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Autore: faithandmisery    03/09/2010    4 recensioni
Questa fic è il rifacimento della mia prima storia "After DragonBall GT".
E' completamente modificata, rivista e corretta.
Cosa succederebbe se, in seguito alla saga GT, una nuova famiglia s'intromettesse nelle vite dei protagonisti?
Non ci ha nemmeno voluto dire dove andremo a vivere... Ha detto "E' una sorpresa, sono sicuro che vi piacera'!"
Stupida Capsule Corporation.

[Coppie dell'anime] [PanxTrunks] [BraxGoten] [MarronxUb] [Nuove coppie]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Saiyan's Life
✿ A Saiyan's life

Prologo


Otouto (Otooto) = fratello minore
Itadakimasu (Itadachimas) = buon appetito



Una ragazza dai corti capelli biondo medio stava seduta per terra, pensando.
I suoi occhi felini vagavano in quella stanza ormai priva di ogni cosa che la rendeva accogliente.
I muri spogli e bianchi, il pavimento nudo e le finestre chiuse incutevano un senso di tristezza incredibile.
Corrugò le sue ciglia chiare, andando a formare una piccola ruga sul suo volto chiaro e pallido, mentre ripensava ai momenti magici trascorsi in quell'abitazione.
Ripensava ai suoi amici che non avrebbe più rivisto, se non per qualche incontro accidentale, ripensava alla magnifica città innevata, che le sarebbe mancata tanto.
Sospirò mentre finiva di scrivere l'ultima frase sulla pagina azzurrina del suo diario.


Odio il lavoro di papa'.
Spero che almeno faro' nuove amicizie e conoscenze...
Non ci ha nemmeno voluto dire dove andremo a vivere... Ha detto "E' una sorpresa, sono sicuro che vi piacera'!"
Stupida Capsule Corporation.
Se non fosse stato per quella stupida azienda, noi staremmo qui, a Picco Del Sud, a fornire elettricita' ai paesi vicini...
Ora vado, o mi lasciano davvero qui, e non ho voglia di fare tutti quei chilometri da sola, ancora ancora se mi accompagnasse Masa-chan, ma da sola no.
Un bacio e un abbraccio
Kumiko }


La ragazzina chiuse il piccolo quaderno, riponendolo con cura nella sua valigia, e con una piccola corsa raggiunse l'air-car nella quale i suoi familiari erano seduti, pronti alla partenza.
«Ce ne hai messo di tempo, piccola!»
una voce femminile e gentile si rivolse alla giovane, con un sorriso dolce e materno. Vicino alle sue labbra carnose si mostravano due splendide fossette, mentre il suo dolce sguardo smeraldino incuteva sicurezza e protezione. Il bel viso era incorniciato da dei ricci capelli castano chiaro.
«Mamma, credi che a quattordici anni e mezzo io sia ancora piccola?» alzò un sopracciglio la bionda, a mo' di protesta.
«Ayumu, lo sai, è testarda» ridacchiò un uomo, dai bellissimi occhi azzurri e dalla chioma corta, castana, di una tonalità scura. Accese il motore e fece partire l'air-car, diretta verso la località ignota al resto della famiglia, fuorché a lui.
«Scommetto che stavi piagnucolando tutta l'ora» sfidò il fratellino minore, mentre giocava ai videogiochi. Marca "Capsule Corporation", ovviamente. Sembrava che oltre quell'azienda non ci fosse niente.
«Zitto poppante» rispose la sorella, con il broncio «Almeno sapessi fare la metà delle cose che fai coi videogiochi...» sbuffò,  facendo spuntare un ghigno sul viso del bel ragazzo di fianco a lei, un ghigno che rendeva ancora più bello il suo volto. Occhi verde acceso, capelli biondi, e sguardo accattivante. Il classico bel ragazzo che adora infastidire la sorella maggiore.
«Stupido Masahiro» sussurrò Kumiko, mentre portava l'attenzione fuori dal finestrino, dove il panorama cambiava velocemente.


«Kinji, prendi le nostre valigie! Kumiko, prendi quelle tue e di tuo fratello!» la voce armoniosa di Ayumu chiamava il marito e la figlia, che pareva essersi addormentata lungo il tragitto.
Piano lei aprì gli occhi, notando delle figure sfocate farsi spazio al suo fianco, nella direzione nella quale aveva girato la testa nel sonno. Alberi verdi, cespugli, fiori dalle mille varietà e una bellissima villa che sembrava avere due piani.
Che clima caldo...
«Papà... Ma dove siamo?» domandò, mentre l'uomo si caricava i bagagli sulle mani.
«Benvenuta sui Monti Paoz, Kumiko! Ti piace il luogo?» lei annuì, e dopo aver slacciato la cintura di sicurezza, uscì dallo sportello aperto, e prese quattro valigie nella mano destra, più altre quattro in quella sinistra, dirigendosi all'interno della casa.
Era ancora vuota, piena di scatole che il l'air-car dei traslochi aveva portato. Aveva notato quella grossa auto-volante dietro di loro...
Sbuffò: non aveva voglia di sistemare mobili e mobiletti nella casa, anche se ad aiutarla ci sarebbero stati i suoi genitori e suo fratello, tanto il lavoro grosso l'avrebbe svolto lei.
«Io sistemo i mobili della mia camera» proclamò a voce alta, non troppo entusiasta.


