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Autore: LaCla    04/09/2010    2 recensioni
chiarezza sul passato oscuro di Alice, nuovi personaggi e dei caratteri diversi. una bella più combattiva, più diretta, che vivrà le storie passate dei componenti di casa Cullen, in particolare la storia di alice lascerà tutti di stucco per il modo in cui verrà rivelata!
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Altro personaggio, Angela | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
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Vi prego di perdonarmi!! sono stata impegnata e non sono riuscita a postare! mi dispiace immensamente!!!
spero che mi perdoniate con il capitolo.
un bacio, e recensite^^ kiss



Dopo una nottata passata a discutere sul da farsi sembrava che la decisione presa fosse quella di invitare Angela a casa nostra per verificare cosa sapeva di noi.

Ero molto agitata, avevo i nervi a fior di pelle e non riuscivo a stare ferma.
Edward e Carlisle erano appena usciti per andare da Angela a consegnarle l’invito. Quel pomeriggio, se lei avesse voluto, l’avrei rivista.
Quando la porta d’entrata si aprì, rivelando i volti di Carlisle e di Edward, trattenni il fiato, temendo in un rifiuto di Angela.
«Ha accettato, sarà qui per le due del pomeriggio. ».
Fu Carlisle a parlare, mentre Edward mi affiancava e mi cingeva la vita con un braccio.
Fui felice che Angela avesse accettato il nostro invito, era una di quelle persone che avevo rimpianto della mia vita umana.
La mia felicità però fu presto sostituita dall’agitazione, dall’impazienza e dall’ansia per il suo arrivo. Dopotutto il fatto che lei sapesse o, comunque, intuisse ciò che mi era accaduto, non significava che l’avrebbe accettata. Magari sarebbe arrivata in casa loro con paletto, croce d’argento ed aglio, chi poteva saperlo?
Oppure mi avrebbe semplicemente detto che avrebbe preferito vedermi morta piuttosto che vampira. Ma in un angolino del mio cuore c’era una vaga speranza che invece mi abbracciasse e mi dicesse che le ero mancata, era piccole e soltanto vaga, ma avrebbe potuto spezzarmi il cuore se fosse stata delusa, ora che ne avevo ammesso l’esistenza.
Succede sempre così no? Dici che non ti importa nulla, che te ne freghi del giudizio degli altri, che la tua vita va avanti lo stesso, ma nel momento in cui soli nella nostra camera ripensiamo a tutto e speriamo anche solo per un secondo che le cose vadano bene, condanniamo il nostro cuore al dolore.
Ero stata pronta a perdere gli amici per diventare come Edward, ma ora che ero così, ero disposta a perdere nuovamente un’amica che mi aveva ritrovata?
Fu così che tra pensieri e timori arrivò la fatidica ora. Eravamo tutti riuniti in attesa. Sentimmo la ghiaia del viale scricchiolare sotto le ruote di un’automobile e il motore avvicinarsi. Era arrivata, era venuta! La speranza si intensificò e a poco servirono i miei tentativi di attenuarla.
La portiera che sbatteva, i passi incerti.
Ancora uno zampillo di felicità ed aspettativa tentò di inondarmi il cuore, ma ancora riuscii a fermarlo.
Il respiro profondo prima di bussare ed infine quel battito mancato, quando Esme le aprì.
Appena entrò trattenni il fiato, ero una neonata, non potevo controllare bene la sete e non avrei mai rischiato la vita di Angela per il mio orgoglio, conoscevo i miei limiti.
Angela entrò titubante, stringendosi al petto la sua grande borsa marrone con entrambe le mani. I suoi occhi saettavano in tutta la stanza, cercando di memorizzare ogni dettaglio e cercando me. Quando mi trovò, trattenne il respiro e le pupille si dilatarono leggermente per lo stupore. La bocca aperta in un’espressione di sorpresa e poi le lacrime. Calde lacrime iniziarono ad appannarle lo sguardo e a rigarle il viso. Abbandonò la borsa all’entrata e si diresse verso di me. Immediatamente però, Carlisle ed Esme la fermarono, mentre Emmett e Jasper si avvicinarono impercettibilmente a me.
