Accadde tutto in un attimo quella mattina.
Quando il telefono squillò mi sentivo ancora il viso impastato e gli occhi gonfi, bastarono poche parole, e alle lacrime della sera prima se ne aggiunsero subito altre.
Feci appena in tempo ad apprendere la notizia che mi ritrovai già alla guida della mia mini diretta, in preda al panico, in ospedale.
Ero sempre stata un'automobilista rispettosa delle regole, il mio limite massimo di velocità rasentava gli 80 km/h. Quella sera però, l'osservazione rigorosa del codice stradale andò decisamente a farsi fottere.
Arrivata a destinazione mi catapultai immediatamente dentro l'edificio bianco, non fu molto difficile trovare il pronto soccorso, ignorando tutte le occhiate fugaci che pazienti e non mi rivolgevano, cercai disperatamente qualcuno che potesse darmi le informazioni che volevo. Ma nessuno pareva darmi ascolto.
"Ma insomma! Si può sapere a chi devo rivolgemi per un'informazione urgente?" urlai esasperata poggiando con foga le mani sui fianchi. Improvvisamente in quella stanza calò il silenzio.
Una sagoma alticcia il cui camice bianco spiccava tra tutte le altre persone mi si avvicinò lentamente, era un uomo di mezza età leggermente brizzolato e dall'espressione bonaria.
"Signorina, qualcosa non va?"
Aveva un tono di voce tranquillo e allo stesso tempo austero.
"Hanno ricoverato un mio caro amico qui la scorsa notte, non ho sue notizie, non so neanche come sta e io sono disperata! Non so dove cercarlo!"
Avevo iniziato a gesticolare e parlare a raffica, mi accadeva spesso quando mi trovavo in una situazione d'imbarazzo o di panico. Mi sentivo gli occhi arrossati e sicuramente dovevo anche avere un'aria pressochè sconvolta perchè vidi l'espressione del dottore che mi stava davanti intenerirsi all'istante.
"Si calmi per l'amore del cielo! Mi dia nome e cognome del suo amico, vedo se posso aiutarla in qualche modo!"
"Nao. Naozumi Kamura. Ha avuto un incidente d'auto la scorsa notte."
Lo vidi annuire e una volta pregatomi di attendere si allontanò, probabilmente per andare a raccogliere informazioni. Tornò dopo pochi minuti.
"Da quello che ho potuto capire, signorina, il suo amico, è ancora ricoverato qui. Ma non si preoccupi è in discrete condizioni. Qualche frattura e contusioni sparse per il corpo. Attualmente si trova al sesto piano dell'edificio. Una volta raggiungo deve solamente svoltare a destra e proseguire dritto, si troverà davanti una porta bianca, è sufficiente che suoni. L'operatore di turno le aprirà sicuramente!"
"La ringrazio! Grazie davvero per quello che ha fatto! Non era sicuramente nei suoi compiti prestarmi attenzione! Non so davvero cosa posso fare per sdebitarmi!"
L'uomo si portò una mano dietro una testa, sorridendo imbarazzato.
"Veramente, c'è qualcosa che potrebbe fare..."
Esitò per qualche secondo. Io, dal canto mio non avevo la ben che minima idea di cosa quell'uomo potesse volere da me.
"Potrebbe farmi un autografo? Mia figlia è una sua grande ammiratrice!"
Un lieve sorriso mi si disegnò sul volto. A volte dimentico di essere praticamente conosciuta da tutto il mondo.
"Certamente!"
Lo vidi tirare fuori un piccolo pezzo di carta dalla sua tasca e porgermelo goffamente, grata per quello che aveva fatto per me vi scrissi sopra una dedica accurata, quando fini glielo porsi gentilmente e ringraziatolo per l'ennesima volta mi dirissi velocemente verso il quinto piano.
