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Autore: Maggie_Lullaby    12/09/2010    2 recensioni
«Spencer Reid».
La ragazza sorride.
«Nathalie Asherwood», dice, stringendomi la mano senza smettere di sorridere.
[...]«Mi piacerebbe se mi facessi uno squillo...».
Sorrido e annuisco.
«Appena possibile».
Mi saluta dandomi un bacio su una guancia, sfiorandola appena, arrossendo copiosamente. Mi allontano voltandomi spesso per guardarla, e so già che la rivedrò.
Anche Spencer Reid si può lasciar andare all'incontrastabile fascino dell'Amore. Di quello vero, con la 'A' maiuscola, con una ragazza normale, Nathalie, con tanti sogni, aspirazioni, paure. Nath vuole una vita semplice, e Reid gliela vuole dare.
A meno che tutto non finisca in tragedia.
*ATTENZIONE: QUESTA FIC PRECEDENTEMENTE SI INITOLAVA "GOODBYE MY LOVER", MA IL CONTENUTO RIMANE IL MEDESIMO. :)*
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3.


Buio.

Silenzio.

Dolore.

Un battito di cuore accelerato. Il mio.

Una macchina che indicava un bip regolare, continuo.

Una voce, all'improvviso.

La teste prese a dolermi, forte, pulsante, un dolore martellante.

Provai ad aprire gli occhi ma non ci riuscivo, sentivo le palpebre pesanti.

Gemetti.

«Credo che si stia svegliando...», disse una voce maschile. La conoscevo, era Morgan. «Dottoressa?».

Passi leggeri di donna, che però mi trapanavano la testa come se fossero stati martelli pneumatici.

Forza Reid, mi dissi, apri gli occhi.

Non seppi se passarono secondi, minuti, o ore, seppi solo che, finalmente, riuscii a socchiudere gli occhi, una luce quasi mi accecò.

Dopo istanti di luce durante i quali non vidi niente riuscii a mettere a fuoco nulla focalizzai l'immagine di Derek seduto accanto a me, su una sedia e una dottoressa con un lungo camice bianco.

«Bentornato tra noi, ragazzo», sorrise Morgan, mentre sul suo viso si mascherava un espressione di puro sollievo. «Ci hai fatto prendere un colpo».

Sbattei le palpebre, mettendo meglio a fuoco ciò che mi circondava.

Poi i ricordi mi assalirono come belve: la fattoria, JJ che urlava, il colpo alla testa, il freddo, il dolore, Tobias... Tobias che mi drogava, suo padre che mi torturava, il gelo, la vanga, un colpo di pistola, JJ che mi abbracciava, Gideon che mi portava fino all'ambulanza, a pochi metri le ginocchia che cedevano. Il buio.

«Ragazzo, dì qualcosa», disse Derek, una nuova nota di panico nella voce.

«Che giorno è?», mormorai, la voce impastata.

«Venerdì», rispose prontamente il nero.

Annuii lentamente, senza riuscire a comprendere realmente quella parola.

«I parametri sembrano nella norma», disse la dottoressa, controllando i macchinari vicino al letto su cui ero steso. «Signor Reid, sa dov'è?».

Annuii, un solo cenno.

«Ricorda cos'è successo?», continuò la dottoressa.

Ripetei il gesto.

«Vi lascio soli, allora...», disse la donna, allontanandosi dalla stanza con passi corti e veloci.

Rimanemmo solo Morgan ed io, in silenzio.

«Sei sicuro di stare bene?», chiese Derek.

«Sì», gracchiai. «Sì».

Morgan fece una smorfia che doveva essere un sorriso.

«C'è una persona che ti aspetta», disse poi, alzandosi. «Non mi avevi detto che uscivi con una ragazza così carina».

Capii immediatamente: Nathalie. La mia Nathalie. La ragazza con cui ormai dividevo la mia vita da nove mesi. La mia perfetta Nathalie... qui.

Derek mi diede una leggere pacca sulla spalla e uscì, facendo cenno a qualcuno di entrare; pochi secondi dopo un uragano dai capelli mori entrò, il viso gonfio di pianto e gli occhi arrossati.

«IO LO SAPEVO!», strillò, attirando su di sé le occhiate turbate di alcune infermiere fuori dalla porta. «Sapevo che sarebbe successo qualcosa di brutto, lo sapevo. Te l'avevo detto di restare a casa, il giorno che sei partito, te l'ho detto. E ora tu sei quasi...», scoppiò a piangere, nascondendo il viso tra le mani.

«Nath...», mormorai.

Lei alzò il capo e si lasciò cadere nella sedia dove prima c'era Morgan.

«Tre giorni, sei rimasto privo di senso per tre giorni, abbiamo temuto tutti che tu potessi... Che tu potessi...», represse appena un singhiozzo.

Allungai la mano verso di lei e me la strinse forte, come se fosse un'ancora di salvezza.

«Ho temuto di perderti», sussurrò la ragazza.

Scossi il capo.

«Beh, sono ancora qui».

«Per miracolo!», gridò imbestialita. «Scordati il lavoro per le prossime tre settimane, caro mio, tu non uscirai da casa senza un mio permesso scritto controfirmato dai Leackers!».

Quasi involontariamente sorrisi.

«E tu cosa sorridi?», sbuffò, calmandosi.

«Sei buffa», risi, per quanto potevo. Mi facevano male addirittura i muscoli della faccia.

Mi diede uno schiaffo leggero.

«Sei un idiota, Spencer».

Annuii, non potevo negarlo.

«Ma ti amo comunque», aggiunse la mia ragazza, stringendo la mia mano ancora di più.

La tirai leggermente con la mano e lei capii ciò che volevo fare, avvicinò il suo viso al mio e feci combaciare le nostre labbra.

Avrei potuto giurare che qualcuno, probabilmente Morgan, fischiò fuori dalla porta della mia camera d'ospedale.


**


Capitolo schifoso, lo so, mi spiace ç.ç

Sono di frettissima quindi non vi posso ringraziare una per una, scusate, lo farò la volta prossima, ma grazie mille per il supporto! *___*

Baci,

Maggie

  
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