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Autore: Ezrebet    10/09/2010    2 recensioni
Rivisitazione della famigerata 6° Stagione. Che cosa sarebbe successo se Buffy avesse compreso la sofferenza di una sanguinario vampiro?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I

La cripta era distrutta. Si vedeva chiaramente da fuori che dell’arredamento era rimasto ben poco. Più si avvicinava, più le arrivavano zaffate disgustose di un acre odore di bruciato. Oh, lui era in salvo, certo, questo lo sapeva, ma era comunque triste vedere quel disastro. Non era entrata molte volte nell’antro del vampiro, tuttavia sapeva, per i racconti di Dawn, che era confortevole e ben tenuta. E adesso, fine.

“Che cosa vuoi, strega?”.

La voce di Spike la colse di sorpresa. Si fermò di botto sulle scale e si guardò intorno. Non riusciva a capire da dove arrivasse. Poi, distinse la sua sagoma sotto l’albero. Era appoggiato al tronco, fumava una sigaretta. Se ne stava nell’ombra e non era possibile guardarlo in volto. Anche se immaginava la sua espressione. Distaccata e superiore, come al solito.

“Parlarti. Vedere come stai”.

La risata secca di lui la colpì come un proiettile. Forse saliva direttamente dall’inferno.

“E da quando t’interessi a me?”.

“Da quando hai collaborato con noi, quest’estate. Quando Buffy..” non proseguì. Sapeva che non c’era alcun bisogno di specificare. Inoltre, era un periodo troppo triste da rievocare.

Il silenzio di Spike la convinse a riprendere “Abbiamo sentito l’esplosione da casa. Ho capito subito che veniva da qui” aguzzò la vista, tentando di mettere a fuoco la sua espressione, ma niente. Era impossibile. Lo vide gettare a terra la sigaretta e annuire “Oh, è stato un bel botto”.

“Sei ferito?” gli domandò subito.

“No. E anche se lo fossi, la mia carne si rigenera in fretta. E’ una carne fredda e senz’anima, ricordi? Non provo dolore”. Il tono amaro che usò la spiazzò. C’era qualcos’altro nella sua voce, oltre alla solita supponenza, al solito, indisponente sarcasmo?

“E hai un posto, dove ripararti?”.

“Non ho bisogno del rifugio dei viandanti” ringhiò. Ma Tara non si lasciò impressionare e disse “Dovresti farlo, a meno che tu non voglia finire arrostito all’alba”.

Seguì un lungo silenzio. Tara attese un momento, poi fece qualche passo verso di lui ed infine riuscì a guardarlo in faccia. La luce della luna lo rendeva ancora più pallido. Aveva un graffio che gli deturpava la guancia, era evidentemente esausto. In quel momento, pensò che faceva veramente paura. Se non avesse saputo del chip e lo avesse incontrato nella notte, probabilmente sarebbe morta d’infarto. I suoi abiti, spolverino compreso, erano sporchi di polvere e odoravano di bruciato.

“Perché mi stai fissando?”le domandò indispettito, dandole le spalle “So bene come sono ridotto”.

“E come fai a saperlo? Credevo che i vampiri non potessero guardarsi allo specchio” considerò.

Spike sospirò, voltandosi “Ok, basta così. E’ vero, la mia cripta è fuori uso, almeno per un po’, non sono nelle mie condizioni preferite.. ma mi è successo di peggio, nella mia lunga vita. Almeno credo” scacciò un sasso con il piede.

Ma Tara, i cui sensi erano assai allenati a cogliere le sfumature dell’umore, capì che non era proprio così. Lo guardò e sentì un moto di compassione per quell’essere senz’anima. S’infilò le mani nella tasca della giacca e disse “Sono qui per offrirti un rifugio”.

Al suo sguardo interrogativo, precisò “In verità, non sono che un messaggero. E il rifugio non sarà una sistemazione definitiva. Però, sarà abbastanza, finché non rimetterai tutto a posto, qui”.

Spike sembrò riflettere un momento, poi disse “E di chi saresti il messaggero?”.

Lo sguardo che gli rivolse lo lasciò di stucco. No, non era possibile, non dopo stasera..

“E’ Buffy?” le domandò facendo un passo verso di lei. Il suo silenzio, lo spinse a dire “.. dico, è impossibile. Non dopo..” s’interruppe. Tara non sapeva dei suoi incontri con Buffy e forse non era il caso di parlarne.. ma che gliene importava, a questo punto? La Cacciatrice non l’aveva forse piantato in asso tra le macerie della sua dimora, senza pietà?