«Angela, non puoi avvicinarti troppo, non sappiamo ancora se il suo autocontrollo è sufficientemente forte.».
Le disse Carlisle. Lei annuì e si rilassò.
«Vi ho detto che sapevo tutto, ma non è vero, non so nulla… so soltanto quello che avete cercato di trasmettere al funerale.».
Angela iniziò a spiegare sedendosi, sotto invito di Esme, sul divano bianco. Tutti quanti ci mettemmo comodi, pronti per sentire la storia che le aveva fatto capire cosa eravamo.
«Quando andavo da mia Zia, d’estate, passavo molto tempo con una vecchia signora che viveva li vicino. Aveva una passione per la botanica e per.. per il linguaggio dei fiori. Quando ho visto le composizioni al funerale, per non piangere ho riportato alla mente tutti i suoi insegnamenti, quando ho scorto però il ramoscello di rosmarino sono rimasta scioccata! E poi ho visto anche le fresie… immortalità e mistero, in un’unica composizione… adoravo Bella e mi sono aggrappata a quella speranza, a quella vaga probabilità, a quella situazione impossibile che sognavo tanto. Conosco Alice e so benissimo che non lascia nulla al caso, e quindi ci speravo, fortemente. Ho scritto la lettera e l’ho lasciata cadere a terra. Poi ho aspettato. Ho pensato a moltissime possibilità, ho sempre saputo che non vi eravate lasciati per mancanza di amore, sarebbe stato stupido crederlo, vivevate in simbiosi, eravate inseparabili, legati da un amore unico ed infrangibile. Non poteva essere stato per vostra volontà, quando poi ho saputo del suo suicidio e del ricatto di quel lurido… », le mani di Angela si strinsero a pugno sopra le ginocchia e i suoi denti presero a torturare le labbra. Alzò lo sguardo e lo incatenò al mio, continuando a parlare.
«Bella, giuro, se lo avessi saputo sarei corsa ad avvertire qualcuno, ma nessuno in città lo sapeva, sapevamo tutti solo la versione di Black.», il suo sguardo si fece triste e di nuovo pensieroso. «ora, non vorrei sembrarvi invadente, ma posso sapere esattamente.. cosa siete? Perché una teoria l’avrei… ma la mia parte razionale rifiuta di accettarla senza spiegazioni…».
Edward sorrise, probabilmente per i pensieri di Angela, ma io lo precedetti.
«Angela…» iniziai insicura. Lei mi guardò ed io ripresi a parlare. «non ho mai, e dico mai, dubitato della tua amicizia! So che se anche solo un minimo sospetto ti fosse passato per la mente non avresti lasciato perdere, ma avresti fatto di tutto per aiutarmi; ed è per questo che ti ringrazio, per le spiegazioni però, lascio ad altri la parola non sono mai stata brava con i riassunti…». Le sorrisi non mostrando i denti per evitare che il loro bagliore la spaventasse.
«E cosa c’è da spiegare?» tuonò Emmett con un sorriso sul viso.
No, no, no, non poteva fare lui quel riassunto, Angela era troppo scossa, non potevano permetterglielo.
Pregai con tutta l’anima che qualcuno lo zittisse in tempo… ma a quanto pare, nessuno mi ascoltava in quel momento.
«Black e gli indiani erano mutaforma, tu li chiami licantropi, noi siamo vampiri, Bella stava col vampiro, al cane non stava bene e l’ha rapita. I vampiri l’hanno scoperto ed hanno fatto un’enorme battaglia con i lupi e poi li abbiamo presi e gli abbiamo fracassato il…».
«EMMETT!!!!» Sei voci ringhiarono il nome di quell’orso senza cervello!
«Che ho fatto?» chiese quell’imbecille facendo spallucce e con un’espressione di autentica sorpresa sul viso. Guardai preoccupata Angela temendo di vederla svenuta o terrorizzata, invece sorrideva.
«Emmett, sei un cretino! Hai la delicatezza di un cinghiale, la finezza di un ippopotamo e l’intelligenza di un ratto! Anzi no, di una mosca! Sei un ammasso di muscoli senza cervello!!!». Dalla bocca di Rosalie fluirono insulti su insulti che mortificarono Emmett facendo, però, scompigliare dalle risate il resto del gruppo, Angela compresa.
