Capitolo 19
Erano le quattro e mezza. Era più di un'ora che era
seduta là fuori sotto la pioggia, si sarebbe beccata
una broncopolmonite fulminante, ma non gliene fregava niente, voleva rimanere
accanto a Yamato ancora un po', anche se lui non sapeva che lei fosse lì. Sentì
il cigolio del cancello che si apriva e si nascose in fretta e furia dietro ad
un cespuglio. Akito era tornato con le medicine per Yamato. L’uomo, così
preoccupato per l’amico, non fece nemmeno caso alla porta, non chiusa a chiave.
Ora si sentiva più tranquilla, il suo batterista era
in buone mani. Quando fu sicura che Akito non sarebbe
uscito dalla villa, uscì dal giardino fino ad arrivare nella stradina del
quartiere. Si guardò gli abiti bagnati fradici, aveva
terribilmente freddo. Una voce richiamò la sua attenzione.
- Matsumoto? -, domandò non sicuro fosse realmente
lei.
Un bel ragazzo, dai tratti puramente giapponesi, le si avvicinò coprendola con il suo ombrello. Aveva i
capelli, corti e tenuti a spazzola, e gli occhi neri come la pece. Fisico
atletico, avvolto in vestiti comunque eleganti. Uno
dei migliori studenti di tutta la scuola. Era piuttosto
carino, oltre che brillante, lo doveva ammettere. Non ci aveva mai fatto caso prima. Si trattava di Shigure Ichinose, il suo
assistente nel lavoro del comitato scolastico.
- Ichi... Ichinose... -, sussurrò lei un po' affannata. Si sentiva
stanca, la testa le girava vorticosamente neanche fosse
appena uscita da una lavatrice, e il freddo pungente le era penetrato
fin dentro le ossa. Sei sentiva un po' febbricitante,
probabilmente la sua temperatura corporea era alterata.
- Stai bene? -, le domandò premuroso, appoggiando
le sue labbra sulla fronte della ragazza, - Accidenti! Tu scotti!
Si guardò intorno. Da quelle parti non c'era
nessun ospedale e sapeva bene che la moretta abitava troppo lontano da lì, per
arrivare a casa intera. Si abbassò un pochino, indicandole la sua schiena.
- Sali, ti porto a casa mia. È qui vicina. Lì
potrai cambiarti ed usufruire di un letto caldo. -, sorrise, - Non
preoccuparti, non disturbi. -, finì anticipandola.
La ragazza voleva rifiutare, ma poi ci ripensò. Non
aveva scelta, e di Ichinose ci si poteva fidare, era
un caro ragazzo.
- Ti... ringrazio Ichinose... -, sorrise. - Ma ti
seguirò a piedi... non posso accettare un passaggio sulle tue spalle, eh eh... -, disse, poi tossì un
po'. Il ragazzo annuì, commentando che era meglio sbrigarsi. Si avviarono alla
fine della strada, dove una piccola e deliziosa villetta azzurra si distaccava
dalle altre per essere un po' più piccola, ma anche la più carina.
- Questa è casa mia... non è
granché, è piccola in mezzo a tutte queste villone,
ma è casa.
Aprì il cancelletto
arrugginito, facendo entrare Rumiko.
- E' proprio carina!-, disse lei, che a confronto
con il suo appartamento trovava quella villetta una reggia pari a quelle di
Versailles o di Caserta.
Entrarono e la ragazza si tolse la giacca
inzuppata, appendendola sull'attaccapanni. Lui la accompagnò
al piano superiore, entrarono in un bagno candido e pulitissimo. Le
diede un accappatoio, due asciugamani nel caso le fossero
serviti e le indicò dove poteva trovare prodotti per la pulizia del corpo e dei
capelli.
- Per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi. Fai
pure con calma, io ti preparo degli abiti di mia sorella come ricambio.
Dovrebbero andarti bene. I tuoi li metto in lavatrice.
Sorella? Da quando Ichinose aveva una sorella?
Era convinta fosse figlio unico.
Scosse il capo. Beh, dopotutto lei non ci aveva mai
avuto niente a che fare con lui. Non conosceva praticamente
niente della sua vita. Pensandoci bene non sapeva nemmeno quanti anni avesse effettivamente. Mentre
pensava a questo, il volto triste di Yamato passò di nuovo a sovrastare tutti
gli altri suoi pensieri, re incontrastato del suo cuore. Cosa
poteva fare per dimenticarlo? Ormai era chiaro che lui non volesse avere niente
a che fare con lei.