Il cielo prendeva sfumature arancioni, rosse e azzurrine, mentre il sole continuava il suo cammino verso oriente.
«Ehi, Kumi-chan, scommetto che ti batto mille a zero!» provocò il ragazzino biondo, mentre la sorella maggiore era appena uscita dalla casetta, e iniziò a levitare lentamente, portando le braccia ai fianchi.
La biondo scura ghignò, e anche lei iniziò a levitare da terra, e i due iniziarono una gara di velocità, mentre osservavano il panorama.
«Otouto, ma cosa sono quelle... Cose?» domandò la maggiore, indicando con l'indice sinistro delle semi-sfere di colore bianco, simili a igloo.
I due si fermarono all'istante, e si avvicinarono verso quegli igloo di cemento.
«C'è una porta» constatò Masahiro, che dopo essersi avvicinato, con volto preoccupato, batté le nocche sul legno tre volte.
Si sentì un tonfo, e la porta si spalancò, facendo scappare un grido di spavento ai due fratelli.
Una chioma arruffata dall'assurdo colore azzurro spuntò fuori dalla soglia, e sotto quei lunghi capelli lisci si vedeva un bellissimo viso di donna, dagli occhi del colore del cielo.
«Salve ragazzi, come posso esservi utile?» domandò gentile la turchina, sfoggiando un sorriso dolce.
«Ehm... Ecco, noi, volevamo solo...» iniziò Kumiko, mentre non voleva dire in faccia a quella graziosa donna che voleva capire cosa fosse quella specie di igloo.
«Ci siamo appena trasferiti e facevamo un giro!» salvò la situazione il più piccolo, mentre l'altra lo ringraziava mentalmente. Inventare scuse al momento? Lei non ne era capace.
«Bene, accomodatevi! Volete del tè?» chiese ancora, facendo entrare i ragazzi.
«No grazie, fra poco dobbiamo tornare a casa» sorrise Kumiko, mentre poi spostava lo sguardo da un'altra parte della stanza, dove un uomo intento a cadere si avvicinava a loro. I capelli neri sembravano la testa di un carciofo, e gli occhi dello stesso colore erano ingenui e vispi.
Le scappò una risatina.
«Lui è Goten Son...» indicò il marito con una mano «E io sono Bra Brief, piacere!»
«Scusate ragazzi, piacere, chi siete voi?» domandò il moro, incuriosito. Ricevette un colpo dalla moglie, che gli urlò contro «Ti sembra questo il modo di accogliere gli ospiti?!»
«Io sono Kumiko Amami, e lui è mio fratello Masahiro...» sorrise la bionda, mentre all'altro brillarono gli occhi.
«Brief? Bra Brief? Figlia di Bulma Brief? Piacere di conoscerla!» esclamò, felice «Adoro i prodotti della Capsule Corporation!»
L'azzurra sorrise compiaciuta, e notò felice che i vestiti del ragazzo erano della marca della sua azienda.
«Noi andiamo, fra mezz'ora sono le venti, e quello è il massimo del nostro coprifuoco, arrivederci!»
I due sposi salutarono, e videro i ragazzini spiccare il volo.
Per poco non prese loro un attacco di cuore, mentre iniziarono a sfrecciare ad almeno duemila chilometri orari, sprigionando un'aura molto potente.


