-dov’ è Avril Lavigne?!- urlava Jared all’ uomo della
reception. Quella ragazza aveva cattivi intenti, e Jared lo aveva intuito.
-la signorina Lavigne è
uscita, vuole che le lasci un messaggio da parte sua?- rispose l’ altro,
impomatato. Era un uomo alto e calvo, dal fare austero e pacato. Tutto il
contrario di Jared, che in quel momento era agitato e scompigliato.
-le dica che è una
fottuta stronza e che se scopro che ha fatto qualcosa a Billie le spacco il
culo!- sbraitò il cantante dei 30 Second To Mars, prima di uscire di corsa
dalla hall del lussuoso albergo nel centro di San Francisco. Doveva trovare
Billie, al più presto.
…
Mike si era quasi
assopito inginocchiato accanto alla porta del bagno dove Billie stava rinchiuso
da una mezz’ ora buona. Decise di ricorrere al bagno di servizio e uscire a
fare una passeggiata. Billie doveva essere molto scosso dalla visita al
cimitero, ed era evidente che volesse stare solo per un po’. Non sarebbe certo
stato lui a imporre la sua presenza.
…
Mike camminava lungo il
sentiero di ghiaia del parco comunale. Gli era sempre piaciuto quel posto,
perché conservava in sé tantissimi suoi ricordi.
Quante volte era stato lì
con Billie.
Oltrepassò una panchina e
ci lasciò loro due, piccoli e biondi, vestiti con enormi maglioni di lana e
nient’ altro a proteggerli dal freddo pungente, che si rifugiavano dalle
sferzate del vento invernale. Mike sorrise al ricordo di quei due bambini pieni
di sogni e privi di soldi, che speravano, che rincorrevano le nuvole tentando
di ignorare il freddo di quella povertà che portava via l’ aquilone della
felicità. Erano convinti che, un giorno, quell’ aquilone lo avrebbero
recuperato insieme. Ed era stato così, in un certo senso.
Arrivò al chiosco dei
gelati. Quante volte si erano fermati là davanti, in piena estate, quando l’
umidità faceva perdere loro le ultime forze della magra colazione che toccava
loro la mattina, ad ammirare gli enormi coni gelato stretti tra le mani dei
grassocci bambini accompagnati da mamme ingioiellate o da tate mal pagate.
Quanto sarebbe stato bello rubare quei gelati ai già grassi bambini dei ricchi!
Perché tutto a loro e a noi nulla? Si
chiedeva Billie, sempre il più magrolino tra i due. Passavano decine di volte
davanti al gelataio che stazionava rubizzo davanti all’ allegro espositore del
gelato, sperando che si commuovesse nel vederli così magrolini e speranzosi e
offrisse loro un cono extra, anche solo per pietà. Non era mai successo, mai
gli sguardi imploranti dei due bambini avevano fatto colpo sull’ uomo, che
preferiva le tintinnanti monete dei genitori eleganti per la domenica.
Ed ecco il parco con i
giochi di legno. In quello c’ erano tanti di quei ricordi che Mike non riusciva
più a contenerli nella memoria. Lì, dove loro avevano passato tanti pomeriggi,
Mike rivide lo sguardo bagnato di Billie che contemplava i padri giocare a
pallone con i propri piccoli e il suo che lo consolava. Lì ripercorse le gare
con l’ amico, le passeggiate cercando un argomento di cui parlare, finchè, un giorno primaverile del 1984, Billie non disse a
Mike:
-Mike, ci pensi mai all’ amore?-
-ogni tanto. Perché?-
-perché credo, mentre stiamo passeggiando ora, di
provare amore.-
-davvero? E cosa provi?-
-non lo so. Cose strane. Sensazioni. Tu non senti
nulla?-
-Billie.. io ti devo dire una cosa, ma.. è strano,
non credo che possa essere così.. che una cosa possa andare così.. forse mi sto
confondendo.-
-non c’ è nulla di sbagliato. Se è amore è amore.
Almeno, per me è così, anche se forse non la pensano tutti così. Anche io ti
devo dire una cosa, Mike. Forse è sbagliata quanto la tua, o forse è solo la
verità.-
-dimmela.-
Arrossì violentemente sulle guance, e anche Mike
si sentì avvampare, dall’ emozione e la preoccupazione.
-Mike.. non so.. mi prometti che non lo
dirai a nessuno e che, se sbaglio, non mi prenderai mai in giro?-
-me lo prometti anche tu? Se faccio una cosa mi
prometti che non te la prendi?-
-no..- sussurrò l’ altro, mentre Mike si
avvicinava a lui, posando delicatamente le sue labbra su quelle rosate e piene
dell’ amico.
Mike sorrise dolcemente a
quel ricordo, che lo cullò nell’ oblio del buonumore.
Ma qualcosa lo destò. Trè
correva verso di lui come una furia.
-Mike, Mike!! Aspetta, ti devo parlare!- sbraitava,
nonostante il fiato corto.
-cosa c’ è, Trè?! Che è
successo?- rispose l’ altro, preoccupato.
-ho trovato Eleonora!-
-E.. Eleonora? La ragazza
che è stata con Billie?-
-sì,lei, solo che ho
sbagliato approccio con lei. Diciamo che, quando ho scoperto che era lei..
beh.. non si fidata.. accid..-
-Trè, la smetti di mangiarti le parole e mi dici che
le hai fatto?- si infuriò Mike.
-ho cercato di portarla
da Billie e lei.. diciamo che..-
-ovvio, idiota! Trè, è
ovvio che Eleonora non voglia vedere Billie! Ti sembrava il caso di fare una
cosa del genere?! Dobbiamo andare da lei, raggiungerla in qualche modo!-
-non si fiderà di noi, lo
capisci? Accidenti, mi sono giocato tutto, adesso figurati se si fiderà di te!