Tara gli lesse in viso quant’era combattuto, così disse precipitosamente “So tutto, Spike. So che cosa è successo tra te e Buffy in queste settimane e che cosa è successo stasera” lo fissò “Lei me l’ha detto”.

Spike si allontanò un poco dalla ragazza ed assunse un’espressione indecifrabile. Infine, fece, in tono freddo “Ah, sì?  E ti ha mandato a vedere se sono morto? Perché, sai, per lei sarebbe meglio..” la sfidò con lo sguardo “Visto che non riesce ad infilarmi un paletto nel cuore, spera che la luce o il fuoco mettano fine alla mia inutile esistenza”.

Tara corrugò la fronte “Ma ti senti quando parli? Hai capito quel che ti ho detto? Mi ha chiesto di venire qui ad offrirti un rifugio..” ma lui l’interruppe “Oh, no.. magari te l’ha fatto credere, quella stronza. Ti ha mandato a vedere se ero già morto..”.

Intanto, la luce dell’alba stava facendo capolino all’orizzonte. Spike si voltò di scatto “Devo andare”.

Tara si fece coraggio e lo trattenne per un braccio. Magari mi morde, pensò terrorizzata, ma no, non lo farà, ha il chip.

Infatti, il vampiro si limitò a guardarla serio “Vuoi darmi il colpo di grazia? Se mi tieni fermo qui, tra meno di dieci minuti non sarò che un mucchietto di polvere”.

Dopo avergli lanciato uno sguardo di fuoco, lo strattonò “Andiamo. Dov’è la tua macchina? Ha i vetri oscurati, no?” e lo seguì fuori dal cimitero.

II

Entrarono nell’appartamento pochi minuti dopo. Spike notò le serrande abbassate, le pesanti tende alle finestre, le luci soffuse. Tara gli indicò una porta a destra “Quella è la tua camera”.

“Ok. Ok. Per ora il sole non mi ha incenerito, grazie. Ma vuoi spiegarmi?” la fissò teso “Io.. io non capisco”.

“Se è per questo, anch’io fatico a capire le motivazioni di Buffy” lo guardò intensamente “Ti ha piantato in asso, è vero. Ha fatto saltare in aria la tua cripta, è vero. Ha detto che vuole vederti fuori dalla sua vita, è vero. Eppure, la prima cosa che ha fatto, quando è rientrata in casa, è stato convocarmi qui e spiegarmi che cosa voleva  che facessi. Venire alla cripta e portarti al sicuro dai raggi del sole”.

“Vuole uccidermi con le sue mani?” le domandò appoggiandosi alla parete “Se è così, giuro che le darò filo da torcere..”.

“Non dubito affatto che lo faresti. Ma non credo proprio che sarà necessario” si sedette in poltrona “Devo stare qui con te”.

Spike strabuzzò gli occhi “Che cosa? Non ho bisogno di una balia!!”.

“Non lo sono. Ma Buffy mi ha chiesto un favore e io lo farò. Starò qui finché il sole non sarà alto nel cielo e tu non ti sarai addormentato nel tuo bel lettino. Di là”.

Il vampiro decise di non ribattere. Senza dire altro, entrò nella sua nuova camera. Si tolse lo spolverino e si stese sulle lenzuola, ancora frastornato per tutto quanto accaduto quella sera.

Sono così stanco, pensò chiudendo gli occhi, così stanco.

Buffy varcò la soglia dell’appartamento qualche ora più tardi.

Tara le raccontò di quanto accaduto. Guardandola, Tara comprese quanto le era sfuggito nelle settimane precedenti. L’aveva sentita disperata per quanto le stava accadendo, l’aveva vista piangere, convinta com’era di essere diventata una specie di demone amante del vampiro, l’aveva sentita implorare di salvarla da quella degradante situazione.. Ma. Quel che vedeva ora era una donna preoccupata, ansiosa, angosciata per il destino di Spike, il vampiro cattivo che la perseguitava.

Buffy notò lo sguardo dell’amica e la affrontò “Perché mi fissi in questo modo?”.

“Oh, niente. Solo che mi stavo domandando quando lo ammetterai”.

“Ammetterò che cosa?” la incalzò, subito sulla difensiva.

“Di provare dei sentimenti per Spike” le disse sottovoce “E’ così evidente per me, Buffy”.

Buffy la fissò un lungo momento, poi le voltò le spalle “E anche se fosse? Anche se fosse vero che.. che provo qualcosa per lui?” prese fiato “A che cosa mi potrà mai portare questo sentimento? Già una volta.. ho rinunciato per l’assurdità della situazione.. Se accadesse ancora..”  scosse la testa, con voce rotta.

