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Autore: Lady Kid 1412    06/09/2010    2 recensioni
“S-shinichi” “Sì, dovevi dirmi qualcosa?” “Ecco... volevo sapere che stai facendo” rispose Ran, pentendosi subito di quella richiesta. “Sto lavorando a un caso difficile” mentì prontamente lui “Ora non posso parlare Ran... dovevi dirmi qualcosa?” “Beh... Voglio vederti” disse lei con la voce velata dal dolore “Per favore, torna a Tokyo almeno per qualche ora... c’è una cosa che devo dirti assolutamente” Che cosa succederebbe se per una volta, Shinichi decidesse di seguire il suo cuore? Riuscirebbe a confessare i suoi sentimenti o si farebbe scoprire dell'organizzazione?
Genere: Romantico, Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11  -  Il Pericolo Colora di Nero

All’interno dell’auto, Conan, cercava inutilmente di liberarsi dalle manette facendole battere contro la portiera, quando, quest’ultima, si aprì di scatto spingendo in avanti il ragazzino che si ritrovò per terra.

“Ah... scusa piccolo detective” disse piano Kaito mentre si chinava per liberare il ragazzino.

“Dee Jay Kid?” domandò Conan rimanendo in posizione prona “Non potevi trovare qualcosa di meglio?”

“Ehi!” si lamentò Kaito sorridendo “Intanto ti sto salvando, un grazie basterebbe”

“Non ti ho chiesto io di aiutarmi” sbottò divertito Conan, mentre Kaito faceva cadere a terra le manette.

“Libero” esclamò rialzandosi in piedi “sono o non sono il più grande ladro esistente?”

Conan stava per rispondere qualcosa quando udì il suono di uno sparo e, alzando subito il capo, vide il foro di un proiettile che si era conficcato nel metallo dell’automobile passando a pochi centimetri da Kaito Kid.

“Cavolo... ci è mancato poco” balbettò Kaito spaventato, mentre Malt si piazzava davanti ai due ragazzi tenendo la pistola alta.

“Pensavi davvero che un po’ di fumo mi avrebbe fermato?” disse furioso l’uomo .

“Ovviamente no” mentì Kaito spostando lo sguardo verso una possibile via di fuga.

Malt controllò velocemente l’orario, erano le 19:33 “Ancora mezz’ora e avrò finalmente la gloria che merito” disse facendosi scappare un sorriso compiaciuto.

“Che succede tra mezz’ora?” domandò Kaito guardando l’amico

“Arriveranno i suoi superiori...” rispose piano il ragazzino “e con quelli non avremmo possibilità”

“Ah...” Kaito spostò il mantello di fronte a Conan, per mettere al riparo da Malt “Quindi non c’è rimasto più molto tempo, vattene finché puoi farlo”

“E tu cosa pensi di fare?” rispose Conan leggermente spiazzato dal comportamento del rivale.

“Sta tranquillo, di certo non resto qui a fare da bersaglio”spiegò Kaito spostando lo sguardo verso il bambino “Sbrigati ora o rischi di...”

Approfittando della distrazione dei due, Malt, si lanciò subito contro Kaito facendolo finire contro la macchina “Non ti hanno insegnato che non bisogna mai staccare lo sguardo dal tuo avversario?” domandò freddamente l’uomo premendo la pistola sulla fronte del ragazzo.

Velocemente, Conan, attivò le sue scarpe potenziate e premendo un bottone della cintura fece apparire un pallone da calcio “Nemmeno tu sei stato molto attento... Kid non è l’unico di cui devi preoccuparti” esclamò mentre sferrava un violento calcio al pallone che colpì in pieno Malt, facendolo finire lontano.

Kaito si sistemò velocemente il cilindro, mentre Conan gli rivolse un sorriso da vincitore “Sicuro di potercela fare da solo?”