«Ahi! Ma che...?» protestò Kumiko, massaggiandosi la spalla. Qualcosa l'aveva urtata «Masa-chan, che mi hai lanciato?»
Il ragazzo si girò e alzò un sopracciglio
«Ma di che parli?», poi dietro la sorella scorse altri due ragazzi, in volo, come loro due «E voi chi siete?»
La bionda si girò e vide due figure: due ragazzi che avevano la sua età, a occhio e croce, sbalorditi almeno quanto lei.
«Chi siete?» azzardò a domandare.
«Chi siete voi, piuttosto!?» parlò uno degli altri due. Era in stato di allerta, i capelli neri svolazzavano per via del vento e per via dell'aura che aumentava, gli occhi azzurri mostravano rabbia.
«Ma tu sei la copia sputata di Goten Son!» esclamò Masahiro, puntando il dito contro il ragazzo.
I due ragazzi si scambiarono un'occhiata
«Come conosci mio padre?»
«Qui si creerà un gran casino...» sospirò la ragazza, mentre scendeva di quota, atterrando tra gli alberi dei monti Paozu.
«Dove vai?»
«A terra, no?»
Tutti la imitarono, e lei si appoggiò ad un albero. Incrociò due occhi del colore della notte, e subito distolse lo sguardo, imbarazzata.
«Emanate un'aura molto forte. Chi siete?» a parlare fu il ragazzo corvino, che più che sembrare serio sembrava molto incuriosito.
«Se è per questo anche voi. Siete terrestri?» domandò ancora Masahiro.
«Non si risponde ad una domanda con una domanda.» questa volta fu l'altro, a intervenire. Aveva degli assurdi capelli lilla e un viso da piccola peste.
«Quanto siete seccanti... Io sono Kumiko e lui è mio fratello Masahiro. Punto. Ora rispondete alla nostra domanda.» la sua voce era grave e molto scocciata. Oltretutto il suo stomaco si ribellava incredibilmente al digiuno di otto ore, e questo la rendeva ancora più irritata.
«Siamo nati sulla Terra, quindi siamo terrestri. Ora diteci se voi siete terrestri.»
Okay. Se avessero continuato così, non l'avrebbero finita più.
«Anche noi siamo nati sulla Terra, e di conseguenza lo siamo.», ghignò il più piccolo.
«La vostra aura è molto simile alla nostra, andiamo, siete mezzi saiyan, l'ho capito» la ragazza rifletté un attimo «Tu invece hai l'aura quasi completamente saiyan, però c'è qualcosa di umano...» continuò, indicando il ragazzo dai capelli color pece.
Questi impallidì, aveva capito tutto, ma com'era possibile che fosse così allenata nel riconoscimento della auree?
«Io sono Shin, e lui è Yorushiro.» affermò il moro, mentre entrambi si avvicinavano. Gli altri due indietreggiarono.
«Che intenzioni avete?» azzardò il lilla, mentre si avvicinava ancora.
«Nessuna. Trasferirci qui e trascorrere una normale vita, come gli umani. Noi non siamo una minaccia»
I due ragazzi annuirono. Nell'aria c'era tensione, tensione di quelle che sono infrangibili.
«Allora, scimmiette, quanti anni avete?» Ovviamente eccetto quelle domande squallide, fatte per rompere un po' il ghiaccio.
«Quindici» risposero all'unisono i due.
«Siete fratelli?» domandò il biondo.
«Cugini» sorrise il ragazzo lilla.
«Come mai siete venuti sui Paozu?» chiese l'altro.
«Per il lavoro di mio padre. Lui è il capo dell'azienda che fornisce energia alla Capsule, così ci ha fatti venire qui. Per noi è facile spostarci sia a West City, sia a Satan City, in questa posizione.» spiegò con poco entusiasmo la mezza saiyan, mentre includeva qualche sbuffo nella frase.
«Mio padre è il presidente della Capsule Corporation. Piacere, Yorushiro Brief» ridacchiò il ragazzo «E tu non sei molto contenta di stare qui»
«Ma va?»


«Ragazzi, siete in un ritardo colossale! Perché non avete portato i cellulari con voi?» urlò un infuriato Kinji, contro i figli. La preoccupazione che gli avevano fatto crescere era inaudita.
«E dai, papà, sai che ce ne vuole, per farci un graffio» ridacchiò la ragazza dagli occhi verdi, che avevano lo stesso magnetismo di quelli di una tigre. Un misto di verde e giallo, in uno sguardo elegante e selvaggio, che attira come una calamita gli occhi di tutti.
«Appunto, sai cosa siamo» specificò il fratello minore. Non sopportava definirsi saiyan, specie se si ricordava le sue origini. Nemmeno sua madre. L'unica che sembrava essere orgogliosa della sua razza, sembrava essere sua sorella, adulatrice di arti marziali.
«Ragazzi! Non fate mai più una cosa del genere!» esclamò furibonda anche la madre, Ayumu.
«Non sarai così incavolata, mamma, quando saprai che cos'abbiamo scoperto»


Una baraonda di gente sembrava non potesse stare in una casa così piccola.
Il tavolo del giardino perfettamente apparecchiato, veniva bandito da ogni tipo di pietanza da delle donne, delle quali due molto anziane, una di circa mezza età, e due ragazze sui trent'anni.
Quando tutti furono a tavola, con un
«Itadakimasu!» il chiasso prese il comando, e delle persone che sembravano non mangiare da mesi si servivano e ingerivano cibo, che sembrava essere davvero squisito.
«Avete conosciuto i nuovi vicini?» domandò Bra, mentre riceveva l'incuriosita attenzione da parte di tutti.
«Insomma, quelle persone che si sono trasferite sui Paozu proprio oggi!» continuò la donna.
«Noi sì» affermarono all'unisono i due ragazzini, mentre attiravano l'attenzione dei presenti.
I due ghignarono, sicuri che ciò che avrebbero raccontato avrebbe lasciato di stucco tutti, perfino il Principe dei Saiyan.




Avviso Importante: io vado in vacanza, quindi non potrò aggiornare né questa né altre fic per circa una settimana, in campeggio non c'è internet ;) Quindi non preoccupatevi se ritardo con gli aggiornamenti ^^
Un bacione a tutti ^_^
Spero che il rifacimento della mia prima fanfiction vi possa piacere, sia che voi abbiate letto la mia prima "opera" (esagerando, perché faceva pena) sia che non l'abbiate letta.
Comunque chi è interessato la storia è questa: After DragonBall GT
Ciao a tutti ^^ Alla settimana prossima *-*


Eri
  
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