“Stai parlando di Angel. Ma era tutto diverso” le appoggiò le mani sulle spalle “Eri un’altra persona, e lui.. uauh.. lui deve salvare il mondo!” il suo tono era ironico “Figuriamoci se ha tempo per i tuoi sentimenti”.

Buffy sospirò “Mi ha amato molto”.

“Certo. Ma non abbastanza” la costrinse a voltarsi “E qui c’è un.. un uomo che ti ama. E spera”.

“Angel aveva un’anima” disse duramente l’altra “Spike no. E’ un vampiro con un chip che gli impedisce di mordere e fare stragi..”.

Tara la osservò un momento, poi mormorò “No. Non è il chip. Almeno, non più. Avrebbe potuto morderti, in ogni momento, anche stasera, quando l’hai lasciato. Non l’ha fatto..” incontrò i suoi occhi “ E sai perché? Penso che tu lo sappia, ma per sicurezza te lo dico anch’io. Il suo demone si è innamorato di te”.

Buffy spalancò gli occhi, inumiditi dalle lacrime. Non ebbe la forza di dire niente. Solo di coprirsi il volto con le mani, disperata “Ma io.. io come posso? Gliel’ho detto, stanotte. Lo sto usando perché non provo niente per lui..”.

“Hai mentito. Perché hai paura dei tuoi sentimenti. L’intensità è terrificante. Noi umani siamo così piccoli di fronte al mondo delle emozioni che le neghiamo, piuttosto che accoglierle. Buffy” le alzò il volto con la mano “ Hai mentito perché è più facile vederlo andare via che affrontare la paura e i tuoi veri sentimenti”.

L’abbraccio di Tara sciolse l’animo di Buffy, che pianse disperatamente sulla sua spalla.

III

Spike si svegliò di soprassalto. Gli ci volle qualche secondo per ricordare, ma alla fine tutto quanto accaduto la notte precedente gli tornò in mente. E di nuovo quel dolore, sordo, incurabile, in mezzo al petto.

Ricordò anche Tara e quanto gli aveva detto.

E dunque, che cosa doveva aspettarsi?

Guardò la porta chiusa e si domandò se dall’altra parte avrebbe trovato il suo plotone d’esecuzione. Se anche ci fosse stata tutta la gang con pugnali e paletti, li avrebbe affrontati e sconfitti nonostante il chip e poi sarebbe scappato via da Sunnydale. Una vera bocca dell’inferno, per lui.

Si sollevò, prese lo spolverino e si avviò.

Aprì lentamente e con stupore, vide Buffy semisdraiata sul divano, in penombra. Lo stava fissando, seria.

Spike sentì le gambe molli e se avesse avuto un cuore pulsante, sarebbe di certo scoppiato nel suo petto, squarciandolo. Invece, tentando di darsi un contegno, disse, sfoderando il suo tono più strafottente “Credevo proprio che non ti avrei più rivisto, cacciatrice”.

Ma Buffy non raccolse la provocazione. Rimase ferma immobile, a fissarlo.

“Forza, fammi fuori. Provaci, almeno” la provocò ancora “Ma non credere che ti lascerò fare senza combattere..”.

Ma lei non reagiva. Spike si sentì sciocco. Erano secoli che non si sentiva così. Tutte le sue bellicose intenzioni svanirono. Abbassò la guardia e lentamente s’infilò la giacca “Allora.. me ne vado. Grazie per.. per questo” accennò all’appartamento “Ma adesso devo andare. Sunnydale ha chiuso, con me”.

Si diresse alla porta, ma si accorse che lei si era alzata. Si voltò e se la trovò davanti. Non sapeva bene che cosa aspettarsi, né che cosa sarebbe stato giusto dire o fare da parte sua. La realtà era che Buffy l’aveva piantato, qualche ora prima, aveva detto di averlo usato per stare meglio, per sollevarsi dalle responsabilità del suo ruolo, bla bla.. e che ormai non funzionava più. E dunque, che altro c’era da dire?

Così, allargò le braccia “Me ne vado. Hai sentito? Non devi  ammazzarmi. Il chip mi rende innocuo e non andrò per il mondo a fare stragi. Al massimo, ucciderò qualche demone o qualche vampiro fastidioso. Non devi per forza farmi fuori”.