Shigure chiuse la porta del bagno. Si diresse in
una camera piuttosto lugubre ed aprì le ante di un armadio di legno. Scelse dei
vestiti a caso, fra l'enorme pigna che c'era e li portò in quella che sarebbe
stata la camera di Rumiko. Sorrise. Aveva avuto un colpo di fortuna pazzesco ad
incontrarla ed a farla andare a casa sua.
Era proprio ciò che aspettava da tempo, poter rimanere
solo con lei. Era una ragazza in gamba, carina, dolce... ed i suoi occhi era stupendi, era pazzo per quegli occhi.
***
Era preoccupato, terribilmente preoccupato.
Non si era diretta a casa e non aveva la minima idea di dove cercarla. Tutti i luoghi
dove da bambina si rifugiava li aveva già controllati e, di lei, non c'era
traccia.
Rimaneva l'ultimo posto, ma dubitava potesse
trovarsi lì, all'aria aperta, con quella pioggia così fitta che non si vedeva
un cavolo ad un palmo dal naso.
Sospirò. "Tentar non nuoce...", pensò
avviandosi verso il grande parco poco lontano dal
quartiere dove abitava.
All'entrata della grande
distesa verde, per sua sfortuna, si imbatté in Daiki Nishikado. Non era proprio
giornata quella, no proprio no. Tentò di ignorarlo,
passandogli di fianco senza degnarlo di uno sguardo, ma il bruno lo fece
voltare.
- Stai cercando la confettina?
Nobu strinse i pugni. Ma
come si permetteva quel cretino anche solo di rivolgergli la parola, e parlare
della sua Roxy con quel tono così disgustosamente arrogante? Stava per sbottare
in un acido "Sparisci", ma poi ci ripensò.
- L'hai vista? Ti prego, dimmi
che sai dov'è!-, disse calpestando il suo orgoglio come fosse un tappetino.
- E perchè mai dovrei
farlo? Non sono ritenuto a dirtelo... -, rise, ma
nella sua risata si notava solo tristezza, non cattiveria.
Nobu scosse la testa.
- Sei veramente stronzo... l'hai vista e l'hai
lasciata anche da sola sotto la pioggia, vero? Dimmi subito dove l'hai vista!-,
disse minaccioso, avvicinandosi a lui, serrando un
pugno e prendendolo per il colletto della camicia con l'altra mano.
- Non l'ho lasciata lì mia volontà, idiota. Ti
pare che sia così deficiente? Se non alzavo i tacchi
quella mi faceva a fettine microscopiche. Però
guarda... che strano, tu sei il suo ragazzo e nemmeno sai dove cercarla? Almeno
io so dove si rifugia. -, guardò in tono di sfida il biondino, - Già... quel
suo adorato albero vicino al sentierino... quella
vecchia quercia... ops, forse non dovevo dirlo!
Senza troppi preamboli, Nobu gli mollò quel dannato
pugno che voleva dargli da chissà quanto tempo, facendolo cadere malamente a terra. Quando Daiki si
rialzò per rispondere era già tardi, Nobu era corso via a cercare la sua
ragazza.
- Puah... idiota... -,
sibilò passandosi una mano tra i capelli bagnati. Ma
cosa aveva quel tizio più di lui?
***
- Sono tornato. -, annunciò all'amico, senza però
ricevere risposta.
Si tolse le scarpe e si diresse in direzione del
salotto. C'erano due tazze di caffé, della quale una ancora piena. Alcuni
biscotti ed un sacco di briciole. Andò in cucina, trovando diversi oggetti
caduti a terra, tra cui anche dei pezzi di carne. Akito si diede una grattatina alla testa. O Yamato
aveva dato di matto oppure non era solo.
- Yamatinooo... dai tesorinoooo esci fuori, non ho
voglia di giocare a nascondinoooo... -, canticchiò
cercando qualcosa per pulire a terra.
Sentì dei passi frettolosi rimbombare per la casa
ed infine un tonfo. Vide arrivare il ragazzo direttamente in cucina, rotolando
per le scale.
- Rumiko?!
Si grattò ancora la testa, guardando il
biondo spalmato a terra come una sottiletta.