Il mio
senso
d'orientamento non era mai stato dei migliori, lo dimostra il fatto che
per ben
tre volte sbagliai direzione, e per circa due volte scambiai
l’uscita d’emergenza
per l’ingresso che mi avrebbe portato da Nao, fortunatamente
rintracciai un’anima
pia che mi condusse a destinazione. Un volta arrivata nel reparto fui
trattenuta per mezz’ora da un infermiere impertinente che
continuava a
ripetermi che l’orario di visita era fissato tra
mezz’ora e che di conseguenza
non poteva permettermi di entrare. Vani furono i miei furtivi tentativi
di
introdurmi eludendo la sua ferrea sorveglianza, fui costretta
così ad
accomodarmi su quelle scomode panchine situate lateralmente alla porta
che con
tanta fatica e sforzo avevo cercato di varcare.
Scoccata la mezz’ora
riuscii finalmente ad entrare in quell’agognata stanza
dedicandomi così alla
ricerca del mio amico che trovai quasi subito in una stanza piccolissima
situata
alla fine del lungo corridoio. Quando vi entrai incrociai
subito il suo sguardo e fui colta da
una terribile morsa al cuore.
Aveva i capelli in
disordine, due enormi cerotti gli coprivano il volto, una fasciatura al
braccio
destro e la gamba sinistra completamente ingessata.
Istintivamente gli corsi
incontro abbracciandolo dolcemente.
“Mio
Dio Nao! Ma cosa
diamine hai fatto?”
Alleggerii
l’abbraccio,
scostandomi leggermente, quel poco che bastava per poterlo guardare.
Lo vidi accennare un
leggero sorriso.
“Scusa
se ti ho fatto
preoccupare” mi disse con un filo di voce.
“Ti
ho aspettato tutta la
notte.”
Invano
cercai di
trattenere le lacrime che avevano ripreso a solcare il mio viso. Con
una mano
strinsi la sua maglietta, appoggiando la testa sulla sua spalla e
ritornai ad
abbracciarlo.
“Scusami..”
Restammo
un attimo in
silenzio. Vederlo in quelle condizioni aveva peggiorato largamente il
mio umore
che, per dirla tutta, non era decisamente roseo quella mattina!
“Starai
molto qui?”
domandai labile.
“No,
torno a casa oggi
stesso. Non ho mai avuto un buon rapporto con le strutture ospedaliere,
non
intendo restare qui un minuto di più!”
“Ma
non sei nelle
condizioni di tornare! Devi stare qui! I medici sapranno
curarti!”
“Non
sto così male tanto
da richiedere le prestazioni di un medico, potranno prescrivermi la
cura adatta
che non tarderò a seguire, ma non voglio stare
qui.”
“Ma..”
“Niente
ma. Ho già
firmato i documenti, posso tornare a casa anche ora. Ti prometto che se
dovessi
accusare anche un minimo di dolore non esiterò a chiamare un
dottore! “
Rassegnata
annui. Non
potevo costringerlo a stare lì, neanche io avevo mai avuto
molta simpatia per
gli ospedali e nonostante fossi terribilmente preoccupata per
lui, se farlo
tornare a casa lo avrebbe fatto, almeno in parte, sentire meglio, non
mi sarei
opposta. E poi, per dirla tutta, fui sollevata anch'io di sapere che
sarebbe ritornato a casa quel giorno stesso.
Così una volta sbrigate le pratiche necessarie per poter
considerare Nao
"ufficialmente libero" lo caricai in auto e lo portai a casa. Fu un
impresa ardua riuscire a fargli salire le scale. Ci impiegammo circa 15
minuti per la prima rampa. Quando
finalmente arrivammo
a casa io e Maria lo facemmo stendere sul grande divano del salotto. La
presenza di Nao mi rendeva più tranquilla, mi rilassava
anche solo sapere che
lui era lì con me.
“Che
spavento che ci ha
fatto prendere Signorino!”
