Quando Dio si fa donna
La mano tua e un sorriso
le tue labbra e un seno.
Il ventre tuo una culla
le tue braccia una coperta.
Le mie mani ladre
i miei occhi invadenti
le mie braccia catene
il mio ventre usuraio
eppur nel cuor del mostro
ti amo.
Quando Dio si fa donna
M'accogliesti in grembo
nacqui sghembo
aggrappato al lembo
del vestito tuo.
Onorai il padre,
ma madre, donna,
femmina d'uomo
in guisa d'oggetto
l'oggetto che amo.
Un amor ch'è sì spesso
lacerato a nozze
costretto in moglie
mutato in voglie
su membra spoglie
con alchimia di morte
ma non ci son sorprese
nel punir d'Assise
per questa poca morte.