An Intresting Meeting
E’ una cosa
quasi ridicola pensare che un mese fa, quando pensavo a Ted ero felice. Tutto
andava abbastanza bene. Ero andata via di casa con Teddy, avevamo fatto di Grimmauld Place casa nostra e,
cosa ancora più bella, eravamo praticamente una famiglia. Poi è arrivata la
notizia della gravidanza di Vic e il mondo mi è crollato letteralmente addosso,
anzi, mi sta crollando addosso. Ora, invece, pensando a Ted, divento
triste, mi chiudo in me stessa e mi viene voglia di piangere, anche se devo
ammettere che, nell’ultimo periodo, nonostante stia male per il fatto di papà,
i miei pianti sono diminuiti notevolmente. Forse è merito dei miei fratelli che
mi stanno sempre accanto e riescono a farmi sorridere, e di mia madre. Non
potrei avere una mamma più buona, è decisamente la migliore del mondo. Molte
avrebbero perso la testa, ma Ginevra Molly Weasley non lo ha fatto. Mi sta
vicina ogni santo giorno, assicurandomi che papà ci ripenserà, che smetterà di
ignorarmi e io le credo. Io le voglio davvero tanto bene. È assolutamente la
mamma migliore di tutto l’universo.
Beh, invece mio
padre si guadagna il primo posto nella classifica dei padri peggiori
dell’intero universo. Non capisce che facendo così mi fa soffrire, o forse sa
che mi ferisce continuando con questo comportamento ma non gliene importa,
perché forse vuole farmi soffrire per farmela pagare di essere rimasta incinta.
Anche stamattina mi ha ignorata, facendo finta che non esistessi, che fossi
invisibile o nascosta sotto il mantello dell’invisibilità di James.
Non sopporto
decisamente Vic e dopo la nostra discussione la sopporto ancora meno. So che la
colpa di tutto quello che è successo è di Ted, ma io non sopporto il fatto che
faccia sempre costantemente la vittima e consideri Teddy come un oggetto. Per
non parlare del padre di mio figlio. Sono arrabbiata anche con lui, decisamente
infuriata, ma, il vero problema è che, quando ho l’occasione di rimanere sola a
parlare con lui, non riesco ad essere arrabbiata. Il problema è che sono
innamorata di lui e questo non mi permette di continuare ad essere infuriata
con lui. Eppure quando è assente, come in questo momento, la rabbia mi invade,
facendomi essere arrabbiata. Sto diventando matta.
Ieri ho rivisto
anche Rose e le ho raccontato di tutta la faccenda di papà e anche lei ha
pensato che sia stato troppo duro. Non le ho detto niente della cotta di mio
fratello. Deve essere Al a dirle tutto, ma, considerando la sua timidezza,
dubito che lo farà. Mi ha raccontato di Scorp e ho paura che il mio caro Albus Severus Potter prenderà un
bel due di picche. Magari conoscessi un ragazzo come mio fratello - bello,
intelligente, premuroso, dolce, che mi stesse dietro durante la gravidanza...
-, non esiterei a sposarmelo. Ma purtroppo è mio fratello e io non conosco
nessun ragazzo come lui. Beh, Ted sarebbe abbastanza simile a lui, sarebbe il
ragazzo perfetto, ma ha messo incinta anche mia cugina, quindi... è possibile
che ogni volta che penso a lui, Vic e il loro bambino mi tornano alla mente?
Prima scopro di
essere rimasta incinta a diciassette anni, non so se tenere il bambino, decido
di tenerlo ma il padre del mio bambino è innamorato di mia cugina e non si
ricorda niente di quella fatidica sera, l’uomo di cui sono innamorata si
ricorda tutto, corro sotto la pioggia inseguita da lui, finisco all’ospedale,
il diretto interessato viene a sapere che sarà padre e dice che mi starà
accanto, il giorno dopo ci ripensa e mi dice che ama troppo mia cugina, piango
tra le braccia dei miei fratelli, passano giorni, il padre di mio figlio si
trasferisce a casa nostra, dico a mamma di essere incinta, anche papà viene a
saperlo e scaccia il padre del suo nipotino/a fuori di casa, seguo
quest’ultimo, andiamo a Grimmauld Place,
viviamo due settimane come una famiglia felice, scopro che anche mia cugina
aspetta un bambino il di cui padre è lo stesso di mio/a figlio/a, discuto con
Teddy, mi dice che ci ama, parlo con Roxy, torno a
casa, papà mi ignora, vado a parlare con Vic, mi arrabbio ancora di più, parlo
anche con il padre di mio figlio e me ne torno a casa, a piangere sul mio
letto. Devo decisamente dire che ho fatto il riassunto della mia situazione, il
fenomeno causa-effetto. Inizio a pensare realmente che qualcuno lassù ce
l’abbia con me.