- Essere scaricati da così alla testa? Non
so... non mi è mai successo, modestamente... -, scherzò
avvicinandosi al peso morto che giaceva a terra. - Dai
alzati bello mio, vediamo di sciacquare via questa maledetta sbornia...-, disse
caricandoselo in spalla e portandolo sul divano in salotto. Chissà chi era
stato lì? Sicuramente non Aya, e neanche Nobu e Ritsuko, perché Nobu l'aveva
chiamato pochi minuti prima per chiedergli secondo lui
dove potesse essersi cacciata Ritsuko. Ci mancava solo questa. Ashley era un
terremoto. Akito conosceva Nobu da, praticamente,
sempre e conosceva anche la sua bella cuginetta tutto
pepe figlia di un americano e un'italiana. L'Italiana in questione era una
cugina del padre di Nobu, la cui madre a sua volta era Italiana. Infatti ogni tanto tendeva a dimenticarsi che nelle vene
dell'amico scorreva sangue Italiano.
- Ah... visto Yamato? Mi sto perdendo di
nuovo nei miei pensieri... non avevo più questa confusione in testa da molto...
i ragionamenti inconcludenti li facevo
sempre quando ero innamorato. Mi è capitato una sola
volta di esserlo... -, spiegò all'amico, più morto che vivo, mezzo
svenuto sul divano. - ... beh, con questa fanno due... Sono innamorato di Azuki... sono scemo, vero?-, chiese senza ricevere
risposta. Per un attimo però gli sembrò l'amico fosse tornato
lucido. Yamato infatti lo guardò e sorrise
flebilmente, come per dire che erano due idioti. Entrambi innamorati della
persona sbagliata. Congratulazioni...
***
Un altro calcio e sarebbe morta, quello era il pensiero preoccupato di Ritsuko in quell'istante.
Volevano i soldi, ma lei non aveva niente con sé. Perché non
le credevano. Cristo, se facevano male quei calci.
Ne aveva beccati due sulle gambe e una ventina nello
stomaco. Sentiva le forze abbandonarla, per di più c'erano un paio di quei
ladruncoli da strapazzo che presto o tardi le avrebbero fatto
qualcosa di spiacevole. Sentì già uno di loro abbassarsi addosso a lei e
infilare una mano sotto la sua gonna. Non ci mise molto ad insinuarla sotto gli
slip, molestandole clitoride e piccole labbra. Che schifo, se fosse
sopravvissuta non sarebbe bastata tutta l'acqua del pianeta a lavarle via quel
senso di sporco che le si stava attaccando addosso.
- Ehi... non c'è gusto... questa qui é
asciutta come una tavola di legno... -, disse il tizio che la stava toccando.
Un altro lo spinse via e, nonostante il
dolore Roxy tentò invano di divincolarsi e spingerlo via. Anche quest'altro
prese a toccarla, penetrando un po' con le dita, senza però spingersi
troppo oltre. - Cazzo, è vero... la stronza è asciutta
e ruvida, nemmeno le dita scivolano...
Una voce più anziana delle prime rise. -
Non c'è mica solo quel buco... -, disse saggiamente.
Roxy scoppiò a piangere: quando sarebbe finito quello strazio? Voleva morire. Il vecchietto fece scostare i suoi scagnozzi, iniziando a
massaggiarsi i genitali.
- Lasciate fare a me, mi faccio
vedere io come si eccita una donna!
I presenti inorridirono al solo pensiero di
vedere quel vecchietto mezzo nudo, farsi quella stronzetta. Lui, intanto, stava già abbassando la zip dei pantaloni, avvicinandosi alla ragazza dalla
chioma azzurra. La fece girare sulla schiena e le si sedette
sul ventre.
- E così tu non ti ecciti facilmente eh...
vediamo se almeno i lavoretti li sai fare bene! Hai
delle belle labbra, io dico che qualcosa di decente
puoi farlo!
Roxy utilizzando le sue ultime forze tentò di
levarsi l'anziano di dosso, ma questo qui le diede uno schiaffo, levandole
completamente le energie.