Anche
Maria era stata in
ansia per lui. Maria faceva parte di quella nostra bizzarra famiglia da
anni,
era normale che si fosse affezionata particolarmente anche a lui.
“Però,
per festeggiare il
suo ritorno ho preparato un pranzetto con i fiocchi!” Disse
solenne con le mani
sui fianchi, un grembiule verde e un enorme cucchiaio di legno tra le
mani.
Solo
allora feci caso al
forte brontolio che proveniva dal mio stomaco. Dalla cucina si poteva
già
sentire l’appetibile odore delle prelibatezze che Maria stava
amorevolmente
cucinando, e che detta in tutta franchezza, avrei voluto divorare in
quel
preciso istante. Fui trattenuta solo dalla preoccupazione che vidi
negli occhi
di Nao. Decisi quindi che il mio stomaco avrebbe anche potuto aspettare
e mi
andai a sedere accanto a lui.
“Stai
male?”
Il
sussulto che ebbe
quando sentì quelle parole mi fece capire che non si era
accorto della mia
presenza fino ad allora. Immediatamente alzò la testa e un
nuovo sorriso gli
apparve sul volto.
“No,
no. Anzi, sono
sollevato. È bello essere a casa.”
“Non
farmi più uno
scherzo simile! Non sai quanto sono stata in ansia!”
Con la
mano fasciata Nao
mi accarezzò la spalla.
Era ovvio che tutti ci
scambiassero ormai per promessi sposi. Avevamo un atteggiamento che non
si
addiceva proprio a due comuni amici. Per me
andava bene così, il
mio era un comportamento naturale, non c’era mai stato niente
tra di noi che si
spingesse oltre un normale abbraccio o una carezza. Lo accarezzavo come
avrei potuto
accarezzare mio fratello. La natura dei nostri abbracci non era
lontanamente
paragonabile a quella che in passato avevo avuto con Akito. Quella, era
tutta
un’altra storia. Non sentivo nessuna scarica durante i nostri
abbracci. Nessun
cuore palpitare, nessuna guancia arrossire, nessun tremolio, niente. Ma
questo
ovviamente, ero solo io a percepirlo.
La
suoneria di un
telefonino interruppe tutto quel turbine di pensieri. Vidi Nao frugare
nelle
sue tasche, una volta trovato il telefono non impiegò molto
a rispondere.
“Dimmi”
fu la sua
risposta secca.
Immediatamente
contrasse
tutti i muscoli facciali. La sua aria serena e rilassata
sparì.
“Nishida
(*)
ho avuto un
incidente! Non mi è più possibile
farlo!”
Nao aveva
iniziato ad
urlare. Il che fu molto strano per me, in tutti quegli anni lui si era
distinto
tra tutti, me compresa, per la sua calma esemplare e per i suoi modi
dolci e
sempre garbati.
“Non
m’interessa quello
che devi fare, contro chi ti devi scontrare o quante scuse devi
rivolgere, era
un impegno che hai preso a mia insaputa e che avrei fatto se solo non
avessi
avuto quest’imprevisto, ma non posso più! Quindi
disdici tutto!”
Un Nao
decisamente fuori
di se pose fine a quella telefonata scaraventando il telefono contro il
divano. Un
imbarazzante silenzio calò
nuovamente nella stanza. Formulai mentalmente alcune frasi che avrei
potuto
dire per porre fine a quella situazione ma nessuna mi sembrò
consona. Lo
guardai di sottecchi aspettando che fosse lui a fare la prima mossa, ma
se ne
stava immobile, con lo sguardo fisso su non so cosa. Per questo motivo,
e non
solo, mi decisi a parlare.
“C’è
qualcosa che non va?”
Tra tante
frasi, avevo
scelto di dire proprio la più ovvia e scontata. Tipico di
me. Inopportuna
e banale.
“Niente
di cui
preoccuparsi..”
Fu la sua
unica risposta.
Non approfondii più l’argomento.
