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Autore: storyteller lover    08/09/2010    1 recensioni
"Ricordami, quando me ne sarò andata via,
via, lontano nella silente terra,
quando non potrai più tenermi per mano…
soltanto ricordami…
Tuttavia, se dovessi dimenticarmi a volte
e poi ricordami, non addolorarti:
perché se l’oscurità e la corruzione lasciassero
un segno dei pensieri che ebbi un tempo,
sarebbe meglio per te dimenticare e sorridere
che ricordare ed essere triste."

(Traduzione libera da Christina Rossetti, Remember, 1860)
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Cap.2 : Il nuovo insegnante

Harry trascorse qualche giorno con la famiglia Weasley, Sirius e con i componenti dell’Ordine che andavano e venivano a tutte le ore del giorno e della notte, nella quasi completa tranquillità.
Aveva fatto la conoscenza della casa dei Black, si era fatto coprire di insulti dal ritratto della mamma di Sirius e ascoltato i commenti del vecchio elfo domestico che abitava lì.
Ma non c’era molto tempo per rilassarsi, vista l’atmosfera che permeava la casa e i suoi abitanti.
La signora Weasley li teneva tutti occupati nelle pulizie del Quartier Generale. 
La casa era effettivamente infestata da ogni genere di spiriti, folletti e parassiti che si potesse immaginare.
“Da non credere, Harry caro! E pensare che anche se in disuso, la casa è stata sempre abitata da un elfo domestico.” Borbottava, cercando di liberare le tende da tutti i Doxi che vi si erano annidati.
“Speravo che con un elfo domestico in casa avrei avuto qualcuno che mi aiutasse, almeno con il bucato. Ma quella povera creatura non fa altro che borbottare tra sé e parlare con il ritratto.” Continuava la madre di Ron.
In quei giorni i ragazzi non fecero altro che dedicarsi alla grande opera di restauro della casa dei Black.
Tanto erano immersi nelle faccende domestiche, che quasi tutti avevano dimenticato che il giorno dell’udienza di Harry si avvicinava rapidamente. 
Fu così che una mattina, Harry e il signor Weasley uscirono dal Quartier Generale, diretti alla sede del Ministero della Magia.
“Andrà tutto bene, Sirius.” Disse la signora Weasley, sparecchiando il tavolo dopo colazione.
Erano tutti in cucina, lei, Sirius, Lupin e Tonks, ed erano molto più preoccupati di quanto non dessero a vedere.
“Il buon vecchio Silente sistemerà la faccenda, e non se ne parlerà più.” Continuò lei, ma nessuno accennava a continuare la conversazione. Si poteva solo sentire il rumore delle stoviglie e dell’acqua corrente.
“Tra poco andrò a svegliare i ragazzi. È meglio che riprendano ad alzarsi un po’ più presto la mattina, visto che la scuola sta per iniziare.” Riprese Molly Weasley, e forse nessuno si sarebbe dato la pena di parlare, se non avessero udito la porta d’ingresso aprirsi e lo scricchiolio di un passo veloce lungo il corridoio.
La signora Weasley non aveva neanche avuto il tempo di voltarsi per dire “Chi potrebbe mai essere a quest’ora?” che Severus Piton fece capolino nella stanza, con grande sorpresa di tutti i presenti.
Era raro che si presentasse al Quartier Generale al di fuori degli incontri previsti per le riunioni dell’Ordine.
“Cosa ci fai qui, Piton?” Gli disse Sirius, in tono quasi seccato. 
“Non è un buon momento?” Gli rispose Piton, sogghignando. Stava per dire qualcosa quando la signora Weasley lo interruppe.
“Ti ha mandato Silente, vero Severus?” Gli chiese, non curante dei piatti, che avevano iniziato a pulirsi da soli nel mentre.