E poi, all’improvviso, Spike se la ritrovò tra le braccia, alla ricerca disperata delle sue labbra. Lo baciò premendo decisa sulla sua bocca, costringendolo a ricambiare quel bacio famelico. Dopo un momento, il vampiro si riprese dalla sorpresa e la allontanò da sé.

“Che stai facendo?” esclamò.

Allora, Buffy finalmente parlò “Non ti permetterò di andartene”.

Spike la scrutò “Vuoi uccidermi? Vuoi che io muoia, qui, subito? Cacciatrice..” ma la voce gli morì in gola quando la guardò negli occhi. Che cosa stava vedendo? La cacciatrice stava combattendo con sé stessa. Perché? Vuoi uccidermi? O vuoi che io vada? O..

“Voglio fare l’amore con te. Qui, subito”.

Spike era troppo sorpreso per reagire. Tutto si era aspettato meno che questo. Buffy si strinse a lui, cercò ancora e ancora la sua bocca, mentre con le mani lo accarezzava ovunque, facendogli perdere il controllo.

“Buffy,, io non..” riuscì a dire prima che la lingua di lei invadesse la sua bocca, provocandogli intense fitte di piacere. Fu allora che Spike la prese in braccio e la spinse contro la parete, costringendola ad aprire le gambe. La accarezzò furiosamente e poi le fu dentro, strappandole un grido improvviso. Anch’egli dovette trattenersi, mentre si spingeva in lei sempre più profondamente, portandola al piacere più intenso, che li travolse poco dopo, lasciandoli spossati.

Con estrema delicatezza, la sollevò ed, entrato in camera, la distese sulle coperte.  Non riusciva a guardarla negli occhi. C’erano cascati di nuovo. Ma la cosa non cambiava la realtà.

Così si allontanò dal letto e disse, appoggiandosi alla parete “Bene. Bel modo di dire addio” sospirò, sentendosi sull’orlo di una crisi di nervi.

Buffy mormorò “Era un modo per dirti che non voglio che te ne vai”.

“Oh, tesoro. Io e te andiamo benissimo a letto, per terra e contro ad una parete. Ma tutto finisce lì. L’hai detto tu, no? Che cosa vuoi pretendere da uno come me?” le lanciò un’occhiata piena di rancore, annebbiata dalle lacrime “Una macchina da sesso. Senz’anima è tutto più facile, anche andarsene senza rimpianti” dovette voltarsi perché lei non vedesse la sua espressione disperata.

“Spike. Non voglio che te ne vai perché.. perché ti amo”. Solo una minima esitazione le spezzò la voce, per la paura di ammetterlo. Adesso, si sentiva così vulnerabile davanti a lui. Attese in silenzio e alla fine lui si voltò, scuotendo la testa “No, no, non c’è bisogno di darmi il contentino. Abbiamo fatto sesso, bene. E ora vado, tolgo il disturbo, per sempre” . Il suo tono tradiva un’emozione profonda, trattenuta a stento.

 Buffy si chiese quante volte l’aveva ridotto così, in quei mesi folli, prima e dopo la sua resurrezione. Si domandò anche, e soprattutto, come aveva potuto ignorare tutta quella sofferenza disperata che adesso era lampante proprio davanti a lei.

Che cos’ho io, al posto dell’anima, si domandò improvvisamente.

E alla fine, che cos’è l’anima se non questa tensione interna, questo grumo interno di paura, desiderio, amore, sofferenza.. Si sollevò a sedere sul materasso, guardandolo dritto negli occhi “Spike, io ti amo. E non te lo dico per farti contento. Lo dico perché è la verità. Pura e semplice. Non voglio che lasci Sunnydale. Non voglio che lasci me”.

Lo sguardo che le rivolse era terrorizzante.

Forse è questo il suo vero demone. La paura di perdere ciò che conta di più. Ed è un demone così dannatamente umano.

Si alzò in piedi e gli andò vicino. Gli accarezzò la guancia, poi gli occhi, i capelli. Lo abbracciò eludendo le sue deboli proteste e lo strinse forte, sentendo d’un tratto un’ondata di tenerezza per il suo vampiro. Lo sapeva con assoluta certezza, l’aveva sempre saputo, che se c’era un’anima al mondo che si sarebbe sacrificata per lei, se necessario,  quella era l’anima di Spike. O qualunque cosa fosse.

Lo tenne stretto, a lungo, in silenzio.

Lo avrebbe fatto ancora e ancora, finché lui non si fosse convinto.

Si appoggiò al suo petto e chiuse gli occhi, immaginando che il suo cuore battesse. Poteva anche sentirlo, in quel momento.

