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Autore: PaleMagnolia    03/09/2010    2 recensioni
Credere di essere migliori degli altri è un potente catalizzatore di eventi. E frequentare le persone sbagliate può condurre a scelte pericolose."[...]“Con questo, naturalmente, non voglio dire che non debbano avere le stesse opportunità di istruzione di tutti gli altri”, stava dicendo lei. “Però non si può nemmeno negare che le classi con un’alta percentuale di nati Babbani siano parecchio indietro col programma. Insomma, come si può parlare di Cura delle Creature Magiche, quando metà della classe non è nemmeno sicura che le creature magiche *esistano davvero*?”...".
Cosa possono condurti a fare le cattive compagnie lo sa fin troppo bene Severus Snape, che vive tormentato dai rimorsi per le sue azioni. Non lo sa altrettanto bene Altea Von Wasser, la cui giovane, suggestionabile mente sarà profondamente condizionata dall'incontro con uno studente dagli occhi neri... E quando quel ragazzo emaciato le ricomparirà davanti qualche anno dopo, adulto e perseguitato dai ricordi, nei panni austeri dell'insegnante di Pozioni...
PS: sto cercando di mantenere Snape IC. E' un tentativo disperato e uno sforzo quasi disumano (per una Snapeaholic come me), ma ci sto provando. Apprezzate l'impegno :)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mangiamorte, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Per qualche giorno le compagne di classe di Altea seguitarono a chiederle cosa avesse, cosa le fosse successo

Per qualche giorno le compagne di classe di Altea seguitarono a chiederle cosa avesse, cosa le fosse successo. Lei non rispondeva mai, si allontanava con lo sguardo fisso in avanti: come potevano, loro - che vivevano in un mondo gioioso e colorato, coi loro poster dei Cercatori più carini e i rossetti profumati di lampone - come potevano comprendere la sua umiliazione, la sua solitudine?

Alla lunga, stanche dei suoi cupi silenzi, persero interesse per lei e la lasciarono in pace.

Ma Altea non aveva intenzione di restare sola: non più.

Aveva visto cosa la solitudine poteva fare, a quali errori grossolani poteva portare. Però non aveva intenzione di circondarsi di quelle sciocchine delle sue compagne di dormitorio; lei aveva bisogno di amici - no, di alleati – che fossero come lei... che fossero alla sua altezza.

Lei era brillante, era istruita; lei era una Purosangue; i suoi amici dovevano avere pari requisiti. Sarebbe stata attenta, d’ora in poi, a quali compagnie frequentare: mai più si sarebbe trovata nella condizione di poter essere umiliata – mai più avrebbe preso per simile a lei qualcuno che non era altro che feccia mezzosangue, come quel patetico ragazzo.

Una volta aveva pensato che quel giovane dagli occhi neri fosse intelligente, insoddisfatto come lei: ma non era altro che la variante depressa di uno di quei disadattati figli di Babbani: lui, con quei grotteschi abiti fuori misura e i capelli troppo lunghi, che lei aveva, una volta, trovato teneri... e che invece erano soltanto ridicoli.

Altea Von Wasser trasformò il suo dolore in odio e disprezzo, e trovò un bersaglio contro cui rivolgerlo: tutti coloro che riteneva essere inferiori a lei – le stupide ragazzine coi loro rossetti profumati (preoccupate delle scappatelle coi ragazzi e del taglio di capelli), gli studenti mediocri (che non riuscivano nella più semplice delle Pozioni, e sprofondavano in imbarazzati silenzi durante le interrogazioni), i nati Babbani con le loro ridicole domande (“Che cos’è il Quidditch?”) e le loro sciocche abitudini.

Non che i Babbani le dessero fastidio in quanto tali, per una questione di principio: non le interessavano le presunte questioni di purezza o di preservazione delle stirpi magiche, di cui in quei tempi si sentiva così spesso parlare. Era piuttosto il loro essere diversi da lei stessa, ignoranti nelle più banali questioni di magia, a irritarla.

Presto, comunque - questioni di principio o no - Altea si fece la fama di anti-Babbana. E se da un lato questo portò molti a prendere le distanze, fece anche in modo che lei trovasse i suoi primi amici.

Elessa Black, una graziosa biondina Serpeverde dal passo elastico, le si avvicinò un giorno alla fine delle lezioni del mattino, appena prima del pranzo, e le chiese con un sorriso se voleva mangiare con lei e le sue compagne. Altea l’aveva guardata, sorpresa e diffidente: Elessa discendeva da una famiglia molto in vista, Purosangue da generazioni; e, nonostante fosse solo una bambina (era anche lei al suo primo anno ad Hogwarts), aveva parecchie conoscenze all’interno della scuola, ed era a suo modo piuttosto popolare.

Elessa non le aveva mai rivolto la parola, prima, ed Altea sospettò dapprima che la stesse prendendo in giro; ma alla sua allegra insistenza (“Dai, vieni, ci farebbe piacere”, "Sono sicura che ti troverai bene fra noi") cedette, e si ritrovò per la prima volta a mangiare - invece che assieme agli altri della sua Casa - ad un tavolo misto, per buona parte Serpeverde.

