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Autore: Keif    02/09/2010    3 recensioni
Due idioti per protagonisti, una non troppo docile fanciulla, un topastro capitato lì per caso, un lupo mannaro disperato per la stupidità della truppa e una scommessa ai danni di un povero ragazzo ignaro.
E se per vincerla si è disposti a seguire persino i consigli di “madama Rosabella la donna che fa per te” quel che può venire fuori è dolo un disastro dalle dimensioni bibliche.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Sirius Black era comunemente definito un playboy. Tale nomina, frutto di innumerevoli fatiche, gli aveva fatto guadagnare l’odio imperituro di tutte le brave ragazze residenti nel castello - metà delle quali in effetti erano sue ex abbandonate malamente - il rispetto e l’invidia dei ragazzi dal quinto all’ultimo anno - i più piccoli probabilmente nemmeno conoscevano il suo nome - e le attenzioni di coloro che lui amava definire “ le possibilità” ovvero quelle con cui non aveva ancora passato un pomeriggio di svago.
Ovviamente Hogwarts era un castello di maghi e streghe, il cui preside non si lasciava raggirare da diciassettenni con gli ormoni a mille, per cui le sue vere e proprie avventure concretamente poco caste si potevano contare sulle punte delle dita, avventure consumate nell’arco dell’ultima estate, poiché non era vincolato dalle decisioni dei parenti vari un po’ sadici, e nei rari pomeriggi legali a Hogsmeade.
Tuttavia, in un ambiente quale Hogwarts era, in cui anche capelli sciolti e caviglie scoperte venivano guardati male dal corpo docente, la quantità di effusioni pubbliche che Black scambiava con una pulzella diversa ogni due settimane, era simbolo di menefreghismo ed arroganza e lo avevano quindi fatto balzare in cima alla classifica dei più appetibili in poco tempo.
La sua carriera di dongiovanni invece era stata lunga e faticosa e gli aveva fatto capire che, in fondo, tutte le ragazze desiderano un po’ le stesse cose, per cui bastavano un po’ di saggezza e di competenza ed anche il più sfigatello poteva trasformarsi in un casanova.
Sirius era convinto, e del resto non a torto, che la sola bellezza non bastasse, e che questo fosse il motivo per cui a volte si vedevano camminare ragazze decisamente carine con omuncoli brutti e bassi.
Ci voleva tecnica.
E al diavolo essere se stessi! In quegli anni aveva messo a punto una sorta di manuale mentale che funzionava con tutte, e nonostante la Evans fosse più cocciuta ed acida della media, era pur sempre una donna.
Insomma, seguendo una serie di regole, supportate ovviamente dal suo fascino, Sirius Black era convinto che Lily Evans sarebbe caduta ai suoi piedi in pochi giorni.
Era per la prima legge del suo manuale che Sirius si trovava davanti alla porta della biblioteca, con una borsa ricolma di libri, quaderni e occorrente vario, e la sua migliore espressione furtiva; fece un profondo respiro ed entrò, preparandosi a recitare.
La prima cosa che notò fu appunto la Evans, seduta ad un tavolino a studiare chissà cosa con aria concentrata, la seconda che la bibliotecaria lo guardava con sospetto seguendo ogni suo movimento, ma poiché non era lì per far danni non le diede peso.
Preoccupandosi di controllare se Lily avesse alzato lo sguardo per vedere chi era entrato – e l’aveva fatto - si guardò ostentatamente in giro, come se stesse controllando la presenza, o l’assenza, di qualcuno, inscenò un profondo sospiro di sollievo e, con finto passo furtivo, raggiunse un tavolo appartato ed isolato. Afferrò un libro a casaccio dallo scaffale vicino alla sua postazione e si sistemò, cominciando a leggere velocemente le prime frasi. Se il suo piano andava in porto, doveva almeno sapere di che parlava quel tomo polveroso che, normalmente, nemmeno un cruciatus ben assestato gli avrebbe fatto aprire.
Sapeva per esperienza che spesso erano particolari insignificanti a rovinare giorni di lavoro e anche se lui era appena agli inizi nulla doveva andare storto.
Non erano passati nemmeno tre minuti che Lily Evans si era alzata dalla sua postazione e si era avvicinato a lui, probabilmente in preda alla curiosità.
Sirius trattenne un ghigno, alzò il volto e finse un’aria atterrita < Evans non ti avevo visto! > mentì.
