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Autore: Orihimechan    06/09/2010    6 recensioni
In ogni persona c'è un determinato momento della sua esistenza in cui si sa, o per lo meno ci si illude, di sapere come dovrà esattamente andare la propria vita; un momento in cui sai cosa dovrai fare del tuo futuro; un momento in cui sai con chi dovrai stare e chi vorresti diventare.
Pensi che tutto sia già scritto, ma è proprio questa la debolezza a cui nessun essere umano deve mai lasciarsi andare, perché a volte capita che il destino prenda una piega diversa da quella che tu avresti immaginato. Riusciranno Sana e Akito ad affrontare il loro destino?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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11. Nuovo Capitolo

Accadde tutto in un attimo quella mattina.
Quando il telefono squillò mi sentivo ancora il viso impastato e gli occhi gonfi, bastarono poche parole, e alle lacrime della sera prima se ne aggiunsero subito altre.
Feci appena in tempo ad apprendere la notizia che mi ritrovai già alla guida della mia mini diretta, in preda al panico, in ospedale.
Ero sempre stata un'automobilista rispettosa delle regole, il mio limite massimo di velocità rasentava gli 80 km/h. Quella sera però, l'osservazione rigorosa del codice stradale andò decisamente a farsi fottere.
Arrivata a destinazione mi catapultai immediatamente dentro l'edificio bianco, non fu molto difficile trovare il pronto soccorso, ignorando tutte le occhiate fugaci che pazienti e non mi rivolgevano, cercai disperatamente qualcuno che potesse darmi le informazioni che volevo. Ma nessuno pareva darmi ascolto.
"Ma insomma! Si può sapere a chi devo rivolgemi per un'informazione urgente?" urlai esasperata poggiando con foga le mani sui fianchi. Improvvisamente in quella stanza calò il silenzio.
Una sagoma alticcia il cui camice bianco spiccava tra tutte le altre persone mi si avvicinò lentamente, era un uomo di mezza età leggermente brizzolato e dall'espressione bonaria.
 
"Signorina, qualcosa non va?"

Aveva un tono di voce tranquillo e allo stesso tempo austero.

"Hanno ricoverato un mio caro amico qui la scorsa notte, non ho sue notizie, non so neanche come sta e io sono disperata! Non so dove cercarlo!"

Avevo iniziato a gesticolare e parlare a raffica, mi accadeva spesso quando mi trovavo in una situazione d'imbarazzo o di panico. Mi sentivo gli occhi arrossati e sicuramente dovevo anche avere un'aria pressochè sconvolta perchè vidi l'espressione del dottore che mi stava davanti intenerirsi all'istante.

"Si calmi per l'amore del cielo! Mi dia nome e cognome del suo amico, vedo se posso aiutarla in qualche modo!"

"Nao. Naozumi Kamura. Ha avuto un incidente d'auto la scorsa notte."

Lo vidi annuire e una volta pregatomi di attendere si allontanò, probabilmente per andare a raccogliere informazioni. Tornò dopo pochi minuti.

"Da quello che ho potuto capire, signorina, il suo amico, è ancora ricoverato qui. Ma non si preoccupi è in discrete condizioni. Qualche frattura e contusioni sparse per il corpo. Attualmente si trova al sesto piano dell'edificio. Una volta raggiungo deve solamente svoltare a destra e proseguire dritto, si troverà davanti una porta bianca, è sufficiente che suoni. L'operatore di turno le aprirà sicuramente!"

"La ringrazio! Grazie davvero per quello che ha fatto! Non era sicuramente nei suoi compiti prestarmi attenzione! Non so davvero cosa posso fare per sdebitarmi!"

L'uomo si portò una mano dietro una testa, sorridendo imbarazzato.

"Veramente, c'è qualcosa che potrebbe fare..."
Esitò per qualche secondo. Io, dal canto mio non avevo la ben che minima idea di cosa quell'uomo potesse volere da me.

"Potrebbe farmi un autografo? Mia figlia è una sua grande ammiratrice!"

Un lieve sorriso mi si disegnò sul volto. A volte dimentico di essere praticamente conosciuta da tutto il mondo.

"Certamente!"

Lo vidi tirare fuori un piccolo pezzo di carta dalla sua tasca e porgermelo goffamente, grata per quello che aveva fatto per me vi scrissi sopra una dedica accurata, quando fini glielo porsi gentilmente e ringraziatolo per l'ennesima volta mi dirissi velocemente verso il quinto piano. 