In compenso la giornata passo velocemente, l’umore di Nao non
era però da
considerarsi dei migliori.
Il telefono squillò altre volte, ma non rispose
mai.
Il pranzo di Maria fu ottimo; una volta terminato fui completamente
rapita da
Hiroshi, riuscii a liberarmi solo nel tardo pomeriggio quando mi offrii
di
andare a comperare i farmaci necessari per
la cura di Nao.
Quel giorno mi lasciai
coinvolgere troppo dal mio ego femminile, sbizzarrendomi con gli
acquisti. Di
fatti una volta terminate le mie commissioni urgenti in farmacia ero
stata
attirare dai saldi che prepotenti occupavano le vetrine dei
negozi.
Una volta
acquistato sei vestitini, due cappelli, quattro paia di scarpe, tre
borse e un
maglione per Nao mi convinsi che per quel pomeriggio il mio portafoglio
era
diventato abbastanza leggero. Orgogliosa del mio bottino battei in
ritirata.
Una volta qualcuno mi disse che lo shopping si rivela sempre un ottima
terapia
contro il malumore femminile, fui costretta a concordare, la giornata
infatti,
seppur in tarda serata, aveva iniziato a prendere una piega leggermente
gradevole, piega che subì una catastrofica discesa quando,
una volta tornata a
casa, sentii delle urla provenire dal mio attico.
“Credevo
di essere stato
abbastanza chiaro stamattina al telefono!”
Riconobbi
la voce del mio
migliore amico.
“Ma
Naozumi il contratto
è ormai stato stipulato!”
E quella
del suo manager.
Silenziosamente
aprii la porta
ritrovandomi davanti i due interlocutori intenti a sostenere una
conversazione
che, di amorevole e pacata ormai aveva ben poco.
“Non
ho intenzione di
sentire altro! Disdici tutto entro domani o sarò costretto a
trovarti un'altra persona
da rappresentare!”
Il tono
duro che aveva
appena usato mi fece sussultare.
“Ma
cosa sta succedendo?”
Nao che
fino ad allora
aveva tenuto gli occhi fissi sul suo manager distolse lo sguardo per
indirizzarlo verso di me.
“Nulla
di cui tu debba
preoccuparti Sana.”
Cercò
di risultare il
più dolce possibile, ma il
risultato non fu dei migliori.
“Non
mi stai dicendo la
verità! Se c’è qualcosa che non va puoi
dirmelo! Io l’ho sempre fatto! Da
quando sei tornato a casa sei nervoso e
teso, il telefono squilla e tu non rispondi e questa è
già la seconda volte che
ti vedo litigare con Nishida! Siete sempre andati d’amore e
d’accordo! È evidente
che qualcosa non va!”
Nishida,
un uomo di
altezza media, snello e dalla capigliatura folta e riccia iniziò a
mordicchiarsi il labbro inferiore,
posò per una frazione di secondo lo sguardo su di me per poi
ritornare a
fissare il pavimento.
Silenzio.
C’era sicuramente qualcosa
che non andava.
“Per piacere, qualcuno di
voi può avere la compiacenza di mettermi al corrente della
situazione?”
Alzai di un ottava il
tono della voce, mi avvicinai leggermente a loro e incrociai le braccia
sul
petto.
Nao, sospirò leggermente
e con l’aiuto delle stampelle mi si avvicinò.
“Nishida,
credo che per
stasera possa bastare. Ora ho bisogno di parlare con Sana.”
Il suo
tono mi parve
molto più dolce rispetto quello che avevo udito pochi minuti
prima, tuttavia
riuscivo ancora a percepire la sua irritazione.
L’uomo, rassegnato,
rispose con un semplice cenno della testa, e rivolgendomi solo una
rapida
occhiata uscì dal nostro attico.
“Qualunque
cosa abbia
fatto non credo c’era bisogno di trattarlo in quel
modo!”
“E
poi..” continuai “..non
è da te!”