“Buffy, io” ma gli mancò la voce. Le sfiorò i capelli, vi posò un dolce bacio. Da come si erano messe le cose, tutto si era aspettato, meno questo. Era proprio lei che aveva parlato d’amore? La stessa che ventiquattr’ore prima l’aveva fissato gelida,  gettandolo nella disperazione? E adesso, si trovava a corto di parole e di gesti, proprio lui, William The Bloody.

“Dimmi che starai qui con me. Per sempre” la voce di lei gli giungeva appena. Che lei, la Cacciatrice, avesse veramente paura del suo rifiuto?

La staccò leggermente da sé e la scrutò. Lacrime. Paura. Speranza. E stavolta era tutto per lui. Non per Angel, o per chissà chi. Le sue lacrime sono per me.

“Non faccio che dirtelo. Da mesi, ormai” abbozzò un sorriso. Perché adesso lo sapeva, l’aveva capito. L’avevano capito.

La abbracciò stretta e la condusse al letto. Si stese con lei tra le coperte, la prese tra le braccia e la baciò ovunque, piccoli baci lievi sulla pelle della sua Buffy. Ancora e ancora, fino a consumarla. E poi fu sopra di lei, dentro di lei, con una dolcezza fino ad ora mai sperimentata. La guardò negli occhi, fino alla fine, fino a quando poté, fino a quando il suo demone non uscì fuori, sconvolto dal piacere. Allora, nascose il volto nella sua spalla perché lei non vedesse.. Ma fu proprio Buffy a costringerlo a sollevarsi. Lo fissò dritto nelle iridi gialle.

“Io ti amo, Spike. Sai che cosa vuol dire..?” tese il collo “Ecco. Prendi la mia vita”.

Quando il vampiro realizzò quanto gli stava dicendo, tentò di ritrarsi, ma la forza di lei lo costrinse a rimanere fermo. Disse “Fallo, amore mio. Sono io a chiedertelo. Non posso fare di più per dimostrarti quel che sento per te”.

E Spike leccò la sua pelle, prima contro voglia, poi sempre più velocemente ed infine l’azzannò.

Il corpo di Buffy sussultò solo un attimo, poi fu pura estasi…

Rimase a lungo stretto a lei, incapace di muovere un muscolo. Aveva paura di rovinare tutto, se avesse potuto, avrebbe congelato il momento per sempre. E se lei si fosse svegliata e si fosse pentita..

Le guardò le due piccole ferite sul collo, vergognandosi un po’ per essersi lasciato convincere. Aveva fatto piano, per quanto possibile, ed era stato attento. Non c’era una goccia di sangue sulle lenzuola.

“Smetti di arrovellarti” la voce di lei lo riscosse. La guardò sollevarsi su un gomito e sorridergli “Quel che conta è che siamo qui. Che sei qui. A Sunnydale, con me..” si allungò e lo baciò sulla guancia “E’ questo che conta”.

Rimase a fissarla mentre si alzava e si rivestiva. Sussurrò “Starei a guardarti per l’eternità”.

“Perché no?” scherzò, raccogliendo i capelli in una coda “Non potrebbe essere una bella e soddisfacente occupazione per il mio vampiro?”.

Il mio vampiro, ripeté tra sé e sé Spike una volta rimasto solo.

IV

Tara e Buffy s’incontrarono al bar dell’università. Ordinarono un frappé e si sedettero sotto un bell’ombrellone giallo.

“Se tu non mi avessi aperto gli occhi..” disse Buffy con sguardo brillante.

“E’ stato facile. Niente di complicato. Chiunque al mio posto l’avrebbe fatto”.

Si scambiarono un’occhiata eloquente.

“Beh.. forse non Xander.. o il signor Giles.. chissà se Willow..”.

Buffy alzò le spalle “Loro non l’avrebbero fatto. Non mi avrebbero capito così come hai fatto tu”.

“Magari col tempo lo faranno” tentò di confortarla, stringendole una mano.

“Dovranno farlo, perché io amo Spike e starò con lui” disse decisa “Oh, Dio. Stento a credere di essere proprio io a parlare così” sorrise “Ma si è alzata la nebbia dal mio cuore e ora vedo tutto così bene..”.

Tara sospirò “E’ la prima volta, da che sei.. ritornata che ti sento parlare così.. Un po’ di speranza, nella tua voce” sorrise a sua volta “Vedrai che ogni cosa andrà al suo posto”.

Buffy annuì, mescolando distrattamente il frappé “Lo spero. Perché non vorrei dover scegliere tra Spike ed il resto del mio mondo..”.

   
 
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