Il mio senso d'orientamento non era mai stato dei migliori, lo dimostra il fatto che per ben tre volte sbagliai direzione, e per circa due volte scambiai l’uscita d’emergenza per l’ingresso che mi avrebbe portato da Nao, fortunatamente rintracciai un’anima pia che mi condusse a destinazione. Un volta arrivata nel reparto fui trattenuta per mezz’ora da un infermiere impertinente che continuava a ripetermi che l’orario di visita era fissato tra mezz’ora e che di conseguenza non poteva permettermi di entrare. Vani furono i miei furtivi tentativi di introdurmi eludendo la sua ferrea sorveglianza, fui costretta così ad accomodarmi su quelle scomode panchine situate lateralmente alla porta che con tanta fatica e sforzo avevo cercato di varcare.
Scoccata la mezz’ora riuscii finalmente ad entrare in quell’agognata stanza dedicandomi così alla ricerca del mio amico che trovai quasi subito in una stanza piccolissima situata alla fine del lungo corridoio. Quando vi entrai  incrociai subito il suo sguardo e fui colta da una terribile morsa al cuore.
Aveva i capelli in disordine, due enormi cerotti gli coprivano il volto, una fasciatura al braccio destro e la gamba sinistra completamente ingessata.
Istintivamente gli corsi incontro abbracciandolo dolcemente.

“Mio Dio Nao! Ma cosa diamine hai fatto?”

Alleggerii l’abbraccio, scostandomi leggermente, quel poco che bastava per poterlo guardare.
Lo vidi accennare un leggero sorriso.

“Scusa se ti ho fatto preoccupare” mi disse con un filo di voce.

“Ti ho aspettato tutta la notte.”

Invano cercai di trattenere le lacrime che avevano ripreso a solcare il mio viso. Con una mano strinsi la sua maglietta, appoggiando la testa sulla sua spalla e ritornai ad abbracciarlo.

“Scusami..”

Restammo un attimo in silenzio. Vederlo in quelle condizioni aveva peggiorato largamente il mio umore che, per dirla tutta, non era decisamente roseo quella mattina!

“Starai molto qui?” domandai labile.

“No, torno a casa oggi stesso. Non ho mai avuto un buon rapporto con le strutture ospedaliere, non intendo restare qui un minuto di più!”

“Ma non sei nelle condizioni di tornare! Devi stare qui! I medici sapranno curarti!”

“Non sto così male tanto da richiedere le prestazioni di un medico, potranno prescrivermi la cura adatta che non tarderò a seguire, ma non voglio stare qui.”

“Ma..”

“Niente ma. Ho già firmato i documenti, posso tornare a casa anche ora. Ti prometto che se dovessi accusare anche un minimo di dolore non esiterò a chiamare un dottore! “

Rassegnata annui. Non potevo costringerlo a stare lì, neanche io avevo mai avuto molta simpatia per gli ospedali e nonostante fossi terribilmente preoccupata per lui, se farlo tornare a casa lo avrebbe fatto, almeno in parte, sentire meglio, non mi sarei opposta. E poi, per dirla tutta, fui sollevata anch'io di sapere che sarebbe ritornato a casa quel giorno stesso. 
Così una volta sbrigate le pratiche necessarie per poter considerare Nao "ufficialmente libero" lo caricai in auto e lo portai a casa. Fu un impresa ardua riuscire a fargli salire le scale. Ci impiegammo circa 15 minuti per la prima rampa. Quando finalmente arrivammo a casa io e Maria lo facemmo stendere sul grande divano del salotto. La presenza di Nao mi rendeva più tranquilla, mi rilassava anche solo sapere che lui era lì con me.

“Che spavento che ci ha fatto prendere Signorino!”

Anche Maria era stata in ansia per lui. Maria faceva parte di quella nostra bizzarra famiglia da anni, era normale che si fosse affezionata particolarmente anche a lui.

“Però, per festeggiare il suo ritorno ho preparato un pranzetto con i fiocchi!” Disse solenne con le mani sui fianchi, un grembiule verde e un enorme cucchiaio di legno tra le mani.

Solo allora feci caso al forte brontolio che proveniva dal mio stomaco. Dalla cucina si poteva già sentire l’appetibile odore delle prelibatezze che Maria stava amorevolmente cucinando, e che detta in tutta franchezza, avrei voluto divorare in quel preciso istante. Fui trattenuta solo dalla preoccupazione che vidi negli occhi di Nao. Decisi quindi che il mio stomaco avrebbe anche potuto aspettare e mi andai a sedere accanto a lui.

