Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: formerly_known_as_A    08/09/2010    2 recensioni
Si sente sola, terribilmente sola, mentre guarda negli occhi di suo fratello e comprende che non gli importa nulla della Nazione che ha appena cancellato dalle cartine geografiche. [FeLia]
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bielorussia/Natalia Arlovskaya, Polonia/Feliks Łukasiewicz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Scomparso.

Un secondo prima era lì, in quella radura, a sorriderle, dopo quell'ultimo bacio disperato da cui Ivan l'aveva strappata -troppo presto, troppo violentemente- ed un attimo dopo era scomparso.

Natalia crolla in ginocchio, sulla neve, trascinandosi fino al punto esatto in cui lui era stato in piedi, coraggioso e a testa alta, come il suo fiero animo polacco suggeriva. Non aveva abbassato lo sguardo un attimo, aveva guardato negli occhi le tre nazioni che l'avevano condannato a morte fino alla fine.

Non aveva paura, il suo lyubov. Non ne aveva mai avuta. Aveva solo chiuso brevemente gli occhi quando l'aveva vista correre verso di lei, ma era stato perché non voleva assistesse, perché vederla era un sollievo ed un dolore. Poi l'aveva accolta tra le sue braccia e l'aveva stretta, baciandola, come se non volesse mai più lasciarla, come se aggrapparsi a lei potesse salvarlo.

Si era sentita rassicurata da quell'abbraccio tiepido, la proteggeva dalla neve e dal gelido vento di ottobre, le sue labbra erano terribilmente calde, reali, contro le proprie ed aveva pensato, per un lungo momento, che non sarebbe accaduto veramente.

Poi Ivan l'aveva strappata da quelle braccia ed aveva tentato di allontanarla, ma non aveva voluto. Suo fratello doveva guardarla mentre assisteva alla scomparsa dell'uomo che amava. Dovevano guardarla, le tre aquile nere, mentre lei osservava quello che a lungo era stato suo marito stare rigido sul posto, magro e distrutto dagli anni di inutile resistenza, mentre sentiva tutto il dolore della spartizione. Lo riusciva a sentire anche lei, semplicemente guardando nei suoi occhi verdi, quegli occhi che non riuscivano proprio a schermare i suoi sentimenti e in cui c'era tanto, troppo dolore. Quante volte gli aveva ripetuto che ormai per lei era un libro aperto? Quante volte si era sorpresa a provare le sue stesse sensazioni?

Le aveva sorriso, l'aveva guardata negli occhi, poi il dolore era stato troppo forte, troppo lancinante, per tenerli ancora aperti. Li aveva riaperti per un ultimo sguardo sprezzante alle tre aquile e, subito dopo... era andato in pezzi.

Era scomparso, il suo lyubov, scomparso come la neve che teneva ora tra le dita, scavando in essa con movimenti spasmodici, nervosi, singhiozzando.

Miłość?” sussurra, tremando, come se potesse ancora sentirla. Tiene gli occhi fissi di fronte a sé, senza vedere realmente il punto su cui fino ad allora lui c'era ancora. Geme di dolore, mentre, in ginocchio nella neve, dondola avanti ed indietro. Si abbraccia, come per ricordare la sensazione delle sue braccia, seppur fragili e diverse da quelle a cui si era abituata, in quell'ultimo abbraccio, in quell'ultimo stringersi convulso.

Ivan la prende di peso, ma trova la forza di gridare e dibattersi, sfuggendo alle sue braccia. Non vuole sostituire subito quelle sensazioni... Vuole ricordare a lungo il profumo della sua pelle, vuole imprimere quel momento a lungo, nella propria mente, in modo talmente profondo da poterlo riviverlo. L'ultimo bacio, l'ultimo abbraccio...

Non gli ha neppure detto che l'amava. Non ne ha avuto il tempo.

Era concentrata ad impedire alle lacrime di annebbiarle la vista, per guardarlo fino alla fine.