“Mi sono distratto un attimo, moccioso...” puntualizzò seccato Kaito, quando il suono di pneumatici che percorrevano la stradina dissestata attirò la sua attenzione “I tuoi amici arrivano quando ormai è tutto finito...” disse mettendo le mani in tasca e avviandosi verso il casolare “Ti conviene sparire se davvero stanno arrivando i cattivi”

Conan guardò l’orologio, erano le 19:44 “Dannazione... ormai non c’è più tempo!” si maledì il ragazzino iniziando a correre in direzione dell’auto gialla che si stava avvicinando.

Kaito guardò confuso il ragazzino correre verso il dottor Agasa “Chissà che tipi sono i colleghi di quel Malt” pensò lui alzando le spalle e preparandosi a fuggire in volo dal tetto del casolare.

 “Conan!” esclamarono le persone all’interno dell’auto vedendo il bambino correre verso di loro.

“Per fortuna stai bene” disse Agasa tranquillizzandosi

“Dottore siete in pericolo” esclamò Conan “loro stanno per arrivare qua”

“Loro?” domandò Ai sporgendosi in avanti dal sedile posteriore “dimmi che non ti riferisci a Gin...”

“Invece sì...” rispose lui sospirando “e ormai siamo in trappola...”

“Che stai dicendo!” lo rimproverò Heiji “possiamo andarcene subito, anche se gli passassimo vicino, dubito che ci riconoscano”

“Non lo capisci?” sbottò Conan “una volta arrivati qui, capirebbero comunque che siamo coinvolti, e non ci vorrà molto prima che ci ritrovino se usiamo l’auto del dottor Agasa”

“Allora non ci resta che metterci al riparo” rispose Hakuba incrociando le braccia convinto “Non ho ben capito chi siano queste persone, però l’unica cosa rimasta da fare è trovare un nascondiglio”

“Non abbiamo altra scelta” rifletté Conan rivolgendo uno sguardo preoccupato verso Ai  “Dottor Agasa, provi a vedere se qui nei paraggi c’è un posto sicuro dove nascondere la macchine e faccia in modo che Ai resti in un luogo sicuro” esclamò il ragazzino, mentre Heiji e Hakuba uscivano dall’auto.

“E voi che cosa intendete fare?” domandò Ai infastidita “Perché solo io devo stare al sicuro?”

“Tempo fa ti ho promesso che ti avrei protetta” rispose Conan chinando il capo “non mi perdonerei mai se ti succedesse qualcosa”

Ai rimase spiazzata da quelle parole e non riuscì a dire altro, mentre il ragazzino ordinava ad Agasa di spostare l’auto.

“Non dovete preoccuparvi per noi” rispose Heiji girando la visiera del capello “troveremo anche noi un posto sicuro e saremmo pronti a difendervi se qualcosa va storto”.

“Fate attenzione!” disse l’uomo accendendo la macchina e dirigendosi verso il retro del casolare.

“A proposito... come hai fatto a liberarti di quell’uomo?” domandò Heiji guardando l’amico.

“Ti sembrerà strano, ma mi ha aiutato Kaito Kid” rispose Conan senza smettere di controllare che Agasa trovasse un posto sicuro dove nascondere l’auto.

“K-Kaito Kid?” ripeté sorpreso Heiji “E ora dov’è andato?”

“Credo se ne sia andato via con il suo aliante” rispose Conan poco attento

“Ah... Ecco cos’era! Era un aliante!” esclamò Heiji sorridendo

“Come?”

“Evidentemente era Kid la persona che era sull’aliante che è partito all’inseguimento di Malt!”

“Scusate, penso che dovremmo seguire l’esempio del vecchietto” li interruppe Hakuba cambiando discorso di proposito “quanti uomini arriveranno?”

“Beh, in teoria solo due, però sono entrambi molto pericolosi” rispose Conan

“Allora sarà meglio andare” disse Hakuba iniziando a correre verso il casolare seguito a ruota da Heiji e Conan.

 

Erano passati appena dieci minuti quando una Porsche 356 A nera con, a bordo tre passeggeri iniziò a percorrere la stradina che conduceva al casolare disabitato, per poi fermarsi poco dopo vicino all’auto di Malt che era ancora a terra privo di sensi.