“Stai male?”

Il sussulto che ebbe quando sentì quelle parole mi fece capire che non si era accorto della mia presenza fino ad allora. Immediatamente alzò la testa e un nuovo sorriso gli apparve sul volto.

“No, no. Anzi, sono sollevato. È bello essere a casa.”

“Non farmi più uno scherzo simile! Non sai quanto sono stata in ansia!”

Con la mano fasciata Nao mi accarezzò la spalla.
Era ovvio che tutti ci scambiassero ormai per promessi sposi. Avevamo un atteggiamento che non si addiceva proprio a due comuni amici. Per me andava bene così, il mio era un comportamento naturale, non c’era mai stato niente tra di noi che si spingesse oltre un normale abbraccio o una carezza. Lo accarezzavo come avrei potuto accarezzare mio fratello. La natura dei nostri abbracci non era lontanamente paragonabile a quella che in passato avevo avuto con Akito. Quella, era tutta un’altra storia. Non sentivo nessuna scarica durante i nostri abbracci. Nessun cuore palpitare, nessuna guancia arrossire, nessun tremolio, niente. Ma questo ovviamente, ero solo io a percepirlo.

La suoneria di un telefonino interruppe tutto quel turbine di pensieri. Vidi Nao frugare nelle sue tasche, una volta trovato il telefono non impiegò molto a rispondere.

“Dimmi” fu la sua risposta secca.

Immediatamente contrasse tutti i muscoli facciali. La sua aria serena e rilassata sparì.

“Nishida (*) ho avuto un incidente! Non mi è più possibile farlo!”

Nao aveva iniziato ad urlare. Il che fu molto strano per me, in tutti quegli anni lui si era distinto tra tutti, me compresa, per la sua calma esemplare e per i suoi modi dolci e sempre garbati.

“Non m’interessa quello che devi fare, contro chi ti devi scontrare o quante scuse devi rivolgere, era un impegno che hai preso a mia insaputa e che avrei fatto se solo non avessi avuto quest’imprevisto, ma non posso più! Quindi disdici tutto!”

Un Nao decisamente fuori di se pose fine a quella telefonata scaraventando il telefono contro il divano.  Un imbarazzante silenzio calò nuovamente nella stanza. Formulai mentalmente alcune frasi che avrei potuto dire per porre fine a quella situazione ma nessuna mi sembrò consona. Lo guardai di sottecchi aspettando che fosse lui a fare la prima mossa, ma se ne stava immobile, con lo sguardo fisso su non so cosa. Per questo motivo, e non solo, mi decisi a parlare.

“C’è qualcosa che non va?”

Tra tante frasi, avevo scelto di dire proprio la più ovvia e scontata. Tipico di me. Inopportuna e  banale.

“Niente di cui preoccuparsi..”

Fu la sua unica risposta.
Non approfondii più l’argomento. In compenso la giornata passo velocemente, l’umore di Nao non era però da considerarsi dei migliori.
Il telefono squillò altre volte, ma non rispose mai. 
Il pranzo di Maria fu ottimo; una volta terminato fui completamente rapita da Hiroshi, riuscii a liberarmi solo nel tardo pomeriggio quando mi offrii di andare a comperare i farmaci necessari  per la cura di Nao. 
Quel giorno mi lasciai coinvolgere troppo dal mio ego femminile, sbizzarrendomi con gli acquisti. Di fatti una volta terminate le mie commissioni urgenti in farmacia ero stata attirare dai saldi che prepotenti occupavano le vetrine dei negozi. 
Una volta acquistato sei vestitini, due cappelli, quattro paia di scarpe, tre borse e un maglione per Nao mi convinsi che per quel pomeriggio il mio portafoglio era diventato abbastanza leggero. Orgogliosa del mio bottino battei in ritirata.
Una volta qualcuno mi disse che lo shopping si rivela sempre un ottima terapia contro il malumore femminile, fui costretta a concordare, la giornata infatti, seppur in tarda serata, aveva iniziato a prendere una piega leggermente gradevole, piega che subì una catastrofica discesa quando, una volta tornata a casa, sentii delle urla provenire dal mio attico. 

“Credevo di essere stato abbastanza chiaro stamattina al telefono!”