“Lilian
Potter?” la voce del medico mi fa distogliere dai miei pensieri insulsi. Alzo
lo sguardo su di lui e il suo volto mi sembra vagamente familiare. Capelli
biondi, occhi chiari, alto più di me di una decina di metri e con una cravatta
verde-argento al collo.
“Sei Scorpius,
vero?” gli chiedo, sorridendo e avvicinandomi a lui. Lo avevo intravisto
qualche volta ad Hogwarts, anche se mia cugina non me lo aveva mai presentato
personalmente. Devo ammettere che è davvero un bel ragazzo, i capelli biondi lo
fanno sembrare un angelo e gli occhi di ghiaccio lo fanno apparire
particolarmente freddo, anche se, molto probabilmente, dalle descrizioni di
Rose, non lo è per niente. Mi ha sempre raccontato di lui come una persona
solare, divertente e molto intelligente.
“Ci... ci
conosciamo?” mi risponde con un domanda, guardandomi attentamente e cercando,
probabilmente, di ricordarsi di me. Non gli avrei dato torto se non se ne
ricordasse, “Potter... dovresti essere la figlia di Harry Potter e quindi la
cugina di Rose” mi dice, sorridendomi e tendendomi una mano.
“Si, sono
proprio io, Lily” rispondo, stringendo la sua mano e continuando a sorridergli.
Con l’altra mano mi indica l’ambulatorio alle sue spalle e, lasciando il suo
arto, cammino verso esso, entrando dentro, “così sei diventato un medico”
commento, guardandolo mentre chiude la porta.
“Si, anche se
mio padre non ha mai gradito il fatto che mi sporcassi le mani per lavorare” mi
sdraio su il lettino che mi indica con la testa e mi scopro la pancia,
“comunque, Rosie mi aveva raccontato che una delle sue miriadi di cugine era
rimasta incinta, ma non mi sarei mai aspettato di trovarmi la cugina Potter e
soprattutto di essere io il medico”.
“Vuoi dire che
sarai tu a seguire tutta la mia gravidanza?” gli chiedo, mentre lo vedo
spalmarmi un gel freddo sul ventre. Fa un incantesimo alla macchina delle
ecografie, prende un pezzo di cotone e ci poggia la bacchetta sopra, iniziando
a muoverla sulla mia pancia. Devo ammettere che è molto diverso come modo di
fare l’ecografia considerando quello di quando Ted mi aveva portato
all’ospedale perché ero svenuta.
“Ti dispiace
che sia io il tuo dottore?” mi chiede a sua volta, spostando lo sguardo su di
me, prima di posarlo nuovamente sul monitor.
“Affatto” gli
rispondo, sporgendomi leggermente in avanti per cercare di veder meglio la
figura nel monitor, “cosa sarebbe quello? Il mio bambino?” gli chiedo,
indicando quella strana figura nel televisore. Lo sento ridacchiare, prima che
si volti verso di me.
“Si, è lui... o
lei e sta decisamente bene. E’ sano e sta crescendo davvero bene” mi risponde,
lasciando i suoi occhi grigi puntati sui miei marroni, tendenti, anche se molto
leggermente, al verde, “vuoi sapere se è maschio o femmina?”.
“Non lo so,
Scorp” ammetto scompigliandomi i capelli rossi, “la verità è che sapere se è
maschio o femmina in questo momento è il minore dei miei problemi”.
“Se vuoi, io
sono un ottimo ascoltatore” mi dice, dandomi uno scottex
per pulirmi da quel maledetto gel e di lanciare un incantesimo alla macchina
delle ecografia, ottenendo una foto del bambino o della bambina.
“Beh,
mettiamola così... il padre del mio bambino ha dieci anni più di me, è il
figlioccio di mio padre e l’ex fidanzato di mia cugina. Mio padre non mi
rivolge più la parola perché è rimasto deluso dal mio comportamento, il padre
di questa creatura ha messo incinta anche mia cugina e io sono assolutamente
arrabbiata con entrambi” gli spiego brevemente, pulendomi ed abbassandomi la
maglia, prima di alzarmi dal lettino e di avvicinarmi a lui.
“Devo dire che
non hai torto” mi risponde, aprendo la porta e facendomi uscire dall’ambulatorio.