Ritsuko era immobile. Non valeva nemmeno
più la pena di divincolarsi, erano troppi contro una sola, e inoltre non sarebbe arrivato nessuno ad aiutarla. Chiuse gli occhi e in
testa le si materializzarono le immagini di Nobu e
Nishikado. Non sapeva cosa c'entrasse Daiki Nishikado, fatto stava che avrebbe
tanto voluto l'aiutasse. Ma
ancor di più voleva Nobu. Il suo Nobu. Avrebbe dovuto ascoltarlo. Le aveva urlato che non era come pensava, che non l'aveva tradita. Ma lei, troppo orgogliosa, non aveva voluto sentire nulla ed
era corsa via come una stupida. Un'ultima lacrima lasciò scappare, e poi decise
di non piangere più. Quella era la punizione che meritava per non aver avuto
fiducia nel suo ragazzo. Sentì la presa del vecchio farsi
serrata, mancavano pochi istanti e...
Un tonfo sordo, delle
voci, alcuni ragazzi che scappavano e le urla infuriate di qualcuno che
conosceva molto bene. Alzò un po' lo
sguardo. Nobu si era avventato contro il vecchio ubriacone, spostandolo con
violenza da sopra di lei, e ora lo stava picchiando a sangue, urlando tutta la
sua frustrazione.
- BRUTTO STRONZO! VECCHIO IDIOTA... COME
HAI OSATO TOCCARE
Roxy si tirò seduta a fatica, tenendosi lo
stomaco dolorante.
- Nobu... smettila... -, il
ragazzo sembrava non sentirla, - Finiscila!
Aveva alzato la voce più che poteva e il biondino
si era fermato. Si guardò le mani, completamente cosparse di sangue. Ancora un
pugno e l'avrebbe veramente mandato nell'aldilà.
Lasciò andare il vecchio pedofilo e si
avvicinò a Ritsuko.
- Ritsuko... la mia Roxy...
la mia piccola Roxy... -, disse ancora affannato. L'abbracciò, forte, ma
al contempo delicatamente, per non farle male. - Cosa ti hanno fatto... la mia
piccola Roxy... -, ripeté come fosse entrato in uno stato di trance.
Alcune lacrime bagnarono il suo volto. Come aveva potuto
permettere le succedesse una cosa del genere? Era davvero un fallito...
Ritsuko lo allontanò gentilmente da lei. Era
meglio così in fin dei conti. Prima si fosse scordato di lei
meglio sarebbe stato. Le parole di sua zia continuavano a rimbombarle
nella testa, anche se avrebbe tanto voluto sopprimerle. Voleva stare con Nobu,
con la persona che amava. Voleva sentirsi amata e, anche se era egoistico,
sapere che per lui era la cosa più importante del mondo.
- Grazie dell'aiuto, ma ora torna a casa. Sei
bagnato fradicio e rischi di prenderti una polmonite.
Io ce la faccio da sola. -, disse alzandosi e barcollando un poco per il
dolore, rischiando di rifinire a terra.
Lui la guardò come fosse un'aliena.
- Ma sei
impazzita?-, sbottò allibito.
- No, sono più sobria di quanto non lo sia mai
stata in vita mia. -, provò a guardarlo truce, ma il suo sguardo si rattristò
immediatamente, vedendo quello distrutto del ragazzo.
- Per favore... va a casa...
- Scherzi? Non ci penso neanche... non ti
lascio qui... né ti lascio andare!-, si alzò in piedi
e l'abbracciò forte. - Tu sei mia... capisci? LO
CAPISCI? Non uscirai mai dalla mia vita... mai...-, sussurrò
baciandole il viso, la fronte, le gote, e infine le labbra. Quelle
labbra così belle che non riusciva proprio a scacciare dalla sua mente.
- Ti amo Roxy... ti amo... ti amo... -, continuò a
dire baciandola, abbracciandola, accarezzandola. Ed
era vero. L'amava come, anzi, più della sua stessa vita.
Ritsuko si lasciò andare per un'ultima volta a quel
contatto. Le piaceva tanto il sapore delle labbra di Nobu e il suo modo di
baciare, così puro ed intenso allo stesso tempo. Quando il ragazzo la lasciò
andare, accarezzandole una guancia e guardandola negli occhi, attanagliato
dalla paura di perderla, lei prese parola.
- Guardami... io sono sporca... sono lurida... -,
susseguì un singhiozzo, - Anche a lavarmi non tornerò mai più linda come prima!
Mi faccio schifo da sola, come puoi accettarmi tu così ridotta?! Sono destinata a vivere nella mia solitudine! Perchè non
lo capisci?! Non voglio che tu soffra ancora! Sono
disgustosa!
