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Autore: ElynLC    09/09/2010    6 recensioni
John Freeland ha scoperto il segreto del figlio e l'ha seguito nel 1200 per poter incontrare e parlare con Ian. Nel frattempo, conosce anche Guillaume de Ponthieu e gli preme fargli delle domande.
Ambientata dopo Il Cavaliere del Tempo.
[Personaggi: John Freeland e Guillaume de Ponthieu]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guillaume de Ponthieu, affacciato alla finestra del suo studio a Châtel-Argent, rifletteva su quanto accaduto il giorno prima e sull’arrivo dei nuovi ospiti.

«Monsieur? Posso farvi una domanda?»

Il conte si voltò verso l’uomo affacciato alla porta che l’aveva interpellato. Quell’uomo era il padre di Daniel Freeland, uno dei nuovi ospiti di Jean, e questo comportava diverse cose. Guillaume si scostò dalla finestra e, avvicinandosi alla sua scrivania, fece segno all’altro di sedersi.

«Prego, ditemi pure, Monsieur Freeland».

«Ecco...» John Freeland era impacciato: era la prima volta che si rivolgeva ad un uomo medievale, a un conte per di più, e non sapeva bene come esprimersi, quali termini utilizzare. «Quando Ian è tornato a casa, qualche anno fa, con quella terribile ferita all’addome, i medici che l’hanno curato mi hanno fatto vedere le cicatrici che ha sulla schiena. All’inizio non riuscivo a trovarne un motivo: che cosa poteva avere fatto per ricevere una punizione così dura? Oltretutto, lui si rifiutava di parlarne, e questo mi irritava ancora di più. Poi, quando ho scoperto il suo... viaggio, ho immaginato che l’episodio fosse avvenuto mentre era qui, in Francia. Per questo volevo chiedere a voi se sapete darmi una spiegazione».

Guillaume guardava con un misto di stupore e interesse il colonnello: «Davvero Jean e i vostri figli non vi hanno detto nulla di quanto è accaduto quel giorno?»

«Daniel e Martin? Non pensavo ne sapessero qualcosa, non me ne hanno mai parlato». Il viso del colonnello era tirato al pensiero che i suoi figli avessero visto quelle tremende cicatrici sulla schiena dell’amico.

«I vostri figli erano presenti quando accadde» Il conte guardò il suo interlocutore negli occhi e continuò: «Jean fermò un soldato che stava maltrattando dama Isabeau e lo sceriffo di quel luogo lo condannò a dieci frustate, anche se alla fine dama Isabeau ne contò diciassette, quasi il doppio».

John Freeland non credeva alle sue orecchie. Pur conoscendo la guerra, non era abituato a questi episodi di tortura di quelli che potevano essere considerati civili, cosa che invece a quel tempo erano probabilmente all’ordine del giorno. Non riusciva a capacitarsi di quello che aveva appena appreso, pensando al tormento che aveva dovuto subire Ian e all’orrore che avevano dovuto vedere i suoi figli. Di questo doveva assicurarsi, non riusciva a crederci.

«Dite che Daniel e Martin hanno visto tutto?»

«Sì, purtroppo. E anche dama Jodie ha assistito».

Il colonnello abbassò gli occhi per qualche istante, cercando di mettere ordine nei suoi pensieri.

«Che ne è stato di quello sceriffo?» domandò poi.

«Jean l’ha sconfitto due volte al torneo che c’è stato a Bearne poco dopo quel fatto. Poi l’ha ucciso durante la battaglia di Bouvines, salvandomi la vita.» Il conte guardò l’uomo, cercando di interpretare le sue reazioni. Sul suo volto vedeva la preoccupazione di un padre per il figlio che è stato torturato, ha combattuto e ha rischiato di essere ucciso in un mondo che non era il suo. Tutto questo senza potergli dire niente, rischiando di non vederlo mai più.

«Ian? In guerra?»

«Sì, si è comportato da valoroso. Pur non avendo esperienza, mio fratello, in seguito alla mia impossibilità a combattere, ha condotto la nostra ala dell’esercito alla vittoria, permettendo ai francesi di sconfiggere gli inglesi e vincere la guerra». La voce di Guillaume mostrava una sorta di ammirazione per quell’uomo definito possessivamente come suo fratello.

