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Autore: Raffaley94    04/09/2010    2 recensioni
Un Diario trovato per caso al Ghirigoro cambierà molte cose nella vita di Hermione........"Mentre guardavo tra gli scaffali, notai un agenda in particolare. Fui tentata di prenderla e notai che era fatta di un tessuto particolare, ruvido quasi fossero dei fili di paglia intrecciati. Sulla copertina era disegnata una rosa bianca, simbolo del silenzio, posata su di uno sfondo celeste e le pagine era ruvide e gialle che davano all’agenda un aspetto vecchio, ma molto bello. Avevo sempre desiderato avere un diario tutto mio, un diario dei segreti e quell’agenda mi sembrava perfetta."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La mattina ci alzammo presto e subito facemmo colazione, dopo aver preparato i bagagli partimmo per King Cross. Quella stazione aveva qualcosa di particolare, era fantastica e molto caratteristica. C’erano treni che passavano ogni dieci minuti e babbani da tutte le parti che sfrecciavano tra le carreggiate per paura di perderli, era così emozionante la vita londinese. Passati il solito muro che si trovava tra il binario nove e dieci ci trovammo di fronte il grande treno nove e tre quarti, di un colore nero e rosso fiammeggiante. All’improvviso il treno fischiò, segnale che ci mancavano pochi minuti perché partisse.

- mi raccomando fai il bravo quest’anno e non ti mettere nei guai, torna sano e salvo a casa. – continuava a ripetere la signora Weasley a Ron, singhiozzando per il pianto.

- mamma ti prego, ci sono i miei amici qui. – Rispondeva lui, arrossendo a partire dalle orecchie.

Dopo un po’ il treno fischiò nuovamente, dovevamo muoverci o sarebbe partito senza di noi. Caricammo sopra i bagagli e il treno incominciò a partire, mentre i signori Weasley salutavano con la mano i figli e la madre di Ron che continuava a singhiozzare.

- uffa, ormai ho sedici anni, potrebbe smetterla di trattarmi come un bambino di tre. – borbottò Ron, mentre cercavamo di trovare qualche scompartimento libero.

- dai Ron non dire così, ti vuole bene e lo sai. – rispose con gentilezza Harry.

- vabbè tu non ce l’hai i genitori non puoi capirmi. – a questa affermazione Harry si fermò di botto, quando voleva Ron poteva essere molto crudele, sapeva qual’era il tasto giusto da premere.

- non te la prendere, sai com’è fatto, gli passerà. – lo rassicurai, mentre Harry si limitò ad annuire e sorridere. Alcune volte Ron non si rendeva conto di quanto fosse fortunato ad avere una famiglia come la sua.

Girammo tutto il treno per trovare uno scompartimento libero e non avendone trovato nessuno ci fermammo in quello dove c’erano Ginny e Luna, che giocavano con la Puffola Pigmea della prima, acquistata nel negozio dei gemelli Weasley. Durante almeno metà del viaggio nessuno aprì bocca, poi all’improvviso Harry si alzò e uscì dallo scompartimento, probabilmente per la tensione che si era creata nell’aria.

- Potresti essere più gentile con Harry. – rimproverai Ron, appena il nostro amico fu lontano.

- Perché cos’ho detto? –

- certe volte sei così ottuso. – odiavo quando faceva così, sembrava che non capisse. Era uno stupido e non ragionava, ma certe volte era davvero gentile e carino…no un momento, Hermione che vai a pensare!

Tremendamente stufata dal suo comportamento tornai a scrivere sul mio Diario. Chissà dove era andato Harry, ultimamente era diventato fin troppo misterioso.

Passai il restante del tempo sul treno a scrivere. Era diventata una passione e mi era impossibile separarmi da quell’agendina. Era il mio diario segreto, il mio portafortuna. Mentre scrivevo Ron mi guardò con aria interrogativa.

- Che cosa stai scrivendo? – mi chiese curioso

- niente, cose personali. – risposi fredda

- posso leggere? – disse, tentando di prendere il diario

- ti ho detto di no. – risposi acida, colpendolo con uno schiaffo sulla mano.