“Tra
due giorni devo partire..”
Sbarrai
gli occhi.
“Come?”
“Nishida,
qualche
settimana fa, ha firmato un contratto con un’azienda. Questo
contratto prevede
la mia partenza tra esattamente due giorni. “
“Non
capisco. Non me ne
avevi mai parlato!”
“Perché
non ne sapevo
nulla. Quando ne sono venuto a conoscenza, nonostante non fossi
contento di
prolungare di qualche giorno le mie vacanze, avevo deciso di
assecondare
Nishida. Anche perché, come ti ho già detto il
contratto era ormai stato
stipulato. Ma alla luce degli ultimi recenti avvenimenti, converrai che
mi è
praticamente impossibile partire!”
Scombussolata
da quelle
ultime novità, iniziavo a comprendere l’ira di
Nao. Quante volte Rei aveva
firmato contratti a mia insaputa.
“E
cosa comprendeva
questo contratto?”
“La
bellezza di cinque
spot pubblicitari
per una ditta d’informatica.
Il mio compito sarebbe quello di pubblicizzare i software sulla quale
quest’azienda
si basa, affiancato da uno staff di tecnici e supervisionato dalla
mente
brillante che ha avuto la felice idea di costruirli.”
Eh si.
Era proprio un bel
casino.
“E
sempre secondo questa
contratto, quanti giorni dovrai trattenerti lì?”
“Il
tempo necessario per
la realizzazione di queste pubblicità”
“È
un bel guaio Nao. “
Massaggiandomi la tempia cercavo di
trovare una soluzione
quanto meno credibile e possibile per quel gran casino che si era
venuto a
creare.
“Già.”
“Senti,
tu ora sei
conciato male, non puoi adempiere al tuo obbligo e non per tua
volontà. Il
contratto, viste le ultime vicissitudini non può essere
portato a compimento..
non ci dovrebbero essere problemi no?”
“È
esattamente quello che
sto cercando di far capire a Nishida! Ma non vuole sentire ragioni!
Quell’agenzia
ha già mandato metà del bonifico per il lavoro
che avrei dovuto svolgere. A
quanto dice il mio manager il contratto
poteva essere sciolto entro 5 giorni dalla mia presunta partenza..
Ergo, sono
nella merda!”
“Troveremo
un modo, non
preoccuparti!”
“Lo
spero proprio Sana.”
Lanciai
una rapida
occhiata all’orologio, e alzandomi di scatto mi diressi verso
la cucina.
“Hai
fame? Preparo
qualcosa?”
Il
Venerdì sera Maria aveva
il giorno libero. Suo figlio tornava per il fine settimana e io e Nao
avevamo
insieme deciso che stare a casa e preparare per lui delle prelibatezze
l’avrebbe
resa senz’altro felice. Così, ogni
venerdì del mese, cercavo disperatamente di
affinare le mie abilità culinarie che, ad essere sincera
erano disastrose.
“Credimi,
la fame è l’ultimo
dei miei pensieri.. Non ho voglia di mangiar nulla.”
Prima di
tornare a casa
mi ero volutamente fermata in pasticceria e rapita
dall’avvenente profumo dei
dolci avevo divorato un’enorme brioche gelato ipercalorica,
di conseguenza, il
mio stomaco poteva considerarsi soddisfatto.
Rapita dalla conversazione non mi
ero accorta di aver liberato il bottino del mio pomeriggio sfrenato di
shopping
davanti la porta, e una volta ricordatami del regalo che avevo
comperato per
Nao mi diressi verso le buste sperando che quel piccolo pensiero
avrebbe
potuto, almeno in parte, risollevargli il morale. Rovistando
frettolosamente
tra gli acquisti finalmente trovai quel che cercavo.
"Ti ho preso questo nel pomeriggio.." gli dissi andandogli incontro e porgendo la busta a cui avevo fatto attaccare un fiocco rosso.