«Un condottiero. Ho sempre detto a Ian che sarebbe stato un ottimo militare, ma non ha mai voluto ascoltarmi, preferendo immergersi tra vecchi documenti».

«Jean mi ha detto che voi siete un militare, Monsieur».

«Sì, è vero» John Freeland cercò di non mostrarsi stupito da quell’affermazione, chiedendosi quante cose Ian avesse detto a quest’uomo sul suo conto. In fondo, era diventato suo fratello non avrebbe potuto tenergli nascosta tutta la sua vita passata.

Guillaume de Ponthieu fu contento della risposta, perché istintivamente stava facendo combaciare le informazioni appena ricevute con quelle che a suo tempo gli aveva fornito Ian. Non perché non si fidasse del fratello ‘adottivo’, ma per conoscenza personale, per cercare di capire con chi avesse vissuto Ian prima di entrare nella sua famiglia. Poi si rammentò di un’altra cosa.

«Allora dovete essere orgoglioso di vostro figlio, Monsieur. Daniel è diventato cavaliere esattamente dopo quella battaglia, indirettamente anche per merito vostro».

«Cosa volete dire, Monsieur

«Monsieur Daniel ha dato prova della sua abilità di arciere salvando la vita di Re Filippo, da quello che mi hanno raccontato. Ed è stato il Re in persona a nominarlo cavaliere sul campo di battaglia». Il conte rivolse un sorriso al colonnello. «Vostro figlio mi ha raccontato personalmente che siete stato voi a indirizzarlo verso quell’arte».

Jhon Freeland si sentì orgoglioso di suo figlio: un cavaliere medievale! E aveva addirittura salvato il re! Ora avrebbe potuto raccontargli molte cose, senza la necessità di nascondergli niente.

«Vi devo molto per le informazioni che mi avete dato, Monsieur» disse John Freeland sollevato. Il suo volto si era disteso, anche se rimaneva ancora traccia del turbamento per quanto aveva appena scoperto. «Ora posso smettere di dubitare di colui che considero ancora un figlio, ricominciare ad avere fiducia in lui».

«Dubitare?»

«Sì, Monsieur. Prima, cercando una motivazione per quelle cicatrici sulla schiena, pensavo si fosse cacciato in qualche guaio, che si fosse fatto un nemico troppo forte. Ed ogni occasione era buona per fargli domande, cercare di costringerlo a parlare, cercare di capire, mentre lui non voleva dare risposte. Poi tutti quegli anni passati senza mai sentirlo o vederlo, senza una... lettera, a noi che l’avevamo accolto in casa come un figlio. Mia moglie era disperata e io furioso, non sapevamo cosa gli stesse succedendo e come comportarci con lui. Sono felice di aver scoperto quello che stava facendo Daniel, in modo da costringerlo a portarmi qui, anche se non riesco a capire come siamo arrivati. In questo modo sono riuscito a scoprire quello che Ian mi stava nascondendo e che ci aveva fatti separare. Ora non dubito più di lui perché posso capire il suo comportamento in questi ultimi anni. E posso perdonarlo».

«Sì, potete perdonarlo».





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Prima fan-fiction che scrivo su questo fandom, come avrete notato. L'ho scritta praticamente di getto una notte che non riuscivo a dormire, poi è rimasta a stagionare nel computer e ogni tanto aggiustavo qualcosina, veramente poco. Spero sia piaciuta, e ringrazio tutti quelli che leggeranno e che recensiranno.

Volevo fare solo un'osservazione sulla mia ff: l'ho scritta principalmente perchè volevo un incontro tra John Freeland e Guillaume de Ponthieu, ma poi mi sono accorta che ho fatto emergere altri temi e ci ho lavorato un po' su. Se voleste dirmi quali pensate che siano ve ne sarei molto grata, così riesco a capire se sono riuscita nel mio intento o no. Nel caso, i miei commenti alle vostre recensioni li troverete qui in fondo.

   
 
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