“Sembra che Silente non voglia che troppi gufi svolazzino qui intorno. Qualcuno potrebbe notarli. Così mi ha chiesto di portare io stesso le lettere da Hogwarts.” Le rispose Piton, con un tono più cordiale.
“Che c’è, Piton, ti sei dato alla consegna a domicilio? Forse Silente ha pensato che dai molto meno nell’occhio di un comune barbagianni, anche se non credo, col naso che ti ritrovi.” Gli disse Sirius, seriamente intenzionato a canzonare il vecchio compagno di scuola.
Piton lo guardò freddamente. 
“Patetico. Ho sentito dire che stare chiusi sempre nello stesso posto, senza la minima possibilità di mettere anche un solo piede fuori, dia alla testa, Black. Cerca di non ammuffire troppo su quella poltrona, mentre noi altri, compreso il tuo adorato signor Potter, rischiamo l’osso del collo ogni istante.” Gli rispose Piton e, a quanto pare, aveva centrato il bersaglio. Sirius odiava il fatto di non poter fare niente per l’Ordine. 
Aveva messo a disposizione di Silente casa sua come Quartier Generale, e adesso non faceva altro che vedere gli altri darsi da fare, mentre lui doveva restare nascosto.
“Perchè invece non torni a giocherellare con le tue provettine da chim..” Cercò di dire Sirius, cercando la sua bacchetta ma Lupin lo fermò.
“Perché non chiudiamo questa conversazione? Sarebbe meglio concentrarsi su altre questoni.” Disse.
“Hai ragione, Remus. Coi tempi che corrono…” disse la signora Weasley, lasciando la frase in sospeso.
Senza pensarci su prese a controllare le lettere dei ragazzi.
C’erano due buste indirizzate per Fred e George, una ciascuno per Harry, Ron, Hermione e Ginny, ma nessuna lettera per Ella.
“Severus, sei sicuro che queste siano tutte le buste che ti hanno detto di portare?” 
“C’è qualche problema, Molly?” Chiese Tonks.
“Manca la lettera per Ella.” Le rispose la signora Weasley. “Deve esserci stato qualche errore. Tutto sembra andare alla rovescia. Ora anche la posta di Hogwarts non è più precisa.”
E mentre rispondeva a Tonks, una figurina in pigiama si affacciò sulla porta della cucina.
“Oh, Ella cara, buongiorno.” Le disse la signora Weasley.
“Buongiorno.” Disse Ella, sorridendo a tutti loro.
Sirius ricambiò facendole l’occhiolino, ammiccando.
“Ella, non credo che tu conosca il professor Piton.” Disse Lupin, indicando l’uomo dal mantello nero che gli dava le spalle. 
“Piton non ha tra le sue conoscenze ragazze così carine, Remus.” Disse Sirius, ammiccando di nuovo a Ella.
“Sirius, non mi sembra il caso di…” Stava per dire la signora Weasley. Non approvava quel tipo di ironia.
“Tranquilla, Molly, Sirius ha sempre trovato simpatico questo suo atteggiamento con le ragazze.” Disse Remus, dando un colpetto sulla spalla al suo migliore amico.
Tutti scoppiarono a ridere, tranne Piton, cosa che, per altro, nessuno trovava strana. 
Piton non era certo noto per il suo grande spirito ironico.
Si limitò invece a voltarsi. Scrutò Ella per qualche attimo, quasi a volersi accertare di chi stessero parlando Sirius e Lupin. Lentamente, estrasse da sotto il mantello un involucro bianco giallastro e lo porse ad Ella.
“Oh, ma allora non c’è stato nessun errore. Ella cara, quella è la tua lettera da Hogwarts. Prendila, tesoro.” Disse la signora Wesley, felice che anche piccola Ella avesse ricevuto la sua lettera insieme agli altri.
Un po’ timidamente, Ella la prese. 
“Grazie mille, professore.” Disse con un filo di voce. Ron aveva ragione. Il professor Piton sembrava una figura molto autoritaria. 
Piton non rispose. 
Scrutò ancora Ella per qualche momento e poi se ne andò.
“L’avevo detto io che come porta-lettere non era un gran che.” Disse Sirius.