"È per me?"
Sorrise. Il primo sorriso sincero della giornata.
Sorrisi anch'io.
"Certamente."
Senza tanti preamboli lo prese e velocemente lo scartò.
"Se non va bene, se non ti piace, se il colore non è esatto, se la taglia è troppo grande, o troppo piccola, se.."
"È perfetto!"
Avevo
ricominciato a parlare a raffica. Stamane lo avevo fatto per
nervosismo, ora per imbarazzo. Guardava il maglione con gratitudine e
con affetto.
Averglielo preso era stata la migliore azione della giornata.
"Ti piace?"
"Molto. Mi aiuti a metterlo?"
"Volentieri"
Mi avvicinai a lui e dolcemente lo aiutai a mettere il maglione sopra la camicia che già indossava. Ero indecisa tra l'azzurro e il nero. Alla fine avevo optato per l'azzuro, trovavo che s'intonava perfettamente con i suoi occhi. Avevo decisamente fatto la scelta migliore.
"Ti sta bene" gli dissi sorridendo. Annuii mentalmente. Si avevo fatto un ottimo acquisto.
Nao si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia.
"Grazie."
"È solo un maglione." risposi sinceramente contenta.
"È il tuo maglione per me!"
Notai che aveva messo un pò troppa enfasi in quest'ultima frase. Temevo che forse avrebbe potuto fraintendere il mio gesto. Illuderlo era l'ultima cosa che volevo.
<< Non è forse quello che stai facendo da anni? >>
Quel pensiero cattivo mi fece sobbalzare. Scossi la testa. Non era decisamente la giornata ideale per lasciarsi andare a quei pensieri.
"È stata una giornata pesante. Perchè non ci dormiamo un pò su? Qualcosa in mente ci verrà!"
"Perchè no, ho proprio bisogno di una bella dormita."
Lo
accompagnai in camera, dirigendomi successivamente nella mia. Esausta,
una volta terminato di cambiarmi mi andai a rannicchiare nel mio
pensatoio personale, nonostante la stanchezza non avevo nessunissima
voglia di dormire, ero preoccupata per Nao. Non sapevo come poterlo
aiutare, mi sentivo inutile. In 10 anni era sempre stato lui quello
pronto a salvarmi, quello dalla parola magica, quello che riusciva a
togliermi dai guai, e ora che finalmente era arrivato anche il mio
turno, me ne stavo seduta lì, ferma in un angolino a
rimuginare. Eppure ci doveva essere qualcosa che avrei potuto fare, una
soluzione ovvia che in quel momento ci sfuggiva.
Sana pensa.
Pensa Sana dai.
Un'idea.
Una buona idea.
Cos'avrei potuto fare per toglierlo dai casini?
"Maledizione" imprecai sottovoce.
"Se solo avessero chiamato qualcun'altro!"
E fu lì. In quel momento. In quel preciso istante che il mio cervello si decise a funzionare. Le rotelline iniziarono ad ingranare e io non capii come quell'idea, tanto ovvia, non mi era balenata in testa prima. Entusiasta, uscii dalla mia stanza e senza neanche bussare o chiedere il permesso mi fiondai in camera di Nao.
"Ma cosa..??" lo sentii dire.
"Ho trovato! Nao maledizione ho trovato! Era così elementare!"
Ridevo. Ridevo di gusto. E dall'espressione di Nao dovevo sembrargli anche leggermente squilibrata. Inarcò le sopracciglia e mi osservava allibito, poi, quando finalmente riuscì a riprendersi dal leggero stato di shock in cui era caduto si decise a parlare.
"Sana ma cosa.."
"Parto io!" Dissi trionfante.
"Come?"
"Ma certo! Hanno bisogno di un volto che pubblicizzi i loro prodotti. In fondo la mia fama è grande quanto la tua. Me o te non fa differenza! Ci vado io!"
"Tu sei pazza."
