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Autore: Akane    27/10/2005    6 recensioni
Se potessi non esistere…ma per me è impossibile ormai. Sono stato creato e svanire non mi è concesso. Ma avrò la mia pace. Perché loro non sanno quello che fanno ma io si. Il tutto è da fermare alla radice. Dovrò bloccare il futuro nel presente.
Genere: Romantico, Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Insolitamente insieme'
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CAPITOLO 8:
SLEEPING IN YOUR HAND


/Kari/

Mia mamma sistema il velo dopo aver improvvisato un acconciatura non troppo elaborata, ugualmente fa un bell’effetto. Li ho molto lunghi per i miei canoni, li ho fatti crescere per l’evento. Mi immagino la pettinatura ufficiale. Morbida e un po’ sciolta che scende sulle spalle, ai lati del viso qualche ciocca sapientemente sistemata, la fronte libera. Un trucco leggero e questo velo che si appoggia lieve sulla sommità del capo. Ha i bordi ricamati e me ne sono innamorata appena l’ho visto.
Sorrido sognante. Quel giorno sarà fantastico.
Sistemo il resto del velo che scende giù trascinandosi a terra. Non è troppo esagerato, arricciato o grosso. È fine, solo adagiato.
Alzo gli occhi e mi guardo allo specchio.
È il vestito che ho sempre desiderato.
Senza spalle, le maniche a velo doppio partono dalle braccia, sono collegate al bustino del vestito tramite una stoffa più corposa ma sottile e raffinata, liscia.
Ho il decoltè scoperto ma non troppo, sul davanti una fantasia di roselline crea un disegno delizioso.
Il resto della parte superiore è semplice e attillato.
La gonna scende allargandosi lunga, si raccoglie a terra in uno strascico di poco meno di un metro su molte pieghe.
La parte superiore è bianca, poi calando si sfuma di pesca, per arrivare all’estremità bassa con quel concentrato incredibile.
È un abito delicato e semplice, eppure allo stesso tempo raffinato ed elegante. Non da principessa o chissà chi, è solo un abito da sposa ma ha attirato la mia attenzione da subito. Avevo sempre pensato che il bianco neve fosse un colore per una come Mimi, pura, insomma. Questo è il mio, ne sono convinta.
Non finirei più di guardarmi, congiungo le mani davanti a me e immagino di tenere un bouquet.
Sorrido.
Continuo il mio filmato immaginario in cui cammino accompagnata da mio padre, passo davanti a tutti gli invitati in piedi nei banchi, mi guardano e io fisso il mio sguardo in quello di lui che mi aspetta davanti all’altare. A metà chiesa mi viene incontro e con uno scambio di sguardi significativo con mio padre, prende il suo posto.
Ci guardiamo anche noi per un breve istante che mi sembra eterno.
Io poggio la mia mano sul suo braccio e mi accompagna con passo lento e solenne davanti all’altare.
È emozionato.
E poi… lo sento presente, lì vicino a me, con quel suo abito… chissà di che colore lo prenderà? Non credo sarà il solito nero, no… ma avrà i suoi occhi azzurri che splenderanno profondi e teso ascolterà parola per parola di quel che dirà il prete. Lui, tirato a lucido, bello ed elegante.
Importante.
Sospiro.
Come quando ci siamo messi insieme.
È stato incredibile. Tutto completamente da noi. Da noi.
È diventato pian piano importante per me finché non è stato essenziale, mai scontato ma onnipresente. Non abbiamo mai fatto nulla separati.
Siamo sempre stati insieme, l’uno accanto all’altro, ogni momento essenziale.
Per me, TK è due mani che reggono a coppa la mia anima, la mia anima riposa serena e tranquilla. Io mi sento sicura con lui, mi protegge e non permetterà mai che mi succeda nulla.
Mi fido di lui.
È timido e ci siamo baciati dopo molto tempo, tutto sommato.
Eppure è stato naturale.
Dovevamo uscire con gli altri ma ci avevano dato buca, così siamo rimasti io e lui, mi ha proposto il cinema, era Hero, un film difficile da capire fino in fondo, profondo e commovente, con un grande insegnamento.
Mi erano sfuggiti alcuni particolari così poi siamo andati a bere qualcosa in un posto tranquillo e ne abbiamo parlato.
Mi chiese cosa sarei disposta a fare per il bene di tutti, per vivere sotto un unico cielo. Avrei rinunciato alla mia vita? E all’amore?
Aveva uno sguardo penetrante, io ho sempre amato quei suoi occhi azzurri.
Sinceri.
Mi sentii un attimo in imbarazzo.
Quello sguardo bellissimo era solo per me in quel momento. Cercai di non arrossire.
Risposi che sarei disposta a fare molte cose per vivere tutti insieme sotto lo stesso cielo, anche sacrificarmi, ma non sacrificherei mai la vita del mio amore.
Allora mi chiese in modo più specifico se avessi potuto rinunciare all’amore per il bene dell’umanità.
Ero in difficoltà.
Subito vidi una vita senza TK e mi prese come il panico.
La mia vita aveva preso determinate strade ed io ero quella persona anche per la presenza costante e sicura di quel ragazzo, se non ci fosse stato più da un momento all’altro penso che cambierei così tanto da non riuscire a vivere come dovrei e vorrei.
Dissi così che non avrei mai voluto che lui, TK, rinunciasse all’amore per sacrificarsi, seppure per il bene dell’umanità. Anche se era per realizzare quel sogno bellissimo, di vivere tutti insieme con la pace… io egoisticamente non vorrei mai.
Non so se lo realizzai subito, ma quella era una specie di dichiarazione.
Lui lo capii subito e sorrise dolce con quel suo sorriso aperto e sconcertante che disarma.
Non parlai più e il cuore prese a battermi vorticosamente come fossi una semplice ragazzina.
Lui mi ringraziò.
Proprio così. Mi disse: ‘grazie’.
Mi prese la mano e si protese verso di me baciandomi.
È stato il nostro primo bacio ma è stato a dir poco fantastico. Non me lo ero mai immaginata in quel modo, era il migliore fra tutti quelli che avevo sognato ad occhi aperti.