Quella sera.

Lo sapevo urlò Ron, scagliando i pungi in aria. Te la cavi sempre!”*
Dovevano assolverti” disse Hermione, che si stava consumando dalla preoccupazione quando Harry era entrato in cucina e ora teneva una mano tremante sugli occhi, non c’erano argomenti contro di te, nessuno.”*
Erano tutti lì, impazienti di ricevere notizie sulla tanto sperata assoluzione di Harry.
“Da non credere, ragazzi, Harry è stato giudicato dalla Corte plenaria. Un caso di magia minorile portato davanti all'intero Wizengamot. Non credevo che la faccenda fosse così seria.” Il signor Weasley intratteneva tutti con il suo resoconto, inserendo molte delle sue impressioni e argomentando più di quanto sarebbe stato necessario.
Sirius diete un colpetto sulla spalla a Harry, gratificandolo con uno dei suoi sorrisi incavati.
Aveva sentito dire che era stato un gran bel ragazzo da giovane. 
“Sei tutti noi, Harry.” Dissero Fred e George all’unisono, apparendo all’improvviso sul tavolo della cucina con un sonoro schiocco.
“Quante volte ve lo devo dire. Non dovete usare tutte le volte la magia anche se adesso siete maggiorenni. È da stupidi.” Prese a dire la signora Weasley, dando una bella sgridata ai suoi gemelli.
“Sono contenta per te, Harry.” Gli disse Ella, e non si fece che parlare di tutta quella faccenda, fino a quando Tonks non disse, “Sono arrivate queste da Hogwarts, sta mattina, mentre tu eri al Ministero”, rivolgendosi a Harry. In meno di un minuto, tutti i ragazzi erano intenti a leggere la propria lettera. 
Ron ed Hermione erano stati nominati prefetti, nelle loro buste era stata spedita, insieme alla lista dei libri di testo, la spilla dei prefetti. 
Con grande sorpresa di tutti, Harry non era stato nominato prefetto.

Fred e George facevano finta di vomitare… ma la signora Weasley non se ne accorse; con le sua braccia strette attorno al collo di Ron, gli baciava tutta la faccia, che era diventata più rossa della spilla.*
“Cosa dicevi, Ron, a proposito d Silente? Lo trovi ancora un vecchio svitato?” Gli disse Ginny.
“Se devo essere onesto, credo che abbia dato realmente fuori di testa. Miseriaccia!” Gli rispose Ron, ancora sconvolto per la notizia.
“Datemi tutto quanto. Domani andrò a Diagon Alley e comprerò tutto. Ella avrà bisogno di comprarsi le uniformi nuove e tutto il resto. Sbaglio o avevi qualche problema con la bacchetta?” Disse la signora Weasley, rivolta a Ella.
In effetti la bacchetta di Ella aveva più di un semplice problema.
Sembrava che qualcosa di grande e molto pesante ci si fosse seduto sopra.
“Credo che sia stato Hagrid. Non si era accorto della bacchetta sul divano e beh, questo è il risultato.” Disse Ella, mostrando quel che restava della sua bacchetta.
“Forse Olivander potrebbe aggiustarla.” Suggerì Ron.
“Credo invece che ti consiglierebbe di comprarne un’altra, Ella. Lo sai, le bacchette di Olivander sono le migliori.” Le disse Sirius, avvicinandosi a lei. “Sarebbe meglio che tu andassi a Diagon Alley con Molly domani. Credi, credi che potrei venire con voi, Molly? È passato così tanto tempo da quando…”
“Non se ne parla, Sirius! Che cosa direbbe Silente? Ma ti rendi conto dei rischi che correresti? Potresti essere scoperto, potremmo essere tutti scoperti!” Urlò la signora Weasley.
A nulla valsero le insistenze di Sirius. 
Né la signora Weasley, ne nessun altro era del parere che fosse una cosa saggia.
“Mi farai vedere la tua bacchetta nuova quando tornerete.” Disse Sirius a Ella, uscendo dalla cucina, più abbattuto del solito.
“Forse è meglio che vai a parlare con lui, Harry.” Gli disse Ella nell’orecchio. “Era molto preoccupato per te oggi. Poi, credo che abbia davvero bisogno di sfogarsi con qualcuno. Da quando sono qui, non l’ho visto mai davvero preso da qualcosa che non sia l’Ordine o beh, tu.” Gli disse, sorridendo un po’ imbarazzata.
“Andrò a parlarci. Grazie del consiglio, Ella.” Disse Harry.  Iniziava a pensare che la cugina dei Weasley capisse molte più cose di quanto facessero gli altri.

To be continued…

Ecco qui il secondo capitolo. Lo so che al momento vi sembra lento come sviluppo, ma prometto che diventerà più interessante. Ho in mente qualcosa, qualcosa di molto pericoloso, ihih.
Comunque nei prossimi capitoli vorrei approfondire meglio il rapporto Sirius-Ella-Harry. Diciamo che non avevo pensato a questa triade. Ma ora che scrivo la storia, credo che potrebbe funzionare.
Grazie mille a Lucre che ha inserito la storia tra i preferiti. Le frasi in corsivo contrassegnate con l'asterisco sono tratte da: Harry Potter e l'Ordine della Fenice, 2003, Salani Editore, capitolo 9 Le Pene della signora Weasley*.
Alla prossima.

storyteller lover



   
 
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