Cap.2
: Il nuovo insegnante
Harry trascorse qualche giorno con
la famiglia Weasley, Sirius e con i componenti dell’Ordine
che andavano e venivano a tutte le ore del giorno e della notte, nella
quasi completa tranquillità.
Aveva fatto la conoscenza della casa dei Black, si era fatto coprire di
insulti dal ritratto della mamma di Sirius e ascoltato i commenti del
vecchio elfo domestico che abitava lì.
Ma non c’era molto tempo per rilassarsi, vista
l’atmosfera che permeava la casa e i suoi abitanti.
La signora Weasley li teneva tutti occupati nelle pulizie del Quartier
Generale.
La casa era effettivamente infestata da ogni genere di spiriti,
folletti e parassiti che si potesse immaginare.
“Da non credere, Harry caro! E pensare che anche se in
disuso, la casa è stata sempre abitata da un elfo
domestico.” Borbottava, cercando di liberare le tende da
tutti i Doxi che vi si erano annidati.
“Speravo che con un elfo domestico in casa avrei avuto
qualcuno che mi aiutasse, almeno con il bucato. Ma quella povera
creatura non fa altro che borbottare tra sé e parlare con il
ritratto.” Continuava la madre di Ron.
In quei giorni i ragazzi non fecero altro che dedicarsi alla grande
opera di restauro della casa dei Black.
Tanto erano immersi nelle faccende domestiche, che quasi tutti avevano
dimenticato che il giorno dell’udienza di Harry si avvicinava
rapidamente.
Fu così che una mattina, Harry e il signor Weasley uscirono
dal Quartier Generale, diretti alla sede del Ministero della Magia.
“Andrà tutto bene, Sirius.” Disse la
signora Weasley, sparecchiando il tavolo dopo colazione.
Erano tutti in cucina, lei, Sirius, Lupin e Tonks, ed erano molto
più preoccupati di quanto non dessero a vedere.
“Il buon vecchio Silente sistemerà la faccenda, e
non se ne parlerà più.”
Continuò lei, ma nessuno accennava a continuare la
conversazione. Si poteva solo sentire il rumore delle stoviglie e
dell’acqua corrente.
“Tra poco andrò a svegliare i ragazzi.
È meglio che riprendano ad alzarsi un po’
più presto la mattina, visto che la scuola sta per
iniziare.” Riprese Molly Weasley, e forse nessuno si sarebbe
dato la pena di parlare, se non avessero udito la porta
d’ingresso aprirsi e lo scricchiolio di un passo veloce lungo
il corridoio.
La signora Weasley non aveva neanche avuto il tempo di voltarsi per
dire “Chi potrebbe mai essere a
quest’ora?” che Severus Piton fece capolino nella
stanza, con grande sorpresa di tutti i presenti.
Era raro che si presentasse al Quartier Generale al di fuori degli
incontri previsti per le riunioni dell’Ordine.
“Cosa ci fai qui, Piton?” Gli disse Sirius, in tono
quasi seccato.
“Non è un buon momento?” Gli rispose
Piton, sogghignando. Stava per dire qualcosa quando la signora Weasley
lo interruppe.
“Ti ha mandato Silente, vero Severus?” Gli chiese,
non curante dei piatti, che avevano iniziato a pulirsi da soli nel
mentre.
“Sembra che Silente non voglia che troppi gufi svolazzino qui
intorno. Qualcuno potrebbe notarli. Così mi ha chiesto di
portare io stesso le lettere da Hogwarts.” Le rispose Piton,
con un tono più cordiale.
“Che c’è, Piton, ti sei dato alla
consegna a domicilio? Forse Silente ha pensato che dai molto meno
nell’occhio di un comune barbagianni, anche se non credo, col
naso che ti ritrovi.” Gli disse Sirius, seriamente
intenzionato a canzonare il vecchio compagno di scuola.
Piton lo guardò freddamente.
“Patetico. Ho sentito dire che stare chiusi sempre nello
stesso posto, senza la minima possibilità di mettere anche
un solo piede fuori, dia alla testa, Black. Cerca di non ammuffire
troppo su quella poltrona, mentre noi altri, compreso il tuo adorato
signor Potter, rischiamo l’osso del collo ogni
istante.” Gli rispose Piton e, a quanto pare, aveva centrato
il bersaglio. Sirius odiava il fatto di non poter fare niente per
l’Ordine.
