre la parete dove solo un attimo prima c'era lui crollava.

-Non puoi continuare in eterno a scansare le mie maledizioni, la fortuna non è eterna...- disse l'uomo lanciandone un altra, sempre pigramente e con la faccia di una persona che stava iniziando a spazientirsi.

Se solo lo riuscissi a trattenere per far si che arrivino gli altri...” pensò Caleb, mentre per un qualche miracolo riusciva a scansare anche quell'incantesimo che, per la cronaca, uccise all'istante la povera pantegana che aveva visto sgattaiolare lì vicino.

Con un pensiero di scuse al topolino, il ragazzo si gettò nel cunicolo davanti a lui, ora preda e non più predatore.

-Dove vai, ragazzino? Se non te ne sei accorto i tuoi amichetti sono dall'altra parte...-

La sua corsa terminò in una radura. Era fuori, probabilmente da qualche parte nella Foresta Proibita. Cercò un nascondiglio ma non fece in tempo a fare tanti passi che un incantesimo gli passò talmente vicino da smuovere i capelli. Era troppo in vista, anche se si fosse messo a correre non sarebbe riuscito a raggiungere nemmeno il primo albero. Lentamente, si girò ad affrontare il Basilisco per l'ennesima volta, quella notte.

-Stupeficium!- Basiliskus deviò il suo incantesimo con il suo solito cenno pigro.

-Oh no, ragazzino, ora basta con gli incantesimi dei bambini, è ora di fare sul serio.-

Non voglio morire” pensò Caleb, mentre si gettava nuovamente di lato. Una fitta lancinante alla gamba gli fece capire di essere stato ferito, e girandosi verso il suo nemico lo trafisse con lo sguardo. La paura scorreva nel suo sangue a fiotti mentre tentando un ultimo gesto disperato, o forse rispondendo ad un qualche richiamo, allungava la mano verso la spada della sua Casa.

Il tempo sembrò fermarsi, mentre Albus Severus Potter, altrimenti detto il Basilisco, lanciava ancora una volta l'anatema che uccide, stupito anch'egli di quante volte in quella sera il ragazzo era stato salvato da quella maledizione. La spada, riconoscendo in Caleb un padrone più appropriato, tornò da lui saettando nell'aria e il ragazzo la prese al volo, tentando poi di parare con quella l'incantesimo. Tutto questo durò pochi secondi, ma ad entrambi parve un eternità. La spada si illuminò di rosso vivo mentre la maledizione rimbalzava su di essa per poi colpire in pieno petto Basiliskus, che urlò di dolore. Caleb poté vedere la sua espressione di stupore prima che il mondo tornasse a vorticare alla giusta velocità e il suo corpo non fosse sbalzato via. Il silenzio scese sulla radura.

-È... morto?- si chiese il ragazzo, senza trovare il coraggio di alzarsi.

-Tu.... piccolo insolente... come hai osato?!- Basiliskus si rialzò a fatica, guardandolo con odio.

Accidenti, ma questo di cosa è fatto?” pensò Caleb, mentre, ormai in piedi, l'altro prendeva la bacchetta per poi puntarla contro Caleb.-

-Sectumsempra!-

-Accio Spada! Protego Totalus!-

Uno scudo familiare lo avvolse mentre Harry Potter usciva dalle tubature.

-Me la pagherai, Caleb Potter, ti giuro che ti ucciderò, e mi vendicherò per avermi sfidato!- Con queste parole, Basiliskus se ne andò. Non ce l'avrebbe mai fatta contro gli Auror al completo, ed era troppo debole per l'essersi preso in pieno la Maledizione Che Uccide. Per quel giorno avrebbe rinunciato, ma non si sarebbe dato per vinto.

L'alba sorgente vide un drappello di maghi altamente specializzati uscire dalle fogne della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts piuttosto malconci. I feriti non erano molti, ma c'erano delle persone le quali condizioni impedivano il movimento. Caleb, ansante, si vide assalire dai suoi amici, il racconto di Kevin di come grazie a lui, che era andato a chiamare i professori, fossero arrivati gli Auror dietro richiesta di Paciok, lo stritolamento di Jane, che non si staccava più, la faccia assente di Paul che probabilmente ancora non ci credeva di essere vivo, l'espressione stanca di Logan che aveva un occhio nero e un labbro tumefatto e una Gea estatica che guardava l'alba e sembrava tutto sommato illesa. Sorridendo, Caleb guardò un attimo verso l'eroe del mondo dei maghi e il suo sorriso si incrinò appena. Harry Potter era lontano da tutti e una sola lacrima solitaria gli solcava il viso, mentre pensava a quello che suo figlio era diventato.

La foresta si riempì presto di rumori, gli uccellini che cantavano, i soliti fruscii delle piante al vento che di notte facevano tanta paura e i versi degli animali di bosco. Inoltre bisognava aggiungere le grida contente degli Auror, quelle scontente di chi sperava di catturare i Mangiamorte una volta per tutte, e quelle decisamente arrabbiate... Caleb si girò. Chi era arrabbiato con Jane?