“Che sarà successo?” disse Vodka uscendo dal mezzo insieme a Gin

“Questo idiota ha fallito miseramente” rispose seccato il biondo

“Lo sapevo che era una perdita di tempo venire qua” sbottò furente Vodka, quando Gin gli fece cenno di fare silenzio

“Non è detto...” ghignò l’uomo guardando per terra “a giudicare dalle tracce sul terreno, qui è passato qualcuno”

“Però, forse se ne sono già andati...”

“O forse sono nascosti in quell’edificio sperando di non venir uccisi” rifletté Gin guardando l’edificio abbandonato da tempo.

Vodka sorrise nel sentire quanto detto dal compagno “e di Malt cosa ne facciamo?”

Gin rivolse lo sguardo verso l’uomo steso a terra e, estraendo la pistola, sparò due colpi sul corpo inerme di Malt che smise di respirare senza nemmeno guardare negli occhi il suo assassino.

“Ma non erano colleghi quei due?” domandò Hakuba rimanendo seminascosto sul bordo della finestra con Heiji e Conan vicino.

“Quello non è un criminale come gli altri” rispose Conan guardando il biondo

“Volete stare zitti!” esclamò Heiji “non ci tengo a fare la fine di quell’uomo!”

“Stanno venendo qui...” balbettò il ragazzino spaventato, vedendo che i due uomini avevano iniziato a camminare verso l’edificio “Dividiamoci e troviamo un nascondiglio”

“Ma non faremo prima ad attaccarli?” domandò Hakuba

“Bravo, così se anche riuscimmo a metterli fuori gioco senza armi e a mandarli in prigione, senza prove sarebbero fuori subito... e indovina chi verrebbero a cercare!” sbottò Heiji infastidito, quando il rumore di una porta che si apriva li fece zittire tutti.

“Vediamo se riusciamo a stanare qualche topolino che vuole giocare” sorrise Gin caricando la pistola mentre, nel più assoluto silenzioso, iniziava a salire le scale.

Vodka, rimasto al piano terra, si faceva largo tra le travi abbandonate alla rinfusa e oggetti pieni di polvere che erano stati abbandonati e , una volta arrivato al limite della stanza, si avvicinò a una vecchia tenda così da poter aprire la porta adiacente, di quello che doveva essere uno sgabuzzino.

Senza la minima esitazione l’uomo spalancò la porta, notando con dispiacere che all’interno non vi era rimasto nulla.

“Dannazione qui non c’è nessuno” imprecò Vodka tornando sui suoi passi sbattendo la porta della cucina.

“Tutto bene?” bisbigliò Hakuba apparendo da dietro uno dei mobili della stanza, mentre Heiji riprese lentamente a respirare, rimanendo paralizzato dietro la tenda.

Al piano di sopra, Gin, rimase chino a guardare il pavimento, mentre Vodka lo raggiungeva

“Capo non c’è nessuno di sotto”

“Guarda sul pavimento” rispose seccato l’uomo “dalla quantità di polvere è chiaro che qui non viene nessuno da parecchio tempo...” Conan, nascosto nella stanza accanto, rimase il più possibile in silenzio, mentre poteva chiaramente sentire i battiti del suo cuore aumentare sempre di più “Però se guardi bene puoi vedere che in alcuni punti è leggermente spostata” sorrise Gin rialzandosi “a quanto pare qualcuno è passato di qui poco fa cercando di lasciare meno tracce possibili”

“Forse è stato Malt a entrare in questo posto prima che arrivassimo” domandò Vodka seguendo il biondo nella stanza dove terminavano le impronte.

“Magari hai ragione... però in questo posto c’è qualcosa che attira la mia attenzione”  rispose divertito Gin, iniziando a controllare la stanza, mentre Conan si accostava sempre di più contro il muro nella speranza, di non essere visto “provo il forte impulso di uccidere qualcuno, e di solito mi succede quando nei paraggi c’è un traditore o una volpe dal fiuto fine... un detective!”

Nel sentir pronunciare la parola “detective”, con quel tono così freddo e pieno di disprezzo che solo Gin era capace di usare, un brivido freddo percorse la schiena del ragazzino facendolo sussultare.

  
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