Pioveva. Mio fratello era di fronte a me e mi puntava un fucile alla gola.
-Dammi la mia libertà- mi disse
-La tua libertà dici?- alzai lo sguardo- La tua libertà?!- impugnai il mio moschetto e assestai un colpo netto all’arma di Alfred, che volò via.
L’americano mi fissò intensamente- Fuoco- i soldati dietro di lui caricarono i fucili.
Era giunta la fine e pensare che avevo voluto così bene a quel ragazzo che adesso stava per diventare il mio assassino…
-Io ti ho cresciuto come un fratello, io ti ho allevato ed istruito, io ti ho amato come me stesso e tu mi ripaghi così?- mi portai le mani al volto e caddi in ginocchio sulla terra umida.
Pioveva e le mie lacrime si mescolavano con l’ostinata pioggia che mi bagnava corpo e anima.
-Maledizione, maledizione, MALEDIZIONE!- iniziai a battere i pugni sul terreno, come per cercare di sfogare la mia rabbia, ma senza successo.
-Tu non devi, non puoi lasciarmi!! Tu mi appartieni!!-
Non riuscivo più a controllarmi, c’erano tanti, troppi sentimenti che provavo contemporaneamente in quel momento.
Dei passi si mossero verso di me nella pioggia, una mano mi afferrò il mento e mi costrinse ad alzare il capo.
-Alfred…-
Mio fratello sorrise e mi abbracciò.