Ed ora si sente stupida e vuota per non avergli detto tutto quello che avrebbe voluto. Avrebbe voluto ad esempio dirgli che era straordinario il modo in cui riusciva a farla sorridere, nonostante tutto. O che era incredibile come il proprio corpo sembrasse fatto per stare incastrato nel suo, in uno dei suoi abbracci improvvisi, quelli in cui le diceva sempre che gli somigliava tanto che aveva paura di perderla, un giorno, di vederla scomparire dentro di sé, di non aver più nessuno da abbracciare. Oppure che le piaceva tanto il suo sorriso luminoso, non riusciva a fare a meno di stare meglio, quando lo vedeva. E che non era vero che le dava fastidio quando lei passava tranquillamente accanto a lui e la baciava all'improvviso. E che tutto questo era bello, perché era vissuto con lui.

Suo fratello la prende di nuovo per le spalle e la mette in piedi, ma le ginocchia cedono troppo facilmente e crolla di nuovo. Fa male, ma non è nulla rispetto al vuoto che sente in mezzo al petto.

Vorrebbe pensare che quello è solo un suo scherzo, uno di quelli che non capisce mai, perché lei non ha senso dell'umorismo, ma non le è possibile. E' sempre stata un'inguaribile pessimista, in fondo.

Si sente alzare e trascinare via e grida che non vuole, che vuole rimanere lì a guardare quel buco irregolare nella neve, che piano a piano comincia a riempirsi di nuovo, che vuole sparire anche lei, che vuole perdersi in quella distesa bianca come ha fatto lui.

Ivan non l'ascolta. Volta lo sguardo per incontrare le sue iridi viola e vi legge il nulla, la follia che lo domina da secoli, ormai. Si sente sola, terribilmente sola, mentre guarda negli occhi di suo fratello e comprende che non gli importa nulla della Nazione che ha appena cancellato dalle cartine geografiche, che per lui è un gesto come un altro, quello, come mangiare o camminare.

Per lui uccidere qualcuno o bere vodka è la stessa cosa. Gli stessi gesti automatici, la stessa apatia.

Crolla ancora molte volte, mentre la trascina via, ma non si ferma, come se trascinare la propria sorella o un sacco vuoto fosse la stessa cosa. Ma è la stessa cosa.

E' solo un territorio, una conquista.

Per lui era ben altro. Per lui era una parte importante, una parte che lo faceva sentire bene, una parte... Non l'ha mai considerata un semplice territorio.


Zawsze gdy jestem z tobą sam na sam, sprawiasz że czuję się jakbym był znowu w domu... Zawsze gdy jestem z tobą sam na sam, sprawiasz że czuję się jakbym był wolny...


Chiude gli occhi, come confortata dalla voce di Feliks, una voce che è solo nella sua mente, ma una consolazione, dopo tutto quel dolore. Un ricordo così bello da fare male. Parole d'amore, parole che l'avevano fatta arrossire e l'avevano mandata dritta tra le sue braccia. Era stato impossibile resistere a tanto amore.

Si volta un'ultima volta verso quel buco nella neve, quella neve così uguale al resto, ma importante.

Mentre Ivan la trascina via, non vede le altre due aquile nere, guarda solo quel punto farsi sempre più lontano, mentre il vuoto entra dentro di lei ed esplode nel petto, soffocandola.

Si divincola un'ultima volta e corre verso quel punto, per poi fermarsi ancora lontana da esso e voltare la testa per guardare il cielo bianco. Il dolore le toglie il respiro, ma si sforza di riempire d'aria i polmoni e gridare. Forse, dovunque sia andato, lui la sentirà.

Jakkolwiek daleko zawsze będę cię kochał!”


[Ogni volta che sono con te da solo, mi fa sentire come se fossi tornato a casa ... Ogni volta che sono con te da solo, mi fa sentire come se fossi libero...] *


[Per quanto lontani io ti amerò per sempre.]*




*The Cure -LoveSong

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: formerly_known_as_A