Non ti può vedere, come tutti, del resto!-
-come sarebbe a dire che
nessuno mi può vedere?!!- sbottò Mike, attonito, allargando le braccia
muscolose.
-ma è ovvio, Mike! Tu
stai con Billie, sei l’ unico che l’ ha avuto per più di una notte, e questo fa
impazzire tutti gli altri! Possibile che tu non capisca?! Apri gli occhi, Mike,
nessuno ti sopporta perché tutti ammazzerebbero per Billie e per averlo tutto
per sé, e la prima vittima saresti tu! Non capisci che sei l’ unica persona per
cui Billie abbia davvero mai perso la testa?! È ovvio che tutti provino
smisurata invidia nei tuoi confronti! Cazzo, Mike, sei uno stronzo! Perché proprio
a te?! È tutto ciò che gli altri pensano di te!-
-beh, non è colpa mia,
no? E tu, perché tu scaldi tanto?! Non credevo che badassi tanto alla relazione
tra me e Billie, pensavo che non contasse per t..-
-un cazzo, Mike, contava
eccome! Credi che mi abbia fatto piacere? Che mi abbia lasciato indifferente? Io..
io..- balbettò, cosciente di essersi lasciato sfuggire qualcosa di troppo
privato, perfino per uno dei suoi migliori amici.
-tu cosa?!-
-nulla. Nulla. Dobbiamo cercare
Eleonora, è questa la priorità, no?-
-Trè, tu..- azzardò Mike, ma si interruppe appena
qualcuno bussò alle sue spalle. Era Jared Leto. Cosa voleva,
adesso?
-Mike, non mi dire che hai lasciato Billie solo a
casa!- esordì, senza fiato. Doveva aver corso parecchio.
-sì, perché? È abbastanza
grande per cavarsela da solo, e poi, meglio no? Così puoi andare e scopartelo
senza avermi tra i piedi.- ribattè il bassista,
secco, memore di ciò che aveva appena sentito da Trè.
-ma che dici? Devi andare
subito a casa. Avanti, muoviti!- lo incitò Jared, spingendolo, ma l’ altro non
si mosse.
-che c’ è? Mi volete per
un’ orgia collettiva? Grazie, non ci sto.-
-ci tieni davvero a
Billie?-
-e tu, ci tieni alla
faccia?- domandò di rimando Mike, il pugno serrato. Ma qualcosa lo preoccupava.
-ti prego, Mike, si
tratta di Billie, ti prego, per una volta, fidati!- lo implorò il frontman, le
mani giunte. Anche Trè appariva preoccupato.
-ti avverto, Jared, se è
uno scherzo o una cazzata, giuro che..-
-no, te lo giuro! Si tratta
di Avril Lavigne. Sono sicuro che, non solo è stata lei a scrivere l’ articolo
su Billie e a ricattare tutti noi perché stessimo zitti, ma adesso sta puntando
a Billie e non so cosa voglia fargli! Eravamo nello stesso albergo, e l’ ho
vista uscire mentre parlava al telefono dicendo che andava ad aggiustare
Billie. Credimi, ti supplico, è la verità!-
Mike era convinto, ormai.
In breve raggiunsero casa sua, e il bassista dei Green Day si rese conto che
Jared aveva avuto ragione.
…
Billie stava rannicchiato
accanto alla porta del bagno, in lacrime.
-Mike.. mi dispiace..-
-che è successo?- chiese
il compagno, raggiungendolo, seguito da Trè e Jared. Billie si asciugò in
fretta le lacrime, sebbene gli occhi rossi facessero ben notare che aveva
pianto.
-mi ha trattato come un
oggetto.. guarda.- e mostrò a Mike vistosi graffi sulle braccia.
Tirò su con il naso e
continuò.
-è venuta qui Avril
Lavigne. Ero in bagno, beh.. poi ti dico. È entrata e ha preso a toccarmi. Mi ha
messo una sciarpa sulla bocca, mi ha legato le braccia e mi ha utilizzato. Non è
stato piacevole, diceva che voleva il mio piacere, ma mi ha visto solo
soffrire. Credo che fosse drogata. Tanto. Non stava bene, e mi ha attirato ad
aprire la porta con un gatto che aveva coperto di tagli e graffi. Pensavo si
fosse perso o ferito, allora ho aperto la porta, ed è entrata lei, ed.. è successo
quello che è successo. Avevi ragione, Jared, c’ è lei dietro l’ articolo. Scusate,
vado a darmi una sistemata.-
E sgattaiolò in bagno strofinandosi
gli occhi. Mike, Trè e Jared rimasero immobili, a fissarsi.
-come tanti anni fa..-
sussurrò Mike, quasi parlando a se stesso.
Ecco che, in un certo senso, Billie sconta la sua
dipendenza dal sesso!! Ahah, come sono sadica!! (BJ:
finalmente te ne sei accorta! IO: taci, BASTARDO!! BJ: ancoraa!!!!T_T)
Jared, spinto dalla preoccupazione per Billie, passa al “lato
buono”, e Mike si ricrede su di lui. Ma ecco che riappare il fantasma di quel
fatidico stupro.. di nuovo Billie si ritrova vittima di violenze sessuali. Tutto
mentre Trè semi-dichiara il suo segreto amore per Billie e rende noto a Mike l’
odio che tutti provano per lui.
Beh, capitolo denso che spero sia di vostro gradimento! Un
bacio.. e grazie ancora a Drunky Bunny, sperando che
ABBIA VOGLIA di recensire!