Prese a piangere disperatamente, scossa da forti
brividi. No, non era il freddo che provava in seguito al freddo clima
susseguito dagli abiti fradici, era il suo cuore che soffriva. Nobu la guardò
disperato. Chi le aveva messo in testa tutte quelle
sciocchezze? Non era colpa sua se avevano tentato di violentarla. Come avrebbe
mai potuto schifarla per questo?
- Sei una sciocca... -, disse
accarezzandole i capelli, spostando la frangia appiccicata alla fronte. -
Ritsuko la colpa non è tua... è mia che ho permesso che una cosa del genere
accadesse... e sai che ti dico? Ora che ti hanno toccata io ti desidero ancora
di più, per poter disinfettare io stesso con i miei baci e le mie carezze le parti del tuo corpo che hanno reso impure. -,
spiegò sorridendole dolcemente. La desiderava. Eccome la desiderava. Ancora più
di prima.
Roxy alzò lo sguardo disperato su di lui, mentre
alcune lacrime ancora le rigavano il viso.
- Nobu... ti prego, fa
l'amore con me... -, disse sicura.
L'acqua non l'avrebbe mai ripulita e quel ricordo
sarebbe stato tarchiato a fuoco nella sua mente e nel suo cuore per sempre, ma
se lui l'avesse sostituito con uno più bello,
purificandole anche il corpo, allora era certa che sarebbe riuscita a tornare
serena.
- Aspetta un attimo... chiamo la polizia
per questo... coso... qui a terra.... e ti
riaccompagno a casa, okay?-, disse prendendo il telefonino dalla tasca e
componendo il numero della stazione di polizia di quel quartiere. Si voltò un
attimo di spalle, e Ritsuko sorrise nel vederlo agitare gambe e braccia,
piuttosto nervosamente. Era imbarazzato, che tenero.
Lo abbracciò da dietro, appoggiando il viso
contro la sua schiena.
- Ti amo Nobu... da morire...
***
Una dolce musica si sparse per tutta la stanza.
Prese il cellulare dalla tasca dei jeans.
- Pronto?! -, rispose tutto eccitato nel vedere
il numero della persona che lo chiamava.
- Oh Akito... sai per caso dove si trova Rumiko?
Ho paura sia sparita un'altra volta... anche la
piccola Ritsuko non c'è, spero si trovi con lei e siano andate a fare
compere...
Il giovane uomo sentì i muscoli irrigidirsi al
suono della dolce voce della signora Azuki.
- No, mi spiace non sono
assieme. Nobu e Roxy hanno litigato e ora lui la sta cercando. Probabilmente
Rumiko rincaserà a momenti... sai, è successo un putiferio oggi pomeriggio e
probabilmente avrà voluto rimanere da sola. Se non ti senti sicura a stare sola Azuki, se vuoi vengo
subito da te.
La donna sembrò pensarci un attimo, ed infine
rispose con un flebile sì. Sapeva di fare a cosa sbagliata,
ma Akito era l'unica persona della quale si fidava ciecamente. La faceva
sentire al sicuro e la sua presenza le faceva perfino estremamente
piacere. Era un uomo di bell'aspetto e non c'era
niente di male a sognare di avere ancora vent'anni,
così da poter intraprendere una nuova storia d'amore, magari questa volta con
una persona che avesse più riguardo per lei. Non era
pentita di aver avuto un matrimonio piuttosto fallimentare con il suo ex
marito, in fin dei conti aveva avuto due splendide
figlie da lui. Si chiese come stesse l'altra sua creatura e si rammaricò nel
non potersi rispondere. Purtroppo al momento del divorzio lei e il marito
avevano deciso di prendersi ognuno una figlia, in modo da non doversi mai più
sentire. O meglio... lui l'aveva obbligata, come
sempre. Aveva preso la maggiore così da non doverle dedicare tante attenzioni
come avrebbe dovuto fare con la più piccola. Si sentì
disgustata nel ricordare quell'uomo. Era bello, era ricco, ma era anche un gran
pezzo di stronzo. Aveva finito per doverlo sposare sotto ordine dei genitori,
dato che l'aveva messa incinta. Lui le aveva provate tutte pur di sottrarsene,
ma per evitare di essere trascinato in tribunale aveva acconsentito. Era un po'
come la sua sgualdrina, la ruota di scorta, date le sue innumerevoli amanti, ma
in un certo senso le voleva comunque bene. Perlomeno
lei aveva vissuto così il loro matrimonio, non sapeva se per lui fosse stato
diverso. Sapeva, però, che la maggior parte delle donne che si portava a letto
erano sue potenziali clienti, innamorate perse di lui. Forse lo faceva
solamente per assicurarsi il lavoro.