Il baccano che c’è alla porta mi risveglia da questo torpore sbaragliando tutti i mie ricordi e le mie immaginazioni.
Uff. Questo chiasso lo sa fare solo Tai.
E così verrà a saperlo… io volevo dirglielo in un altro modo, sarà divertente vedere la sua faccia.
Mi giro lentamente, con grazia. Mia mamma apre la porta ed io mantengo il sorriso angelico col velo che avvolge la gonna.
Lui entra, mi guarda ed esce.
- Scusate, ho sbagliato casa! -
Lo sapevo, ora rideremo tutti!
La mamma gli corre dietro e lo fa entrare.
- Ma mamma, sei veramente tu! E chi è quella bella ragazza? E poi da quando in qua cuci abiti da sposa? -
È un turbine, parla di continuo a voce alta e chiara.
- Tai, ma che dici? Non mi riconosci? -
Allora si zittisce, mi si avvicina. Mi scruta a fondo girandomi intorno, il vestito, i particolari, il velo, le mani, i capelli, il volto.
Ora scoppia perché realizza che mi sposo… 3… 2… 1…
- Si, sei Kari… ma perché sei vestita così? Fai da modella per l’abito che cuce la mamma? A parte che non mi ha risposto: da quando cuce abiti da sposa? -
Silenzio.
Ancora silenzio.
Ma cos’ha in testa? I grilli?
Ci è o ci fa?
Io con lui non ho mai avuto pazienza, lui è il gatto ed io il cane, finisce sempre che lui mi soffia dietro furioso mentre io lo faccio arrabbiare, ma è così tonto… come fa?
La mia espressione ha poco di angelico, in questo momento.
- Sei proprio scemo, lo sai? Te l’ho mai detto? Forse non abbastanza! -
Lui spalanca gli occhi e apre la bocca, prende fiato e gonfiando le guance arrabbiato dice:
- Non prendermi in giro! Cosa vuoi dire? -
Oh, cielo… ma come fa a non capire?
Mi metto la mano sulla bocca. Oh bè, tanto ho sempre desiderato dirlo in questo modo:
Gli prendo le mani fra le mie, sorrido in maniera evidente e con gioia e gaudio dico:
- Tai, apri bene le orecchie! Tua sorella Kari, ovvero io, si sposa! -
Istintivamente si mette a ridere.
- Ah ah ah ah ah! Divertente! -
Non ci crede, lo sapevo. Io rimango seria.
- No, è vero? -
Annuisco mantenendo la mia espressione serena e felice. Questa me la ricorderò per sempre.
- E’ vero? Ti sposi? -
Accentuo il sorriso.
Il suo viso da rosa diventa rosso, poi bianco cadavere ed infine la sua espressione da stupita assume le sembianze di uno che ha appena subito un duro colpo sul cranio.
Lo vedo scendere giù lentamente, accasciarsi sulle ginocchia mentre io lo tengo ancora per le mani e… in un batter d’occhio sviene!
Lo sistemo subito steso a terra, poi guardo seria mia mamma e le dico:
- Hai filmato? -
Lei chiude la cinepresa e annuisce.
Con questo lo ricattiamo, poi è uno dei più bei ricordi di questo matrimonio!
Povero fratellino… come se fosse l’ultima ruota del carro. Io ho già comprato il vestito e lui doveva ancora saperlo!
Bè, ne è valsa la pena, se architettavo la cosa non sarebbe potuta venire meglio!
- Cara, non sarebbe il caso di metterlo sul divano? -
Dice la mamma apprensiva. Io mi alzo.
- Non ci penso nemmeno, pesa troppo! Invece aiutami a togliermi il vestito, non vorrei si rovinasse! -