Riconobbi la voce del mio migliore amico.

“Ma Naozumi il contratto è ormai stato stipulato!”

E quella del suo manager.

Silenziosamente aprii la porta ritrovandomi davanti i due interlocutori intenti a sostenere una conversazione che, di amorevole e pacata ormai aveva ben poco.

“Non ho intenzione di sentire altro! Disdici tutto entro domani o sarò costretto a trovarti un'altra persona da rappresentare!”

Il tono duro che aveva appena usato mi fece sussultare.

“Ma cosa sta succedendo?”

Nao che fino ad allora aveva tenuto gli occhi fissi sul suo manager distolse lo sguardo per indirizzarlo verso di me.

“Nulla di cui tu debba preoccuparti Sana.”

Cercò di  risultare il più dolce possibile, ma il risultato non fu dei migliori.

“Non mi stai dicendo la verità! Se c’è qualcosa che non va puoi dirmelo! Io l’ho sempre fatto!  Da quando sei tornato a casa sei nervoso e teso, il telefono squilla e tu non rispondi e questa è già la seconda volte che ti vedo litigare con Nishida! Siete sempre andati d’amore e d’accordo! È evidente che qualcosa non va!”

Nishida, un uomo di altezza media, snello e dalla capigliatura folta e riccia  iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore, posò per una frazione di secondo lo sguardo su di me per poi ritornare a fissare il pavimento.
Silenzio.
C’era sicuramente qualcosa che non andava.
“Per piacere, qualcuno di voi può avere la compiacenza di mettermi al corrente della situazione?”
Alzai di un ottava il tono della voce, mi avvicinai leggermente a loro e incrociai le braccia sul petto.
Nao, sospirò leggermente e con l’aiuto delle stampelle mi si avvicinò.

“Nishida, credo che per stasera possa bastare. Ora ho bisogno di parlare con Sana.”

Il suo tono mi parve molto più dolce rispetto quello che avevo udito pochi minuti prima, tuttavia riuscivo ancora a percepire la sua irritazione.
L’uomo, rassegnato, rispose con un semplice cenno della testa, e rivolgendomi solo una rapida occhiata uscì dal nostro attico.

“Qualunque cosa abbia fatto non credo c’era bisogno di trattarlo in quel modo!”

“E poi..” continuai “..non è da te!”

“Tra due giorni devo partire..”

Sbarrai gli occhi.

“Come?”

“Nishida, qualche settimana fa, ha firmato un contratto con un’azienda. Questo contratto prevede la mia partenza tra esattamente due giorni. “

“Non capisco. Non me ne avevi mai parlato!”

“Perché non ne sapevo nulla. Quando ne sono venuto a conoscenza, nonostante non fossi contento di prolungare di qualche giorno le mie vacanze, avevo deciso di assecondare Nishida. Anche perché, come ti ho già detto il contratto era ormai stato stipulato. Ma alla luce degli ultimi recenti avvenimenti, converrai che mi è praticamente impossibile partire!”

Scombussolata da quelle ultime novità, iniziavo a comprendere l’ira di Nao. Quante volte Rei aveva firmato contratti a mia insaputa.

“E cosa comprendeva questo contratto?”

“La bellezza di cinque spot  pubblicitari per una ditta d’informatica. Il mio compito sarebbe quello di pubblicizzare i software sulla quale quest’azienda si basa, affiancato da uno staff di tecnici e supervisionato dalla mente brillante che ha avuto la felice idea di costruirli.”

Eh si. Era proprio un bel casino.

“E sempre secondo questa contratto, quanti giorni dovrai trattenerti lì?”

“Il tempo necessario per la realizzazione di queste pubblicità”

“È un bel guaio Nao. “

Massaggiandomi  la tempia cercavo di trovare una soluzione quanto meno credibile e possibile per quel gran casino che si era venuto a creare.

“Già.”

“Senti, tu ora sei conciato male, non puoi adempiere al tuo obbligo e non per tua volontà. Il contratto, viste le ultime vicissitudini non può essere portato a compimento.. non ci dovrebbero essere problemi no?”

“È esattamente quello che sto cercando di far capire a Nishida! Ma non vuole sentire ragioni! Quell’agenzia ha già mandato metà del bonifico per il lavoro che avrei dovuto svolgere.  A quanto dice il mio manager il contratto poteva essere sciolto entro 5 giorni dalla mia presunta partenza.. Ergo, sono nella merda!”