Emmett finì rannicchiato sulla poltrona a guardare Rose con timore, mentre lei lo guardava in cagnesco. L’ultima minaccia; “un anno di astinenza” aveva fatto impallidire Emmett, se ciò ai vampiri può accadere, a lui era successo e l’aveva reso innocuo.
«Angela, come l’hai presa? Perdona la mia lentezza nello zittire Emmett; confidavo che per una volta i suoi pensieri raggiungessero la testa prima della bocca, ma purtroppo non è stato così.».
Angela però sorrideva.
«Non si preoccupi dottore, sto bene e forse è stato meglio scoprirlo così che non con un’atmosfera tesa e seria no?».;
L’avevo sempre ammirata per il suo sangue freddo e per la sua razionalità. Insomma aveva appena scoperto di essere in una casa infestata da vampiri e di vivere praticamente attaccata ad un ex canile di licantropi… non era proprio normale reagire con così tanta fermezza!
Eppure era Angela, quindi non mi tartassai di dubbi sulla sua salute mentale.
Intanto Emmett persisteva a mantenere il viso imbronciato, ostentando il labbro inferiore con una smorfia a dir poco ridicola vista sulla faccia di un bestione come lui.
Tentammo di ignorarlo, mentre spiegavamo bene ad Angela che lei e la razza umana non erano sul nostro menù, ma lo erano su quello di molti altri.
Nonostante tutti ci fidassimo di Angela che aveva colpito in particolar modo Edward con i suoi pensieri dolci per tutti, dovemmo avvisarla dei Volturi e del rischio che avrebbe corso se avesse rivelato la nostra natura in giro.
Lei di nuovo sorrise.
«Sentite, ma davvero credete che, primo, io sveli il vostro segreto e secondo, che qualcuno mi ascolterebbe se dicessi che Dracula & company si è trasferito a Forks?».
Inarcò un sopracciglio per evidenziare la stupidità del nostro timore e l’immaginarmi la mia famiglia, me compresa, nei panni di Dracula mi fece sorridere.
Era tardi quando Angela lasciò la nostra casa; Emmett e Rose la scortarono per evitare incontri spiacevoli.
Infatti, secondo le visioni di Alice, avremmo avuto visite da alcuni vampiri nomadi nel futuro prossimo.
Quando la famiglia fu di nuovo al completo Emmett fu sgridato nuovamente da Esme e ci fu una seconda riunione per decidere come accogliere i nomadi e come comportarci con Angela.
Visto che secondo Alice i nomadi erano soltanto curiosi di conoscere il clan con gli occhi ambrati, così diversi da loro, e non rappresentavano un pericolo, optammo per un semplice benvenuto. Per difenderci in caso di attacco Emmett, Jasper ed Edward sarebbero sempre rimasti a casa, l’uno per la forza, l’altro per l’esperienza e l’ultimo per la sua capacità di leggere nel pensiero. Anche Alice sarebbe restata disponibile, onde evitare per l’appunto attacchi improvvisi.
La prudenza, mi avevano insegnato in quella riunione, quando si tratta di altri vampiri non è mai troppa. Tanto più se Alice non riusciva a vedere quanti erano. Solitamente, mi aveva spiegato Jasper, i nomadi viaggiano in coppia o da soli. Questi, però, erano sicuramente più di tre, ma Alice non era certa del numero, comunque saremmo stati in maggioranza, eravamo in otto noi!
I giorni seguenti passarono allegramente tra le visite continue di Angela, che ormai faceva parte della famiglia, e le zuffe tra i maschi Cullen.

Recensioni

 Austen95 [Contatta] Segnala violazione
 19/08/10, ore 12:42 - Capitolo 6: Family
come sempre sei gentilissima! ti ringrazio^^
 LadySile [Contatta] Segnala violazione
 19/08/10, ore 10:56 - Capitolo 6: Family
le tue risposte in questo capitolo. xD spero ti piaccia! un bacio
 feilin [Contatta] Segnala violazione
 18/08/10, ore 17:06 - Capitolo 6: Family
ciao! grazie mille per i complimenti, e si, nonostante il ritardo continuerò a scriverla^^ un bacio
   
 
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