Aveva messo a disposizione di Silente casa sua come Quartier Generale,
e adesso non faceva altro che vedere gli altri darsi da fare, mentre
lui doveva restare nascosto.
“Perchè invece non torni a giocherellare con le
tue provettine da chim..” Cercò di dire Sirius,
cercando la sua bacchetta ma Lupin lo fermò.
“Perché non chiudiamo questa conversazione?
Sarebbe meglio concentrarsi su altre questoni.” Disse.
“Hai ragione, Remus. Coi tempi che
corrono…” disse la signora Weasley, lasciando la
frase in sospeso.
Senza pensarci su prese a controllare le lettere dei ragazzi.
C’erano due buste indirizzate per Fred e George, una ciascuno
per Harry, Ron, Hermione e Ginny, ma nessuna lettera per Ella.
“Severus, sei sicuro che queste siano tutte le buste che ti
hanno detto di portare?”
“C’è qualche problema, Molly?”
Chiese Tonks.
“Manca la lettera per Ella.” Le rispose la signora
Weasley. “Deve esserci stato qualche errore. Tutto sembra
andare alla rovescia. Ora anche la posta di Hogwarts non è
più precisa.”
E mentre rispondeva a Tonks, una figurina in pigiama si
affacciò sulla porta della cucina.
“Oh, Ella cara, buongiorno.” Le disse la signora
Weasley.
“Buongiorno.” Disse Ella, sorridendo a tutti loro.
Sirius ricambiò facendole l’occhiolino, ammiccando.
“Ella, non credo che tu conosca il professor
Piton.” Disse Lupin, indicando l’uomo dal mantello
nero che gli dava le spalle.
“Piton non ha tra le sue conoscenze ragazze così
carine, Remus.” Disse Sirius, ammiccando di nuovo a Ella.
“Sirius, non mi sembra il caso di…”
Stava per dire la signora Weasley. Non approvava quel tipo di ironia.
“Tranquilla, Molly, Sirius ha sempre trovato simpatico questo
suo atteggiamento con le ragazze.” Disse Remus, dando un
colpetto sulla spalla al suo migliore amico.
Tutti scoppiarono a ridere, tranne Piton, cosa che, per altro, nessuno
trovava strana.
Piton non era certo noto per il suo grande spirito ironico.
Si limitò invece a voltarsi. Scrutò Ella per
qualche attimo, quasi a volersi accertare di chi stessero parlando
Sirius e Lupin. Lentamente, estrasse da sotto il mantello un involucro
bianco giallastro e lo porse ad Ella.
“Oh, ma allora non c’è stato nessun
errore. Ella cara, quella è la tua lettera da Hogwarts.
Prendila, tesoro.” Disse la signora Wesley, felice che anche
piccola Ella avesse ricevuto la sua lettera insieme agli altri.
Un po’ timidamente, Ella la prese.
“Grazie mille, professore.” Disse con un filo di
voce. Ron aveva ragione. Il professor Piton sembrava una figura molto
autoritaria.
Piton non rispose.
Scrutò ancora Ella per qualche momento e poi se ne
andò.
“L’avevo detto io che come porta-lettere non era un
gran che.” Disse Sirius.
Quella sera.
“Lo
sapevo” urlò
Ron, scagliando i pungi in aria. “Te
la cavi sempre!”*
“Dovevano assolverti” disse Hermione, che
si stava consumando dalla preoccupazione quando Harry era entrato in
cucina e ora teneva una mano tremante sugli occhi, “non
c’erano argomenti contro di te, nessuno.”*
Erano tutti lì, impazienti di ricevere notizie sulla tanto
sperata assoluzione di Harry.
“Da non credere, ragazzi, Harry è stato giudicato
dalla Corte plenaria. Un caso di magia minorile portato davanti
all'intero Wizengamot. Non credevo che la faccenda fosse
così seria.” Il signor Weasley intratteneva tutti
con il suo resoconto, inserendo molte delle sue impressioni e
argomentando più di quanto sarebbe stato necessario.
Sirius diete un colpetto sulla spalla a Harry, gratificandolo con uno
dei suoi sorrisi incavati.
Aveva sentito dire che era stato un gran bel ragazzo da giovane.
“Sei tutti noi, Harry.” Dissero Fred e George
all’unisono, apparendo all’improvviso sul tavolo
della cucina con un sonoro schiocco.