“Troveremo un modo, non preoccuparti!”

“Lo spero proprio Sana.”

Lanciai una rapida occhiata all’orologio, e alzandomi di scatto mi diressi verso la cucina.

“Hai fame? Preparo qualcosa?”

Il Venerdì sera Maria aveva il giorno libero. Suo figlio tornava per il fine settimana e io e Nao avevamo insieme deciso che stare a casa e preparare per lui delle prelibatezze l’avrebbe resa senz’altro felice. Così, ogni venerdì del mese, cercavo disperatamente di affinare le mie abilità culinarie che, ad essere sincera erano disastrose.

“Credimi, la fame è l’ultimo dei miei pensieri.. Non ho voglia di mangiar nulla.”

Prima di tornare a casa mi ero volutamente fermata in pasticceria e rapita dall’avvenente profumo dei dolci avevo divorato un’enorme brioche gelato ipercalorica, di conseguenza, il mio stomaco poteva considerarsi soddisfatto. 
Rapita dalla conversazione non mi ero accorta di aver liberato il bottino del mio pomeriggio sfrenato di shopping davanti la porta, e una volta ricordatami del regalo che avevo comperato per Nao mi diressi verso le buste sperando che quel piccolo pensiero avrebbe potuto, almeno in parte, risollevargli il morale. Rovistando frettolosamente tra gli acquisti finalmente trovai quel che cercavo.  

"Ti ho preso questo nel pomeriggio.." gli dissi andandogli incontro e porgendo la busta a cui avevo fatto attaccare un fiocco rosso.

"È per me?"  

Sorrise. Il primo sorriso sincero della giornata.

Sorrisi anch'io.

"Certamente."

Senza tanti preamboli lo prese e velocemente lo scartò. 

"Se non va bene, se non ti piace, se il colore non è esatto, se la taglia è troppo grande,  o troppo piccola, se.."

"È perfetto!"

Avevo ricominciato a parlare a raffica. Stamane lo avevo fatto per nervosismo, ora per imbarazzo. Guardava il maglione con gratitudine e con affetto.
Averglielo preso era stata la migliore azione della giornata.

"Ti piace?" 

"Molto. Mi aiuti a metterlo?"

"Volentieri"

Mi avvicinai a lui e dolcemente lo aiutai a mettere il maglione sopra la camicia che già indossava. Ero indecisa tra l'azzurro e il nero. Alla fine avevo optato per l'azzuro, trovavo che s'intonava perfettamente con i suoi occhi. Avevo decisamente fatto la scelta migliore. 

"Ti sta bene" gli dissi sorridendo. Annuii mentalmente. Si avevo fatto un ottimo acquisto. 

Nao si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia. 

"Grazie." 

"È solo un maglione." risposi sinceramente contenta.

"È il tuo maglione per me!"

Notai che aveva messo un pò troppa enfasi in quest'ultima frase. Temevo che forse avrebbe potuto fraintendere il mio gesto. Illuderlo era l'ultima cosa che volevo.

<< Non è forse quello che stai facendo da anni? >>

Quel pensiero cattivo mi fece sobbalzare. Scossi la testa. Non era decisamente la giornata ideale per lasciarsi andare a quei pensieri. 

"È stata una giornata pesante. Perchè non ci dormiamo un pò su? Qualcosa in mente ci verrà!"

"Perchè no, ho proprio bisogno di una bella dormita."

Lo accompagnai in camera, dirigendomi successivamente nella mia. Esausta, una volta terminato di cambiarmi mi andai a rannicchiare nel mio pensatoio personale, nonostante la stanchezza non avevo nessunissima voglia di dormire, ero preoccupata per Nao. Non sapevo come poterlo aiutare, mi sentivo inutile. In 10 anni era sempre stato lui quello pronto a salvarmi, quello dalla parola magica, quello che riusciva a togliermi dai guai, e ora che finalmente era arrivato anche il mio turno, me ne stavo seduta lì, ferma in un angolino a rimuginare. Eppure ci doveva essere qualcosa che avrei potuto fare, una soluzione ovvia che in quel momento ci sfuggiva.
Sana pensa.
Pensa Sana dai.
Un'idea.
Una buona idea.
Cos'avrei potuto fare per toglierlo dai casini?

"Maledizione" imprecai sottovoce.

"Se solo avessero chiamato qualcun'altro!"

