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Autore: QueerasFolkislife    08/09/2010    1 recensioni
Sequel di Gomenasai. Questa volta è Debbie a psicanalizzare il povero Brian. Spero che vi piaccia, tutto quello che scrivo è buttato lì di getto, non penso, quindi se sono stupidaggini vi chiedo perdono.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brian Kinney, Deborah 'Debbie' Jane Grassi Novotny, Justin Taylor
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Gomenasai...2

Gomenasai… 2.

Brian rimase ancora qualche secondo seduto pensando all’ultimo sorriso che ricevette da lui, ma non andò avanti con il ricordo, gli avrebbe fatto troppo male e in quel momento non aveva bisogno di ulteriore dolore. Decise di andare a fare una doccia e così fece. Quando uscì indossò un paio di pantaloni da ginnastica e salì sul tapis roulant: secondo lui in quel modo riusciva a eliminare un po’ di stress. Ma la sua corsa non durò ancora a lungo: bussarono alla porta.
-è aperto!- urlò Brian asciugando il sudore dalla fronte e dal torace.
-Hai parlato con Michael, vero?- chiese posando l’asciugamano sul pavimento.
Debbie annuì sorridendo debolmente. –Come stai?- chiese poi.
-Bene.- rispose Brian curvando leggermente la testa.
-Andiamo a sederci.- Invitò Debbie sedendosi sul divano.
-Deb, non ho bisogno di uno psicologo.Te l’ho detto: sto bene.- replicò lui.
Vieni a posare il tuo culo perfetto sul divano!- ordinò lei.
-Vuoi qualcosa da bere?- chiese lui ignorando completamente la richiesta di Debbie.
-No! Non voglio nessuna fottutissima bevanda! Voglio che tu venga a sederti qui vicino a me.- ripetè lei.
Questa volta Brian fece come chiesto e si sedette. Rimasero in silenzio per un po’.
-Debbie, non è da te tenere la boccaccia chiusa.-
-Sto aspettando che sia tu a parlare per primo.-
-Allora puoi aspettare, perché non ho nulla da dire.-
Debbie si sistemò meglio sul divano come per dire “Io non mi muovo da qui, bello.”
Rimasero ancora in silenzio.
-Il fatto è che mi manca da morire.- confessò Brian in un sospiro.
-Anche a me. Dio solo sa quanto quel ragazzino abbia cambiato in meglio le nostre vite. Soprattutto la tua… e adesso… Lui non c’è più.- a Debbie pizzicavano gli occhi, ma non voleva piangere, non più almeno.
Brian alzò lo sguardo verso Debbie, ma non disse nulla.
-Qual è la cosa che ti manca più di lui?- chiese lei.
Brian perse lo sguardo nel vuoto. “Cosa mi manca?” pensò. “Mi manca tutto. Mi manca il suo odore, il suo sapore. Mi manca quando si svegliava al mattino e si accucciava sul mio petto o sulla mia pancia e io facevo finta di dormire perché in realtà mi piaceva, ma “se fossi stato sveglio” avrei dovuto respingerlo perché sono un coglione. Mi manca fare la doccia con lui e insaponarlo. Mi manca baciarlo. Mi mancano i suoi occhi in cui mi piaceva perdermi quando non guardava.Mi manca il suo culo. Mi mancano addirittura le sue orribili mutande. Lo amavo e sono stato un perfetto idiota a non dimostrarglielo. Adesso l’ho perso. Mi sta bene!”
-Non lo so, il suo sorriso forse.- rispose lui cupo.
-Anche a me. Ma quello che mi manca di più è la sua innata dolcezza. Riusciva a far stare meglio persino Vic che grazie a lui era spesso più allegro. E tu… tu finalmente eri riuscito a capire che non si vive solo di Babylon e Dark Room, continuavi a farlo perché ti piaceva e perché sapevi che a casa c’era lui ad aspettarti. Era la tua garanzia: quando i frocetti carini non ti avrebbero più voluto avresti avuto lui a ricambiare il tuo amore.- concluse.
Brian le lanciò uno sguardo misto di emozioni indecifrabili.
-Sai, Brian Kinney manca a tutti. Quando hai intenzione di tornare alla tua vita? E intendo una vita diversa da quella con lui.-
-Sono una persona diversa adesso. Questo fa paura anche a me. Sento di mancare anche a me stesso. Vorrei tornare quello di sempre. Ma… Quando esco e poi rientro a casa vedo lui che combina disastri in cucina. Quando faccio la doccia aspetti sempre che si unisca a me, che entri da un momento all’altro. Quando faccio i miei esercizi vedo lui a ritrarmi. Spesso ricordo l’ultima sera passata insieme, il suo ultimo sorriso rivolto a me, un sorriso pieno d’amore, che trapelava tutta la gioia di quel momento, Anche la mia. Poi però arriva lui e lo uccide… lo uccide davanti a me, ai miei occhi. E io non ho potuto fare nulla per impedirlo. Lo sogno, mi sveglio di soprassalto sperando di trovarlo lì, accanto a me, e di poterlo osservare dormire beatamente. Credo di essere impazzito. Ma non preoccupatevi, anche se non adesso, tornerò. Ho solo bisogno di tempo.- sorrise debolmente.
Debbie si spinse verso di lui e lo abbracciò forte, come per proteggerlo dal male che si stava infliggendo da solo.

   
 
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