Akito sorrise soddisfatto. - A fra poco!!!-, disse tutto contento e mise fine alla
chiamata. Guardò Yamato, che si era un po' ripreso e che ora sorseggiava un
caffé bollente e amarissimo.
- Sei proprio un cretino... -, bofonchiò il
biondo guardando l'amico che si alzava, infilava il giubbotto fischiettando e
raccoglieva le sue cose.
- Può darsi, ma intanto passerò dei momenti
divini insieme ad una donna paragonabile ad un angelo
del paradiso! Ciao, ciao cocchino
mio!
Uscì in fretta e furia dalla villa per dirigersi
verso l'appartamento di Azuki Matsumoto, più felice
che mai. Fischiettava pure allegro, cosa che ormai non
faceva da anni. Giunto alla fine della strada, passò
davanti alla villetta degli Ichinose. Li sapeva di nome perché il capofamiglia
era un collega che lavorava nello stesso studio di Yamato. Alzò lo sguardo su
una finestra del pian terreno, e vide una persona seduta su un divano. Una
figurina minuta con lunghi capelli neri. Gli sembrava di averla
già vista, ma poi scosse la testa. Era impossibile. Riprese a camminare
fischiettando, dimenticando ciò che aveva appena visto.
… continua…
ARGH O.O QUANTE
RECENSIONI. MAMMINA MIA, VOI CI FARETE PRENDERE UNO SPAVENTO XD.
No, scherzi a parte, siamo contentissime la
storia vi stia piacendo sempre di più Approfittiamo per ringraziare tutte
quelle che hanno lasciato un commentino o un commentone,
rendendoci felici e allegre come fossimo al settimo cielo ^O^
aledra_xan: Mhhh... che sospetto, wow... grazie ci
hai dato un'idea su come continuare ahah XD No, scherziamo. Pare che molti
siano x le Matsumoto/Nishikado... chissà cosa accadrà, chissà chissà...
NaughyDia: L'hai letta tutta d'un
fiato? Acci, però , che
veloce ^O^' Ci fa sempre piacere ricevere nuove "adepte" ahah E' vero, i Nishikado sono i migliori... (Tuttavia non
capisco xkè Rachel si ostini con Yamato, è pazza di
lui... ndSan) (Ohi lascia stare Yamatuccio,
è un po' st****o ma è tanto caruccio >O< ndRachel) ( ... ndSan)
Ninphadora: Hello girl, è sempre bello vederti, ormai si può dire
che siamo amiche XD Beh ultimamente non stiamo neanche aggiornando un paio di
volte a settimana, ma molto meno... Chiediamo scusa, ma tra scuola e altro è
sempre difficile trovare un po' di tempo per vederci e continuare la storia.
Volevo solo farvi sapere che abbiamo già alcuni
capitoli pronti, ma non li mettiamo tutti in una volta, per non farvi aspettare
troppo dopo. Abbiamo deciso di pubblicarne uno a settimana al massimo, così
siamo sicure che non vi lasceremo nessuna settimana senza il seguito. Insomma
crediamo che a voi può far più piacere aspettare una settimana tra un capitolo
e l'altro, piuttosto che vederli pubblicati tutti insieme
e poi aspettare un mese per la stesura dei nuovi.
Shaida Black: E tu ora l'hai scoperto che siamo pazze? XD Eh si
Ashley è proprio da definire "una tipa come quella" proprio per la
sua assurdità e irrazionalità. Ashley ha occhi solo per Nobu, vive per lui, e
tutto ciò che fa lo fa in funzione di lui. Più che
amore, si potrebbe chiamare attaccamento morboso, non credi anche tu? Comunque è vero Yamato è stato un po' cattivello con la
nostra Rumichan... (Ma io lo perdono, è così sexy
ndRachel_che_sbava) (Ma piantala T___T ndSan_con_mitra_puntato_verso_Rachel)
Cardel: A quanto pare è
scoppiata
Alweyn_Tail: Ecco, ecco, siamo andate avanti siamo andate avanti >.< Le cose cominciano a prendere strane
pieghe da questo capitolo, ma spero tu continuerai lo stesso a seguirci ^^ W Akki eh? =P
Al prossimo chappo!
San&Rachel Dickinson