"Dai! Io non ho alcun problema a rimandare di qualche giorno le mie vacanze. Non avevo neanche fatto progetti. E tu sei ridotto in questo stato e credo che ci resterai ancora per molto! Ergo, l'unica via di salvezza per te sono io!"
A giudicare dall'espressione della sua faccia e dall'improvviso mutismo giurai quasi che fosse caduto in uno stato catatonico!"
"Nao andiamo! Non sarà poi la fine del mondo! Dov'è che devo andare?"
"Tokyo.."
In quel momento fui io a cadere in uno stato di shock irreversibile.
NOTA: (*) Non avendo trovato il nome del menager di Nao ho deciso di mettergliene io uno nuovo. xD
Ok. Come sempre vi porgo
le mie più sentite scuse per il colossale ritardo. Ho
iniziato stamane a scrivere questo capitolo e credetemi se vi dico che
l'ho finito praticamente un'oretta fa. In linea con tutti gli altri
capitoli, eccetto quello che ho pubblicato prima di questo, credo sia
abbastanza lungo. Spero di essere stata perdonata. Ho avuto molte
difficoltà a scriverlo e non mi soddisfa pienamente se devo
essere sincera. Ebbene, alla luce degli ultimi avvenimenti la nostra
Sana si è cacciata in un bel guaio, nel tentativo di
"salvare" Nao ha accettato di prendere il suo posto e di partire
per....... Tokyo. xD Ohhh.. com'è crudele il destino!!!!
xD Ma, se posso lascarmi scappare un piccolo, piccolissimo
spoiler, non è tutto oro quel che luccica. (Si lo so che non
è un vero e proprio spoiler, ma vi assicuro che andando
avanti con la storia capirete.) . Nonostante questo il dilemma che ora
sorgerà in tutti voi è: "Cosa farà ora
Sana? Parità oppure batterà nuovamente in
ritirata??" Ehhh.. xD chi lo sa!!!! xD
Comunque, ci tenevo a sottolineare una cosa, una ragazza in uno dei
capitoli che ho pubblicato mi lasciò una recensione nella
quale mi diceva che la mia storia sembrava una rielaborazione di
un'altra e mi chiedeva se la storia fosse mia. Innanzi tutto, ci tengo
a precisare che QUESTA storia è assolutamente scritta tutta
da me. Il modo di scrivere, il testo, i dialoghi sono tutti opera del
mio sacco. Può capitare che esistono storie simili ad altre,
anche perchè il mondo di kodocha ormai è pieno di
scrittrici, in erba o meno, che mettono su storie su di esso. La storia
a cui si riferiva questa ragazza, l'ho letta anche io, ed ero rimasta
colpita dalla trama perchè era esattamente il genere di
trama che avevo in mente io per la mia storia, ovviamente un conto
è scrivere una storia simile ad un'altra e un conto
è appropiarsi di una storia di cui non si è
l'autrice. La storia in questione non ha niente a che fare con la mia,
e andando avanti nella lettura e nell'evoluzione della storia te ne
renderai conto. Ovviamente, essendo quella una trama che verosimilmente
si avvicina a quella che avevo in mente io per la MIA di storia potrete
trovare dei punti leggermente "somiglianti", per il resto, vi assicuro
che tutta la storia è MIA OPERA. Scusate se mi sono
dilungata particolarmente ma ci tenevo davvero a specificare questa
cosa.
Ah, per ultimo, se
tutto va bene, domani dovrei pubblicare il secondo capitolo di
"Abitanti di Saturno".
Un grazie enorme a
chi mi segue, a chi recensisce, a chi ha messo la storia nelle
preferite e nelle seguite, un grazie anche a chi legge soltanto.
Vi adoro tutte.
Lidia.