Elessa la fece sedere all’estremità del tavolo, dove i suoi amici le avevano tenuto due posti liberi, e la presentò agli altri. “Questa”, disse con un sorriso, tenendole una mano amichevole (ma anche lievemente possessiva) sulla spalla “è Altea Von Wasser”.

Ci fu un coro generale di “ciao”, poi la ragazza alla destra di Altea (capelli fulvi, occhi grigi) le sorrise e le tese la mano. “Io sono Lena, io ed Elessa siamo cugine alla lontana. Tu devi essere la figlia di Aldous Von Wasser; mio padre dice che è uno scienziato di prim’ordine. Erano a scuola insieme, sai?”

Al nome del padre, Altea sorrise, inorgoglita. “Davvero? Chi...”

Ma un’altra delle amiche di Elessa la interruppe. “Oh, ma allora tua madre dev’essere Alia Selwyn!”, disse. “Dicono che fosse straordinariamente bella...”

“Oh, sicuro che lo era” riattaccò Lena che, come Altea avrebbe presto scoperto, era un po' logorroica. “Mio padre – Hesper Prewett, sono sicura che tuo papà se lo ricorda, Altea – era pazzo di lei, ai tempi della scuola. Come tutti, del resto; tua madre faceva girare la testa a mezza Hogwarts, quando era ragazza, sai?... E la gente dice che tu le somigli molto” La guardò sorridendo, maliziosa.

Davanti a quella sequela di chiacchiere Altea si sentiva in imbarazzo, ma anche vagamente compiaciuta, come se la bellezza di sua madre fosse, in parte, merito suo.

Intanto, le parole di Lena avevano attirato l’attenzione degli altri.

“Sono certo che, fra qualche anno, sarai tu a far girare le teste a Hogwarts”, le disse con gentilezza un ragazzo più grande, che si presentò come Lucien Macmillan. “Il fratello di Norma”, precisò, puntando uno scherzoso dito ammonitore verso la ragazza bruna che aveva nominato sua madre “che non ha avuto nemmeno la decenza di presentarsi! Guarda che lo dico alla mamma...”

Norma Macmillan a quelle parole rise e si girò verso Altea. “Luc ha ragione, sono un'autentica maleducata. Mi chiamo Norma, piacere - e scusa i miei modi!” disse cortesemente con un sorriso simpatico, stringendole la mano.

“Ehi, un momento” intervenne, con aria fintamente offesa, un altro studente con i colori di Serpeverde sulla cravatta. “si stava parlando di belle donne, o sbaglio? Signorina Von Wasser, visto che dicono somigli così tanto a tua madre, si consideri prenotata già da ora per il Ballo di Natale!”

Il gruppetto attorno ad Altea rise, ed Elessa rifilò al ragazzo uno spintone scherzoso. “Oh, Nathan!” disse, in tono fintamente indignato. “Sei sempre il solito. Non fare caso a lui, Altea”, fece poi nello stesso tono leggero, rivolgendosi a lei. “È solo Nathaniel Burke; e ti do il permesso di ignorarlo. Ci prova con tutte le ragazze carine - non è vero, Nat?” Altro coro di risate, mentre Nathan incrociava le braccia e assumeva un’aria di offesa tragicomica.

Altea era confusa da tutte quelle attenzioni, e la lusingava essere seduta fra di loro e ricevere i loro sorrisi, i loro complimenti. Si sforzò di rispondere con la stessa disinvoltura. E, anche se non sapeva il perché di quell’improvviso interesse di quel gruppo di ragazzi - raffinati, gentili, attraenti - per lei, decise che lo avrebbe sfruttato al meglio.

 


ninive: le tue recensioni mi uccidono. In particolare:
le si sono scaricate le pile del Nintendo?
Non si scherza su certe cose. Perchè questi sono drammi VERI, c'è gente che soffre VERAMENTE, quando sta per fare il record a Tetris (e vedere il megarazzo suferfèscion che parte solo se superi i 10000 punti) e il malefico aggeggio si spegne di colpo.
Ah, l'ultima frase va bene, te lo dice un'analfa-beta che ride. (ingegnoso gioco di parole, eh? ma quante ne so?)
LOL.
Altea con il lipgloss fino alle sopracciglia e minigonna di gins giropassera
LOL2
Sei molto malvagia a scrivere certa roba, che poi succedono le seguenti cose:

1- io rido come una demente, e
2- mia madre entra, mi vede sogghignare con aria stolida, e parte a dire che
--- a, non faccio mai niente di utile,
--- b, sto tutto il tempo davanti al computer, e
--- c, perchè diavolo non mi cerco un nuovo lavoro?!

nihal93: non so se riuscirò a fare in modo che non diventi mai una MarySue: è dif-fiii-cile (detto in tono piagnucoloso), perchè poi, ai miei personaggi, mi ci affeziono e tendo a idealizzarli.
Però ci sto provando, sul serio!, mi impegno...
("Signora mia, la sua ragazza, qui, ecco... come posso dire... si vede che non è portata per la materia, però ci mette tanto impegno, e lo apprezzo!") XD
  
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