E fu lì. In quel momento. In quel preciso istante che il mio cervello si decise a funzionare. Le rotelline iniziarono ad ingranare e io non capii come quell'idea, tanto ovvia, non mi era balenata in testa prima. Entusiasta, uscii dalla mia stanza e senza neanche bussare o chiedere il permesso mi fiondai in camera di Nao.

"Ma cosa..??" lo sentii dire.

"Ho trovato! Nao maledizione ho trovato! Era così elementare!" 

Ridevo. Ridevo di gusto. E dall'espressione di Nao dovevo sembrargli anche leggermente squilibrata. Inarcò le sopracciglia e mi osservava allibito, poi, quando finalmente riuscì a riprendersi dal leggero stato di shock in cui era caduto si decise a parlare.

"Sana ma cosa.."

"Parto io!" Dissi trionfante. 

"Come?"

"Ma certo! Hanno bisogno di un volto che pubblicizzi i loro prodotti. In fondo la mia fama è grande quanto la tua. Me o te non fa differenza! Ci vado io!"

"Tu sei pazza."

"Dai! Io non ho alcun problema a rimandare di qualche giorno le mie vacanze. Non avevo neanche fatto progetti. E tu sei ridotto in questo stato e credo che ci resterai ancora per molto! Ergo, l'unica via di salvezza per te sono io!"

A giudicare dall'espressione della sua faccia e dall'improvviso mutismo giurai quasi che fosse caduto in uno stato catatonico!"

"Nao andiamo! Non sarà poi la fine del mondo! Dov'è che devo andare?"

"Tokyo.."

In quel momento fui io a cadere in uno stato di shock irreversibile.

NOTA: (*) Non avendo trovato il nome del menager di Nao ho deciso di mettergliene io uno nuovo. xD

Ok. Come sempre vi porgo le mie più sentite scuse per il colossale ritardo. Ho iniziato stamane a scrivere questo capitolo e credetemi se vi dico che l'ho finito praticamente un'oretta fa. In linea con tutti gli altri capitoli, eccetto quello che ho pubblicato prima di questo, credo sia abbastanza lungo. Spero di essere stata perdonata. Ho avuto molte difficoltà a scriverlo e non mi soddisfa pienamente se devo essere sincera. Ebbene, alla luce degli ultimi avvenimenti la nostra Sana si è cacciata in un bel guaio, nel tentativo di "salvare" Nao ha accettato di prendere il suo posto e di partire per....... Tokyo. xD Ohhh.. com'è crudele il destino!!!! xD Ma, se posso lascarmi scappare un piccolo, piccolissimo spoiler, non è tutto oro quel che luccica. (Si lo so che non è un vero e proprio spoiler, ma vi assicuro che andando avanti con la storia capirete.) . Nonostante questo il dilemma che ora sorgerà in tutti voi è: "Cosa farà ora Sana? Parità oppure batterà nuovamente in ritirata??" Ehhh.. xD chi lo sa!!!! xD
Comunque, ci tenevo a sottolineare una cosa, una ragazza in uno dei capitoli che ho pubblicato mi lasciò una recensione nella quale mi diceva che la mia storia sembrava una rielaborazione di un'altra e mi chiedeva se la storia fosse mia. Innanzi tutto, ci tengo a precisare che QUESTA storia è assolutamente scritta tutta da me. Il modo di scrivere, il testo, i dialoghi sono tutti opera del mio sacco. Può capitare che esistono storie simili ad altre, anche perchè il mondo di kodocha ormai è pieno di scrittrici, in erba o meno, che mettono su storie su di esso. La storia a cui si riferiva questa ragazza, l'ho letta anche io, ed ero rimasta colpita dalla trama perchè era esattamente il genere di trama che avevo in mente io per la mia storia, ovviamente un conto è scrivere una storia simile ad un'altra e un conto è appropiarsi di una storia di cui non si è l'autrice. La storia in questione non ha niente a che fare con la mia, e andando avanti nella lettura e nell'evoluzione della storia te ne renderai conto. Ovviamente, essendo quella una trama che verosimilmente si avvicina a quella che avevo in mente io per la MIA di storia potrete trovare dei punti leggermente "somiglianti", per il resto, vi assicuro che tutta la storia è MIA OPERA. Scusate se mi sono dilungata particolarmente ma ci tenevo davvero a specificare questa cosa.