Esce a sua volta e rimane sulla soglia a parlarmi, “ma se vuoi saperlo, basta
che me lo chiedi. Tieni, questo è il mio numero di cellulare” mi dice,
porgendomi un biglietto da visita che metto in una tasca dei jeans.
“Non è che stai
flirtando con me? Prima di tutto sei il fidanzato di mia cugina e secondo di
poi, sono incinta” gli chiedo per niente seriamente, ridendo e afferrando la
foto dell’ecografia che si trova tra le sue mani. Sinceramente, nonostante il
bambino sia di quattro mesi, non so ancora dire distintamente cosa sia quella
macchia bianca informe.
“Non ti
preoccupare” mi risponde, ridendo a sua volta, “sono innamorato di tua cugina e
poi non ci proverei mai con una donna incinta”.
“Mi fiderò” la
mia voce non è tanto convinta, anche se penso, sinceramente, che è davvero una
brava persona. Dovrei dire che se non fossi già innamorata di Ted, se non fossi
incinta e se lui non fosse il fidanzato di mia cugina, ci potrei fare un
pensierino sopra. Sto delirando. No, forse è soltanto la gravidanza che mi da
alla testa e mi mette gli ormoni fuori fase, quindi lo trovo attraente per
questo. Oppure sono soltanto io che sto delirando e che sto diventando matta.
O, forse, entrambe insieme, “ti conviene tenerti stretta Rose: c’è uno
spasimante in vista”.
“Dici davvero?”
mi chiede, incrociando le braccia al petto e guardandomi divertito.
“Si, il tuo
caro amico” gli rispondo, rimanendo sul vago. Lui e Al sono stati nella stessa
casa ad Hogwarts ed erano molto amici.
“Chi? Al?”
sbuffa ridendo e guardandomi negli occhi. Annuisco ed inizio ad allontanarmi
dall’ambulatorio, “innamorato di sua cugina?”.
“Esatto e
promettimi che non gli dirai che te l’ho detto. Sei l’unica persona oltre a me
e James che lo sa, d’accordo?” gli chiedo, camminando per il corridoio e
aspettando un suo saluto prima di poter uscire dal San Mungo.
“D’accordo.
Ciao”.
“Ciao”.
Cammino fino
alla porta principale e quando esco, vedo mia madre venirmi in contro,
ansimante. Cosa ci faccia qui non lo so, ma, a quanto pare, è una cosa urgente.
Forse ha scoperto che il padre del bambino di Vic non è Ted, oppure che non è
neanche incinta e ha messo in atto tutta questa messinscena per farci separare,
o forse... ma perché ogni dannata volta che vedo qualche parente corrermi in
contro con il fiatone, mi metto a pensare a Ted, Vic e al loro bambino? Sono
decisamente fissata.
“Mamma?” la
chiamo, chiedendole indirettamente cosa ci faccia qui.
“Zio George ha
telefonato a casa: Roxy sta partorendo” mi risponde
con affanno, prendendomi per mano ed iniziando a camminare verso la sala
operatoria. E’ decisamente nervosa anche se non è sua figlia, quella sta per
partorire. Sono davvero curiosa di vederla quando toccherà a me. Nella nostra folle
corsa, urtiamo un paio di infermiere, fino a quando arriviamo davanti alla sala
operatoria, dove si sono accampati tutti i membri della nostra famiglia. Ci
sono tutti i miei zii - tranne zio Charlie -, tutti i miei cugini - tranne Vic
-, la mia famiglia - tranne papà - e, naturalmente, manca Ted perché
sicuramente è con Vic. Mentre zia Angelina dovrebbe essere in sala parto con Roxanne.
Improvvisamente,
dal fondo del corridoio, dei capelli rosso fuoco attirano la mia attenzione,
facendomi voltare verso quella direzione. Vedo Ted avvicinarsi a noi,
stranamente senza Vic per mano. E’ assolutamente meglio così, non avrei mai
sopportato di vederli manina nella manina, come i bambini dell’asilo. Tempesta.
Si, termine adatto per descrivere la nostra relazione. E’ una tempesta che
imperversa e che a volte tace, ma che, dopo poco, si scatena nuovamente. Tra
noi le cose stanno così, a parte il fatto che questa tempesta si sta, pian
piano, calmando. Non so se sia un bene o un male. Ma la verità è che non so neanche
perché lo sto perdonando. E’ come se il mio cuore agisse da solo, senza
chiedermi il permesso. E’ una cosa involontaria, decisamente involontaria. La
parte sana della mia testa non fa altro che chiedersi come possa perdonarlo
dopo che ha messo incinta mia cugina. Beh, è una cosa involontaria...