“Quante volte ve lo devo dire. Non dovete usare tutte le
volte la magia anche se adesso siete maggiorenni. È da
stupidi.” Prese a dire la signora Weasley, dando una bella
sgridata ai suoi gemelli.
“Sono contenta per te, Harry.” Gli disse Ella, e
non si fece che parlare di tutta quella faccenda, fino a quando Tonks
non disse, “Sono arrivate queste da Hogwarts, sta mattina,
mentre tu eri al Ministero”, rivolgendosi a Harry. In meno di
un minuto, tutti i ragazzi erano intenti a leggere la propria lettera.
Ron ed Hermione erano stati nominati prefetti, nelle loro buste era
stata spedita, insieme alla lista dei libri di testo, la spilla dei
prefetti.
Con grande sorpresa di tutti, Harry non era stato nominato prefetto.
Fred e George facevano finta
di vomitare… ma la signora Weasley non se ne accorse; con le
sua braccia strette attorno al collo di Ron, gli baciava tutta la
faccia, che era diventata più rossa della spilla.*
“Cosa dicevi, Ron, a
proposito d Silente? Lo trovi ancora un vecchio svitato?” Gli
disse Ginny.
“Se
devo essere onesto, credo che abbia dato realmente fuori di testa.
Miseriaccia!” Gli rispose Ron, ancora sconvolto per la
notizia.
“Datemi
tutto quanto. Domani andrò a Diagon Alley e
comprerò tutto. Ella avrà bisogno di comprarsi le
uniformi nuove e tutto il resto. Sbaglio o avevi qualche problema con
la bacchetta?” Disse la signora Weasley, rivolta a Ella.
In effetti la
bacchetta di Ella aveva più di un semplice problema.
Sembrava che
qualcosa di grande e molto pesante ci si fosse seduto sopra.
“Credo
che sia stato Hagrid. Non si era accorto della bacchetta sul divano e
beh, questo è il risultato.” Disse Ella, mostrando
quel che restava della sua bacchetta.
“Forse
Olivander potrebbe aggiustarla.” Suggerì Ron.
“Credo
invece che ti consiglierebbe di comprarne un’altra, Ella. Lo
sai, le bacchette di Olivander sono le migliori.” Le disse
Sirius, avvicinandosi a lei. “Sarebbe meglio che tu andassi a
Diagon Alley con Molly domani. Credi, credi che potrei venire con voi,
Molly? È passato così tanto tempo da
quando…”
“Non
se ne parla, Sirius! Che cosa direbbe Silente? Ma ti rendi conto dei
rischi che correresti? Potresti essere scoperto, potremmo essere tutti
scoperti!” Urlò la signora Weasley.
A nulla valsero
le insistenze di Sirius.
Né la
signora Weasley, ne nessun altro era del parere che fosse una cosa
saggia.
“Mi
farai vedere la tua bacchetta nuova quando tornerete.” Disse
Sirius a Ella, uscendo dalla cucina, più abbattuto del
solito.
“Forse
è meglio che vai a parlare con lui, Harry.” Gli
disse Ella nell’orecchio. “Era molto preoccupato
per te oggi. Poi, credo che abbia davvero bisogno di sfogarsi con
qualcuno. Da quando sono qui, non l’ho visto mai davvero
preso da qualcosa che non sia l’Ordine o beh, tu.”
Gli disse, sorridendo un po’ imbarazzata.
“Andrò
a parlarci. Grazie del consiglio, Ella.” Disse Harry.
Iniziava a pensare che la cugina dei Weasley capisse molte
più cose di quanto facessero gli altri.
To be
continued…
Ecco qui il secondo capitolo.
Lo so che al momento vi sembra lento come sviluppo, ma prometto che
diventerà più interessante. Ho in mente qualcosa,
qualcosa di molto pericoloso, ihih.
Comunque nei
prossimi capitoli vorrei approfondire meglio il rapporto
Sirius-Ella-Harry. Diciamo che non avevo pensato a questa triade. Ma
ora che scrivo la storia, credo che potrebbe funzionare.
Grazie mille a
Lucre che ha inserito la storia tra i preferiti. Le frasi in corsivo
contrassegnate con l'asterisco sono tratte da: Harry
Potter e l'Ordine della Fenice, 2003, Salani Editore, capitolo 9 Le
Pene della signora Weasley*.
Alla prossima.
storyteller
lover