Quella lo guardò insospettita < Black > il tono schifato con cui pronunciò il suo nome gli chiarì che non sarebbe stato facile vincere la scommessa < Cosai ci fai qui? Che hai intenzione di combinare? > domandò a voce bassa per non scatenare le ire degli altri studenti
< Io? Niente > asserì l’altro con un tono tremolante che avrebbe fatto tenerezza a chiunque non lo conoscesse < Sono venuto qui per... ecco, per studiare > abbassò gli occhi mentre Lily alzava scettica un sopracciglio
< Black, non dire assurdità. Tu e il tuo compare Potter non sapete nemmeno cosa vuol dire studiare. E’ qui da qualche parte vero? > si guardò intorno sospettosa < state organizzando qualche idiozia per dare fastidio a chi vuole fare qualcosa nella vita! Bene, lasciate perdere perché… > nonostante questo andasse contro il suo fido manuale personale Sirius la interruppe.
Insomma, mica poteva star lì quattro ore a sentire la sua vocetta fastidiosa rimproverarlo!
< Veramente > mormorò con sottomissione < James non sa che sono qui e nemmeno gli altri malandrini. E per favore, non devono mai saperlo. Lui mi prenderebbe in giro… insomma… > e ora prova a lottare contro questa Jim! Pensò soddisfatto Sirius senza però abbandonare la sua commediola < Per favore! >
Lily lo guardò scettica.
< E perché dovrei crederti? Forse è il caso di avvertire la McGranitt che avete in mente qualche scherzo cretino > continuò < Non ti si è mai visto qua dentro! >
Questo in realtà era del tutto falso. Dal primo anno al sesto lui e i malandrini avevano passato ore interminabili in quel luogo che puzzava di polvere e marciume alla ricerca di un sistema per diventare animagi prima e per creare la Mappa del malandrino poi, tanto da odiarlo con tutte le loro forze ed evitarlo come la peste quando era diventato inutile frequentarlo.
Sirius finse un sospiro < Faccio in modo di non farmi vedere quando vengo > mormorò < Ma in realtà conosco la biblioteca molto bene > “troppo bene” rettificò tra sé < Per favore tienitelo per te, sei l’unica che mi abbia mai notato! >
Lily soppesò le informazioni < Ti metterò alla prova > decise < in caso chiamerò Silente > Sirius annuì, leggermente sconcertato, questo non l’aveva messo in conto, quella era una fanatica! < D’accordo > disse comunque.
In caso sarebbe passato al piano successivo.
La ragazza tirò fuori da chissà dove una lista di titoli con un sorrisetto furbo < Dimmi dove potrei trovare il primo secondo te > ma secondo lei solo perché frequentava quel posto doveva conoscere a memoria la collocazione delle migliaia di libri?
“Vampiri e mostruosità” lesse comunque con un certo timore afferrando il foglietto che lei gli porgeva: in fondo il piano B era appena abbozzato, non ne aveva mai avuto bisogno.
Sicuramente poi nemmeno funzionava.
No, doveva dare una risposta.
“Dunque”, si disse, “sono una persona intelligente no? Riflettiamo. Certo non può davvero credere che conosco ogni singolo scaffale, per cui deve essere un reparto abbastanza noto” ipotizzò speranzoso
< Nel reparto proibito > affermò con una sicurezza che non possedeva. Aveva tirato ad indovinare e, con una sorpresa che non lasciò trapelare, si rese conto di aver visto giusto.
Lily continuò a guardarlo diffidente < Questa non vale > affermò dopo qualche istante meditabonda < Probabilmente tu e i tuoi amichetti > sottolineò la parola quasi schifata < ci avete passato un bel po’ di tempo in quel reparto solo per il gusto di violare le regole. Dimmi il secondo libro >
Sirius sospirò mentre sbirciava il titolo del secondo volume. Il cuore gli balzò in petto quando si rese conto che la fortuna quel giorno girava dalla sua. Con nonchalance, fingendo di fare un gesto assolutamente naturale, coprì con il braccio il libro che aveva preso poco prima che, per una enorme botta di culo, era proprio quello richiestogli dalla Evans
< Secondo scaffale a destra del reparto di trasfigurazione > affermò trattenendo un sorriso di pura soddisfazione e fingendo una certa insofferenza per quel giochetto.
Stampata in faccia totale meraviglia Lily si riprese il foglietto, lo guardò come se lo vedesse per la prima volta dopo sette anni e poi esclamò
< Sai, Black. Sei un cretino senza dubbio, ma io devo averti giudicato male > gli fece un sorriso molto dolce < Devi essere diverso da quello che pensavo. Be’, buono studio! E tranquillo, me lo terrò per me > si girò e tornò al suo posto.