Quando sono vestita normale Tai si riprende, all’inizio sembra non ricordare cosa gli è successo poi forse lo ricorda e si alza di colpo, non so come fa a non star male di nuovo per quello scatto, sempre di colpo si appiattisce contro la parete accanto alla porta d’entrata, braccia larghe, testa all’indietro, faccia comica.
- T-tu… mica hai detto che… ti sposi, vero? -
Prendo a ridere di gusto senza rispondere, la mamma prepara una tisana, spero ci metta del tranquillante o questo non arriva integro al matrimonio.
- No, era uno scherzo… che ci facevi vestita in quel modo? Dimmelo. Quell’abito… perché è qua? -
Eh, ma che domande stupide fa?
Seccata smetto di ridere, ora mi sta stufando, è troppo ottuso:
- L’ho comprato per te! Ma che domande fai? Certo che mi sposo! Devo rimanere zitella per tutta la vita? -
Lui si stacca dal muro ma non mi si avvicina, forse pensa che io abbia la lebbra.
- Ma no… ma che c’entra… stai pur bene fidanzata con TK, che bisogno c’è di sposarsi? Oddio… ti sposi con lui? -
Fa più chiasso di una porta che sbatte!
Sbuffo irritata, era divertente ma ora comincia a scocciarmi. Non può semplicemente mettersi a piangere dalla gioia dicendo che è felice? È proprio irrecuperabile!
- No, con mio nonno! -
- Ma se sono tutti morti i nostri nonni! -
Mi batto la fronte con le mani, mi ha fatto venir mal di testa.
- Ma da che pianeta vieni, Tai? Non è che sei Agumon travestito da Tai? -
Mi avvicino per sentire se ha la febbre per lo shock, magari delira per quello. Non faccio in tempo a toccarlo che si abbassa di colpo evitando il contatto.
Oh, questa poi!
- Tai, non ho una grave malattia! Mi sposo con TK, con chi vuoi che mi sposo? -
Lui mi fissa dal basso quindi metto le mani ai fianchi e con aria severa lo sgrido, la situazione degenera.
Sta proprio esagerando.
- Ma non è normale sposarsi! Non è come andare ad una partita… se la partita va male, poi bevi e ti ubriachi e la cosa passa, se va bene… bè, se va bene ti ubriachi lo stesso per festeggiare! Il matrimonio è diverso!
- Grazie a Dio! -
Sbotto allargando le braccia. Comincio così a camminare nervosa per casa, mentre lui continua coi suoi scleri da premio nobel!
Si alza di nuovo e mi guarda andare su e giù, poi azzarda.
- Ma sei sicura? -
- Si!-
Dico seccata.
- Dillo di nuovo… cioè, ripeti lentamente quello che fai… con dolcezza… -
Si è bevuto il cervello.
Gli vado di fronte e faccia a faccia grido con cattiveria:
- MI SPOSO! -
- NOOOOOOOOOOOO!! -
E’ il culmine, entrambi gridiamo cose che non si collegano all’altro, insulti forse… lui è disperato, ma non capisco cosa gli prende.
- Ecco perché TK prima era così strano! Ora vado da lui e lo ammazzo! -
Lo afferro per il collo della maglia mentre esce.
- Non muoverti! Cosa vuoi fare? -
- Mollami! -
Si divincola con agilità e si riappiattisce al muro.
- Non è normale sposarsi. Che bisogno c’è? -
Sospiro e mi calmo. Mi porto i capelli all’indietro in una coda immaginaria, poi li mollo e con più pacatezza dico:
- Tai, sei allergico al matrimonio? -
Lui nemmeno ci pensa.
- Non hai matrimoni, al tuo… chi può portarmi via la mia sorellina? Con chi litigo poi? A chi faccio i dispetti? E poi chi altri oserà farti piangere se non io? -
Rimango a bocca aperta. Era per questo!
Ma è scemo forte, allora!
Così l’arrabbiatura va via e finisce che rido. Prima sommessamente.
- Non vado mica sulla Luna! -
Poi sempre più forte finché non mi piego sulle ginocchia e continuo a ridere rivedendomi tutta la scena, dal suo svenimento, allo sbotto di follia che ha avuto e infine la scenata di gelosia bella e buona!
Fantastico!
Non pensavo che avesse potuto avere tutte quelle reazioni in un ora nemmeno… è unico, mio fratello.
- Perché ridi? -
Chiede offeso, incrocia le braccia al petto e torna a gonfiare le guance.
Io lo afferro per le gambe continuando a ridere, lo strattono finché non scende anche lui e lo guardo continuando a ridacchiare.
- Rido perché sei un caso irrecuperabile! -
- Ma che dici? -
Comincia ad imbarazzarsi.
Così lo abbraccio di slancio finendo col fondoschiena a terra. Affondo il [gso sulla sua spalla. In questo momento dimostro poca femminilità. Ma non importa. Con mio fratello va bene così.
- Anche tu mi mancherai, ma non me ne vado mica, sai? Nonostante tutto ti voglio bene, proprio come me ne vuoi tu! -
Lo sento irrigidirsi, sicuramente è diventato rossissimo ma almeno non nega. Borbotta qualcosa di incomprensibile poi capisco chiaramente:
- Quello che voglio è che tu sia felice, con lui lo sarai. -
Lo sarò. Io lo so. Perché la mia anima si sente al sicuro fra le sue mani.

   
 
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