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Autore: past_zonk    13/09/2010    8 recensioni
"Fuori s’inizia a sentire il rumore della pioggia che precipita dal cielo. La finestra semiaperta lascia che un soffio si vento gelido penetri nella stanza spoglia. Matt rabbrividisce, Dominic non s’accorge quasi di quell’alito puro. Nulla ha senso."
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa : L’ho scritta dormendo, credo. Mi sono alzata nella notte e le parole sono scivolate.

Mi scuso d’essere ripetitiva, di scrivere sempre e comunque cose irrilevanti. Mi scuso di non far accadere niente in questa storia, che descrive più la mia vita che quella di Matt e Dom.

La groupie ormai è quasi un ossessione ricorrente.

Perdonatemi e buona lettura.





 

I vestiti che si schiantano al suolo, quel pomeriggio, sembrano produrre più rumore di un tragico incidente aereo.

La camicia s’accascia toccando il suolo freddo del bagno, che pare quasi un mare blu, ricoperto di mattonelle sulle tonalità azzurrine.

I rumori della strada perforano quell’ambiente, traforano con cattiveria i timpani stanchi.

Esagerazione; Ampliamento graduale dell’insofferenza. Tra qualche giorno, persino il rumore del the che gorgoglia sarà fastidioso.

Matt non sembra respirare. E’ come se una mano gli impedisse costantemente di lasciare che i suoi polmoni s’imbevano di aria fino agli alveoli, come fosse bloody mary.

Matt è stordito, in uno stato di trance quasi mistico;

Gli viene in mente, sfocata, la melodia di una vecchia canzone del 97, forse dei Radiohead.

La sentiva chiuso nel cesso di casa sua, ripetendosi ‘Today, we escape, we escape.’

Ed una volta fuggito, le venne presentata una puttana, che disse di chiamarsi groupie.

Già, era quello il suo nome.

A bocca aperta lo baciava vogliosamente, e la canzone dei Radiohead risuonava. A bocca aperta, viveva quella puttana, inspirava il mondo, la sua aria, persino i fumi nocivi d’una fabbrica di stringhe.

La chitarra si distorce, Matt non la vede più quella groupie.

Quella puttana, era il suo futuro.

Il respiro roco è rumoroso come squittii di topi.

Il naso è freddo, il tranquillante è troppo nel suo organismo.

La vasca da bagno gorgoglia come un’enorme teiera.

L’acqua sembra brodo primordiale in cui redimere i proprio peccati, dove sciogliersi come pasticche d’ecstasy sulla lingua callosa. Tante bolle danzano in quella vasca e Matt sorride, anzi ride definitivamente, guardando quelle bolle amarsi e scoparsi e scoppiare morendo.

Colorate e dannate, le bolle, ora si spezzano sotto il peso quasi inesistente della sua massa corporea.

L’acqua è bollente, un cd risuona, sputa ‘Nishe’ nel cesso.

Gli occhi del moro sono annacquati e semiaperti, l’espressione è quasi ebete sul suo volto.

-Ahm, le cuffie, ahm la vita, ahm i samurai.-

Matt s’addormenta nell’acqua, scivolando sotto lo specchio trasparente.

Le bolle ridono, un fantasma gli ruba l’ossigeno.

 

Dom addenta il silenzio, mentre gli sanguina un pensiero.

Ingoia un po’ d’aria, sembra sporca quell’aria. Manda giù un boccone crudo di anidride e lascia cadere i mille flaconcini dallo stipetto.

Ride.

-Fanculo, li aggiusta lui.-

Ride.

-Il viola porta sfiga, se si disegna ancora le vene viola sul polso, gli lecco via i ricordi di quei tempi.-

Ma ha senso?

Viviamo in una pasticca di droga improvvisata;

Il paradiso è un orgasmo al suo culmine. E’ la vita a testa in giù.

Un bassotto lecca via la saliva dei pensieri solidi del biondo.

Ride.

La casa sembra immensa come una fetta di pancarré di un gigante crudele.

Il vento sfreccia davanti agli occhi dilatati, davanti alla schiena tumida di lividi viola.

Il viola porta sfiga.

Ride.

L’eyeliner non va bene per le donne affermate.

Ride.

-Matt?.-

La porta di vetro del cesso emette un chiarore fastidioso.

Ride.

-Matthew.!-

Entra nel cesso, guarda la vasca vuota, lascia cadere i vestiti. La t-shirt urla.

I piedi aderiscono al pavimento acquoso.

S’avvicina alla vasca.

Ride.

L’immagine offuscata da un vetro opaco d’acqua è quella delle pelle bianca di un corpo, il volto indistinguibile, le labbra violacee, le mani a ‘riva’.

Dom ride. Dom entra nella vasca. Dom prende Matt fra le braccia. Dom gli svuota i polmoni d’acqua e lo fa riprendere.

Il fantasma che ha rubato l’aria a Matt gliel’ha restituita, strozzato dalla mano di Dom ridente.

L’ospedale ha una vittima in meno, l’ego vita in più.

Tom Kirk piangerà, vedendo già annullata la prima tappa del tour.

Ridi e piangi, mondo, che ti fa bene.

Dom ride.

-Hai le vene viola, porta male.-

Gli occhi di Matt leccano il petto nudo di Dom, freddo in quell’acqua bollente.

-Che ti sei fatto, tu, Matt?.-

-Xanax.-

Ride.

Le labbra sputano saliva l’una nella bocca dell’altra, il dna si mischia.

S’immergono entrambi nella vasca.

Dom ride. Matt ride. L’aria delle risa trasformata in bolle ride. Il mondo ride. I fan ridono, domani inizia il tour, forse. Gli strumenti ridono, e tutti ridono allo stesso modo.

Le droghe, coscienti nei corpi dei due, piangono.

   
 
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