-Sei una irresponsabile, signorina! Io e tuo nonno ci siamo presi un tale spavento vedendovi lì dentro! È stata la notte più lunga della mia vita! Sei in punizione per almeno tre mesi!-Una donna dai capelli rossi e piuttosto arruffati stava sgridando Jane, che la guardava a bocca aperta.

-Ma mamma! Ho appena salvato il Mondo Magico! Non puoi mettere in punizione un eroina!-

-Io... io sono chiamata per i consigli dei genitori, poi viene questo ragazzino... e mi dice che c'è Basiliskus nella scuola... e chiama mio padre! E poi ci sei tu... e il sangue... e... io ero al Ministero, dovevo finire le Carte per il ministro degli interni... e...-

-Rose, sta calma, stai esagerando.- il rosso a fianco di Harry Potter posò una mano sulla spalla della donna che sembrava sull'orlo di una crisi isterica. Per fortuna sembrò calmarsi, perché con un “grazie papà”, Rose Weasley sembrò rilassarsi. Caleb sentì un vago “Lo sapevo che avrebbe usato quell'incantesimo rilassante” da qualche parte alle sue spalle, e pensò che prima o poi avrebbe chiesto al mago di insegnarglielo per tenere a bada sua nipote.

-Potevamo morire!!!- esplose in quel momento Paul.

e anche Paul” aggiunse in una nota mentale il ragazzo.

Il ritorno fu più facile del previsto per la maggior parte delle persone, non per Caleb, che iniziò a sentire tutta la stanchezza che per via dell'adrenalina non aveva sentito fino a quel momento. La Camera dei Segreti era vuota, come gli spiegò Ronald Weasley i Mangiamorte li avevano tenuti occupati nell'attesa che la loro Passaporta si avviasse. Erano scappati tutti, tranne un uomo che era rimasto ucciso nella battaglia.

Il mondo intorno al moretto iniziò a farsi più vago, mentre le sempre più costanti chiacchiere di suo cugino gli rimbombavano nelle orecchie insieme all'immagine di due occhi blu e un sorriso gentile, che aveva visto solo bei ricordi che Basiliskus gli aveva rubato. Uno stato di sonnolenza rischiò di prenderlo più volte, mentre, appoggiato a qualcuno che non conosceva, zoppicava nel corridoio all'indietro.

Tutto era sfuocato, il serpente, ancora a guardia dell'entrata, il corridoio del ritorno, la risalita sulle scale apparse dal nulla, o così gli sembrò nel delirio, mentre l'Auror che lo teneva su avvisava tutti che la sua febbre stava salendo e diceva qualcosa a proposito di uno shock emotivo. Poi vide tante facce, di tutte le persone che aspettavano al varco, tante voci fra le quali gli sembrò di sentire sua madre urlare qualcosa.

-State zitti... smettetela di urlare...- disse, con voce flebile, mentre il mal di testa gli saliva sempre di più. Un vortice di ombre sostituì ben presto il mondo reale, e prima del buio, Caleb rivide l'immagine che aveva in testa fin dall'intrusione nella sua mente. Una fotografia nella quale erano raffigurate persone alle quali ora poteva dare un nome. In un angolo, quello che ipotizzò essere James Potter stringeva tra le braccia una donna dai capelli biondo scuri. La stessa che prima non aveva mai visto in faccia, ma che stavolta si girò per guardarlo, con due occhi di un blu intenso come quello del mare.


*L'angolo di Micia*

Ecco che finalmente ci avviciniamo alla fine :) Manca praticamente solo più l'ultimo capitolo, che chiarirà alcuni punti in sospeso, e l'epilogo XD Spero che leggerete il seguito, che non tarderò molto a postare :D Mi auguro che non me ne abbiate per aver fatto diventare Albus il cattivo, ma se avrete voglia di leggere ancora la prossima storia, saprete che c'è un motivo preciso... :3 Per il resto... ci vediamo tra cinque giorni :D


-Risposte alle Recensioni-

Andromeda2012: beh diciamo che io, nonostante adori Al, mi sono accorta fin da subito che per la trama che avevo in mente era l'unico possibile a fare il cattivo... in quanto a Cal... se si legge attentamente tutti gli indizi si poteva capire! XD Comunque anche Kisis, la madre di Caleb, è morta, se non si capiva :) eh già povero Cal... per i legami della famiglia Potter, vedrai che non tutto è nero come sembra :D Ps: mi diresti dov'è che Albus si chiama Ignatius? Perché magari è un mio errore, l'ho cercato per cambiarlo ma non l'ho trovato!

Foolfetta: e le domande non finiscono qui... Comunque se leggevi più attentamente il capitolo capivi di chi erano gli occhi blu di Caleb... di sua madre! XD Per la tua seconda domanda... non posso rispondere dato che è una di quelle cose che si saprà mooolto avanti... :3

mathida90: mi spiace, ma le spiegazioni sono un tantino rimandate :) Se davvero ci tieni a saperlo, puoi pur sempre leggere la continuazione! XD Ps: grazie per aver recensito, è la prima volta se non sbaglio :)

  
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