Ah, per ultimo, se tutto va bene, domani dovrei pubblicare il secondo capitolo di "Abitanti di Saturno". 
Un grazie enorme a chi mi segue, a chi recensisce, a chi ha messo la storia nelle preferite e nelle seguite, un grazie anche a chi legge soltanto.

Vi adoro tutte. 
Lidia. 

ANGOLO RECENSIONI:

Lady_Fredda: Ciao, sono contenta del fatto che hai recensito la mia storia. Onorata di avere sempre nuove lettrici. Mi fa davvero molto piacere che il capitolo ti sia piaciuto e spero davvero che questo nuovo non sia stato da meno. Spero di ricevere un'altra tua recensione nella quale mi informi del tuo parere su questo nuovo capitolo. Aspetto con ansia. ^^

lilixsana: Ciao! ^^ Allora, innanzi tutto sono lusingata che la mia storia ti piaccia e che ti sei appassionata molto. *_* Ti ha trasmesso davvero così tante emozioni??? *-*  *W* Mi fai arrossire!!!! Troppo gentile, spero di non averti fatto aspettare molto con il seguito, ma finalmente sono riuscita a postare. Ovviamente sono ansiosa di sapere cosa ne pensi. Grazie della recensione!

So smile: Caraaaaa! =) Rieccomi qui. Se te lo stavi chiedendo, no non sono morta! xD questo capitolo ne è la prova. Occhei, in questo capitolo c'è un risvolto veramente..... piccante, mentre nel capitolo precedente Sana si è categoricamente rifiutata di partire in questo fa praticamente da..... kamikaze!!!! xD xD xD  Bhè, se devo essere sincera non sono del tutto soddisfatta di questo capitolo ma aspetto che voi lettrice leggiate e mi date un parere. Tu cosa ne pensi? Comunque, ormai la storia è entrata nel vivo e temo che se inizierai a sgozzare un pò tutto non scoprirai mai cosa succede!!!!! lol... xD Grazie di seguire questa storia! Baciiiiiiiiiiiii!!! :**

Nami96: Eccomi qui. Ok, se all'aggiornamento dello scorsco capitolo volevi tirarmi le orecchie non oso immaginare cosa mi farai per questo ritardo! xD Può bastare un "perdono pietà???" no eh???? xD  *-* ma quanti complimenti!!!!!!!!!!! *-* mi fate arrossire veramente così!!! Credimi, sono veramente contenta di trasmettervi tutte queste emozioni, spero vivamente di non deludervi mai, è una gioia scrivere per voi ed è un'altrettanta gioia sapere che vi piace ciò che io scrivo. Questo capitolo è stato molto difficile da scrivere e spero di non aver deluso, neanche questa volta, le tue aspettative. Aspetto con ansia il tuo responso. Baciotti!

Bettinella:  Nuova lettrice!! *-* Onoratissima di sapere che ti sei interessata alla mia storia! Il capitolo che ti è piaciuto di più è stato la gara?  =)  Se devo confessarti una cosa quello è stato il capitolo che più mi sono divertita a scrivere. xD con tutte quelle vocine, credimi, Akito ha fatto tanta tenerezza anche a me!! Ebbene, no Sana ha deciso di non partire, ma, come avrai potuto notare da questo ultimo aggiornamento i questo capitolo si è praticamente buttata la zappa sotto i piedi!!! xD ma poveraaaaaaa, lei era ignara. Il punto è, ora che sa la destinazione cosa farà?? ehhhhhh.. xD mha.... xD 

Portogas D Ace: Eccotii!!! *-* Ma quanto ti adoro io?? Quanto?? mi fai diventare rossissima ogni volta! Credimi è un piacere leggere le tue recensioni, sono sempre così entusiasmanti e bellissime!!!  Mi fai venire le lacrime agli occhi ogni volta!!! MA com'è possibile????? Ullalaaa, finalmente so i tuo nome. Piacere di conoscerti Francy (Si,ho deciso di chiamarti così d'ora in poi.. u.u), Mi trovi LETTERALMENTE d'accordo sulla questione di amicizia di penna! *-* ho sempre sognato averne una!!! *-* credo che siamo state predestinate!!! xD xD  Cmq, so che ti ho fatto aspettare molto con questo capitolo e spero di non averti deluso. Aspettando la tua prossima recensione e la nostra prima e-mail da "AMICHE DI PENNA" ti saluto! Baciottiiiiiiii! =)

  
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