- ok, non ti scaldare però. – affermò con aria offesa. Non mi andava di farglielo leggere, erano cose che nessuno sapeva, cose che sapevano solo io e il mio diario, e poi sul quel diario parlavo anche della mia probabile cotta per lui e la cosa era imbarazzante. Ma come faceva a piacermi? Bah, magari mi sbagliavo.

Guardai fuori dal finestrino, era una specie di vizio che avevo, sia quando stavo nei treni che quando viaggiavo in macchina. Adoravo guardare i paesaggi che sfrecciavano veloci davanti a i miei occhi, e poi i paesaggi che si potevano osservare dal finestrino del nove e tre quarti erano a dir poco stupendi. Prati immensi, ricoperti di fiori e il lago nero che stava ad indicare la vicinanza con Hogwarts.

- andiamo Ron ci conviene prepararci tra pochi minuti siamo arrivati. – lo avvertii, alzandomi e andando a prendere il mio bagaglio.  L’unico problema era che di Harry non ce n’era neanche l’ombra. Sicuramente si era cacciato in qualche guaio, queste cose succedevano più spesso negli ultimi tempi, chissà se tramava qualcosa. Il treno fischiò, segno che dovevamo scendere. Una volta a terra mi guardai intorno, ma non c’era, e neanche Malfoy era presente, chissà se c’entrava qualcosa in questa storia.

- Herm sai dov’è Harry? –        

- No Ron, me lo stavo chiedendo anch’io, andiamo, sono sicura che ci raggiungerà prima che inizi il banchetto. – risposi dirigendomi verso la sala Grande.

Entrai in quella sala immensa. Il soffitto come sempre era incantato e questa volta ritraeva un cielo limpido e stellato. Ci dirigemmo verso il nostro solito tavolo, quello dei Grifondoro. Al tavolo c’erano tutte facce conosciute, era tanto tempo che li vedevo, e mi mancavano parecchio. Dopo un paio di saluti sentimmo la porta della sala aprirsi di nuovo e da lì entrò la professoressa McGranitt con al seguito un gruppo di ragazzi (probabilmente ragazzi che dovevano essere smistati) molto, molto spaesati che guardavano incantati il soffitto. La McGranitt arrivò in fondo e posizionò lo sgabello col capello parlante davanti ai ragazzi.

- Ognuno di voi sarà smistato in una casa, le quali sono: Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero. Rimarrete fedeli per sempre alle vostre case, alle case in cui sarete smistati. Vi chiamerò uno alla volta e voi verrete qui, vi siederete e poi sarete collocati nelle determinate case. – esclamò la professoressa, prendendo una specie di cartellina e chiamando il primo ragazzino.

- ALISTER CRANE. – un biondino si fece spazio tra la folla e molto sicuro di sé si sedette sullo sgabello, si poteva facilmente capire in quale casa sarebbe stato smistato.

- SERPEVERDE.- urlò il cappello, come volevasi dimostrare.

- ASHLEY EVANS.- questa volta fu il turno di una ragazzina molto timida, con i capelli color nocciola. Con lei il cappello ci mise un po’ di più, ma alla fine optò per la casa dei tassi.

- MARK GRAY.- un ragazzino dai capelli corvini si guardava intorno, sperando di incontrare qualcun’altro che si chiamasse come lui, ma non trovò nessuno. Con gli occhiali sulla punta del naso mi ricordava molto Harry, era molto impaurito e tremava dalla testa ai piedi.

- CORVONERO. – e dal tavolo dei corvi si sentirono vari urli di acclamazione che accoglievano il nuovo arrivato. Quel ragazzino anche se molto timido, sarebbe diventato un campione, era solo un presentimento.

Dopo un breve discorso da parte del preside le tavole furono imbandite di tutte le cibarie possibile, ma Harry ancora non veniva. Ron si buttò sul cibo come un animale, cosa piuttosto normale. Dopo qualche minuto arrivò, con il naso che sanguinava.

- Harry, maledizione dove sei stato ti sei perso lo smistamento!. – lo rimproverai.