ANGOLO RECENSIONI:
Lady_Fredda: Ciao, sono contenta del fatto che hai recensito la mia storia. Onorata di avere sempre nuove lettrici. Mi fa davvero molto piacere che il capitolo ti sia piaciuto e spero davvero che questo nuovo non sia stato da meno. Spero di ricevere un'altra tua recensione nella quale mi informi del tuo parere su questo nuovo capitolo. Aspetto con ansia. ^^
lilixsana: Ciao! ^^ Allora, innanzi tutto sono lusingata che la mia storia ti piaccia e che ti sei appassionata molto. *_* Ti ha trasmesso davvero così tante emozioni??? *-* *W* Mi fai arrossire!!!! Troppo gentile, spero di non averti fatto aspettare molto con il seguito, ma finalmente sono riuscita a postare. Ovviamente sono ansiosa di sapere cosa ne pensi. Grazie della recensione!
So smile: Caraaaaa! =) Rieccomi qui. Se te lo stavi chiedendo, no non sono morta! xD questo capitolo ne è la prova. Occhei, in questo capitolo c'è un risvolto veramente..... piccante, mentre nel capitolo precedente Sana si è categoricamente rifiutata di partire in questo fa praticamente da..... kamikaze!!!! xD xD xD Bhè, se devo essere sincera non sono del tutto soddisfatta di questo capitolo ma aspetto che voi lettrice leggiate e mi date un parere. Tu cosa ne pensi? Comunque, ormai la storia è entrata nel vivo e temo che se inizierai a sgozzare un pò tutto non scoprirai mai cosa succede!!!!! lol... xD Grazie di seguire questa storia! Baciiiiiiiiiiiii!!! :**
Nami96: Eccomi qui. Ok, se all'aggiornamento dello scorsco capitolo volevi tirarmi le orecchie non oso immaginare cosa mi farai per questo ritardo! xD Può bastare un "perdono pietà???" no eh???? xD *-* ma quanti complimenti!!!!!!!!!!! *-* mi fate arrossire veramente così!!! Credimi, sono veramente contenta di trasmettervi tutte queste emozioni, spero vivamente di non deludervi mai, è una gioia scrivere per voi ed è un'altrettanta gioia sapere che vi piace ciò che io scrivo. Questo capitolo è stato molto difficile da scrivere e spero di non aver deluso, neanche questa volta, le tue aspettative. Aspetto con ansia il tuo responso. Baciotti!
Bettinella: Nuova lettrice!! *-* Onoratissima di sapere che ti sei interessata alla mia storia! Il capitolo che ti è piaciuto di più è stato la gara? =) Se devo confessarti una cosa quello è stato il capitolo che più mi sono divertita a scrivere. xD con tutte quelle vocine, credimi, Akito ha fatto tanta tenerezza anche a me!! Ebbene, no Sana ha deciso di non partire, ma, come avrai potuto notare da questo ultimo aggiornamento i questo capitolo si è praticamente buttata la zappa sotto i piedi!!! xD ma poveraaaaaaa, lei era ignara. Il punto è, ora che sa la destinazione cosa farà?? ehhhhhh.. xD mha.... xDPortogas D Ace: Eccotii!!! *-* Ma quanto ti adoro io?? Quanto?? mi fai diventare rossissima ogni volta! Credimi è un piacere leggere le tue recensioni, sono sempre così entusiasmanti e bellissime!!! Mi fai venire le lacrime agli occhi ogni volta!!! MA com'è possibile????? Ullalaaa, finalmente so i tuo nome. Piacere di conoscerti Francy (Si,ho deciso di chiamarti così d'ora in poi.. u.u), Mi trovi LETTERALMENTE d'accordo sulla questione di amicizia di penna! *-* ho sempre sognato averne una!!! *-* credo che siamo state predestinate!!! xD xD Cmq, so che ti ho fatto aspettare molto con questo capitolo e spero di non averti deluso. Aspettando la tua prossima recensione e la nostra prima e-mail da "AMICHE DI PENNA" ti saluto! Baciottiiiiiiii! =)