Non appena appurò che la Evans non gli prestava più attenzione la smorfia preoccupata e sottomessa di Sirius si trasformò in un gran sorriso inquietante.
La prima mossa “Mina le sue convinzioni” era andata a buon fine e non aveva neppure dovuto rapirla nella speranza che con la convivenza forzata lei s’innamorasse di lui come prevedeva il piano alternativo!
Da lì in poi sarebbe stato tutto in discesa, di certo!
“Preparati a perdere” pensò con soddisfazione il grifondoro rivolgendosi ad un James immaginario inviandogli mentalmente anche un gestaccio, tanto per far le cose per bene.
Poi, mentre gongolando si accingeva a raccogliere i suoi averi e a dileguarsi da quel posto angosciante si rese conto che certo non poteva andarsene subito e che gli toccava passare almeno un paio d’ore circondato da volumi vecchi di secoli ed acari della polvere.
Con un mugugno e un gemito si accasciò sulla sedia. Era meglio il rapimento.

Anche James Potter aveva delle regole personali per accalappiare le ragazze, ma a differenza di quelle di Sirius - intelligenti, ben ponderate, praticamente perfette - le sue funzionavano poco e male e per questo, nonostante un aspetto passabile, non era facile per lui conquistare qualcuno.
In effetti in diciassette anni di vita poteva vantare tre avventure passeggere, una storia semiseria, un’esperienza – disastrosa - di sesso, la vista di ben cinque persone in biancheria intima, di cui però uno era Piton e l’altra sua madre, e l’osservazione attenta di cinquecentossessantasette ragazze nude.
Nei giornaletti porno ovviamente.
Basta dire che le sue tattiche comprendevano in effetti due semplici punti: “sfinire la preda” e “festeggiare per la riuscita dell’impresa”.
E ci si domanda perché Lily Evans si ostinava a rifiutarlo!
In quel momento comunque il nostro eroe si stava torcendo le mani, quasi con le lacrime agli occhi, per il rimorso. Quante possibilità aveva con la Evans ora che si era trovato un rivale come Sirius? E tutto da solo per giunta?
Sospirò sfinito dopo tre lunghe ore di autocommiserazione decidendo che la mossa ideale era lamentarsi con uno degli altri malandrini. Di Remus nemmeno a parlarne, si sarebbe arrabbiato per la loro immaturità, avrebbe affermato che non si gioca così con i sentimenti altrui e con buone probabilità non gli avrebbe rivolto la parola per tre giorni. L’unica era Peter che aveva tra l’altro la meravigliosa caratteristica di schierarsi quasi sempre dalla sua parte.
< Peeeeteeeer > esclamò dunque lamentoso dopo averlo scovato, accanto ad un tavolino a sporcarsi d’inchiostro nel tentativo di fare i compiti, < Peeeteeer sono un idiota! > esclamò poi gettandosi in una sedia accanto a lui con fare melodrammatico.
Questi ridacchiò, ben felice di poter abbandonare con una scusa lo studio < Lo sappiamo Jim, qual è il problema? >
< Ho sfidato Sirius a conquistare Lily prima di me >
L’espressione di Peter si trasfigurò da curiosa ad orripilata < stai scherzando? > pigolò con vocina acuta < Ma non vincerai mai! >
James inarcò un sopracciglio < Grazie Codaliscia, sei veramente d’aiuto > sbottò irritato. L’altro scrollò le spalle < Prego > borbottò < Il mio consiglio è pregare > James nascose il viso tra le mani < Ma sarò costretto a dichiarare il mio amore a Mocciosus se perdo! > mugolò disperato < Ho bisogno di un piano! >
Peter gli diede una confortante pacca sulla spalla < Potresti usare il libro che ti ha regalato tua nonna > suggerì scherzoso: in fondo, pensava, James non si sarebbe mai abbassato a tanto. Pensava.
Invece di mandarlo nervosamente a quel paese infatti l’altro si illuminò di speranza ritrovata < Sei un genio Pit! > esclamò con enfasi alzandosi rumorosamente < Non una parola con gli altri, mi raccomando. Sto tornando, così mi dai una mano > e fuggì via quasi saltellando scappando nel dormitorio.
Fu così che Peter Minus si rese conto di essersi cacciato in tremendi guai.


Note:
Questa fan fiction la davo per abbandonata e invece eccomi qua =)
Aspetto pareri *-*
Un bacione!
Keif

  
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