- Faccende. –

- faccende, così pericolose da farti uscire un sacco di sangue dal naso? – gli chiesi indicandogli il sangue che scendeva a fiocchi. Continuammo a mangiare e mentre Ginny parlava con Lavanda e Calì, io mi ero bloccata a fissare Ron, mi ero come incantata. Era così carino con quei capelli rossicci e tutte quelle lentiggini che gli coprivano il viso. Era perfetto.

- Herm cos’hai da guardare? – chiese lui, notando che lo fissavo

- Io guardare, no ma che dici, non ti stavo mica guardando, cioè non lo stavo facendo, io stavo cioè osservando, cioè pensavo. – farfugliai.

- Oooookay. – rispose lui, continuando a parlare con Harry. Certe volte il fatto che non si accorgesse delle cose al volo era utile. Almeno non si era accorto di come lo guardavo, almeno non lui, perché Harry continuava a osservarmi, così sviai lo sguardo e finsi di leggere il libro di Trasfigurazione. Durante tutta la cena parlammo del tempo che avevamo trascorso lontani da Hogwarts. Calì era stata in Irlanda e aveva passato un brutto mese in una casa infestata dagli gnomi, Lavanda in Francia, dove aveva visitato la scuola di Beauxbatons. Aveva preso in considerazione l’idea di trasferirsi, ma poi l’aveva accantonata, se avesse cambiato scuola sarebbe stato meglio per tutti, non mi era molto simpatica. Dopo aver cenato ci dirigemmo verso i dormitori. Eh sì, questa scuola mi era mancata molto, la sala Grande, le scale che cambiavano posizione e il ritratto della signora Grassa. Non mi piaceva stare lontano da Hogwarts. Quando entrammo nella sala comune c’era già il camino acceso e l’atmosfera era talmente tranquilla che mi era venuta la voglia di sedermi e mettermi a scrivere il diario. Salii su in camera e Ginny mi seguì. Eravamo compagne di stanza come sempre.

- Ciao stanzetta ti sono mancata?. – esclamai entrando

- Si mi sei mancata. – disse Ginny, imitando la possibile voce della stanza.

- Piantala. – la risposi scherzosamente. Dopo aver salutato tutti i mobili, lampada compresa, incominciai a posizionare i libri nella libreria. Quando arrivai al diario, accarezzai la copertina e mi girai verso Ginny che stava sistemando i vestiti nell’armadio.

- che c’è? .- mi chiese, notando che la osservavo.

- Ginny, mi stavo chiedendo, che ne pensi di me e Ron, insieme, come coppia intendo. –

- Tu e Ron, mmm…ahahahahahahahah, tu mi fai morire, tu e mio fratello, ahahahahah, certo come no. – esclamò ridendo.

- ehy non c’è bisogno di ridere a crepapelle. – risposi offesa.

Una volta finito di sistemare, andai subito a mettermi sotto alle coperte, non avevo voglia di parlare con lei. Cosa c’era di così divertente? Non mi prendeva mai sul serio.

- Herm, scusami io non volevo, ma ti piace veramente?. – mi chiese Ginny, rompendo il gelo che si era creato.

- credo di si. –

- sai, sarei felice di avere una cognata come te. –

- grazie, anch’io. – la risposi sorridendo. Dopo un paio di minuti chiusi la luce e mi addormentai abbracciata al mio diario.

 

 

Spazio autrice: salve a tutti, ecco finalmente il secondo capitolo u.u. qui Herm ritorna a Hogwarts e capisce sempre di più di essersi innamorata di Ron e capiamo un po’ anche la sua “simpatia” verso Lavanda hihi. Spero che vi sia piaciuto il capitolo, cercherò di pubblicare puntualmente ogni sabato, anche se tra un po’ incomincia il tram tram della scuola =.=, uff che noia xD. Mi raccomando commentate, ho bisogno di essere spronata =), al prossimo  xD

Queen Alexia: grazie per la recensione e grazie per aver aggiunto la mi fan tra le preferite, spero che questo capitolo ti sia piaciuto e non ti preoccupare per Ginny, cambierà opinione riguardo a Harry u.u, mi raccomando commenta =)

Ps: nel capitolo c’è un riferimento ad una persona che mi ha aiutato molto con questa fan ( e non solo), la quale credo abbia capito dove ;)

   
 
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